Capitolo 9: Doubtful future

Quando Jungkook parcheggiò davanti la casa dei Kim, il cuore gli batteva velocemente. Riusciva a sentirlo sotto i propri polpastrelli, fin dentro le orecchie. Quel momento era una sorta di addio e lui non era pronto... non era pronto a lasciar andare per l'ennesima volta qualcosa che lo avrebbe reso felice. Perché sì, lui lo sapeva... ne era consapevole: Taehyung poteva renderlo felice. Se ne era accorto quando lo aveva baciato per la prima volta. Quando si era confidato con lui, ricevendo una carezza in risposta. La sua corazza di superbia ed egoismo era solo una maschera e lui era riuscito a guardarlo negli occhi... Li aveva sentiti quegli occhi... li aveva sentiti parlare; li aveva visti brillare... e per quanto stupido possa sembrare lui la speranza che rimanesse ce l'aveva. La possibilità di riuscire a fargli cambiare idea era vivida nella sua mente e quando Taehyung fece per scendere dall'auto, fu quella possibilità, quella speranza a spingerlo ad afferrargli il polso, attirandolo di nuovo dentro, chiudendo subito la portiera.

Il modello si accigliò, leggermente confuso, voltandosi verso di lui. «Che c'è?» chiese in un leggero sussurro, come se avesse paura di sentire altro dolore da parte sua. Ma gli occhi di Jungkook gli fecero capire che non c'era dolore adesso... c'era solo paura. C'era fragilità... la fragilità di un ragazzo che era stato colpito troppe volte... che stava cercando di raccogliere i pezzi di sé stesso e tenersi insieme. E quegli occhi, ormai lucidi per il senso di abbandono, lo spinsero ad abbracciarlo. Le mani del corvino si aggrapparono al suo corpo, in un disperato tentativo di sentirlo vicino, con il terrore di rimanere da solo.

«Jungkook...» sussurrò il moro, accarezzandogli la schiena, poggiando la guancia sulla sua spalla, ricambiando l'abbraccio, prima di alzargli il capo, osservandogli il viso, spostandogli qualche ciocca di capelli dalla fronte.

Il corvino quasi stesse rispondendo ad un quesito non espresso, scosse il capo, tenendo le sue iridi ferme in quelle dell'altro, portando una mano sulla sua guancia. E si fermarono in quell'attimo... quell'attimo che sembrava quasi un errore del tempo, come se tutto si fosse fermato. Non c'era rumore di fondo che potesse interromperli e non c'era più dolore, non c'era più paura. Erano da soli. E in quell'errore, le loro labbra si incontrarono per l'ennesima volta: era come sfiorarsi per la prima volta, quando hai paura di fare qualcosa di sbagliato. Sembrava quasi che stessero respirando insieme e tutto fu... calmo.

Le mani ferme per qualche secondo trovarono presto le ciocche dei capelli dell'altro e si strinsero, lo fecero inconsapevolmente, quasi fosse un qualcosa di naturale e spontaneo.

«Dobbiamo...» cercò di dire Taehyung all'interno del bacio che prese ad aumentare d'intensità. «Dobbiamo entrare».

Jungkook si staccò di qualche millisecondo solo per produrre un piccolo «si», prima di riprendere a baciarlo, portando una mano alla base della schiena del moro, attirandolo maggiormente verso il suo corpo. Quel contatto lo rassicurava... gli faceva sentire che era ancora lì.

E proprio in quel momento, la porta di casa si aprì e ne uscirono Jimin e la piccola Dahyun, accompagnati dalla signora Kim che cercava di infilarle un cappellino per il freddo. Quegli schiamazzi interruppero la magia, facendo staccare i due di scatto, che si guardarono per qualche secondo in completo imbarazzo.

La signora Kim era rimasta ferma sulla veranda, sorridendo alla vista dei due ancora inconsapevoli di essere guardati prima di riportare lo sguardo su suo figlio che giocava con la piccola di casa. «Non togliere il cappello, Dahyung! Mi raccomando!».

«Dovremmo andare» sussurrò Jungkook, distogliendo lo sguardo da lui e l'altro acconsentì, aprendo la portiera e scendendo, dirigendosi verso Dahyun che gli corse incontro.

«Possiamo fare un pupazzo di neve, io tu e papà?» chiese la bambina, prendendo la mano del modello che gli sorrise istintivamente, annuendo. «Va bene» le rispose, spostando lo sguardo su Jungkook che gli sorrise appena, prima di guardare sua figlia che li trascinò a raccogliere la neve per il pupazzo.

