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Lo fissò in silenzio. In sé, il viso che le stava di fronte non aveva nulla di particolare, era quasi delicato, se non fosse stato per l'intensità dello sguardo sarebbe potuto passare per un un ragazzo qualsiasi, forse anche qualcuno dei mercanti che si aggiravano per l'avamposto di Niima. Ma quello sguardo c'era, e dietro a quegli occhi scuri le sembrava di non poter vedere null'altro se non oscurità e quasi le sembrò di poter cadere al suo interno.
Rey non sembrò dar segno di voler parlare e, di fronte al silenzio ostinato della ragazza, Ren tirò un mezzo sospiro.
-Parlami del droide.- lei deglutì, essere così in soggezione non era da lei.
-..è un'unità BB con driver al selenio e hyperscan vindicator termico, sistema di propulsione giroscopica ad autocorrezione interna, sistema ottico regolato per..-
-Conosco le specifiche, ha una sezione di carta di navigazione transgalattica. E noi abbiamo il resto, recuperato dagli archivi dell'Impero. Ma ci serve l'ultimo pezzo. E, non so come, hai convinto il droide a mostrartelo. Tu. Una semplice mercante di rottami. Come mai?-
Rey distolse lo sguardo. Come poteva sapere cosa aveva visto? Come era riuscito ad entrare nella sua mente? Non voleva che conoscesse nient'altro di lei.
-Lo sai che posso avere quello che voglio.- lei si irrigidì. -Allora non hai bisogno che ti dica nulla.- rispose.
-È vero.- proseguì -Avrei preferito evitarlo. Al contrario di quello che credi, non mi dà alcun piacere. Farò piano, per quanto possibile....ma avrò comunque quel che mi occorre.-
Rey sapeva che provare a resistergli fisicamente sarebbe stato non solo inutile, ma sicuramente molto spiacevole. Pertanto rimase immobile e muta, con le braccia lungo i fianchi, quando lui portò la mano verso il suo volto.
La sfiorò di nuovo, come su Takodana, ma lo vide esitare. C'era qualcosa, Kylo l'aveva avvertito, qualcosa di inaspettato. Mentre Rey si sforzava per respingerlo, Ren superava le deboli barriere che aveva eretto contro di lui e alla fine riuscì a far crollare l'ultimo muro, parlò a bassa voce mentre si avvicinava ancora di più.
-Sei così sola,- mormorò mentre cercava ciò che gli serviva, la mappa doveva essere lì -hai paura di partire.- Un sorriso sottile gli increspò le labbra -...di notte non riesci a dormire...immagini un oceano. Lo vedo...e vedo l'isola.-
Tanto era lo sforzo di Rey di resistere che alcune lacrime presero a scenderle lungo il viso e il proprio respiro le parve essente per alcuni secondi.
-E Han Solo- la voce di lui si fece più cupa -lo vedi come il padre che non hai mai avuto. Non porta a nulla, quella visione. Posso assicurarti che ti avrebbe molto delusa.-
Tutta la rabbia e la paura che aveva trattenuto esplosero quando Rey si voltò e lo fissò negli occhi.
-Sta fuori dalla mia testa.- ma Ren si avvicinò ancora di più, non fisicamente, ma mentalmente, a lei, aumentando la sensazione di impotenza di Rey. -Lo so che hai visto la mappa. È lì dentro. E ora la darai a me. Non avere paura.-
La ragazza non sapeva da dove venisse la forza per sfidarlo, ma parlò di nuovo. -Io non ti darò niente.-
-Vedremo- ribatté Kylo. Chiuse gli occhi, si concentrò e fissò lo sguardo in quello di Rey.

-Sai cosa fare.-
La piccola figura sollevò il capo, ma questa volta non vi era traccia di timore nello sguardo, ora qualcosa di malvagio, di pericoloso, gravava sui suoi occhi.
Si soffermò a fissare le ombre che solcavano il viso di Snoke.
-Sì, la Ribellione cesserà di ostacolarci. La eliminerò.-
Un sorriso appena accennato si creò sul volto di Snoke.
-Non dimenticare Skywalker.-
Hux si lasciò sfuggire un po' di insicurezza nell'espressione e, anche avendola subito riacquistata, gli sembrò di esser schiacciato dallo sguardo del Leader Supremo.
-Nemmeno un Jedi può confrontarsi con la potenza della nostra flotta. Inoltre la sua apprendista è...-
-fuggita, lasciando la vostra nave danneggiata e prima di ciò ha in qualche modo indebolito il mio allievo, portandolo in seguito via con sé. Tuttavia io sento che anche lei è debole, non per questo non ve ne dovrete preoccupare generale.-
-Non saranno un problema.-
La luce scomparve e le tenebre riempirono l'aria, il respiro si fece sempre più forte mentre i passi aumentavano, Hux sapeva, sapeva cosa avrebbe dovuto fare: porre fine agli errori commessi.

