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Aveva le mani intorpidite dal freddo che si stava piano piano espandendo nei corridoi della nave.
Non le piaceva la sensazione di congelamento che stava provando, probabilmente il sistema di regolazione termica interna della nave era danneggiato.
Si prese due secondi per osservarlo ora che tutto era calmo, almeno in apparenza.
Sentiva di poter capire ciò che provava. Avvertiva la lotta che era sempre stata presente in lui: in parte buono e in parte cattivo.
Era instabile, in effetti non aveva mai pensato alla sua storia, cosa lo aveva portato fin lì? Cosa era riuscito a far breccia? Cosa, ancora prima, l'aveva condotto al Lato Oscuro?
Si chiese cosa avesse vissuto, cosa avesse provato quando da giovane si era ritrovato con simili poteri, con due genitori totalmente assenti, con i propri programmi, entrambi egoisti. Lui era un uomo perso nel mondo in cui era stato cresciuto, e si sentiva abbandonato da chi avrebbe dovuto amarlo. Rey pensò che si fosse sentito arrabbiato per questo, era evidente che portasse rancore, ma non era tutto frutto di un'infanzia infelice, Snoke lo aveva preso di mira, sapendo dei suoi poteri, e lo aveva voluto come alleato. Lo aveva osservato, i suoi genitori non erano stati presenti per guidarlo, ed era stato catturato da quella forza malvagia che anche ora minacciava di attaccare.
Doveva essere stata difficile per lui, ogni cosa doveva esserla stata.
Gli dovevano essere passati per la testa mille pensieri, poi svaniti del tutto quando si era ritrovato di fronte ad Han, suo padre.
Era stato pieno di difficoltà quel momento, lo sapeva, pur non avendo avuto accesso alla sua mente. Han era andato incontro al suo destino. Era necessario? Una parte di lei ne era stata danneggiata, forse ne aveva sofferto più lui in fondo.
Il Lato Oscuro della Forza era emerso del tutto, lo aveva percepito. Si sentì girare la testa, cosa stava succedendo? Avvertì come un'ombra passarle attraverso e quando riaprì gli occhi si sentì stordita, diversa da ciò che provava prima, indebolita in un certo senso, ora era inquieta perché era come se ci fosse un'altra presenza, nascosta tra le pareti d'acciaio che li circondavano.
Era rimasta incantata a fissarlo, pensando esclusivamente a lui. Solo in quel momento si rese conto della situazione in cui entrambi si trovavano: su un pianeta di ghiaccio, feriti e con la nave danneggiata.
Un movimento la portò fuori dalla sua riflessione. Era stato veloce: una semplice inclinazione della testa come segno di vita.
Quando vide i suoi occhi li fissò come se fossero bloccati verso la sua direzione. Erano scuri, ma sembravano, almeno dai riflessi, più vuoti, forse non li vedeva bene, si disse Rey.
Le rivenne in mente la sua figura tra gli alberi oscuri e la luce soffusa e fredda che veniva riflessa dalla neve quando si trovava sulla base Starkiller.
Tutto le pareva avere un senso allora, aveva visto ciò che poteva fare e l'aveva conosciuto.
Era stato il suo primo confronto con lui, ma anche una specie di lotta con sé stessa, con quella sua parte che era rimasta nascosta per anni. Quella foresta era un posto bellissimo, aveva pensato a questo vedendola per la prima volta, ma era stato un pensiero veloce, fuggitivo.
Sentiva freddo come adesso, ma lì aveva provato la sensazione dei brividi che la neve le dava ad ogni fiocco che la sfiorava, però era comunque consapevole che in quel momento ogni suo pensiero era volto verso il suo avversario, che sembrava adattarsi benissimo all'atmosfera cupa che si era creata.
Era stato tutto surreale finché non aveva dissepolto ciò che era veramente, aveva sentito l'adrenalina crescere e la Forza che la circondava.
Aveva sentito anche la paura che Finn aveva provato prima, era strano pensare che lei non ne provasse, non in quel momento.
Aveva però provato anche una forte rabbia verso Kylo Ren e si sentiva in colpa, perché era un'emozione proibita per un jedi.
Era successo qualcosa di molto potente, sapeva che Kylo aveva sentito chiaramente la sua forza.
Era stata lei a rimanere in piedi per ultima quel giorno.
Si trattava di cercare qualcosa che all'inizio non conosceva, era stato come riscoprire ogni cosa da capo e ora che aveva imparato quasi tutto si sentiva strana, forse incompleta, sì, perché mancava qualcosa, anche se non riusciva a darle una forma sapeva che mancava.

