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Non si può dire che Rey avesse mai avuto paura del buio, ma quelle paratie scure le mettevano ansia e...inquietudine.
Mentre attraversavano i corridoi vuoti della nave si udivano solo i loro respiri.
-Lui ci vuole qui, ci ha attirati. Sarebbe stato più difficile attraccare se non fosse stato così.-
Ben si fermò, sentendo poco dopo i passi di Rey cessare dietro di lui. Si voltò verso di lei, con sguardo serio portò la propria mano a toccarle il viso, passandola sulla tempia e vicino all'occhio, rimuovendo parte del sangue che le aveva macchiato il viso, sporcandosi le dita di quel colore rosso che lo terrorizzava non poco. Scese fino alla guancia, percorrendo la cicatrice che si era procurata; la trovò perfetta anche in queste condizioni, ma era normale, in fondo diventiamo tutti un po' più cechi con l'amore.
La attirò a sè, piegando leggermente la testa di lei mentre le sue labbra fredde si scontrarono con quelle morbide di lei e,assaporando ogni istante di quel bacio, si lasciò andare, liberò ogni emozione, approfondendo il contatto. I brividi percorsero entrambi, ora più forti delle altre volte, facendo sussultare Rey quando Ben le strinse la vita. Per risposta lei portò le mani tra i suoi capelli, umidi per la neve, tirandoli non più delicatamente, ma con forza, come se si stesse aggrappando disperatamente a lui.
Quando sembrò che i polmoni stessero per esplodere, lui interruppe il bacio, notando, prima di staccarsi, il fatto che lei avesse assunto un'espressione contrariata e per questo, presa da un bisogno insopportabile di avere ancora la possibilità di toccare quelle labbra, gli morse il labbro inferiore, cosa che lasciò un po' stupito Ben. Lei non gli lasciò il tempo di allontanarsi, spinse la sua testa verso la propria per un ultimo, veloce, contatto.
-Vorrei che tu non fossi qui, che tornassi indietro.- sussurrò appoggiando la propria fronte su quella di lei.
-Non lo farei, lo sai.- disse Rey, notando il leggero sorriso, felice, ma triste, di Ben. Lasciò che le sue mani scivolassero dai suoi capelli al suo collo, sulle spalle, su parte del busto, fino a staccarsi completamente da lui.
Un rumore metallico in lontananza li costrinse a dover fare un passo per distanziarsi e a proseguire.
Dopo alcune decine di metri fecero ingresso in un'enorme sala, in parte in ombra e apparentemente vuota fin quando tre figure comparvero dall'oscurità, spinte con forza a terra. Un verso simile ad un ruggito fece allarmare Rey, che subito individuò Chube tra le persone a terra, per poi distinguere alla sua destra Jim e...Leia.
Si soffermò sul generale, notando il suo aspetto più consumato rispetto a quello degli altri. Voleva correre da loro, aiutarli, ma Ben la prese per le spalle e la bloccò, consapevole del fatto che se lei fosse andata da loro sarebbe finita nelle mani di Snoke.
Erano evidentemente stanchi, erano feriti, ma l'importante era che stessero ancora respirando.
Improvvisamente Jim, che era appoggiato sulle ginocchia, crollò a terra, contorcendosi e portando le mani attorno alla vita, stringendo i vestiti logori e soffocando i gemiti di dolore.
-No! Jim....no!- Rey urlò, si dimenò, cercò di liberarsi dalla stretta di Ben, trascinandolo a terra con sè. Lui stava chinato, nel tentativo di soffocare le sue urla tenendola fra le braccia e stringendola a sè.
Lei fece un ultimo tentativo di scappare da lui, ma fallì e si ritrovò costretta a nascondere il volto contro il petto di Ben, aveva visto e sentito troppe urla nel giro di un giorno e non poteva sopportarne altre.
Così rimasero solo gli occhi di Ben, indagatori, che percorsero i volti di ogni prigioniero, fino al generale.
Si fermò su di lei, osservando le sue condizioni e vedendo i suoi occhi stanchi avere un piccolo bagliore al contatto con i suoi.
Ma non parlò, non disse nulla, forse non poteva, ma quello sguardo, distrutto, poteva valere più di mille parole.
Sei qui. Sei tu. Erano i pensieri di Leia da quando quella figura scura era entrata nella sala.
Era stato come vedere il fantasma di un lontano passato, venuto a fare visita troppo tardi.
Il generale non si era neanche chiesta il perchè Ben stesse stringendo in quel modo così protettivo Rey, ma vedere che almeno lui poteva ancora continuare a provare amore nonostante tutto la rese felice, perchè l'affetto e qualcosa di evidente, lo si può trovare anche negli atti più semplici, come il modo in cui lui cercava di proteggerla dal mondo che, inevitabilmente, l'avrebbe ferita in ogni caso.
Ben costrinse Rey ad alzarsi, pur rimanendo in parte appoggiata a lui, come se lui fosse una qualche specie di rifugio. Si sbagliava, pensò lui, perchè non era sicuro, niente lo era abbastanza per lei e purtroppo Ben soffriva nel pensare che lei si fosse lasciata difendere dall'unica persona che più di ogni altra era in grado di ferirla.
-Stupefacente, non trovate? Il modo in cui il dolore di una persona possa far soffrire gli altri.-
Un mantello comparve dal nulla, spuntando dall'ombra, come se una creatura vi fosse stata annidata da quando loro avevano messo piede sulla nave.
