OLTRE IL BUIO, Lora (aggiornato)



Lora

Lascio che quelle parole penetrino piano nella mia coscienza. Non mi rendo ancora conto del loro significato.

«Lora, ti prego di' qualcosa». È la sua voce a spezzare il velo della mia incredulità. Lo sento, il dolore che permea le sue parole. E tuttavia, pur non conoscendo le motivazioni che l'hanno spinto ad agire così, mi sento ferita. Emozioni contrastanti si agitano in me e ogni mia certezza svanisce. Lo guardo e mi rendo conto che non è l'uomo che credevo che fosse. Mi alzo, faccio il giro della sedia e mi sposto dietro mio fratello.

«Ora lo sa. Vattene», gli intima Jeremy.

Fa un respiro profondo, come se si preparasse a incassare il prossimo colpo.

«No, io non mi muovo da qui». È un ringhio basso e rabbioso, che riverbera forte nelle mie orecchie.

«Come, scusa? Vuoi morire, per caso?», minaccia Jeremy e so che sta facendo sul serio, ma questa volta non mi muovo.

«Non me ne andrò senza prima averle spiegato...»

«Cosa?», gli chiedo nel tono più pacato che mi riesca in questo momento. «Che cosa mi vuoi spiegare?», insisto.

La domanda sembra lasciarlo smarrito.

Jeremy raccoglie la sua giacca e il resto dei suoi vestiti e glieli lancia contro. «Bene, credo che questo sia tutto, campione. Se ti vedo ancora intorno a mia sorella...»

Non gli lascio terminare la frase, la rabbia si trasforma in qualcosa di peggio: dolore e delusione. Mi tornano in mente il volto di mio padre e di mia madre e il vuoto che la loro perdita ha lasciato. Un vuoto che nessun genitore adottivo o nonno amorevole avrebbero mai potuto colmare. Supero Jeremy e mi avvento contro di lui. Graffio senza pietà il volto che mi ha baciata tante volte con passione, le braccia che mi hanno stretta con tenerezza, il corpo che mi ha scopata fino a farmi credere che fosse per amore. Ma non basta. Jeremy osserva la scena divertito.

«Non rinuncerò a te, Lora», mi sussurra all'orecchio lui non appena sono abbastanza vicina per sentirlo. Lo schiaffeggio di nuovo, come se volessi estirpare dalla sua bocca quelle parole. Poi apro la porta e lo spingo fuori. Sento le mani di Jeremy posarsi sulle mie spalle nel tentativo di tranquillizzarmi.

«Meglio che tu te ne vada, prima che cambi idea e le permetta di completare l'opera».

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