Capitolo 20
Emily si maledisse non appena Jo e Damon si allontanarono dalla posizione di fronte alla porta, dove lei poteva tranquillamente origliare la loro conversazione.
Era scivolata e la porta aveva prodotto un lieve cigolio che, a quanto pare, Jo aveva sentito.
"Non potresti almeno per una volta lasciare in pace quei due poveretti" la riprese Adam accigliato.
"Sono annoiata e loro due sono la mia unica distrazione" brontolò la ragazza incrociando le braccia.
Adam era seduto sul tavolo al centro della stanza, con i piedi lasciati a penzoloni e la testa buttata all'indietro.
"Perché non vai a cercare qualche frutto, almeno fai qualcosa di utile" propose il ragazzo spostando il suo sguardo verso la finestra, dove poteva intravedere gli altri due ragazzi acciambellati sull'erba.
"Antipatico" rispose lei facendo la linguaccia, però poi decise di seguire il suo consiglio ed uscì dalla porta per poi dirigersi verso il bosco.
Poco dopo anche il ragazzo uscì, aveva bisogno di un po' d'aria e voleva accertarsi che quei due non si stessero scannando silenziosamente.
Le sue previsioni per fortuna si rivelarono sbagliate ma sobbalzò alla vista dei graffi che segnavano il corpo di lei.
"Va tutto bene Adam, ho solo bisogno di un bagno e di vestiti puliti" Jo si alzò dal prato spazzolandosi i fili d'erba che si erano appiccicati ai suoi pantaloni scuri.
"Ti accompagno" esclamò Adam
"Tu invece inizia a preparare il pranzo, donna di casa" aggiunse ridacchiando rivolto a Damon che fece una smorfia di disprezzo.
"Io vado a prendere dei vestiti" disse Jo, cercando di evitare una discussione che presto sarebbe iniziata.
Entrambi si girarono a guardarla mentre si allontanava per raggiungere la casa.
"Non riesco proprio a capire cosa ci trovi in te" commentò Adam "sei scontroso, maleducato e lunatico"
"Si sà, i mori sono più attraenti dei biondi" la risposta di Damon arrivò quando lui stava già per addentrarsi tra i tronchi scuri.
Dopo qualche minuto tornò Jo con in mano dei vestiti puliti: dei pantaloncini scoloriti ed una maglietta aderente blu scuro.
Indossava anche degli scarponcini scuri che avevano sostituito quegli scomodi stivali.
"Va tutto bene, Adam?"
Alla ragazza non era sfuggita la sua espressione amareggiata.
"Si, andiamo?" Rispose in fretta lui facendole un sorriso.
Il fiume era come se lo ricordavano, apparte per l'acqua che quella volta era molto più limpida.
Jo si sfilò la maglia e i pantaloni, poi iniziò ad immergersi.
Un brivido le attraversò la schiena, come tanti spilli ghiacciati l'acqua le lambì i fianchi, si strinse nelle spalle e si godette quel momento di pace.
Sentì lo scrosciare dell'acqua accanto a sé e realizzò che anche Adam l'aveva raggiunta.
"Non hai freddo?" Gli chiese.
"Sono abituato a fare il bagno nell'acqua gelida"
Le posò una mano sulla spalla, per poi spostarla sulla sua guancia.
Jo per un attimo trattenne il respiro e s'immobilizzò, ma poi Adam l'attirò a sé e la strinse in un abbraccio.
"Io non sono Damon" le sussurrò affranto per la poca fiducia che lei gli accordava.
"Lo so" anche lei allungò le sue braccia e lo circondò in un abbraccio.
Era bello avere un sostegno che per una volta non la coinvolgeva emotivamente.
In quel periodo si sentiva intrappolata in una calamita, da un lato Damon le faceva perdere il controllo, dall'altro Adam glielo faceva riacquistare.
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