Capitolo 10
Piccole gocce impetuose rumoreggiavano nella pineta, nel silenzio solo quel continuo tintinnio era udibile.
Al suono dolce e rilassante delle gocce che cadevano sui pini, si univa un odore di resina, abete e muschio. Il paesaggio era avvolto da un silenzio solenne e non c'era un soffio di vento.
Poco distante scorreva impetuoso un rivolo d' acqua che s'ingrossava a vista d'occhio con l'aumentare delle piccole gocce.
Soffermandosi a guardare il magnifico paesaggio Jo si addormentò seduta su una pietra.
Ma subito dopo il calore se n'era andato, il freddo si fece nuovamente strada sotto i suoi vestiti e le foglie secche su cui era stesa le punsero la schiena.
Aprì gli occhi, era solo un sogno, un magnifico sogno.
Le capitava spesso di sognare quella pineta posta sotto il villaggio in cui abitava da bambina quando stava dai suoi nonni, anche se poi ogni volta si risvegliava sempre nel solito letto circondato dalle mura di cemento.
Ora però era diverso, lei si trovava di nuovo in mezzo alla natura, in un posto così perfetto e tanto sbagliato, sapeva che quella sua nuova vita non sarebbe durata molto, ma cercava di godersela in tutti i suoi momenti belli e brutti.
Le mancava la pioggia, quelle piccole gocce che s'incastravano tra i capelli e che le bagnavano i vestiti, là il clima era surreale, tanto soleggiato quanto freddo.
Come se il sole non li riscaldasse mai, come se fossero circondati da una bolla di vetro.
Un lampo attraversò la sua mente ed un'idea le si materializzò nella testa: e se fosse davvero così? Se fossero davvero circondati da qualcosa? Qualcosa che gli impedisce di andarsene?
Jo si alzò lentamente dal letto, era ancora notte e la luna splendeva nel cielo, ascoltò il respiro calmo di Damon, steso poco più in là, e gli andò vicino.
Quel ragazzo era davvero strano, da quando era arrivato Adam aveva cambiato atteggiamento, diventato tutto d'un tratto freddo e distaccato.
Pensava di averlo conosciuto abbastanza in quella settimana, ma si sbagliava, era il ragazzo più misterioso che conoscesse.
Così uscì dalla tenda e si diresse da Adam, quel ragazzo invece era il sole in persona: ti metteva di buonumore anche solo a guardarlo.
Jo gli posò una mano sulla spalla ed iniziò a scuoterlo dolcemente.
"Adam, svegliati" lui aprì gli occhi verdi e la guardò sorpreso.
"Cosa succede?" Le chiese con un tono troppo alto.
Jo gli fece cenno di abbassare la voce e di seguirla.
Una volta all'aria aperta gli raccontò la scoperta che aveva fatto e gli chiese di aiutarla a salire su di un albero.
Lui non fece domande e, dopo essere balzato su di un ramo come un'estrema facilità, le porse una mano.
La scalata fu tremenda, Jo era negata e senza un briciolo di equilibrio, invece Adam sembrava volare tra quei rami bruni e quelle foglie verdi.
Arrivarono in cima e lei fu presa da un attacco di vertigini, infatti durante la settimana prima era stato Damon a scalare un albero che, tra parentesi, era molto più basso di quello su cui si trovavano in quel momento.
La ragazza si aggrappò al braccio libero di Adam che con l'altro si teneva aggrappato alla cima di quell'enorme albero.
"Ora mi puoi spiegare che cosa hai intenzione di fare?"
"Questo" rispose concitata la ragazza prendendo dalla tasca un sassolino che aveva raccolto prima di salire.
Poi lo lanciò più forte che poteva verso il cielo e questo, dopo qualche secondo, sembrò abbattersi contro una barriera invisibile.
Un'onda luminosa si espanse lungo tutto il cielo ed il sasso ricadette al suolo come bruciato da un fulmine.
Ed ecco un'altra domanda da aggiungere alla sua lunga lista...
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