I restanti due componenti della famiglia rimasero fermi sulle scale della veranda, guardando i tre giocare con la neve. I loro sorrisi erano lo specchio dell'armonia che sembrava circondare quel momento. I due più grandi sorridevano alla gioia della bambina che li aiutava per quanto potesse, scegliendo i rametti per la decorazione. Sembravano quasi... quasi una famiglia.

Quando il lavoro fu terminato, Dahyun saltò addosso a Taehyung, circondandogli il collo con le braccia, stringendolo quasi fosse un peluche, facendolo cadere all'indietro e scoppiare a ridere. «Grazie! È bellissimo!» disse felice, baciandogli una guancia in modo impacciato, emettendo un sonoro smack! «Ti voglio bene» disse, schiacciando le mani fredde sulle sue guance rosse.

Jungkook rimase in ginocchio, guardandoli, prima di abbassare il capo per qualche secondo, e avvicinarsi alla bambina. «Dahyun... andiamo dentro... è l'ora del pranzo» sussurrò, prendendola in braccio, portandola dentro casa.

Taehyung li lasciò andare, con ancora le guance leggermente rosse per l'imbarazzo, abbassando lo sguardo sul pupazzo di neve. Non seppe identificare il calore che percepì al petto e preferì in quel momento non porsi troppe domande. Infondo, tutto quello che stava accadendo lo aveva confuso e non poco. Sarebbe servito a poco o niente crearsi altri dubbi e dilemmi. Dunque, si alzò e rientrò in casa. Si tolse il giaccone e corse davanti al camino per scaldarsi le mani ormai un unico blocco di ghiaccio del quale non riusciva neanche a percepire le dita.

Jungkook aveva nel mentre sistemato la bambina a tavola che era in attesa che il pranzo venisse servito, quando si voltò, notando il modello vicino al fuoco. Vedendo quanto fosse infreddolito sospirò, incapace di ignorarlo, avvicinandosi a lui per prendergli le mani. «Vieni qui» sussurrò, portandole sotto il proprio magione, stringendole da sopra il tessuto spesso.

«Tranquillo... le stavo scaldando» sussurrò il moro, con le guance che subito presero fuoco per quel gesto ai suoi occhi leggermente imbarazzante. Riusciva a percepire il calore e la morbidezza della sua pelle e sentiva benissimo sotto i propri polpastrelli la linea definita dei suoi addominali. Quasi in un gesto impulsivo, si ritrovò a passare le dita su quei piccoli muscoli, cercando di non sembrare troppo sfacciato però, distolse lo sguardo.

«Le mani sono come il cuore» sussurrò il corvino, tenendole strette sotto il proprio maglione. «C'è bisogno del calore umano per riscaldarle» concluse, alzando gli occhi in quelli dell'altro che gli sorrise appena, sentendo le guance colorarsi ulteriormente.

«Grazie» sussurrò il modello, prima di avvicinarsi di qualche passo a lui, tenendo i palmi schiacciati contro la sua pelle.

«Nulla» rispose l'altro, toccandogli una guancia arrossata con l'indice, incantato da quanto potessero risultare morbide e belle così arrossate. Taehyung era quel tipo di persona che sarebbe stata capace di risultare bellissima anche con i brufoli. Era così perfetto che quasi non ci si credeva fosse umano. Ogni cosa che faceva... era incantevole. Quasi non ti stancavi di rimanere a guardarlo per ore e il corvino doveva ammetterlo... gli faceva anche molta paura.

Mihyun tornò in cucina con una pentola di zuppa bollente e si fermò per qualche secondo, notando i due ragazzi davanti al camino, prima di schiarirsi la voce e andare a servire il pasto sulla tavola. «È l'ora di mangiare».

I due si staccarono quasi d'impulso, guardandosi negli occhi per qualche secondo, prima di abbassare gli sguardi e dirigersi a tavola. Durante il pranzo le varie chiacchiere furono accompagnate da piccoli risolini di armonia. Era incredibile come il momento in cui si riunivano a tavola sembrasse sempre fuori dal tempo. Erano sempre tutti più contenti e felici, circondati dal calore familiare, tipico di chi si vuole bene.

«Adesso lo mangi il tacchino?» chiese la piccola Dahyun a Taehyung, nel bel mezzo del pranzo, facendo voltare tutti di scatto verso di lei che, innocente, continuava a guardare il ragazzo. «È con le patate! Dovresti provarlo» disse porgendogli il piatto con una fetta ripiena sul fondo.

