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Finn lasciò la sala comando con sguardo serio mentre BB-8 cercava di tenere il suo passo frustrato.
Jim li raggiunse, non disse nulla, solo un cenno del capo.
-Niente, assolutamente nulla da quasi 7 giorni. Mi sembra di passare ogni secondo ad essere indeciso se fare qualcosa di stupido o di fare qualcosa di ancora più stupido.-
-E cosa vorresti fare?-
Finn alzò la testa verso il compagno.
-Di certo non restare qui, sarebbe da sciocchi. È come se stessimo invitando il Primo Ordine ad attaccarci di nuovo- era preoccupato e scocciato dal fatto che non si fossero ancora mossi, perché non avevano lasciato la base? -...tu sai qualcosa della riunione di ieri sera?-
Jim scosse la testa, non aveva sentito niente...
-Tra qualche ora faranno il solito discorso in cui elencheranno i risultati.- concluse senza stare troppo a pensarci.
-L'hai vista?- cambiò discorso e rivolse uno sguardo serio all'amico.
-No, nessuno a parte Luke. Secondo i medici non è in pericolo...-
-Sai chi li ha trovati?- quel plurale...ecco, a questo non aveva pensato. La voce si era sparsa a sussurri per la base e, seppur nessuno ne parlasse, sembrava che il vento gelido portasse con sé quelle parole dette a bassa voce, come se il suo respiro gelido potesse conficcarsi con fin troppa facilità nella mente.
C'era silenzio, tensione, troppa calma. Erano passati pochi minuti da quando lo Star Destroyer era fermo dietro quel che restava di un pianeta, era così da molto tempo, i detriti erano sparsi nello spazio e contornavano la scena come se stessero minacciando di scagliarsi all'improvviso contro la nave.
Hux li osservava dalla vetrata della plancia, era calmo, lo spazio lo era, ma era quella quiete tesa che all'apparenza sembra come il silenzio, tranquillo, che porta nervosismo e...paura in parte, come se si stesse lasciando andare l'ultima aria rimasta nei polmoni prima di annegare.
Il rumore degli scatti fece eco nell'hangar, segno che il portello principale si stava aprendo, e nessuno fiatava, i soldati erano allineati, i sistemi erano operativi entro i parametri, tuttavia sotto quei caschi bianchi vi era tutt'altro che calma.
Quando la passerella si abbassò in pochi osarono voltarsi verso il generale, che aveva fatto ingresso in quel momento.
Il suono dei passi pesanti sulla passerella si sparse per l'enorme sala e mentre la nebbia leggera rilasciata dai motori scompariva una figura scura ne emerse.
Un uomo ammantato di nero comparve tra il fumo bianco, il volto nascosto da una copertura di metallo scuro, il mantello che seguiva i suoi movimenti faceva una strana impressione, come se fosse un'ombra intenta ad avvolgere ogni tratto illuminato della figura.
Si fermò a qualche metro da Hux.
Lord Seilith sembrava non curarsi di nessuno, ma chiunque poteva avvertire la tensione che si era accumulata tra quelle pareti metalliche dell'hangar.
Ci fu un attimo silenzio nel caos quando comparve la nave, un silenzio instaurato dal terrore. Fuoco, cenere e urla di disperazione contornavano la scena mentre il vascello atterrava.
Scese la passerella con passo convinto, percorse pochi metri sul terreno sabbioso e si fermò a poca distanza da due soldati che tenevano fermo per le braccia un uomo. Diversamente da altri prigionieri questo non sembrava aver paura, al contrario pareva sapere e conoscere bene chi aveva di fronte. Lui lo conosceva, era ovvio, chi altro poteva essere?
-Quanto sei diventato vecchio.- poche parole furono pronunciate dalla voce metallica, ma nonostante tale suono dovesse sembrare intimidatorio, Lor San Tekka guardò impassibile ciò che aveva di fronte, quasi fosse doloroso osservare tale risultato da parte del Lato Oscuro, come se tutto ciò che doveva essere giusto fosse stato corrotto dall'odio e dalla paura con sotterfugi e inganni, fino a diventare sbagliato.
