Capitolo 21 ~ Arden
Dopo pranzo, io, Adam e Adrian ci riunimmo nella stanza di Allison per parlare con lei.
Allison e Adrian stavano seduti sul divano e non si lasciavano la mano per nemmeno un secondo. Era bello vedere Allison così felice dopo tutti quei mesi di sofferenza. Sembrava diversa, anche se non era cambiata di una virgola... almeno fisicamente.
-Ora cosa succederà? -chiesi.
-Io non posso rimanere qui ancora. -disse Allison. -Dopo quello che è successo ieri, Orfeo mi detesta. Devo andarmene.
-E dove? -domandò Adrian. -Al Campo?
La ragazza scosse la testa: -I ragazzi mi odieranno. Li ho trattati come dei traditori. E loro non hanno fatto niente di male. L'unica soluzione è andare sull'Olimpo prima che Orfeo lo invada e avvertire gli dei.
-Ma non ci andrai da sola. -intervenne Adam. -Verremo con te.
-No. Potrebbero farvi del male per colpa mia. -disse Allison. -Ed io non riuscirei mai a perdonarmelo.
Guardai il mio gemello, seduto sul letto.
-Verrò io con te. -decise Adrian stringendo la mano di mia sorella. Poi si rivolse a noi. -Se se la prende con me non sarà un problema grave, ma voi due potreste esserci d'aiuto qui.
-Non hai tutti i torti. -fece Adam.
Io non dissi nulla, anche se dentro di me ero al culmine della felicità: non avrei lasciato Emily in quel luogo schifoso.
-Allora fareste meglio a fuggire stanotte. -dissi solo. -Prima è, meglio è. Mancano pochi giorni al solstizio d'inverno e gli dei non sanno ancora nulla.
Allison e Adrian annuirono.
-Vi copriremo noi. -fece Adam. -Troveremo una scusa plausibile. Anzi, Arden la troverà. Lui è più bravo a mentire.
-Ma ehi! -protestai. Mio fratello fece spallucce, mentre Allison e Adrian trattenevano le risate.
Quella sera, subito dopo cena, portai ad Emily qualcosa da mangiare.
-Allora, hai pensato a quello che ti ho detto? -le chiesi quando ebbe terminato.
Lei annuì: -Se per te non è un problema, io voglio provare.
-Perché dovrebbe essere un problema per me?
-Mi hai già aiutata molto, Arden. -si alzò in piedi e mi raggiunse. -Io non so come ringraziarti.
Le sorrisi: -Mi sembrava la cosa giusta da fare. -dissi arrossendo e guardando a terra per nascondere l'imbarazzo. Emily mi alzò il mento così che la guardassi e fece un sorriso.
Rimasi un attimo in silenzio, senza sapere cosa dire, poi mi diedi uno schiaffo mentale.
-Coraggio, ti porto di sopra.
Accompagnai Emily lungo il corridoio di celle, fino ad arrivare alla porta che conduceva nel palazzo.
-Scusami per come mi comporterò con te, ma devo farlo per forza. Dimmi se ti faccio male, ok? -le dissi. Lei annuì e così, cercando di non farle male, la presi per il braccio e aprii la porta.
Portai Emily verso la sala del trono senza lasciarla andare.
Quando la guardai sembrava divertita.
-Smettila. Non ti crederanno mai se ridi come una scema. -ordinai sorridendo.
-Ok, scusa. È che hai fatto una faccia troppo comica. -si giustificò. Alzai gli occhi al cielo, poi arrivammo di fronte ad Orfeo, che se ne stava seduto scomposto sul suo trono, come se non avesse avuto altro da fare nella vita.
-Inginocchiati. -dissi ad Emily con un tono brusco. Lei obbedì ed io la imitai.
-Arden, perché porti al mio cospetto questa prigioniera? -domandò Orfeo.
-Mio signore, la ragazza ha deciso di diventare parte del vostro esercito. -risposi. Orfeo si alzò e si avvicinò ad Emily. Le alzò il mento con due dita.
-Ottimo lavoro, Arden. -disse rivolgendosi a me. -Occupati di lei come sai.
-Ai vostri ordini. -mi alzai in piedi ed Emily mi imitò. Le feci segno di seguirmi e la condussi nel corridoio dove c'era la mia stanza. Proprio accanto ad essa c'era una camera libera.
Aprii la porta e feci entrare Emily per prima, poi la seguii. Le stanze venivano sempre pulite da una strana magia, ma a quanto pare dopo un po' non funzionava più, visto che la mia stanza sembrava sempre distrutta da un ciclone.
Richiusi la porta e, mentre mi voltavo, dissi: -Per fortuna è andata be...
Prima che potessi terminare la frase, Emily mi baciò.