Erano rimasti lì, tra i rottami di qualche paratia saltata, per alcuni minuti, poi Kylo si scrollò dai capelli la polvere e i detriti più piccoli che vi erano finiti, Rey lo osservò in ogni movimento fin quando anche lui prese a guardarla.
-...non so bene cosa sia successo, probabilmente un sovraccarico, la nave stava precipitando. Ho cercato di fare un atterraggio di emergenza, penso che senza alcuni pezzi di ricambio non si possa ripartire.. oh!- un'altra fitta la costrinse a stringere la presa sul tessuto leggero che indossava.
La guardò preoccupato.
-Non avresti dovuto alzarti.-
-Dovevo, o adesso non sarei qui a parlarti.- l'immagine del suo corpo fermo tra i resti della nave passò come un brivido nella mente di Ren, che fece di tutto per scacciarla.
Aveva un'espressione stanca, la mano con cui si stringeva la vita stava tremando, ma lei era ...credeva di essersi sbagliato a pensare così, ma era ...non sapeva come descrivere la confusione che aveva nella mente. Si tirò su e si mise a sedere, erano a poca distanza l'uno dal volto dell'altra.
Istintivamente Rey avrebbe voluto alzarsi, ma, a parte la ferita che, ora più di prima, la costringeva a star ferma, si sentiva bloccata in quello scambio di sguardi, come se i loro occhi stessero cercando di affogarsi gli uni negli altri.
Quasi non si accorse della mano di lui che si stava sollevando, ma non appena sentì il contatto freddo della sua pelle con il suo palmo rabbrividì di colpo e avvertì come una scossa percorrerla.
Provava una sorta di energia che la faceva sentire a disagio e contemporaneamente sentiva di voler restare lì, vicina a lui, anche se la sua mente le urlava di allontanarsi.

Involontariamente si era avvicinato, si bloccò appena prima di sfiorarle il naso con il proprio.
-Come ti senti?- aveva sussurrato la domanda, forse pensava che parlare con un tono più alto sarebbe stato inappropriato.
Vide i suoi occhi restare fermi per qualche istante, come incantati, poi gli rispose.
-Non bene.- la sua voce era debole, faceva fatica a pronunciare ogni singola parola.
Anche lui stava male, si sentiva in colpa per come si sentisse lei. Cosa sarebbe successo se non avesse fatto nulla? Probabilmente sarebbero ancora su quella nave, lei prigioniera e lui comunque circondato da sbarre invisibili. Si chiese se anche lei ci avesse pensato a come fosse cambiato tutto.
La mano che aveva appoggiato sulla sua guancia sembrava scottare e provò l'istinto di ritrarla, ma non lo fece. Invece continuò ad osservarla, anche se era visibilmente debole, lui non vedeva una ragazza che stava per essere sconfitta, sapeva che non poteva essere sconfitta e, se mai fosse esistita o esistesse qualcosa in grado di tale effetto, non ne era a conoscenza.
Nessuno può essere veramente distrutto in fondo, questo lo sapeva bene, meglio di altri forse.
Adesso l'avvertiva anche lui, come una strana energia che li circondava.
Fu più un gesto istintivo che altro, che sorprese entrambi come se all'improvviso fosse esploso un altro condotto e l'onda d'urto dell'esplosione li avesse spinti a terra.
Annullò ogni distanza e si spinse in avanti. Le sfiorò le labbra con il proprio respiro, bollente nel gelo in cui si trovavano, trovò strano il fatto che lei non facesse nulla per impedirglielo o ...forse per fare tutto il contrario delle possibili sue reazioni che riusciva ad immaginare in quel momento.
Cosa stava facendo? Era privo di ogni logica, ogni suo movimento lo era. Provò un'incredibile desiderio di attirarla a sé e imprigionarla in modo che non potesse fuggire. Si limitò a porre fine al via vai che aveva per la testa e si sporse ancora di più, in modo che le loro labbra si toccassero, ma che comunque non fossero del tutto unite.
La sentì tremare più di prima e rivolse uno sguardo veloce ai suoi occhi, ora chiusi, provò una vena di dispiacere, forse avrebbe voluto vedere cosa vi si stava accumulando: probabilmente confusione, come ora stava succedendo a lui.
Non resistette oltre, fece scivolare la mano più indietro, vicino al suo collo, freddo al primo tocco, e rimase stupito ancora. Fu Rey a spingersi in avanti, rischiando di farlo ricadere di schiena a terra.
Si sentì affogare inizialmente, come se quel suo gesto l'avesse stordito, ma poi, come se avesse ripreso a respirare, strinse la stretta sulla sua nuca e con l'altra mano le circondò la vita delicatamente, non volendo farle male, e la spinse leggermente verso di sé.

