Capitolo 26
Un biglietto.
Un biglietto era legato al possente collo del drago scarlatto che era ancora chinato all'altezza di Jo.
La ragazza allungò una mano per prenderlo, era vecchio, ingiallito e anche un po' bruciacchiato, come se fosse stato appeso addosso a quel rettile per molto tempo.
Con le sue piccole mani cominciò a srotolarlo e, per renderlo leggibile, si pose sotto il foro da cui entrava la luce della luna.
"Complimenti! Hai superato un'altra prova e non sei stato mangiato dal drago. A questo punto manca solo un ultimo giocatore e, quando vi raggiungerà, allora la vera sfida avrà inizio. P.S. il rettile lo puoi anche tenere" lesse ad alta voce per comunicarne il contenuto a tutti gli altri che al momento sembravano molto più rilassati di prima.
"Se volevano essere divertenti non ci sono riusciti" rispose Damon sarcasticamente.
"E poi che dovremmo farcene di uno stupido drago?" Commentò Joseph a sua volta.
Ma l'animale a quanto pare capì le sue parole ed indirizzò un ringhio sommesso in direzione del ragazzo che, spaventato, si nascose con un balzo dietro la schiena di Emily.
"Io credo invece che ci sarà molto utile... chi vuole fare un volo con me?" Gli altri ragazzi parvero comprendere subito il senso delle parole di Jo ed altrettanto velocemente cercarono delle scuse adeguate per evitare quella terribile esperienza.
"Vorrà dire che ci andrò da sola" rispose piroettando verso il drago "E poi Icenfire volerà più leggero"
"Vengo io con te, comunque bel nome... Fuoco ghiacciato" disse Damon.
Salire sul drago fu un'impresa quasi impossibile, infatti, per quanto l'animale si sforzasse di appiattirsi al suolo per permettere a Jo di salire sul suo dorso, rimaneva comunque una grande altezza da scavalcare.
Alla fine, dopo una serie di tentativi, entrambi riuscirono a salire in groppa al drago e, una volta che lui fu sicuro di essere pronto a decollare, si alzò sulle zampe e spiegò le ali.
Dopo un paio di movimenti furono già in aria, si dirigevano verso il grande foro del soffitto, verso quella pianura innevata che poco prima avevano attraversato a piedi.
Volare è come non avere momentaneamente una posizione nello spazio, sparisci nel vuoto, accetti di non essere in nessun luogo per una durata che è anch’essa una specie di vuoto nel tempo. Niente riesce a sfiorarti, niente riesce a farti del male. Non percepisci più il tuo corpo, non senti il tuo cuore battere, non senti il tuo respiro, riesci solo ad ascoltare il suono del vento che ti tappa le orecchie; poi però riappari, in un luogo e in un momento senza rapporto col dove e col quando in cui eri sparito, come la fine di un sogno.
La sensazione era proprio quella, Jo sentiva i muscoli del drago contrarsi per lo sforzo di volare, sentiva il vento gelido che le accarezzava il corpo e sentiva le mani di Damon sui suoi fianchi.
Da lassù tutto sembrava più bello, la neve sembrava più candida, la foresta più folta e il cielo più sconfinato.
La luna era più grande sulle loro teste, come se fosse più vicina, spruzzi di nuvole scure decoravano il contorno di quella barriera che li circondava.
Jo si voltò verso Damon che pareva a suo agio proprio come lei mentre era sospeso in volo su di una dimensione sconosciuta.
Ma ora era l'unica cosa che gl'importava, perché erano liberi e quello gli andava benissimo.
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