Avevo sperato così tanto in quel momento che mi ero pure immaginato come e cosa sarebbe successo. Solo che rimasi talmente sorpreso da non sapere neppure cosa fare. Così, dopo qualche secondo in cui realizzavo di stare baciando la ragazza dei miei sogni, le misi le mani sui fianchi per avvicinarla a me. Volevo che quel momento non finisse mai, ma poco dopo Emily si separò da me.
-Grazie. -disse solo.
Forse starete pensando che dissi una frase ad effetto, che mentre la stringevo a me avessi tutto sotto controllo e cose così.
La verità? L'unica cosa che riuscii a balbettare fu: -Ehm... ah... p-prego.
Emily sorrise: -Sei così carino quando sei in imbarazzo.
Arrossii e lei ridacchiò.
-Non mi aspettavo che succedesse davvero. -dissi, poi le sfiorai le labbra. -Posso?
Lei annuì e così mi riavvicinai alle sue labbra e, con la delicatezza di uno che sta toccando una bambola di porcellana, la baciai.
Ora, è bene che sappiate una cosa: quella era la prima ragazza che baciavo di mia volontà.
Lo so, lo so. Non ve lo sareste mai aspettato da me. So che starete dicendo "Cavolo, Arden. Non può essere vero! Un ragazzo dolce, bellissimo e intelligente come te non ha mai baciato una ragazza!".
Diciamo solo che gli unici baci che avevo dato erano quelli per il gioco della bottiglia quando ero al liceo, ecco.
In quel momento la mia felicità era alle stelle. Niente avrebbe potuto rovinare quella sensazione.
Quando Emily mi disse di voler passare a un gradino più alto, mi sembrò di non capire più nulla. Anche se mi ricordo che le risposi con un "va bene" con un volume di voce più alto del normale.
Non pensavo volesse farlo sul serio (lo confesso, avevo un po' di paura), ma le sue mani cercarono la mia maglietta per togliermela e perciò dovetti farmi un po' di coraggio e lasciarmi andare. Se sarebbe stata la mia prima volta, tanto valeva non sprecarla.
Mi levai la maglia e presi Emily in braccio per portarla sul letto. Lei emise un gridolino quando la alzai da terra, ma si aggrappò a me e poco dopo la lasciai sul materasso morbido.
Le baciai le rune che aveva sul petto, poi unii di nuovo le nostre labbra. Sentii le sue mani cercare i miei pantaloni, così li tolsi, mentre anche lei faceva lo stesso con i propri.
-Vuoi farlo davvero? -le chiesi quando lei tornò a baciarmi. Annuì e mi spinse sul materasso.
-Mi piacciono le tue rune. -dissi accarezzando il braccio di Emily. -Credi che starebbero bene anche a me?
Emily rise: -Può darsi. Ma non posso disegnare una runa con lo stilo sulla tua pelle. Sarebbe pericoloso per te, dato che non hai sangue angelico nelle vene. Dovresti diventare uno Shadowhunter.
-Ed è possibile? -domandai. Lei si tirò su e mi guardò: -Me lo stai chiedendo perché vorresti diventarlo o soltanto perché è una tua curiosità?
-Quindi è un sì?
Emily si morse il labbro: -Sì, è possibile, ma pericoloso. Alcuni muoiono dopo aver bevuto il sangue dell'Angelo. -abbassò lo sguardo sul mio petto e si mise a disegnare dei cerchi immaginari sulla mia pelle. -Ed io non voglio che succeda anche a te.
Le alzai il mento e la baciai.
-Sono disposto a correre il rischio. -dissi.
Da dove veniva questa mia voglia di diventare uno Shadowhunter come Emily? Semplicemente da quando lei mi aveva detto che gli Shadowhunters non possono sposarsi con i mondani. Ora che io ed Emily eravamo diventati qualcosa quel mio piccolo desiderio si era ingrandito.
-Non posso chiederti di fare una cosa del genere per me, Arden. -Emily si mise seduta, coprendosi con il lenzuolo. -Non voglio perderti.
Mi misi seduto a mia volta e le presi la mano su cui c'era la runa della chiaroveggenza. Le accarezzai i tratti neri.
-E non mi perderai. -dissi. -Emily, voglio stare con te.
-Anch'io. -fece lei guardando le nostre mani.
-Allora lasciami provare. -la pregai. -Tanto so già tutto sul Mondo Nascosto. Non dovrò andare all'Accademia grazie a te.
Sospirò e alzò gli occhi su di me: -Senti, parliamone alla fine di tutto, ok? Ora dobbiamo pensare a come impedire che Orfeo si impadronisca dell'Olimpo.
*angolo meh*
E con le canzoni del film The Greatest Showman vi lascio questo capitolo con Arden e Emily😏
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