Capitolo 15: Two men in love

Salvarsi e lasciarsi salvare. Un concetto fin troppo complesso per essere analizzato in quattro righe. Ci sono così tante variabili, tante possibilità e versioni. Il problema è che non sappiamo mai quand'è che abbiamo effettivamente bisogno di chiedere aiuto; finiamo sempre con l'aspettare troppo finché non ci rendiamo conto di aver toccato il fondo. In quel momento, nell'esatto momento in cui voltiamo il capo e troviamo solo un immenso, fitto e terrificante buio; solo allora alziamo gli occhi al cielo e cerchiamo di aggrapparci alla luce. Taehyung non si era mai reso conto di aver bisogno di aiuto; non aveva mai nemmeno considerato la possibilità che ci fosse qualcosa che non andava nella sua vita apparentemente perfetta. Insomma, era un modello di fama mondiale con milioni e milioni di fan. C'erano cartelloni pubblicitari con il suo faccione stampato al centro sparsi per tuta la Corea e non solo. Poteva avere tutto ciò che desiderava con un solo schiocco di dita; cosa poteva andare storto? 

Poi aveva incontrato Jungkook e da quel momento tutto aveva perso il suo originale significato. La sua dieta povera di carboidrati e proteine aveva preso tutto un altro aspetto. Il suo lavoro ed il mondo di cui faceva parte aveva incominciato ad incupirsi sempre di più, diventando incredibilmente buio ed a tratti inquietante. Quelle che erano le sue certezze e i suoi stessi desideri avevano incominciato a mutare, confondendo le sue idee e i suoi pensieri. Emozioni che fino a quel momento aveva creduto impossibili provare erano comparse come per magia, attorcigliandogli lo stomaco e alleggerendogli la mente. Tutto ciò che fino a quel momento aveva composto la sua idea di realtà era... sfumata. Si era sciolta come neve al sole... e lo aveva fatto a causa di quel ragazzo che aveva appena fatto il suo ingresso nel bagno dove il modello era immerso nell'acqua calda che riempiva la vasca. 

Jungkook sorrise alla vista delle cosce nude del ragazzo spuntare dall'acqua schiumata e fumante, ripercorrendo attentamente il suo corpo con i propri occhi. Dopo il loro amplesso, si erano concessi un piccolo riposino. Taehyung si era svegliato per primo con un incredibile voglia di farsi un bagno e dunque si era alzato per andare a riempire la vasca. Quando il corvino aveva aperto gli occhi, non trovandolo al suo fianco, si era leggermente accigliato ed era andato a cercarlo, trovandolo poco dopo immerso nelle bolle e nella nebulosa di fumo. Le mattonelle delle pareti gocciolavano per via della condensa e lo specchio era completamente appannato. Sembrava che qualcuno avesse deciso di organizzare una sauna svizzera all'interno del bagno.

«Non dirmi che hai allestito tutto questo per un trattamento di bellezza» disse Jungkook ridacchiando, abbassandosi all'altezza del viso del modello che aveva il capo poggiato sull'orlo di ceramica della vasca. Il corvino portò le braccia sulla superficie fredda, poggiando poi il mento sulle sue mani giunte. «Anche se devo dire che sei bellissimo così».

Taehyung sorrise, aprendo piano gli occhi che fino a quel momento aveva tenuto chiusi, osservando i tratti del suo viso completamente rilassato e quasi... felice. Si avvicinò lentamente con il capo, lasciando che l'altro gli baciasse la fronte, prima di sospirare. «Non credo che tutta quest'umidità faccia bene ai miei capelli ma ti dirò...», lo guardò negli occhi mentre sembrava decidere quello che doveva dire. «Credo che questa vasca sia estremamente grande per una sola persona» concluse, sorridendo appena.

Il maggiore sorrise, scuotendo il capo, prima di alzarsi. «Fammi spazio, principessa» disse poi, ridacchiando prima di prendere a togliersi i vestiti. Il moro sorrise, osservando l'altro mentre si spogliava, spostandosi maggiormente in avanti, mordendosi il labbro.

Jungkook notò il suo sguardo e ridacchiò appena mentre entrava lentamente e con attenzione in acqua, guardandolo dall'alto. «Ti piace ciò che vedi?» chiese dunque, abbassandosi fino a poggiare la schiena contro la ceramica fredda, procurandosi una scossa di brividi di freddo lungo la schiena. 