Taehyung si fermò con il piatto pieno di carote in mano, quasi avessero premuto un tasto per bloccargli qualsiasi movimento. Rimase a guardare la piccola per qualche secondo, abbassando poi lo sguardo sul tacchino. Tutti trattennero un piccolo sospiro, prima che sgranassero gli occhi, quando il modello prese il piatto portogli dalla bambina e tagliò un pezzo di carne, portandolo alle labbra, mangiandolo lentamente.

Dahyun sorrise soddisfatta, prima di tornare a mangiare dal proprio piatto le patate. La signora Kim portò una mano tra i capelli di suo figlio, sorridendogli felice del suo appetito. «Ti piace?» chiese con tono gentile, quasi stesse parlando ad un bambino che impara a mangiare le verdure.

Anche Jungkook lo guardava, abbastanza rincuorato dal suo gesto, sorridendo appena alla vista delle sue guance rosse, appena gonfie per la bocca piena. Il più piccolo sorrise in risposta alla madre, annuendo. «È come lo ricordavo».

«Questo è il miracolo di Natale» disse Jimin, prima di sorridere e tornare al proprio piatto. A quell'uscita del fratello Taehyung alzò lo sguardo per qualche secondo su Jungkook che lo ricambiò, prima di sorridergli, scuotere appena il capo e tornare a mangiare.

Il resto del pranzo fu tranquillo fino al momento del dolce, dove tutti continuavano a riempire Jungkook di complimenti per i suoi brownies. Ed ecco di nuovo Dahyun interrompere quella tranquillità, con i suoi soliti discorsi innocenti.

«Lo sai che i brownies di papà sono i più buoni del mondo?» chiese, voltandosi verso Taehyung con le labbra sporche di cioccolato e le guanciotte piene, facendo sorridere il modello che le accarezzò piano i capelli. «Ah si?» le chiese, sorridendo alla bambina, completamente intenerito.

«Si. Li faceva sempre alla mamma ma poi ha smesso di mangiarli» disse con quasi non curanza, mentre ne addentava uno.

Quella frase congelò ogni muscolo di Jungkook che spostò lo sguardo su sua figlia, abbassando lentamente la forchetta nel piatto.

«Dovresti provarli» continuò la piccola, riferendosi sempre al modello. «Se ti piacciono, papà potrà farli a te» concluse, sorridendogli.

Taehyung alzò lo sguardo dalla bambina al diretto interessato, guardandolo con occhi tristi. Sapeva quanto dolore il più grande ancora provasse per quella situazione e infondo, sapeva che anche la bambina era rimasta in un qualche modo ferita, anche se non completamente consapevole. E forse notare quanto ricordasse ancora della sua mamma avrebbe ancor di più scottato il corvino. Fu in quel momento che portò una mano sulla spalla di Jungkook, stringendo appena le dita intorno ad essa. «Posso... posso averne uno?» chiese gentilmente.

Jungkook lo guardò per qualche secondo nelle iridi scure, appena preso alla sprovvista, prima di annuire e servirgliene uno, rimanendo in attesa di un qualche sorta di giudizio che non tardò ad arrivare. Il viaggio che fece la forchetta dal piatto alle labbra del modello fu piuttosto lento e quasi sorprendente. Non riusciva a ricordare l'ultima volta che era riuscito a mangiare quelle cose con così poco sforzo.

«Wow... hanno ragione. Sono davvero ottimi» sussurrò, prima di dare un altro morso, facendo sorridere appena il corvino che lo ringraziò gentilmente per il complimento. «Dovresti prenderne anche tu un pezzo» disse poi il moro, porgendogliene un pezzetto. Jungkook deglutì rumorosamente, guardando il dolce: erano anni che li preparava senza mai assaggiarli. Da quando Dalia era morta, non era mai più riuscito a mangiarli. Forse perché il loro sapore gli sapeva di nostalgia. Gli ricordava quei momenti in cui li sfornava e sentiva i passi leggiadri della ragazza, raggiungerlo con gli occhi luminosi di un cucciolo affamato. Gli ricordava dei momenti felici, di quand'erano ancora loro stessi... dei ragazzini innamorati.

Distolse per qualche secondo gli occhi, notando sua figlia in attesa, che lo guardava quasi con speranza. Fu forse quello... o forse lo sforzo che stava facendo il moro a convincerlo a schiudere le labbra e accogliere il dolce nella propria bocca. Non potette frenare una piccola lacrima che gli percorse lentamente la guancia ma che corse subito ad asciugare con la mano, cercando di metter su un piccolo sorriso.

