Scusate in anticipo se questo capitolo sarà abbastanza (se non MOLTO) confusionario, ma è fatto apposta per immedesimarsi meglio nei pensieri di Adrien e in ciò che prova
Scusatemi anche se ho aspettato ancora un po' troppo per aggiornare :c
SCUSATEMI TANTO ILYSM AND GODETEVI LA LETTURA CIAO ♡♡♡
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Quando riapro gli occhi, intorno a me non c'è il paesaggio londinese.
Non ci sono le auto, le persone...
C'è solo una fitta nebbia grigia.
Mi alzo in piedi e mi guardo attorno massaggiandomi un braccio.
- Ma che diavolo...? - dico ad alta voce camminando un po' in giro.
- C'è qualcuno? - urlo.
All'inizio non arriva nessuna risposta.
Poi però, proprio davanti a me, appaiono di nuovo quel gatto e quella coccinella che mi stanno perseguitando da tutto il giorno.
Si corrono incontro e il gatto miagola felice mentre l'insetto fa alcune capriole in aria per poi appoggiarsi sul naso del felino.
Quest'ultimo chiude gli occhi e sembra sorridere.
Poi, come sempre, spariscono lasciando solo una nuvola rossa e nera, a forma di cuore.
Penso veramente di star impazzendo.
Sospiro e continuo a camminare.
- Adrien... -
Mi blocco di colpo sentendo una voce in lontananza.
- Ti prego... -, dice ancora.
Riconosco subito a chi appartiene.
- Marinette.. Marinette! -
Inizio a correre, per quanto il dolore me lo permetta.
Cerco la voce che ho sentito.
O meglio, la persona che ha parlato.
Ad un tratto, dopo vari minuti, riesco a vedere una luce non troppo lontana.
Inizio a correre un pochino più veloce ma sono costretto a bloccarmi quando una figura appare improvvisamente proprio davanti alla luce, a poca distanza da me.
Dopo pochi secondi, si gira verso di me e riconosco la ragazza di cui sono innamorato.
- Adrien.. -
sgrana gli occhi non appena mi vede.
Sto per avvicinarmi, ma mi blocco vedendola in lacrime.
Sta singhiozzando, i suoi capelli sono leggermente spettinati.
- M-Marinette... Cos'è successo? -
le chiedo, sussurrando.
- Adrien, io... Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto! T-ti prego, torna... -
A cosa si riferisce?
Cerco di dire qualcosa, ma le parole mi si bloccano in gola.
Resto lì, fermo, a guardarla mentre piange.
Lei si gira verso la luce, poi si gira di scatto verso di me.
Dalla sua espressione sembra che abbia capito qualcosa.
- Marinette? -
Lei cammina verso la luce e poi allunga la mano, che ci passa attraverso.
Si gira di nuovo verso di me e mi sorride, per poi allungare l'altra mano verso di me.
Resto fermo, non so davvero cosa fare.
D'altronde, chi non si sentirebbe confuso dopo aver avuto visioni su un gatto e una coccinella, essere stato investito da una macchina ed essersi risvegliato nel nulla totale per poi trovarsi la ragazza di cui è innamorato che lo invita ad attraversare una strana luce?
Io sono confuso. E anche tanto.
Guardo prima la mano di Marinette e poi la guardo negli occhi.
- Adrien, ti fidi di me? -
- Ciecamente... -
- Allora vieni, per favore... - mi sorride leggermente.
A quel punto prendo coraggio, le afferro la mano e la seguo, per poi attraversare la luce bianca.
Mi ritrovo subito dopo sdraiato non so dove, con gli occhi chiusi, di nuovo.
Li apro lentamente e mi guardo intorno, realizzando di trovarmi in una stanza d'ospedale.
Un sacco di fili mi collegano a delle strane macchine e il mio corpo è perlopiù avvolto da bende.
Guardo verso la finestra: una giovane donna dai capelli neri si è addormentata su una sedia proprio accanto ad essa.
Indossa un vestito azzurro cielo, lungo fino alle ginocchia.
Dopo pochi secondi si sveglia di scatto e si guarda intorno, ma non riesce a vedermi visto che la sedia mi dà le spalle.
Sospira sconsolata dopo essersi calmata un po' e si alza in piedi, sistemando l'abito.
È più bassa di quanto pensavo.
- Scusi? -
la chiamo e lei si gira lentamente, guardandomi poi con aria sorpresa.
Inizia a tremare leggermente e corre verso di me subito dopo, scoppiando a piangere non appena mi abbraccia.
La guardo confuso ma ricambio l'abbraccio.
Subito dopo, mi prende il viso tra le mani, le lacrime continuano a rigarle il viso.
Ora che la vedo da vicino, mi accorgo che i suoi lineamenti sono asiatici, gli occhi sono azzurri e le labbra rosee formano un sorriso sincero.
Sgrano gli occhi e balbetto qualcosa, per poi riuscire a dire:
- Marinette...? -
- Adrien... Mi sei mancato così tanto... -
mi abbraccia più forte e lascio andare un gemito di dolore.
- Oh! S-scusami, scusami... -
si stacca e si siede accanto a me, asciugandosi le lacrime. Poi sospira per calmarsi e mi accarezza la mano, sorridendo. - Sono così felice di vederti sveglio... -
Arrossisco leggermente e la guardo negli occhi.
- Io... Mi dispiace... Mi dispiace davvero tanto... Potrai mai perdonarmi? -
mi chiede, ricambiando il mio sguardo.
- Perdonarti? Per cosa? -
La sua espressione dispiaciuta muta in una confusa.
- Non ti ricordi nulla? Il litigio, l'incidente... Io e te... Nulla? -
-Mi ricordo l'incidente... Ma... Non molto altro. -
confesso.
Lei annuisce lentamente e si alza.
- Chiamo subito i dottori. Dopo che ti avranno fatto qualche controllo, ti racconterò tutto, va bene? -
Annuisco e la guardo allontanarsi verso la porta.
"Il litigio... Io e te..."
A che diavolo si riferiva?
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