Capitolo 24
Una volta che il suo dito si fu posato sulla superficie dello schermo, questo cominciò a sgretolarsi, piccole crepe si aprirono sulla sua superficie come un mosaico e dei pezzi iniziarono a cadere al suolo.
Un denso fumo nero fuoriuscì dal piccolo oggetto che ora sembrava sciogliersi, come se un fuoco invisibile lo stesse bruciando dall'interno.
Risposte. Jo aveva un bisogno tremendo di avere delle risposte. Ma ogni volta che sembrava averne raggiunta una, quella le sfuggiva dalle mani come aria.
S'inginocchiò a terra e raccolse i frammenti dello schermo nero ferendosi le dita. Scosse la testa come per liberare la mente da una nebbia che sembrava averla offuscata per un attimo. Quelli che stringeva tra le dita non erano frammenti di vetro, ma una liscia pietra scura.
Si guardò intorno e scorse le pareti di una sala adornata da arazzi dorati e quadri dipinti ad olio.
Dov'erano finite le rovine?
La scala che una volta portava verso il soffitto sfondato ora conduceva verso una grande porta di legno massiccio.
Jo si alzò in piedi e la raggiunse incespicando sui gradini di legni che le sembravano essere coperti di pietroline sdruccevoli ma che ai suoi occhi apparivano lisci e lucenti.
Girò la maniglia d'oro e davanti a sé vide una camera da letto finemente decorata con mobili chiari e cornici d'argento.
Voleva solo coricarsi su quel morbido letto e finalmente poter dormire comodamente, così sospinta da una forza invisibile entrò nella stanza.
Ma i suoi piedi non incontrarono il duro pavimento di legno, bensì il vuoto.
La magia scomparve, così come il castello, gli arazzi e le cornici.
Le rovine si rifecero nitide davanti ai suoi occhi mentre precipitava da quello strapiombo.
Poi tutto scomparve nuovamente e si ritrovò a fissare il soffitto della grotta in cui si trovavano prima che lei finisse nel lago.
"Cosa è successo?" Domandò. Le faceva male la testa ed ancora non riusciva bene a mettere a fuoco ciò che la circondava.
"Dopo che hai toccato l'acqua del lago sei praticamente svenuta a peso morto. Ti abbiamo dovuta trascinare via" Jo si voltò nella direzione da cui proveniva il suono di quella voce ed incrociò lo sguardo di Damon.
"In un primo momento abbiamo pensato che l'acqua fosse avvelenata, ma poi abbiamo capito che stavi sognando" continuò Emily, che la stava fissando con apprensione.
"Ma vista la tua espressione, credo sia stato più un incubo" aggiunse a sua volta Adam.
"Allucinazione... quella si chiama allucinazione" concluse Joseph poco interessato, come se stessero chiacchierando durante una cena tra amici.
Jo si mise a sedere, ma un capogiro la costrinse di nuovo a terra, lo stomaco le si contorse per la nausea e la vista le si annebbiò di nuovo.
"Ma l'acqua che si muoveva... l'ha vista anche Emily" insistettè la ragazza.
Come per risponderle, uno scroscio più forte d'acqua fece girare tutti e cinque i ragazzi, la superficie del lato si stava gonfiando e qualcosa stava riemergendo dal suo fondale.
"Ditemi che sto ancora sognando..." sussurrò Jo.
"No. A meno che questa non sia un'allucinazione di gruppo, credo che quello sia reale" le rispose Adam indicando l'enorme drago che era appena apparso sulla superficie di quel piccolo lago, che sembrava a stento poter contenere una barca.
Io continuo a sperare che tutto questo sia solo un brutto sogno, pensò Jo sconsolata.
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