Taehyung portò una mano sulla sua mano, sotto al tavolo, sorridendogli appena rassicurante, prima di guardare Dahyun. «L'ha mangiato, hai visto?».

La piccola battette le mani, contenta, guardando suo padre che arrossì leggermente, abbassando lo sguardo sulle loro mani unite. «Adesso basta voi due».

Il modello ridacchiò appena, dando il cinque alla bambina mentre la signora Kim era rimasta ad osservarli con il cuore caldo e gli occhi luminosi di chi è rincuorato, prima di alzarsi per andare a sistemare in cucina. Forse... non era finita davvero.

Jungkook si alzò di seguito, dirigendosi a darle una mano, portando con sé un paio di piatti. «La aiuto».

«Sei riuscito a legare con lui» sussurrò in risposta la donna, che prese a lavare le stoviglie, lasciandosi aiutare dal più giovane.

Il corvino arrossì appena, tossicchiando leggermente, mentre ripuliva i piatti dai rimasugli. «Non poi così tanto... diciamo che siamo in una fase di tregua momentanea».

«A Dahyun piace molto... Taehyung è sempre stato bravo con i bambini» le sorrise la donna sincera, mentre gli passava qualche stoviglia che l'altro prese subito ad asciugare.

«Si... anche se devo essere sincero» disse mentre passava il panno sui piatti. «Questo mi preoccupa un po'. Dahyun si sta affezionando e ha già visto andarsene troppe persone» sussurrò appena, abbassando il tono della voce. «Prima i suoi nonni... poi sua madre... non voglio che si attacchi troppo e poi veda andare via anche lui». Quel discorso, in cuor suo, sapeva non valere solo per la bambina, ma anche e soprattutto per se stesso.

«Lo so» sospirò la donna, annuendo. «Non vorrei neanche io vederlo andare via di nuovo. So che questo sarà un evento più unico che raro e magari dovrò aspettare altri sei anni prima di rivederlo».

Jungkook sospirò, spostando lo sguardo sul ragazzo che si era appena alzato e si stava dirigendo sul divano. «Ha fatto la sua scelta...»

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«Non penso sia una buona idea... tuo padre vorrà riposare a casa» stava dicendo Taehyung alla piccola Dahyun. «Magari vengo un'altra volta».

«Daii!» disse la bambina, facendo il labbruccio, saltellando appena sul posto. «Ti preeegooo».

«Cosa state confabulando voi due?» chiese improvvisamente Jungkook che aveva appena finito in cucina e si diresse a passo svelto verso di loro.

Dahyun arrivò davanti a lui, abbracciandogli le gambe. «Papà! Taehyung può venire a dormire a casa nostra?» chiese facendo gli occhi dolci, sbattendo le palpebre. Quella bambina sapeva esattamente come far cedere suo padre che sospirò, alzando lo sguardo sul modello.

«Se Taehyung vuole... perché no».

«I-io» Taehyung non sapeva cosa rispondere e cercava la risposta negli occhi del corvino, che in quel momento erano indecifrabili e in fin dei conti Jungkook stesso non sapeva che pensare. Da un lato voleva accontentare sua figlia e dall'altro voleva preservare la sua famiglia da un altro abbandono imminente. «Se tu vuoi...» sussurrò il modello, tenendo gli occhi in quelli dell'altro.

«Va bene allora» disse Jungkook, annuendo, facendo saltellare la bambina di gioia che corse a prendere il suo cappottino.

Quando salutarono il restante della famiglia e uscirono da quella casa, i due si ritrovarono da soli, inconsapevoli di cosa sarebbe successo in quella notte e dubbiosi sul loro imminente futuro.


Angolo autrice:

Ed eccoci con il capitolo 9! Speriamo che la storia vi stia piacendo! E vi invito a lasciarcelo sapere tramite un commento o una stellina.

Il prossimo capitolo sarà pieno pieno pieno di drama e super importante e vi dico solo che probabilmente piangeremo tutti, me compresa mentre lo scrivo ahah.

Detto ciò, volevo anche informarvi dei giorni in cui aggiornerò la storia. Dal momento che sostanzialmente è già più o meno pronta, aggiornerò due volte a settimana. Uno ad inizio settimana e l'altro nel weekend! 

Precisato anche questo, direi che ci vediamo al prossimo aggiornamento,

Love you all,

Stels&Co.

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