Capitolo 29
Fin da quando era bambina aveva una predisposizione per cacciarsi nei guai. Piccoli o grandi che fossero. Era come se la chiamassero, con la loro voce suadente che la portava a desiderare di soddisfare la sua curiosità. Di scoprire cosa si nascondeva dietro un suono, uno scricchiolio, uno sbuffo d'aria.
Come quando a dodici anni aveva perduto suo fratello maggiore, l'unica persona che la capiva in tutto e per tutto. Non l'aveva raccontato a nessuno, nemmeno a Damon, non ci era riuscita, non poteva rievocare ricordi così dolorosi senza il rischio di crollare.
Teddy, si chiamava così, ed all'epoca aveva diciannove anni come lei.
Era il ragazzo più dolce che avesse mai conosciuto, la consolava quando stava male, le sorrideva sempre, anche quando qualcosa andava storto, ma soprattutto la proteggeva dalle accuse e dalle offese che le altre persone le rivolgevano.
Ma poi un terribile giorno tutto terminò e Jo ogni notte rivive quel ricordo come se fosse accaduto il giorno prima.
Un'incidente stradale, era bastato un secondo di distrazione, niente di più.
Teddy doveva venirla a prendere da scuola, i suoi genitori erano rimasti imbottigliati nel traffico durante il ritorno a casa e lei amava andare in moto con suo fratello, amava il vento tra i capelli e l'adrenalina che le scorreva nelle vene.
Teddy aveva una moto fantastica, rossa come il fuoco ed altrettanto brillante, ma quel pomeriggio non andò come tutte le volte precedenti.
Un auto stava sfrecciando ad una velocità pazzesca e come previsto non riuscì a fermarsi in tempo, lo prese in pieno e per lui non ci fu scampo.
È quasi impossibile descrivere cosa si prova quando la vita di qualcuno a te caro ti scivola tra le dita.
Il senso di impotenza sovrasta su ogni cosa, ti senti inutile, vorresti dare la tua di vita per riavere quella persona, ma non si può e tu non puoi farci niente, puoi solo stare a guardare, con un grande buco nero nel torace, non senti più niente intorno a te, senti solo che siete tu e lui, e, mentre lui soffre, soffri anche tu in una maniera indescrivibile.
Più lo vedi andar via più ti senti come se ti stessero strappando il cuore dal petto, cerchi di resistere, gli dici parole di conforto, ti crei una maschera perchè non vuoi che l'ultima cosa che veda sia il dolore. Perciò lo tieni tutto dentro, lo comprimi in un angolo ma sai che non appena tutto sarà finito esploderà come un vulcano.
In quel momento vorresti morire anche tu, talmente non sopporti il dolore e nella disperazione, nel regalare quell'ultimo momento con un sorriso sul volto pensi e ripeti a te stessa, che è giusto sia andata così. Che la colpa non è di nessuno e che se ci facciamo sorprendere dalla paura della morte e dell'abbandono non andremo più avanti.
Perciò con le poche forze rimaste, gli dici che andrà tutto bene, che non è solo, che tu sei li e l'accompagnerai ovunque andrà, continuerà a vivere dentro di te.
La speranza lascia spazio alla rassegnazione, la rassegnazione al dolore che non hai potuto esprimere in quel momento ma che, una volta finito, viene inevitabilmente fuori e dura per molto molto tempo...
Jo scosse la testa, i terribili ricordi avevano preso possesso di lei, distraendola dal motivo per cui era ritornata nel bosco.
Ma all'improvviso il suo sesto senso le inviò il segnale che in quel momento non era da sola.
Riusciva a sentire il lieve respiro di qualcosa, o qualcuno.
"Damon?" Tentò lei.
"Sbagliato..." rispose una voce familiare e Jo non poté fare a meno di portarsi le mani davanti alla bocca per evitare di urlare.
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