Il minore scosse il capo, abbassandosi per poggiarsi al petto del più grande, rilassandosi contro il suo corpo. «Non vantarti adesso... Sono stato a letto anche con Park Seojoon, quindi vola basso» disse ironicamente, chiudendo gli occhi per qualche secondo.

Jungkook rimase in silenzio per un pò. Era a conoscenza dell'incredibilmente attiva vita sessuale del più piccolo ma non aveva mai effettivamente riflettuto con il senno di poi, sulla natura delle persone che frequentava. Probabilmente era uscito con attori, modelli e personaggi importanti e famosi, con un conto bancario decisamente più ampio del suo e con una vita più simili a quella del moro. Per quale motivo avrebbe dovuto scegliere lui? Nonostante sentisse di non essere all'altezza di quello che voleva dire stare insieme ad una star, non potette evitare di sentire il proprio stomaco attorcigliarsi su se stesso per la gelosia. 

Taehyung notò quasi subito il cambio d'umore del maggiore. Si voltò lentamente, cercando di vederlo bene in viso. «Ehi... non fare così... era solo una battuta» sussurrò, portando una mano sulla sua guancia, accarezzandola piano. 

«Si... scusami» sussurrò il corvino in risposta, scuotendo il capo, strofinandosi gli occhi con le dita. «So che non dovrei avere nessuna pretesa su di te» continuò, annuendo appena, come a darsi conferma di ciò che stava dicendo. «Solo che... non posso farci nulla», portò una mano sul suo capo, sospirando. «Non voglio che nessun altro ti tocchi, oltre me».

Il modello arrossì appena a quelle parole, tenendo i propri occhi nei suoi, schiacciando piano la guancia sul suo petto. «Mi stai proprio distruggendo lo sai?» sussurrò, scuotendo appena il capo. «Non so più cosa fare con te... è come se non sapessi più chi sono o cosa dovrei essere. Ho passato tutta la vita a cercare di diventare un modello» continuò, tenendo gli occhi nei suoi. «Ed ora che sono qui con te... mi sento come se avessi il cervello in pieno di nebbia».

Jungkook passò le mani sul capo del minore, scostandogli le ciocche umide dalla fronte. Lo osservò attentamente, passando l'indice sulla curva che componeva la sua guancia. «Sai... mi ero ripromesso di non finire mai più a letto con una persona che facesse il tuo lavoro» sussurrò, poggiando poi il mento sul suo capo, accarezzandogli l'addome, sotto la trasparente superficie dell'acqua. «Ho pensato che fosse per il bene di mia figlia e per me stesso...» continuò, chiudendo appena gli occhi. «Poi... sei arrivato tu... con la tua aria saccente e le tue insistenti provocazioni» ridacchiò appena, stringendo maggiormente le braccia attorno al suo corpo. «All'inizio, credevo fosse solo attrazione sessuale... Insomma, sei bellissimo e non credo esista persona sulla terra che non voglia toccarti» le sue parole uscivano calme dalla sua bocca, quasi come se prima di parlare si fosse accurato di cancellare tutto l'imbarazzo e la paura. «Poi, con il passare del tempo, ad una velocità terrificante... ho iniziato a pensarti come a qualcuno con cui poter costruire qualcosa... e forse... forse non avrei dovuto metterci in questa situazione» concluse, sospirando, sprofondando il naso tra le ciocche dei sui capelli.

Per qualche minuto rimasero entrambi in silenzio. Taehyung stava cercando di processare tutto ciò che il maggiore gli aveva confessato e per qualche strano motivo, la sua attenzione si concentrò sulla parte iniziale del suo discorso. Ci impiegò qualche minuto per accumulare il coraggio necessario per porgli quella domanda che sapeva per certo, gli avrebbe riaperto una ferita forse mai cicatrizzata. Ma la curiosità era troppa ed oltre quello, c'era anche la voglia immane che sentiva di conoscerlo; di capirlo. Per la prima volta, Kim Taehyung stava cercando di comprendere un'altra persona. Ne sentiva quasi il bisogno e questa sensazione, non potette negarlo, lo spaventò e non poco.

Dopo qualche secondo di riflessione, la sua bocca si aprì e le parole scivolarono fuori da sole, come se non ne avesse avuto il controllo. «Come hai conosciuto Dalia?» sussurrò, alzando lo sguardo negli occhi dell'altro.

