Epilogo
A Finn non andò mai a genio Ben, ma in fondo aveva le sue ragioni e dopo tutto era stata di Rey la scelta, non sua. Jim al contrario era sembrato entusiasta, C-3PO aveva detto qualcosa sul come sia strana la vita degli umani e R2D2 si era trovato d'accordo con BB8 sul fatto di dover tenere d'occhio il ragazzo, guai se feriva Rey in qualche modo.
Luke non aveva molto da dire, era felice per loro, ma la ferita che aveva subito non si era ancora del tutto rimarginata e Rey pensò che la cicatrice invisibile che Leia aveva lasciato non sarebbe mai scomparsa del tutto.
7 anni erano passati e quel giorno sembrava ancora vicinissimo, lo si ricordava come qualcosa di cui non si sarebbe dovuto parlare.
La base era ancora operativa, molti erano rimasti poichè di ragioni per andarsene non ne avevano e ormai quella era la loro casa. Era stato come ricominciare da capo, questa volta sul serio.
Finn si occupava degli scambi commerciali della base, era sempre in giro e Rey era stata felice di sapere che lui avesse trovato qualcuno che lo seguisse nei suoi viaggi. Elye era il suo nome, un po' diversa dalle altre visti i suoi occhi che cambiavano colore quasi ogni giorno ed i suoi capelli verdi sempre raccolti in una lunga treccia che le ricadeva dietro la schiena. Non aveva ancora ben capito come si fossero incontrati, ma a Rey stava bene così, era giusto che anche lui trovasse qualcosa di bello nella vastità dell'universo.
Jim accompagnava Finn nelle sue missioni, era il tecnico e l'ingegnere della nave dopo tutto.
Luke invece aveva preso a stare un po' in disparte, o almeno ci stette fin quando non arrivò una ragazzina. Lei, quella bambina, fu il motivo per il quale non si escluse del tutto dal mondo...in fondo era suo zio. Sapeva che sarebbe cresciuta e che avrebbe dimostrato di avere dei poteri, ma nonostante le insicurezze derivate dal passato, accettò di insegnarle qualcosa.
-Isel! Isel!- la piccola ragazza cadde inciampando sull'erba alta, mostrando poco dopo un sorriso quando due braccia robuste l'aiutarono a rimettersi in piedi.
Poi riprese a correre. In soli 5 anni era caduta innumerevoli volte, ma Ben era sempre pronto a sorreggerla. Rey sorrise a quella scena che ormai aveva visto così tante volte da non saperne il numero.
Isel era una perfetta combinazione di entrambi: occhi azzurri, capelli neri e alcune lentiggini, pallida di pelle, ma calda nel trasmettere le emozioni. Aveva un carattere strano: era cocciuta, spavalda e orgogliosa come il padre, ma c'era quella parte tenera di lei che mostrava solo a coloro che se lo meritavano, perchè gli atti di gentilezza sono preziosi e lei lo sapeva. Sovente era impacciata, caratteristica che Ben attribuì subito a Rey, seppur sapendo che in parte lo era anche lui.
Lui mostrò un sorriso mentre si avvicinava a lei dopo aver aiutato la figlia e le si mise dietro, abbracciandola. Portò la testa sulla sua spalla, piegandola leggermente e lasciandole un paio di baci sul collo, per poi risalire fino alle sue labbra, che però non trovò.
Rey aveva imparato a prenderlo un po' in giro e non era la prima volta che succedeva qualcosa del genere. Si era allontanata, fuggendo dalle sue braccia e aveva iniziato a correre.
Rideva. Era un suono bellissimo, pensò lui mentre si lanciava al suo inseguimento. La corsa durò poco poichè la raggiunse presto e l'afferrò per la vita, costringendola a cadere con lui sul prato e a rotolare in malo modo a terra.
Ora non poteva fuggire, pertanto Ben la imprigionò con le bracccia, tenendole i polsi. Si avvicinò piano al suo viso e delicatamente le lasciò un bacio, cosa che fece rimanere Rey un po' delusa, visto che quel piccolo contatto non era stato niente di che. Ma lui lo sapeva, l'aveva fatto apposta e poco prima che lei iniziasse a muovere le mani per liberarsi dalla sua presa, lui si avventò sulle sue labbra, bramando ogni brivido, ogni respiro preso a fatica ed ogni secondo. Le labbra le dolevano, lei non l'avrebbe mai ammesso, ma amava questa parte di lui che era rimasta un po' violenta e possessiva nei suoi confronti.
Si staccarono e si guardarono, poi Rey liberò la propria mano da quella di lui e la portò sul viso di Ben, percorrendo con le dita la cicatrice, cosa che fece anche lui, ma con più timidezza.
Esiste ed esisterà sempre una parte di noi che soffrirà, è inevitabile, ma pensatela come una specie di opposto, in fondo ci sarà sempre anche una parte che riderà, che proverà gioia, che ci terrà in vita.
Fine
(Ho ricevuto alcune segnalazioni riguardanti il fatto che qualcuno non riesca a visualizzare l'epilogo, per sicurezza ho ripubblicato il capitolo)
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