Capitolo 114

L'oscurità non era totale.
Jo poteva scorgere il chiarore lunare creare un semicerchio all'ingresso della grotta.
Una piccola porzione di luce capace di creare giochi di ombre all'interno di quel luogo formato da agglomerati di rocce sporgenti. Sembravano quasi piccole creature pronte a saltarle addosso.
La ragazza spostò delicatamente il braccio di Damon posato intorno alla propria vita e si tirò su.
Ormai il sonno era passato, inutile restare stesa a far niente.

Camminò fino al limitare della grotta e alzò la testa verso il cielo, era uno spettacolo splendido. La luna piena rischiarava l'intera spiaggia e creava strisce argentee tra le increspature delle onde, mentre le stelle brillavano come piccoli diamantini in mezzo al velluto scuro che era il cielo notturno.
"Cosa fai?" La voce roca di Damon la fece sussultare.
"Aspetto l'alba"
"Sarà quello il momento?" Lei capì subito cosa il ragazzo intendesse.
"Si. Il mio potere è la luce, ricordi?" Lo guardò negli occhi, perfettamente intonati alla notte che li circondava.
"Come potrei dimenticarlo, sei il mio opposto" rise lui, erano proprio diversi in tutto. Eppure si completavano a vicenda.
Rientrarono nella caverna. Il loro letto, o meglio, la coperta che Teddy aveva avuto la prontezza di recuperare dalla casa dei loro nonni, aveva ancora la forma dei loro corpi stampata sopra.

"Non puoi lasciarmi ora" disse lui d'un tratto afferrandole una mano.
"Tu meriti di arrivare fino in fondo" rispose cauta lei, come per paura di innescare una bomba.
"Non è vero, dannazione! Io sono tutt'altro che adatto! Sei tu l'angelo buono, io sono solo l'oscurità che ha cercato di corromperti in tutto questo tempo" esclamò affondando le mani nei propri capelli.
"Non sei affatto cattivo, Damon. Anzi, se non fosse stato per te, non avrei mai scoperto quello che sono veramente. Tu sei stato la mia stella, la mia luce, la mia ispirazione per andare avanti. Sei stato colui che mi ha spinto a diventare un 'angelo', come dici tu" gli posò una mano sulla guancia e gli sorrise dolcemente.
"Lo pensi davvero?" Non lo aveva mai visto così fragile, così insicuro. Tutte le barriere erano crollate.

Si guardarono negli occhi per quella che sembrò un'eternità.
Poi, prima che lei potesse rispondere, le sue labbra si posarono su quelle della ragazza, in un bacio quasi violento, disperato.
Jo gemette per la sorpresa.
Damon le passò una mano fra i capelli, baciandola ancora più appassionatamente.
Poi pose le proprie labbra sul suo collo con sensuale delicatezza. Il suo tocco era inebriante, quasi irreale.
Scese sulla clavicola lasciandole una scia di baci, poi risalì con le proprie labbra voraci su quelle di Jo, come a volerla divorare.
Lei trattenne il respiro e aprì leggermente la bocca, per permettere alla sua lingua di scivolare al proprio interno.
Jo avvolse le proprie braccia attorno al collo di Damon, baciandolo ancora più avidamente, ma lui le afferrò i polsi e glieli bloccò sopra la testa spingendola verso la parete di roccia.
Non si erano mai baciati così: la coscienza di Jo si era annullata completamente, ora esisteva solo lui.
La ragazza emise un piccolo gemito non appena il corpo di lui premette violentemente contro il proprio.
Per un attimo si dimenticò dove si trovava.
Damon, gentilmente, diminuì la pressione attorno ai suoi polsi e lei fu libera di esplorare ogni centimetro del suo corpo, dai pettorali scolpiti al ventre piatto.
Le passò lentamente un dito sulle labbra, era così bella.
Pian piano sparì ogni intralcio, ogni stoffa di troppo.
Rimasero solo i loro corpi infuocati, pelle contro pelle, i loro respiri si mescolarono ancora e ancora, fino a che non furono una cosa sola.
Si lasciarono andare completamente e la grotta si riempì del loro amore, delle loro frasi sussurrate, della voce della ragazza che urlava il nome della persona cui aveva deciso di donarsi interamente.

Alla fine si riaddormentarono esausti.
Erano felici, felici di essere insieme, perché li bastava quello e tutto il resto non importava.
Sarebbero arrivati tempi duri per il ragazzo d'ombra.
Ma c'era ancora tempo.
Non lo avrebbe sprecato a pensarci.

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