Capitolo 7 (aggiornato)
7
Gavin
I ricordi mi colpiscono con la forza di un uragano....
Ci sediamo a un tavolo in fondo alla sala. Tiriamo fuori libri e quaderni e iniziamo a leggere a una certa distanza l'uno dall'altra. Muovo la gamba. Non riesco a concentrarmi. Vivian invece non sembra avere problemi. Continua a leggere rivolgendomi a malapena uno sguardo. Ogni tanto mi avvicino per farle una domanda o confrontare gli appunti. Le ore trascorrono indisturbate, intervallate solo dall'eco di qualche tuono in lontananza. Ma io comincio a perdere la pazienza.
A un certo punto lei si alza e s'incammina verso uno dei corridoi per prendere un libro. Decido di seguirla. Ci nascondiamo dietro un angolo creato da due librerie.
«Perché mi hai fatto aspettare tanto?», le chiedo baciandole il collo.
Lei mugugna qualcosa d'incompressibile.
«Vieni da me stasera?» Le solletico il lobo di un orecchio per essere ancora più convincente, anche se conosco già la sua risposta.
«Dobbiamo studiare». Ma colgo lo stesso un brivido d'eccitazione nella sua voce.
«E non è quello che stiamo facendo?»
Ride. «Cosa dirai a Greg?», mi chiede riferendosi al mio compagno di stanza.
«Oggi tocca a me e domani a te, amico», scherzo.
Mi guarda di sbieco, poco convinta. Poi si scosta un po' dallo scaffale sul quale siamo appoggiati ed estrae un libro a caso.
«Facciamo così: se questa volta indovini, verrò a casa tua. Altrimenti restiamo qui».
Sospiro rassegnato. Alzo lo sguardo e leggo la targhetta in cima alla libreria che indica la sezione in cui ci troviamo. Cerco di sbirciare i titoli oltre le sue spalle, ma ne riesco a intravedere solo alcuni e l'iniziale dell'autore. Spero che i libri siano in ordine alfabetico.
«Oliver Twist», tiro a indovinare.
Lei mi sorride maliziosa, poi gira il libro. «Grandi speranze».
«Merda!», mi sfugge.
Cerca di soffocare le risate fra le mani.
«Lo trovi divertente?»
«Sì, molto», dice senza smettere di ridere.
«E cosa sarebbe successo se avessi indovinato?»
«Sarei venuta da te».
La sicurezza con cui lo dice mi lascia spiazzato. In altre circostanze, con altre ragazze, avrei saputo cosa fare. Ma con lei è diverso. Non so cosa aspettarmi, ma non voglio rischiare di rovinare tutto. In quel momento un tuono più forte degli altri si fa sentire, la luce dei lampadari tremola e subito dopo si spegne.
L'avvicino a me premendola un po' di più contro la libreria. Lei mi cinge il collo con le braccia. Sento il suo respiro sulla pelle e il battito accelerato del suo cuore come se fosse nel mio petto. E in quell'istante capisco che non potrei mai sentire nessun'altra in questo modo. Cerco le sue labbra con le mie e sussurro: «Voglio fare l'amore con te, Vivian».
Osservo Lora, incurante delle gocce di pioggia che mi bagnano il volto e del vento che sferza le fronde degli alberi dietro di me. Perché... perché questa ragazza mi riporta alla mente immagini che ho fatto di tutto per cancellare? Attimi di felicità vissuti insieme a Vivian in questa casa, che si rincorrono nel vuoto delle sue stanze. Non riuscivo più sopportarlo, per questo ho deciso di trasferirmi.
Ora lei mi guarda, lei che è così diversa da Vivian, ma che ha negli occhi la stessa forza d'animo, la stessa dolcezza e determinazione nel chiedermi di fare un passo avanti. E, improvvisamente, ho voglia di entrare. Ho voglia di baciarla e soverchiare almeno per qualche istante l'ululato dei ricordi nella mia testa.
Mi sorride imbarazzata e capisco che ha frainteso. Spinge la porta e fa per chiuderla, ma io la fermo con un piede.
«Avevo comprato questa casa per lei... per noi». Parole che avevo trattenuto per molto tempo, mi salgono alla bocca. «Avremmo dovuto sposarci», dico non so per quale motivo.
Mi guarda perplessa ma allo stesso tempo comprensiva come se, pur non conoscendo la causa del mio dolore, potesse in qualche modo condividerlo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top