Capitolo 14

Dopo un tempo che sembrava infinito Damon e Jo si lasciarono il bosco alle spalle.
Avevano ricominciato a rivolgersi la parola, ma la ragazza dovette trattenersi dal fare domande di cui si sarebbe ben presto pentita, non voleva dare il via ad un'altra litigata.

Appena varcato il limitare degli alberi, davanti a loro si aprì una piccola radura, di forma quasi perfettamente circolare.
In quello che sembra esserne il centro esatto, sorgeva una casetta bassa, a pianta quadrata, col tetto spiovente. Si guardarono intorno in cerca di un'anima viva, ma non c'era nessuno.
La radura era silenziosa, in modo quasi innaturale, non si muoveva un filo d’erba.

Si avvicinarono alla casa quanto bastava per osservarla meglio: era decisamente rustica, i muri sembravano fatti di paglia e fango, il tetto di fronde intrecciate.
Dal loro lato, non si vedevano finestre, né porte.
All’improvviso, una folata di vento gelido scosse gli alberi circostanti rompendo la quiete spettrale del luogo.

Decisero di girare intorno alla casa, per cercare un ingresso: non volevano di certo gelare là fuori e poi la curiosità era troppo forte.
Dall’altro lato trovarono una porta: era di legno scuro e massiccio, bordata da una cornice più chiara finemente lavorata con intarsi geometrici, la maniglia era rotonda, di ottone lucido.
Sembrava la porta di una villa nobiliare e non c’entrava decisamente nulla col resto della misera dimora.

"Che ne dici entriamo?" Sussurrò Jo, come se qualcuno potesse udire i due intrusi.
Indugiarono qualche momento sull’ingresso, perplessi... Un altra folata di vento ed altri brividi lungo il corpo li convinsero a girare la maniglia.
"Vado avanti io" esclamò Damon.

La porta cedette all’istante, senza opporre la minima resistenza e si spalancò sul buio più assoluto.
Il ragazzo fece qualche passo in avanti seguito da Jo, ma neanche il tempo di entrare che la porta si chiuse dietro di loro con uno schianto.

Buio. Silenzio. Da fuori non giungeva più nemmeno il rumore del vento.
Jo tremò, dalla paura e dal freddo ma non riuscì a muovere un muscolo.
Solo quando percepì la calda stretta di Damon intorno alle spalle riuscì a calmarsi respirando lentamente e profondamente.

Chiuse gli occhi, che tanto non riscivano a vedere nulla, e sussurrò, una sola volta: "C’è nessuno?".
Il cuore di Jo galoppava, mentre tratteneva il respiro in attesa di una risposta che non arrivò.
Al contrario Damon sembrava tranquillo e pronto all'attacco in caso di necessità.

I due ragazzi si mossero con cautela, in cerca di una candela, o un camino, o qualsiasi cosa che gli consentisse di fare più luce.
La mano del ragazzo sfiorò qualcosa che sembrava essere una parete, totalmente liscia e fredda... sarà un mobile? Accostò il viso, per riuscire a vedere qualcosa nella penombra...
Gli apparì un volto e con uno scatto si allontanò urlando.

Jo in risposta si aggrappò al suo braccio ed insieme cercarono di raggiungere quella che sembrava essere una finestra.
Una volta spalancate le sue ante si accorsero del grande specchio e, compresa la situazione, i due ragazzi scoppiarono a ridere.

"Mi sa che abbiamo visto troppi film horror" aggiunse Damon.
"Concordo. Ma aspetta, cos'è quello?" Disse Jo indicando un foglietto poggiato su un grande tavolo rettangolare.

Lo prese tra le mani e lesse ad alta voce: 'Questa nuova casa vi servirà, anche se non potrete ancora goderne per molto. Ben presto i giocatori finiranno ed allora dovrete trovarvi un'altro posto. Un ultimo avviso: è impossibile fuggire da questo posto'

"E questo cosa significa?"

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