-A te è accaduto qualcosa di peggio.- disse il prigioniero guardandolo.
-Sai per cosa vengo.-
-So da dove vieni, prima che ti chiamassi Kylo Ren.-
-La mappa per Skywalker.- continuò l'uomo ammantato di nero ignorando ciò che aveva appena detto l'uomo.
-Sappiamo che l'hai tu. E ora dovrai consegnarla al Primo Ordine.- concluse.
-Il Primo Ordine è figlio del Lato Oscuro, tu no.- Lor San Tekka pronunciò convinto tali parole, sapeva bene cosa stava dicendo, anche se la situazione in cui era non gli permetteva di dilungarsi troppo.
Ren si avvicinò -Ti mostrerò il Lato Oscuro.-
-Puoi provare, ma non puoi negare la verità. È la tua famiglia.- rivolse uno sguardo serio a Kylo, forse poteva ancora rendersi conto di ciò che gli era successo, anche se era difficile riuscire a trovare qualcosa a cui aggrapparsi per tirar fuori ciò che era rimasto sotto quella corazza scura.
-Quant'è vero.- e un fascio di luce rossa comparve, la spada laser si sollevò in aria e l'uomo ebbe giusto il tempo di realizzare prima di essere colpito e cadere a terra, sollevando un lieve strato di polvere.
Contemporaneamente un colpo fu sparato a poca distanza, diretto verso Kylo Ren. Sarebbe andato a segno se non si fosse bloccato a metà strada. Il pilota della Resistenza rimase stupito, era bastato che si girasse e allungasse una mano come a dare ordine al colpo di fermarsi e anche lui si era bloccato, impossibilitato dal muoversi fu raggiunto da due stormtrooper e portato di peso al cospetto di Ren e spinto a terra con forza, atterrando sulle ginocchia.
Poe sollevò gli occhi sulla figura scura che ora si stava abbassando alla sua altezza.
Muto. Lui era muto, cosa stava facendo?
-Chi parla prima? ...prima tu, prima io?- disse senza pensare, forse per eliminare un po' di tensione.
-Il vecchio l'ha data a te.-
Come faceva a saperlo? La cosa migliore era non dare a vedere che avesse ragione.
-Non ti capisco granché con quel...-
-Perquisitelo- ordinò mentre si rialzava.
-Apparato.- concluse il pilota mentre alcuni soldati lo sollevavano di peso ed eseguivano l'ordine.
-Niente signore-
-Portatelo a bordo.- così i due lo oltrepassarono scortando il nuovo prigioniero alla nave.
In quel momento un soldato dalla divisa lucida si avvicinò.
-Signore, quelli del villaggio?- chiese Phasma.
-Uccideteli.- nessuna esitazione, un'unica parola, un "Al mio ordine" e un "Fuoco". La gente, circondata da uomini in armatura bianca, non potè far nulla se non gridare mentre i colpi si abbattevano su di essa.
Ora cosa poteva fare? Restare ancora un poco o andarsene il più silenziosamente possibile?
Rey non sapeva come era finita in quella posizione, si sentiva quasi soffocata, ma non voleva spostarsi. Stava poggiando la testa sulla sua spalla ed era calma, per la prima volta da quando tutto era iniziato stava bene.
Sentì il suo respiro sfiorarle la mano che aveva a poca distanza dal viso e rabbrividì. Ben portò la propria a poca distanza dalla testa di Rey, poi, scocciato da tutta quell'insicurezza che lo stava tormentando, decise di lasciare che le dita percorressero un tratto fino alla sua spalla, dove si fermò.
Si lasciò sfuggire un sospiro.
-Non è finita, non può. Ho paura, non mi dire che non devo averne, è naturale...no?-
-Lo è, ma promettimi una cosa.- Rey sollevò la testa per guardarlo e fargli segno di continuare.
-Non avere paura di me, questo mi distrugge.- lei lo fissò e restarono così: gli occhi immersi nello sguardo dell'una e dell'altro.
-Tu. Tu puoi distruggermi e odio il fatto di esserne così spaventato.-
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