Gli occhi di Snoke brillarono nell'oscurità prima che la sua figura si mostrasse del tutto alla luce, rendendo visibile il volto scavato da profonde cicatrici.
-Pensavo che tu lo sapessi. Dimmi, perchè ti permetti di soffrire così per lei, Kylo?-
Non si ricordava l'ultima volta che qualcuno si era rivolto a lui chiamondolo in quel modo, ma provò fastidio, repulsione per quel nome.
-Sei un debole! Lo sei diventato e adesso rispondimi! : cosa vuol dire provare dolore?-
Il Leader Supremo sollevò una mano, contorcendo le dita rovinate.
Una donna, poco distante, fu alzata da terra per poi essere lasciata cadere pesantemente ad un paio di metri da Ben.
Rey guardò solo le sue mani, deboli e pallide, a contrasto con il metallo scuro del pavimento. Provò rabbia, confusione, voleva solo svegliarsi, ma purtroppo sapeva che quello non era un sogno o una visione, non poteva fuggirne. Espirò pesantemente, gesto che fece rabbrividire Rey.
-Forse non lo sai cosa sia.-
Si sentirono dei respiri affaticati, si videro delle gocce rosse colpire la superficie metallica sul quale era appoggiato il corpo del generale, si sentì il rumore simile ad un ronzio della spada di Rey, che, prima che Ben la potesse fermare, si mosse verso Snoke, che fece tramutare la propria espressione da divertita a stupita.
Sì, si stupì perchè Rey si fermò a poca distanza da lui, sollevò un braccio nella sua direzione mentre lui la imitava, per poi concentrarsi.
Sentiva una forza potente che opponeva resistenza, ma continuò a tenere ferma la mano anche quando avvertì le proprie forze sembrar venir meno.
Così si stavano fronteggiando, lei e Snoke.
Ben, senza pensare, rimase immobile per alcuni secondi a guardare il viso della madre, prima di avvicinarsi a lei esitante, era rimasto...scioccato.
Rey strisciò con i piedi a terra, spinta indietro, ma proprio quando il volto del Leader Supremo aveva mostrato un ghigno soddisfatto, quest'ultimo si sentì schiacciato, come se un peso si fosse poggiato sul suo petto, bloccandogli il respiro. Rivolse lo sguardo alla mano sinistra di Rey, che protendeva verso di lui, mentre le dita di lei sembravano contorcersi quasi stessero raccogliendo energia.
Il terreno tremò leggermente quando lei sprigionò il proprio potere, concentrato sull'avversario, che indietreggiò senza fiato, rivolgendo un'ultimo sguardo a colei che era riuscita a respingerlo con tale forza. Rey alzò velocemente l'impugnatura della spada e, senza pensare, la fece roteare, per poi lasciarla andare, scagliandola contro Snoke.
La sua figura scura rimase immobile a guardare la lama che aveva attraversato il suo cuore, prima di ricadere a terra sgretolandosi come cenere, sollevando nuvole di polvere grigia e provocando un suono simile ad un fruscio.
Rey rimase ferma, con il braccio proteso in avanti, per un po', non essendo ancora sicura di aver compiuto veramente quel gesto. Iniziò a respirare pesantemente mentre riportava la mano destra vicino al petto, lasciandola poi ricadere pesantemente lungo il fianco prima di voltarsi verso Ben.
La scena che le si mostrò la fece sentire soffocata, ma leggera, come se stesse camminando su un pavimento inconsistente mentre si avvicinava a lui.
-Ben.- un lieve sussurro e poi il silenzio.
La stringeva, la stringeva a sè e basta. Piangeva, piangeva in silenzio e le lacrime colavano a gocce sul viso ormai privo di vita della madre, coperto da polvere e dolore.
Lei si lasciò cadere sulle ginocchia, ancora doloranti, portando le mani incerte vicino al corpo del generale, appoggiandole sui suoi occhi, fermi e vitrei, rivolti verso il figlio, chiudendoli.
Solo allora Ben lasciò che il corpo scivolasse via dalle sua braccia, finendo sul pavimento. Le dita di lui si mossero come a volerlo riprendere, ma quelle di Rey furono più veloci e andarono a stringersi attorno alle sue.
Poche erano le volte in cui lo aveca visto piangere e adesso si stava rendendo conto di quanto potesse essere distruttivo vederlo in quelle condizioni.
Rey si avvicinò ad una console presente nella sala, osservando per alcuni secondi i pulsanti prima di riuscire ad attivare i sistemi di comunicazione e di rilevamento. Fece tutto lentamente, ancora stordita da quello che era successo. Ben la sentì parlare, non capì quello che stava dicendo, ma gli sembrò che fosse riuscita a contattare Finn.
Questa volta fu lei a doverlo far alzare, facendolo appoggiare alla parete.
-Adesso dobbiamo andare, Ben, dobbiamo andare. Dobbiamo tornare alla nave, aiutami, vai da Jim, io vado da Chube.- lei lo percosse lievemente e lui si svegliò di colpo, riprendendo il controllo della propria mente, o perlomeno gli parve di riuscrici mentre aiutava l'amico di Rey a percorrere i corridoi freddi di quella nave e a raggiungere il Falcon.
Non riesco a credere di essere arrivata realmente alla fine, ma è così. Non ho molto da dire, solo un grazie per i commenti e le stelle che ogni tanto avete lasciato.
Ci vediamo ancora nell'ultima parte (l'Epilogo) che pubblicherò spero a breve.
A presto!😘
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