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Erano passati appena 15 minuti, a Rey sembravano un'eternità.
Sapeva cosa sarebbe successo, aveva già discusso con il generale Organa di una situazione del genere: troppi rischi, le loro forze servivano a mantenere sicura la base e lei aveva una missione da compiere, Luke non era mai stato d'accordo su questo punto con Leia, ma sapeva che se non ci tentava le loro speranze sarebbero state distrutte.
Ciò era stato nascosto agli altri, solo loro tre ne erano a conoscenza, ma anche Rey era alquanto riluttante all'idea di farsi catturare, scoprire i piani del Primo Ordine, fuggire...
Leia l'aveva fermata prima che salisse sulla nave, se ne era quasi dimenticata.
-Qualsiasi cosa accada, ricordati che non sei sola, non lo sei mai.-
Leila sapeva che questo era il suo punto debole e anche Ren l'aveva scoperto.
Per quanto il piano fosse stato elaborato Rey lo sapeva: non sarebbe riuscita a tornare, non considerando il fatto che le spie avessero dato informazioni false, quindi il fatto che Kylo Ren fosse ritornato, probabilmente più forte di prima.
Si sentiva schiacciare dal nervosismo, non era sicura di nulla, non più. Essere un'esca non le sembrava più una buona idea.
Dapprima si udì un cigolio strisciante che riempì l'aria, voci stavano urlando, altre erano mute, forse non potevano più parlare. La porta arrugginita si era aperta del tutto, lo stupore misto a paura impresso sul viso dei ragazzi barricati all'interno della stanza era terrorizzante.
Solitamente non si tiravano mai indietro, ma purtroppo, per riorganizzarsi e prendere tempo, erano stati costretti a chiudersi lì dentro.
Urla provenivano al di là della soglia, per poi smettere di colpo: un'altro dei loro compagni era caduto.
Il silenzio stava diventando stimolo di ansia e terrore, sembrava che stessero aspettando la morte in fila, ormai rassegnati.
Comparve dal nulla oltre la soglia, avvolto in un mantello nero, la faccia celata da una maschera, le mani sporche di sangue, il bagliore rossastro della spada laser gettava ombre inquietanti sulla sua figura.
A passo lento e pesante raggiunse il centro della stanza, il primo ragazzo del gruppo si fece avanti, gli altri lo seguirono.
-Dieci contro uno, non vi sembra di star barando?-
Non ci fu risposta, si scagliarono tutti contro di lui nel vano tentativo di batterlo. Quando il corpo del primo giovane Jedi crollò a terra non ci fu molto scoraggiamento, gli sguardi degli altri erano colmi di odio, ignari che lo stesso destino sarebbe spettato a loro.
Sembrava più abile, più preparato, doveva aver ricevuto un buon allenamento, ma non era eccessivamente agile, infatti uno dei ragazzi era riuscito a ferirgli una gamba, per poi rispondere delle proprie azioni con la morte.
Uno di seguito all'altro si erano ammassati i corpi a terra, restava solo Fey, era il più grande del gruppo, avrà avuto circa l'età del suo avversario, anno più, anno neno.
Gli occhi verdi riflettevano la luce violacea della sua spada laser, salda nelle sue mani, il vento proveniente dalle finestre rotte gli scompigliava i capelli chiari.
Fu l'ultimo a cadere.
Verso la fine dello scontro le due spade si stavano scontrando, Fey era stato costretto ad indietreggiare, ma era finito contro la parete, sapeva cosa sarebbe successo.
-Tu non dimostri nulla in questo modo, rendi solo più facile il fatto di odiarti. Tu non vuoi questo, lo sai Ben.-
Il fascio di luce rossa premette contro la guancia di Fey per alcuni secondi, lui chiuse gli occhi, ma si impose di non urlare.
-Non chiamarmi così, quel ragazzo è morto ormai.- la sua voce non era più la stessa, non era più la voce del ragazzo che era stato una volta, era profonda, probabilmente distorta dalla maschera.
-Come dovrei chiamarti? Hai scelto un nome ridicolo; rammenta la fine che ha fatto tuo nonno, se prosegui la sua opera ne farai una peggiore.-
Ben, se ancora si poteva chiamare così, non controbattè, si limitò a scagliare l'arma dell'avversario lontano e dirigere la propria verso il petto di esso, che ormai si alzava e abbassava a ritmo irregolare.
Gli occhi di Fey smisero di guardare la spada che lo aveva perforato, fissò Ben con odio, non disse più nulla, ma mentre si afflosciava a terra e gli rivolgeva un'ultimo sguardo diresse i suoi occhi alla ragazza, ormai priva di vita, a poca distanza da lui, non l'aveva vista morire, si sentì in colpa, non le aveva detto nulla, ora giaceva fredda sul pavimento, era tardi, non aveva la forza di parlare, sulla sua maglia una scia di tessuto bruciato, gli si era mozzato il respiro. Si limitò a pensare un'ultima volta al suo sorriso, pentito di non averlo visto prima di chiudere gli occhi.
La sagoma scura si stagliava al centro della stanza, la maschera lasciata cadere al proprio fianco, circondata da corpi inermi, il vento proveniente dalle finestre rotte smuoveva il mantello scuro e mandava i capelli neri contro la guancia destra, gli occhi erano scuri, ma non erano privi di espressione, parevano avere ancora una piccola scintilla di rimorso.
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