-Generale, alcuni vascelli sono atterrati sul terzo pianeta, altri stanno facendo rotta verso di esso. I rilevamenti indicano presenza di attività.-
Hux si voltò verso l'ufficiale, lo sguardo era serio.
-È giusto presupporre che l'Ala-X da noi tracciato in realtà ci abbia condotto verso la destinazione sbagliata.- commentò il comandante Phasma rivolgendo lo sguardo sugli scanner.
Altri vascelli passarono sotto forma di dati sulle console e alcuni ufficiali non poterono far altro se non trovarsi d'accordo con il comandante.
-Faccia rotta verso il terzo pianeta Mitaka, ma invii due vascelli da ricognizione sulla destinazione precedente.-
-Sì signore, subito.- l'ufficiale si avvicinò ad una console e digitò velocemente alcuni comandi.

Freddo, vento, si gelava. Quando mise il primo piede a terra e mosse i primi passi era come non poter più farne altri, il respiro bloccato mentre i polmoni non sembravano voler inspirare e le mani tremavano.
Erano appena tornati e il silenzio sembrava voler divorare tutto, compresi loro.
Passare dal vuoto freddo, ma calmo, dello spazio all'aria gelida e piena di tensione della base sembrava strano ed innaturale, Finn non credeva di star davvero camminando, non riusciva a comprendere cosa stesse succedendo: sembrava che tutto stesse per crollare o per rimanere intatto e la cosa peggiore era che la scelta non sarebbe stata sua, perché non potevano evitare lo scontro, non potevano fare nulla se non prepararsi al meglio ad esso.
Mentre entravano nell'hangar l'ultimo pilota rimasto uscì e lui e Jim furono raggiunti da BB-8, che un po' di fretta e un po' troppo poco chiaramente, si rivolse emettendo qualche suono e fischio a Jim.
-Due navi nel settore 10...vieni BB-8. Finn, torniamo alle navi, credo che ci convenga esser pronti a partire.-

All'interno della nave, seppur tutti i sistemi fossero funzionanti, sembrava di congelare.
Il corridoio era silenzioso, i passi leggeri, ma quella quiete non era altro che finzione, era tutto troppo calmo e Ben sapeva ciò che aveva visto, lo sapeva fin troppo bene, più di quel che avrebbe voluto.
Si appoggiò alla parete metallica e si lasciò scivolare fino a ritrovarsi seduto a terra. Restò fermo, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa sollevata a guardare un punto indefinito di fronte sè, non sapeva per quanto sarebbe rimasto così, ma si sentiva strano, come se il peso che sentiva prima stesse ritornando. E non voleva questo, non voleva che ritornasse, non ora, non adesso, non poteva permetterlo. Piano piano stava di nuovo cadendo, solo che questa volta a cosa si sarebbe aggrappato? Si sentì stupido a tale pensiero, non poteva trascinare nessuno con se, era stata colpa sua, era colpevole di tutto e ora pensava che in fondo non era giusto che si sentisse così, non era giusto che i brividi lo percorressero ogni volta che la guardava, non era giusto che ora si sentisse così forte e così debole contemporaneamente. Aveva paura, molta, le mani tremavano e non sapeva come bloccare la propria mente. Non voleva pensare, ma era inevitabile, i suoi pensieri ricadevano sempre su ciò che aveva fatto, su ciò che lo spaventava, su...di lei.
Prima non comprendeva, ora non ne era sicuro, ma lo percepiva, erano come dei fili sottili che lo comandavano, se anche solo uno si fosse spezzato gli altri non avrebbero potuto reggere il suo peso e sarebbe caduto ancora.

Rey sostenne lo sguardo senza provare a guardare da un'altra parte, anche se sarebbe stata la cosa più logica da fare. Si limitò a guardarlo fisso, senza cedere, senza sbattere le palpebre.
Kylo si bloccò per qualche secondo e cambiò espressione, aveva trovato qualcosa...di interessante. Non l'immagine della mappa, di quella si sarebbe occupato dopo, ora era attirato da ciò che aveva avvertito. Si concentrò su quello che aveva percepito, cercando di individuarlo, di analizzarlo, di... La barriera che incontrò lo fermò di colpo. E fu lui a chiudere gli occhi e a riaprirli velocemente. Non aveva senso...cercò di oltrepassare la forza che gli si era contrapposta, ma senza risultato. Quando Rey aprì gli occhi scoprì di essere entrata nella sua di mente, sbalordita, si trovò attratta da essa, continuò a fissarlo, ma con più sicurezza ora.
-Tu...tu hai paura.- disse ed era certa che quello che diceva fosse vero, lo sentiva -Di non diventare mai forte quanto Darth Veder.-
Ren ritrasse di scatto la mano come se si fosse scottato. Confuso, sconcertato, indietreggiò barcollando. Rey lo seguì con lo sguardo, cosa era successo? Non riusciva a capire, come...come poteva essere riuscita a respingerlo? Perché ora non si sentiva meglio di prima? Perché ora lo guardava e non riusciva più a pensare?
Lo guardò, il suo sguardo ora era....sì, intenso, ma sembrava ferito, lei lo aveva ferito.
Kylo si diresse verso l'uscita e, all'ultimo momento, si fermò sulla soglia. Si rimise la maschera ed uscì.
Nel corridoio, freddo e troppo silenzioso, Ren si ritrovò a respirare a fatica. Era strano e lo fece sentire debole, non sapeva cosa fosse appena accaduto nella cella e ora era incerto sul da farsi, forse confuso.

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