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Si sentì debole, ferito da sé stesso.
Voleva andarsene da lì, lontano da tutto, lontano da lei seppur una parte di lui volesse stringerla implorandola di non andarsene anche lei, dicendole che non poteva sopportare oltre senza lei....che ci teneva a lei, che voleva proteggerla, che non le avrebbe permesso di finire ancora tra le mani del Primo Ordine, che lui......aveva bisogno di lei.
Sentì una goccia colargli lungo il viso, bruciandolo ad ogni tratto di pelle che incontrava, lasciò la presa di uno dei suoi polsi e colpì con forza con il palmo un punto poco distante dalla sua testa, per poi lasciare ferma lì la propria mano, indeciso se prendere a pugni quella superficie di metallo o lasciare che andasse fino al viso di lei, soffermandosi con sguardo perso sui suoi occhi, che ora riflettevano la luce fioca dell'illuminazione danneggiata della nave.
Non fece nulla, Rey prese una decisione più veloce: portò la mano libera fino alla sua guancia, cancellando ogni traccia di lacrime.
Fu colto totalmente di sorpresa dal suo gesto improvviso che seguì. Talmente preso dai suoi pensieri un po' malinconici e contriversi, non si accorse che lei l'aveva attirato a sé, guardato per poco, indugiando su un punto preciso del suo volto, e, spostando la propria mano tra i suoi capelli, li aveva stretti leggermente tra le sue dita e lo aveva spinto verso il suo viso, a contatto diretto delle proprie labbra con le sue.
Si sentì distrutto da ciò, ma eliminò ogni altro pensiero, voleva solo sentire la sua mano afferrargli i capelli e le sue dita a contatto con essi, le sue labbra morbide e fredde, i brividi che pervadevano entrambi.
Strinse la stretta sul suo polso, ma questa volta non avvertì paura da parte sua, piuttosto non riusciva a sentire nulla e contemporaneamente sentiva tutto.
Rey era completamente bloccata, ma non si sentiva in trappola, non voleva scappare. Forse era la prima volta che una specie di scossa la percorreva e voleva provarne una scarica fino alla fine.
Voleva che lui la stringesse di più, mentre avvertiva la sua presa sul polso quasi scottare.
C'era rabbia, dolore, calore, elettricità, tensione e brividi in quel contatto violento.
-Generale!- una ragazza si avvicinò frettolosamente a Leia, sembrava agitata, ma orgogliosa nel portamento, cercava comunque di non dare a vedere di provare un senso di felicità per aver svolto il proprio compito al meglio, ricordò a colei che una volta amava farsi chiamare Altezza cosa significasse esserlo.
-Li abbiamo trovati, abbiamo intercettato alcune comunicazioni del Primo Ordine, le fonti sono affidabili.-
Fu spiazzata da questa notizia improvvisa, non si aspettava che la realtà le si avventasse addosso così presto, non quando aveva così tante preoccupazioni ad occupare la mente.
-Convoca il consiglio, tra un paio d'ore terremo una riunione.- Leia ringraziò la ragazza e si voltò per dirigersi fuori da quella stanza affollata, era stanca di tutte quelle voci e quei rumori, voleva prendersi un attimo di pausa prima di rituffarvisi dentro.
Kylo era in confusione totale.
L'aveva appena sfiorato e poi gli si era avventata contro di sorpresa. Era bastato solo questo gesto ad annullare tutto, a non farlo pensare a qualsiasi altra cosa se non a lei. Sentiva ancora una stretta allo stomaco, ma non sapeva dire se fosse per lo shock di prima, quando si era ritrovato davanti il generale Hux, e per come Snoke era entrato nella sua mente, o per come Rey fosse riuscita a far zittire ogni suo pensiero solo con un contatto.
Ne era attratto, doveva ammetterlo, e non aveva mai provato qualcosa di simile, pensare che inizialmente non immaginava nemmeno di potersi trovare in una situazione del genere. E non era un'attrazione debole, che solo una piccola esitazione poteva distruggere, provava un senso di calma e al contempo di caos quando era con lei, perché lei era l'unica cosa che lo teneva a galla in quel mare di cose insensate, colpevoli, non accettabili, ingiuste e in grado di ferire entrambi che li circondava da quando avevano lasciato il terrore rinchiuso da qualche parte, tenuto a bada da una forza a loro sconosciuta.
Rey si staccò di malavoglia dalle sue labbra, come se non fosse pronta a separarsi da lui, e Ren esitò prima di allontanarsi di poco dal suo volto. Lei voleva parlargli, voleva per una volta dirgli ciò che aveva per la testa, nonostante faticasse a prendere aria nei polmoni.
-Tu non sei solo questo. In te non c'è solo rabbia e...dolore, io lo sento. C'è del bene in te. Quel potere che hai ha la forza di distruggerti, ma quando sarai vicino alla fine ricordati che sei in grado di rialzarti e che, in qualche modo, io ci sono.- gli sussurrò.
Kylo chiuse gli occhi, non volendo ascoltare, gli sembravano false quelle parole, era convinto che non ci fosse nulla a parte odio dentro di sé fino a quando, qualche giorno prima, tutto aveva iniziato a cambiare, e ora non sapeva cosa pensare di sé stesso.
-Tu non capisci. Per quanto l'universo diventi cattivo tu non vuoi combatterlo, tu vuoi farne parte nonostante tutto. Ti ammiro per questo, ma non so se io ho la tua stessa forza.-
I suoi occhi erano chiusi, non voleva essere giudicato ancora per la propria debolezza, non voleva guardarla ed essere imprigionato nei suoi occhi, nelle sue guance arrossate, nei suoi capelli scompigliati che ricadevano a ciocche ai lati del suo viso e alcune direttamente su di esso, ma era già stato catturato da tutto ciò, la stava già fissando e non sapeva come distogliere lo sguardo.
-Da quando ti sei mostrato per ciò che sei il mondo ha cercato di sopprimerti. È ora che tu ti senta libero da questo peso.-
Kylo abbassò gli occhi sul suo petto che si alzava ed abbassava a ritmo irregolare, anche lui faceva fatica a respirare.
-Guardami.- lo vedeva stanco, voleva aiutarlo in qualsiasi modo.
-Ben, guardami.-
Quel nome, non lo sentiva da tanto tempo pronunciato in quel modo, la sua voce era delicata e sembrava aver timore nel dirlo e infatti Rey era tesa. Era...strano che lei lo avesse detto, tuttavia non gli dava fastidio che lei lo usasse per chiamarlo.
La sua mano, ancora vicino al volto di Ren, lo obbligò a sollevarlo abbastanza perché lo potesse vedere in faccia.
-Era nella mia mente, Snoke, non..non so cosa mi sia preso...io non ti ho visto, se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato. Sarebbe stata colpa mia.-
-No, non tua, è Snoke, sta cercando di distruggerti. Tu puoi combatterlo.-
Lasciò andare il suo polso, che ricadde lungo il fianco di lei a peso morto, come se si sentisse intimorita e spaventata da lui, cosa che fece affondare ancora di più il coltello nel cuore di Kylo.
-Mi aiuterai?- le parole si persero nell'aria fredda, come un soffio sulla pelle di Rey, che strinse il tessuto dei vestiti per eliminare la tensione che sentiva percorrere ogni centimetro del suo corpo.
Era la seconda volta che lo chiedeva e temeva di farle del male anche solo pronunciando la domanda.
-Sì.-
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