Le iridi del corvino parvero scurirsi, mentre le palpebre si abbassavano di qualche millimetro, donandogli un'espressione quasi assonnata. Sapeva che prima o poi sarebbero arrivate domande sulla sua precedente relazione ma, nonostante ciò, non aveva preparato un discorso o una risposta veloce ed adeguata alla situazione. Schiuse appena le labbra, allentando piano la presa delle sue braccia attorno all'altro. Parve sperduto per qualche secondo, prima di schiarirsi piano la voce. «Lei... lei lavorava al cinema» disse, rilassandosi contro la ceramica della vasca da bagno. «Serviva i popcorn al bancone. Avevo si e no... 15 anni» sorrise appena al ricordo, scuotendo il capo. «Quando la vidi per la prima volta... capii subito che mi sarei innamorato di lei» disse con convinzione, sospirando. «Pensa che andavo ogni giorno al cinema solo per vederla. A volte, rivedevo a ripetizione lo stesso film perchè non ne trasmettevano altri» ridacchiò appena, pensando che fosse davvero stupido e Taehyung sorrise all'immagine di un Jungkook quindicenne che si presentava al bancone per chiedere altro burro sui popcorn. «Quando iniziammo a frequentarci, lei mi disse subito che il suo più grande sogno era quello di diventare una modella» sospirò appena mentre parlava, quasi come se tutte le emozioni che gli portarono le conseguenze di quella decisione fossero ancora impresse nella sua mente.«Io ero completamente innamorato di lei e quindi la sostenni per tutto il percorso... Le tenni la mano quando piangeva per essere stata rifiutata ad un casting e festeggiavo con lei quando invece arrivavano buone notizie. L'appoggiai in tutte le sue scelte... tutte» continuò, guardando le sue dita muoversi nell'acqua che ormai stava prendendo ad intiepidirsi. La sua pelle stava incominciando a diventare squamosa, portandolo a strofinarsi i polpastrelli tra loro. «Nonostante la mia giovane ed immatura gelosia... l'aiutai e dopo più di tre anni lei finalmente ottenne il suo primo ingaggio. All'inizio andava tutto bene... lei era felice... stavamo bene entrambi» i suoi occhi si erano fermati a guardarsi le nocche, incapaci di incrociare lo sguardo del moro che nel frattempo ascoltava attentamente. «Poi lei rimase incinta... Ci sposammo appena saputa la notizia e lei portò avanti la gravidanza. Ma dopo aver partorito... il suo corpo cambiò radicalmente» sussurrò, scuotendo il capo. «Per me era sempre bellissima ma... lei iniziò ad esserne ossessionata. Dava la colpa a Dahyun del suo cambiamento ed iniziò a vomitare tutto ciò che mangiava. Non voleva vedere sua figlia e dopo un pò smise completamente di vivere... Non toccava cibo, non riconosceva neanche più se stessa e... e poi divenne talmente magra da non riuscire neanche più a reggersi in piedi...» i suoi occhi si fecero lucidi al solo pensiero del suo corpo malnutrito in quel letto così grande per lei. «L'ho accudita per otto mesi prima che...» la sua voce si spezzò, scuotendo il capo, prima di chiudere gli occhi, prendere un grosso respiro e riaprirli. 

Taehyung era rimasto in silenzio per tutto il tempo, i suoi occhi si riempirono di lacrime che ben presto lasciò scorrere sulle proprie guance, prima di slanciarsi ad abbracciare il corvino, stringendo le proprie braccia attorno al suo collo. «S-sei un brav'uomo Jungkook... e un padre fantastico... devi ricordarlo sempre, capito?» disse, sprofondando il volto contro la sua spalla umida. «Non è colpa tua... tu hai fatto tutto il necessario» continuò, baciandogli delicatamente la pelle. 

Il corvino scosse il capo, accarezzando delicatamente i capelli del più piccolo, sospirando. «Ti ringrazio... A volte penso di non averla amata abbastanza... o forse il mio amore le stava troppo stretto» sussurrò, chiudendo gli occhi. «Non so perchè... ma è come se il mio amore non bastasse mai».

Il modello lo sapeva... sapeva che quelle parole, in qualche modo, erano riferite anche a lui e per qualche secondo si sentì la persona peggiore del mondo. «Il tuo amore è tanto grande, Jungkook...» sussurrò in risposta, baciando la guancia dell'altro, strofinando il naso contro la sua pelle.

