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L'aria era fredda, ogni cosa che toccava sembrava congelata.
Era una sensazione orribile: avvertiva quel brivido gelido che gli causava mal di testa e, per quanto volesse bloccarlo, non osava fermarsi, fino a fargli provare quel costante fastidio, come se ogni cosa che lo circondasse stesse cercando di assorbire ogni sua energia.
Ben sfiorò con le dita il suo braccio, come a volerla svegliare, anche se in realtà sapeva che non si era addormentata...gli sembrava solo un po' troppo assente. Rey fu scossa da quel lieve contatto e sembrò frenare di colpo ogni pensiero che le stesse passando per la testa.
-Perché continui a pensare?-
-Tu non lo fai?-
Ben voleva capire come facesse sempre a trovare quella domanda a cui non poteva rispondere o comunque una risposta così inaspettata da lasciarlo senza parole. Lei era inaspettata, lo era sempre stata da quando l'odio che provava per lei si era rivelato qualcosa di completamente diverso...eppure ancora adesso, ora che ci erano riusciti, che erano finalmente riemersi dal mare che li aveva sommersi, lui non si sentiva bene. In realtà stava mentendo a sé stesso, Ben stava bene, era lì, vivo, spaventato, terrorizzato ancora da quella parte di sé che non voleva lasciarlo, in fondo non poteva fuggire dalla propria mente e sapeva che sarebbe rimasta, con o senza il suo permesso. Era quella parte oscura, non malvagia, ma ferita, troppo debole per reagire che in questo momento si stava aggrappando all'unica cosa che stava permettendo a lui di non crollare: a lei. Ma senza quella parte Ben non avrebbe resistito, per quanto non volesse darle ascolto c'era e restava lì, nell'angolo della sua mente consumata.
Ma ne era spaventato a morte, perché piano piano sentiva che talvolta cercava di prendere di nuovo il sopravvento e tentava di soffocarlo con quei maledetti pensieri pieni di rabbia. Fosse stato solo per lui avrebbe lasciato che andasse così, ma c'era lei, lei lo bloccava, lo lasciava totalmente privo di ogni capacità di pensiero.
Però, nonostante Rey agisse come blocco per quella parte di Ben, allo stesso tempo costituiva un pericolo anche più grande.
Ben era sopraffatto da ciò che provava: un miscuglio di brividi, paura e di quel poco autocontrollo che riusciva a stento a mantenere.
Rey era troppo sicura, troppo forte, troppo determinata e al contempo anche troppo debole. Ben questo lo sapeva, lei lo era, chiunque è tanto forte quanto è debole e lei lo era, così sopraffatta da tutto ciò che la circondava e per questo una facile preda per lui, così bisognoso di lei da non poterne fare a meno. Per ciò aveva paura, paura di ferirla, paura che quelle emozioni che cercava di reprimere prendessero il controllo e la distruggessero, la consumassero fino a renderla così vulnerabile da non riuscire più a resistere.
Lui aveva il terrore di non poter mollare la presa su di lei in tempo, di perderla nella confusione e nel caos della sua mente e di non riuscire più a ritrovarla, perché l'aveva già detto una volta "sono così egoista a pensare di poter arrivare persino a trattenerti a forza semmai cercassi di scappare". Lo avrebbe fatto per un solo ed unico motivo: quelle stupide emozioni si stavano nutrendo di ogni singolo attimo felice che stava vivendo e ne volevano sempre di più. Forse non era esattamente così, forse era Ben che lo desiderava, ne necessitava come l'aria e forse in fondo se ne stava nutrendo anche lui; semplicemente indispensabili, senza sarebbe caduto e non riusciva ad accettarlo, non voleva cadere e rifiutava ogni logica, combatteva costantemente contro la parte di sé che diceva di lasciarla, di andarsene prima che fosse troppo tardi.
Purtroppo sapeva che non l'avrebbe fatto e nemmeno lei l'avrebbe abbandonato, l'aveva trascinata nella sua oscurità e adesso non ne poteva più riemergere perché lui la stava trattenendo con tutte le forze.
La strinse a sé nel totale silenzio che li circondava e nel buio proveniente dall'esterno, ormai il cielo si era annuvolato di nuovo per la seconda volta nel giro di 6 giorni e questa volta sembrava più oscuro, premonitore di tempesta e pieno di quell'insopporabile malinconia che porta sempre con sé il brutto tempo.
Le stelle non si vedevano, non si vedevano più quelle luci rassicuranti e la luna era offuscata dalle nubi...sembrava quasi che il buio avesse assorbito ogni fonte di luce a parte quei pochi e deboli raggi provenienti da quella sfera luminosa che riuscivano a filtrare oltre quelle masse scure.
Quasi gli sembrò di soffocarla da quanto le sue braccia parevano cercare ogni modo per imprigionarla. Affondò la testa nei suoi capelli e, dopo averli scostati, lasciò un leggero bacio tra il suo collo e la clavicola, si rilassò e si rassegnò, avrebbe avuto sempre quest'effetto su di lui: così distruttivo e al contempo così indispensabile e calmante.
-Jim.-
-Jim!-
Si sentì un tonfo contro qualcosa di metallo, probabilmente Jim aveva sbattuto la testa contro il pannello scollegato che stava aggiustando stando a terra.
-Cavolo Finn, avvisa prima. Che ne so, magari mi dai un colpetto sula spalla.-
Finn sorrise e porse la mano all'amico per aiutarlo ad alzarsi.
-Ora, dimmi.-
-Non dovresti essere in pausa adesso?- chiese Finn ignorando ciò che aveva appena detto Jim.
-Sì, volevo solo finire questo...il Falcon ha riportato molti danni, ma il generale non ci rinuncerebbe neanche per una nave nuova e meglio messa ad armamenti e scudi.-
-Immagina se Rey vedesse l'interno di questo veicolo ora, ne sarebbe scioccata.-
Sapendo l'attaccamento che lei aveva sviluppato per quella vecchia nave avrebbe potuto reagire così, ma Finn sapeva che ora lei aveva altro in testa, non poteva certo pretendere che quando sarebbe tornata sarebbe stata quella di prima, indipendentemente da cosa le era successo. Quella sensazione di sbagliato lo stava torturando, sapeva che qualcosa non andava.
-Jim, dobbiamo trovare il generale, sai dov'è?-
-È andata con Chube.-
-All'avamposto 4? Dobbiamo contattarla. Immediatamente.- detto ciò si voltò e saltò letteralmente giù dalla passerella del Falcon, seguito da Jim.
-Aspetta! Cos'è successo?!-
Finn rallentò di poco il passo perché l'amico lo raggiungesse, ma mantenne sempre un'andatura veloce, troppo veloce, era nervoso a dir poco e Jim lo notò.
-Sono appena tornato dalla missione di ricognizione.-
-E...?-
-Hai presente le sonde di rilevamento vicino alla fascia di asteroidi?- Jim annuì.
-Sono state distrutte, abbiamo una falla nel sistema di difesa e inoltre non riceviamo più risposta dall'avamposto 2.-
BB-8, che era rimasto dentro la nave, raggiunse in quel momento i due ed emise qualche suono stridulo per segnalare la propria presenza.
-Abbiamo finito per oggi BB-8.-
Il droide allora, sollevato dal non dover più stare tra pezzi di metallo e cavi, iniziò ad emettere vari bip.
-Vedere Rey?- Finn si girò verso BB-8.
-Non credo sia possibile per ora.- continuò mentre il droide li superò e si fermò a qualche decina di metri più avanti, di fronte a qualcuno.
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