Capitolo 19
Jo si svegliò di soprassalto, due mani forti la stavano scuotendo per le spalle e qualcuno stava pronunciando il suo nome.
Quando aprì gli occhi, si ritrovò di fronte al volto preoccupato di Damon.
In un primo momento non capì cosa stava succedendo, poi i ricordi della nottata precedente si fecero nitidi: si era addormentata sull'erba.
Eppure non era quello a spaventare il ragazzo di fronte a lei, al contrario dei piccoli graffi che le ricoprivano il corpo.
Con il buio non li aveva notati, ma ora sotto la luce mattutina risaltavano scarlatti dalla scollatura della sua canotta e dagli strappi dei suoi pantaloni.
"Cosa diamine ti è successo?" Chiese Damon concitato, mentre l'aiutava ad alzarsi.
"Sono accidentalmente caduta in un cespuglio di rovi..." si giustificò Jo "... poi stavo tornando a casa e mi sono addormentata osservando la luna"
"Bene, è tutto chiaro" rispose il ragazzo con un tono talmente calmo che quasi la spaventava.
"Non sei arrabbiato?" Domandò lei, pentendosi subito dopo.
"No, perché dovrei essere arrabbiato dopo che sei uscita di notte da sola, rischiando la tua vita per l'ennesima volta, e facendomi prendere un infarto quando svegliandomi non ti ho trovata" il suo tono di voce era aumentato man mano che pronunciava quelle parole, facendo arretrare la ragazza di qualche passo.
Quella mattina Damon si era svegliato con il proposito di parlare con Jo, ma poi, non avendola trovata, l'agitazione aveva preso il posto di qualunque altra intenzione avesse.
All'improvviso la ragazza si ricordò del perché era uscita quella notte "Non siamo soli, c'è una persona incappucciata che ogni notte ci porta le quattro bottiglie d'acqua" spiegò, anche se il ragazzo pareva avere la testa tra le nuvole in quel momento.
Jo gli posò una mano sulla spalla, quel movimento però le provocò un gemito di dolore per i taglietti che le ricoprivano gran parte della pelle, e questo sembrò riscuotere Damon dal suo stato di trance.
"Ti fanno molto male?" Le chiese tranquillamente, una volta presa la decisione che ormai era inutile prendersela così tanto, visto che Jo non l'avrebbe mai ascoltato.
"Non tanto, solo che ora sono costretta a cambiarmi i vestiti" si lamentò lei osservando i vari strappi che li attraversavano.
"Sei carina quando metti il broncio" questa frase gli sfuggì con così tanta velocità che solo dopo qualche secondo si accorse di non averla soltanto pensata.
Le guance di Jo assunsero un colorito rosato e lei borbottò un lieve grazie, non prima di aver sorriso.
"E tu sei più sexy da arrabbiato" lo canzonò la ragazza, filandosela prima di ascoltare la risposta.
Sapeva che lui l'avrebbe seguita e voleva allontanarsi da quei due ragazzi che stavano origliando da dietro la porta.
Si sedette sul prato una quindicina di metri più a destra della casa e Damon la seguì a ruota.
"Non riesci proprio a starmi lontano, eh?"
"Preferisco sopportare te che il Signor Ottimismo e Madame Diabete" sbuffò il ragazzo.
"Dai non sono così male..."
"Io preferisco te, gatta selvatica"
Un sorriso si aprì sulle labbra della mora che si accoccolò sulla spalla di Damon e lui non potè trattenersi dal scoccarle un bacio sulla fronte.
Le mancava quella sensazione di calore che lui le trasmetteva, ma non avrebbe mai ammesso che in realtà era la sua compagnia a mancarle più di tutto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top