Jungkook chiuse gli occhi, sospirando, continuando ad accarezzare le ciocche scure del minore, poggiando il capo all'orlo della vasca, osservandogli per bene il viso. «Ma non abbastanza da farti rimanere qui con me, vero?». Quella domanda uscì fuori con tale naturalezza da spiazzare completamente il moro che allontanò lentamente il capo, prima di abbassare lo sguardo sul petto dell'altro che si alzava e abbassava pian piano, come se fosse sul punto di addormentarsi.

«Ti prometto che ci penserò, va bene?» rispose il minore tra i due, poggiando la fronte alla sua, portando una mano ad accarezzare delicatamente una sua guancia. «Dovrei abbandonare tutto ciò per cui ho lavorato una vita intera...»

«Ma potresti costruirne un'altra con me» lo interruppe il corvino, guardandolo dritto negli occhi con assoluta serietà. In effetti, era determinato. Molto determinato. E per quanto le possibilità che Taehyung rimanesse a Daegu fossero minime, non poteva non combattere ora che sapeva che c'era almeno una chance, una sola che potesse scegliere lui.

Il modello sospirò, poggiando il capo sul suo petto, sentendo nitidamente i battiti del suo cuore. Erano regolari ma comunque più veloci del normale e per qualche secondo, riuscì a percepire quante aspettative avesse nei loro confronti. Non sapeva se quello che stavano facendo era corretto, ma per qualche strana ragione, in quel preciso momento, gli sembrava la cosa più giusta da fare.

«Facciamo così» sussurrò d'improvviso il minore, sospirando. «Ci penserò... e alla mezzanotte di Capodanno... ti dirò cosa ho deciso da fare» continuò, alzando lo sguardo nelle sue iridi. «Me lo concedi?».

Jungkook lo guardò di rimando, sospirando appena, scuotendo il capo. «Sarei un pazzo a dire di no, adesso» disse, baciando le labbra rosee del più piccolo, premendo appena le proprie sulle sue. «Ed ora ci conviene uscire» continuò, dopo essersi staccato. «Prima che ci spuntino le pinne» continuò, ridacchiando appena, prima di sollevarsi con il più piccolo in braccio, sostenendolo per le cosce, uscendo dalla vasca e successivamente dalla stanza che continuava ad assomigliare fin troppo ad un bagno turco.

Ed ecco che si ritrovarono sul letto ad asciugarsi a vicenda, passando la spugna morbida degli asciugamani suoi loro corpi. Sembravano due bambini; si sorridevano e ridacchiavano tra imbarazzo e dolcezza. Entrambi avrebbero voluto che quel momento non finisse mai; congelare quell'attimo nel tempo, quasi fossero all'interno di una palla di neve.

Si vestirono dopo aver passato almeno un'altra ora stesi sul letto ad accarezzarsi e quando scesero al piano di sotto, trovarono la tavola già imbandita. La signora Kim era alle prese con il risotto quando si voltò a guardare i due ragazzi scendere le scale. Sorrise, consapevole che tra i due non tutto era perduto e che molto probabilmente il tempo che avevano passato in camera era servito a qualcosa...

«Ragazzi, prendete posto. Il pranzo è quasi pronto» disse la donna, prendendo il porta zuppa. 

Jungkook e Taehyung si sedettero l'uno affianco all'altro e la mano del maggiore non potette evitare di scivolare sulla coscia del più piccolo facendolo arrossire. Quando Mihyun tornò con la zuppiera piena di risotto, a tavola prese posto anche il signor Kim che era appena rincasato dal lavoro. C'erano quasi tutti...

«E Jimin?» chiese ad un tratto il modello, guardando i suoi genitori che si scambiarono un'occhiata consapevole.

«Sarà con il suo ragazzo».

Angolo autrice:

Ed ecco il capitolo 15! Sostanzialmente, un capitolo di passaggio ma tranquilli! Il prossimo sarà pieno pieno pieno pieno di DRAMA! Proprio come piace a me! E spero che piaccia a anche a voi!

Fatemi sapere cosa ne pensate della storia fino a questo punto con qualche commento e una stellina se volete!

Nel box troverete linkata la canzone che ho ascoltato mentre scrivevo il capitolo, vi consiglio di andare ad ascoltarla!

Detto ciò, 

Alla possima,

Stels&Co.

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