Con la confusione in testa per ciò che aveva appena fatto, Rey cercò di zittire ogni pensiero, almeno per una volta non voleva pensare.
Dapprima fu stupita, poi passò ad una via di mezzo tra la voglia di scaravertarlo contro la parete e quella di prenderlo a schiaffi per poi permettergli di farlo di nuovo.

D'un tratto qualcosa non andava, Rey si irrigidì e cercò di allontanarsi debolmente dalla sua stretta. Kylo non capiva, ma non ci fu bisogno di chiedere o anche solo di rivolgerle una domanda muta con lo sguardo. Rey sollevò la mano con cui stringeva il tessuto dei propri abiti. Era rossa, di un colore acceso che in quel momento la terrorizzò.
Sentì come se qualcosa la stesse colpendo alla testa e dovette aggrapparsi ad un cavo che pendeva dal soffitto per non cadere malamente sui detriti che li circondavano.
-Rey, Rey guardami. Cerca di rimanere sveglia, ok?-
Ren si impose di connettere ogni suo pensiero alla realtà e cautamente mise un braccio sulla schiena di lei, poco più su della vita, e l'altro lo portò attorno alle sue gambe, per poi sollevarla.

Finn si diresse a passo svelto verso la sala comando, il più delle volte utilizzata come luogo di riunione dei vari capi delle divisioni della Ribellione.
C'era un gran via vai di persone, vide alcuni suoi compagni di missione consegnare delle schede-dati ad alcuni tecnici, probabilmente un resoconto approssimativo dell'operazione dal punto di vista tecnico.
Il rapporto vero e proprio sarebbe stato discusso più tardi, con il Generale Organa e alcuni altri membri del consiglio.
Ora che osservava bene la scena notò che Leia non c'era nella sala, avrebbe dovuto aspettare per parlarle.
Si sentiva bene, fisicamente era tutto ok a parte qualche graffio o livido, ma a livello mentale si doveva sforzare di mantenere il controllo. Era arrabbiato, irritato dal fatto che fosse stato così vicino a lei senza poter far nulla.
BB8 gli si avvicinò bippando felice di rivederlo, C-3PO lo stava seguendo e appena vide Finn iniziò a parlare di come avesse cercato inutilmente di tenere a bada il piccolo droide bianco e arancione, che non aveva fatto altro se non scorrazzare da una parte all'altra della base portando dati di continuo al Generale.

Luke era intento a guardare la scena da lontano, in piedi vicino alla sorella; le navi che stavano atterrando facevano da sfondo alla sera che stava per cominciare, preceduta dal tramonto che, stranamente, pareva lento e freddo in quel panorama così caotico.
-Cosa credi che succederà ora?-
Non sempre poteva rispondere a domande del genere, ma sapeva che doveva dirle qualcosa.
-Aspettiamo, per ora posso solo dirti che presto Rey avrà bisogno di aiuto, ma bisogna che si stia attenti, spesso ciò che si aspetta arriva sotto forme diverse e inaspettate da ciò che si immaginava, si deve semplicemente esser pronti. Non credere che ora, con una semplice fuga, sia in salvo, il Lato Oscuro è sempre esistito come un'ombra dietro di lui, non può combatterlo per sempre, non se si ritrovasse ancora solo, come all'inizio, quando era poco più di Rey: un ragazzo pieno di pensieri confusionari sempre alla ricerca di risposte, trovate nelle persone e nelle scelte sbagliate.-

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