Capitolo 28
C'era qualcosa di strano nell'aria di quella mattina, sembrava più fresca, profumata e pulita del solito.
Jo non lo sapeva, ma questa si chiamava felicità.
Quella sensazione di leggerezza, come camminare sulla Luna senza gravità, la faceva sentire senza peso ed il suo sorridere a tutti fece sorgere molte, troppe domande.
Lo stesso valeva per un ragazzo dai capelli scuri che era seduto ancora mezzo addormentato al tavolo della cucina.
"Vado a fare una passeggiata" annunciò allegra Jo, prima che qualcuno iniziasse a tempestarla di domande sul suo improvviso buonumore.
"Vengo con te" propose Damon.
"Voglio solo rilassarmi un po' da sola, non te la prendere" a quanto pare gli aveva risposto troppo gentilmente, visto che altri tre paia di occhi si posarono su di lei.
"Bene, allora vado a caccia. Adam?" Esclamò di rimando il ragazzo.
"Sono con te" rispose l'interessato.
"Ma io non voglio rimanere da sola con questo qui!" Brontolò Emily.
" 'questo qui' ha un nome " disse Joseph indicandosi.
Ma Jo non stette a sentire il resto della conversazione, visto che era già sgattaiolata fuori dalla porta.
Dopo aver attraversato la radura, s'incamminò in quel piccolo sentiero tra gli alberi che avevano loro stessi creato a furia di passare per di là.
Questo era costeggiato da due file di alberi.
Alzò lo sguardo e notò i rami che si stagliavano verso il cielo azzurro come braccia pronte a rubare la luce dal sole e ad esternarla nelle loro gemme.
Rami di alberi diversi che si intrecciavano gli uni agli altri, si abbracciavano senza discriminazioni di specie, formando reticoli che creavano una sorta di arco continuo che copriva la piccola stradina di erba schiacciata.
Il cammino proseguiva tra alberi e cespugli ognuno dei quali presentava i propri tesori colorati: fiorellini bianchi, gemme verdine, gemme più scure, fiorellini gialli.
Gli aromi si mescolavano dando luogo ad un profumo delicato che superava in gradevolezza quello delle migliori case cosmetiche.
Le sembrava di osservare quel posto per la prima volta, come se non l'avesse mai guardato veramente, troppo presa da tutti i suoi pensieri e problemi.
Chiuse gli occhi e all'improvviso si sentì come parte di quella natura. Con i suoi sensi riusciva a percepire il calore del sole che le scaldava la schiena, sentiva la brezza del vento che soffiava dolcemente, gli uccellini cantare, il profumo dei fiori. E soprattutto tanta, tantissima calma…
Aprì nuovamente gli occhi e proseguì il suo cammino, rumori tra le foglie evidenziavano la presenza di chissà quali creature.
Il cammino continuava, ma solo in teoria: in fondo si stagliava quella che aveva capito essere la barriera che li circondava ed intrappolava in quel bosco.
Alla fine decise di tornare sui propri passi per rientrare alla base e continuò la sua osservazione del cielo limpidissimo che sembrava ancora più azzurro nel contrasto con i rami degli alberi che salivano verso esso.
Sulla sinistra, in lontananza, riusciva a scorgere le montagne da cui erano tornati il giorno prima, tutte ancora con la cima innevata.
E su di esse alcune nuvole lontane: ammassi di panna montata sofficissima sui quali immaginava di poter nuotare.
La camminata stava giungendo al termine, si era fatto tardi e la fame iniziava a farsi sentire.
Il tutto finì quando tornò a mettere i piedi nella piccola piana, dove la casetta si stagliava vicina.
Ma un rumore la fece fermare poco prima di posare la mano sulla maniglia della porta.
Ignorarlo o seguirlo?
Jo scelse la seconda opzione.
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