Capitolo 22
Il desiderio di tornare indietro, rintanarsi nella loro casa a riscaldarsi era forte ma ormai erano quasi arrivati, perché non proseguire?
Qualche altro minuto e si ritrovarono sull'entrata della grotta, un'immensa grotta buia.
Strano, si avvertiva una sensazione diversa dal solito, quasi una sorta di capogiro, una specie di vertigine forse provocata da tutto quel bianco che gli circondava e nel quale era difficile trovare punti di riferimento; sembrava di essere trasportati in una bolla di sapone in mezzo ad un mare di schiuma.
Si ripararono dentro la cavità, il vento ora era fermo e la neve non riusciva più a raggiungerli.
Jo si sedette esausta su una roccia poco distante e si prese la testa tra le mani: che strana sensazione stava provando, come se la realtà le stesse sfuggendo, la mente era serena ma vuota, per un istante le sembrò di non riuscire a realizzare nulla.
Dopo un attimo tutto tornò normale, forse si era trattato dello sforzo, oppure era proprio quel posto ad essere strano.
All'improvviso, poco lontano, nel fondo della grotta, si sentì una voce maschile, ma il sibilo della bufera impedì al gruppo di capire cosa stesse dicendo.
"Beh, visto che siamo qua, perché non proseguire?" Suggerì Jo e gli altri questa volta non poterono contestare.
Si avveturarono all'interno di quel cunicolo scuro, chi in preda all'ansia, chi sussultando ad ogni rumore e chi respirando affannosamente.
Era una grotta stretta, lunga, simile a un corridoio, illuminata solo da una tenue luce azzurrina che si scorgeva lontano.
Ad un certo punto divenne talmente bassa che dovettero camminare curvati per evitare di sbattere la testa contro il soffitto pieno di fori rocciosi nei quali si nascondevano neri pipistrelli, che di tanto in tanto aprivano i loro occhietti rossi e spiegavano le ali in un breve volo.
C'era un silenzio quasi innaturale, l'unico rumore che ogni tanto si udiva era quello delle gocce che cadevano nelle numerose pozze d'acqua stagnante.
Raggiunsero il suo centro, un vano circolare, alto una cinquantina di metri ed altrettanto grande, da un foro sul suo soffitto si scorgeva la luna, che aveva avuto tutto il tempo di prendere il posto del sole mentre loro si avventuravano in quello strano posto.
"Sicuro che sai dove stiamo andando?" Chiese Emily per la ventesima volta da quando erano partiti.
"Si" rispose Jo seccata, stava seguendo ancora quello strano bagliore azzurrino che sembrava allontanarsi ad ogni loro passo.
Alla fine si ritrovarono proprio sotto il grande foro del soffitto, la luce argentea della luna illuminava le sponde di un lago salato, calmo come se fosse di cristallo.
Solo ora si accorsero della sua presenza... un lago in una montagna, che strano posto era quello si ritrovò a pensare nuovamente Jo.
Una tenue luce veniva prodotta anche da funghi luminescenti raggruppati in famigliole in vari punti del terreno.
Enormi cristalli di sale che riflettevano la luce ovunque, rendendo quell'ambiente meno ostile.
Il loro bagliore faceva sembrare gli occhi della ragazza più luminosi che mai nel loro splendido contrasto, azzurro come il mare e blu come la notte.
Damon si voltò a guardarla, anche se lei non se ne accorse, concentrata a fissare un punto sulle acque del lago.
Aveva visto un'onda increspare la sua superficie, ma il problema era: non c'era uno sbuffo d'aria in quel posto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top