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Era fragile , ogni cosa intorno a loro sembrava fatta di cartapesta.
La porta era aperta. In quel momento, se avesse voluto scappare, sarebbe potuta uscire senza alcuna resistenza dalla stanza e dirigersi all'hangar.
E dopo cosa avrebbe fatto? Non sapeva nemmeno in che sistema si trovassero. Cosa avrebbe provato a lasciarlo solo? Non si sentiva in grado di farlo.
Ed era consapevole del fatto che ora lui costituiva un pericolo forse ancora più grande di prima.
Non le piaceva il fatto di essere così vulnerabile, soprattutto perché provava una strana sensazione, come un brivido, ogni volta che avvertiva il petto di lui contro il proprio alzarsi e abbassarsi ad ogni respiro.
Tutto era rimasto fermo, dal corridoio non provenivano rumori di alcun genere, nulla, solo il silenzio.
Ma c'era qualcosa che non andava, entrambi lo avvertivano, come se fosse in agguato e aspettasse solo il momento giusto per balzargli addosso.
Kylo non riusciva ancora a realizzare: era debole, stanco, ma stava bene, era come se stesse meglio in un certo senso.
Prima si sentiva piano piano consumare da quella forza troppo insistente, che non voleva altro se non sfruttarlo fino alla fine, ora non c'era più nulla, il vuoto era scomparso e provava una strana energia, non più pesante, ma la avvertiva intorno a sé come aria, vitale per sopravvivere.
Impercettibilmente Rey sentì una stretta più forte di prima, ma durò poco, perché subito dopo lui riportò le braccia lungo i fianchi e si separò da lei.
Era tardi, seppur poteva non sembrare, molti dell'equipaggio erano nei propri alloggi.
Solo un paio di soldati sorvegliavano l'entrata del ponte di comando e così ogni accesso a tutte le sezioni più importanti della nave.
Hux era stanco, ma ciò non si notava sotto l'espressione seria.
Continuava a tenere sotto controllo i sensori a lungo raggio, si aspettava un incursione della Resistenza da un momento all'altro. Non aveva mancato di chiedere e controllare i rapporti sulle riparazioni e ora, con la sala comando mezza vuota, aveva la sensazione che gli fosse sfuggito qualcosa di importante.
-RN-6530, controlli la plancia fino al mio ritorno, contatti il comandante Phasma e le dica di raggiungermi in sala riunioni.-
-Certo, generale.- il soldato era nervoso all'idea di dover svolgere quei compiti così facili. Lì, su quella nave, come su qualunque altra della flotta, contava esclusivamente servire il Primo Ordine e non ci si poteva permettere sbagli, neppure i più piccoli venivano tollerati.
Quando il generale Hux raggiunse la sala riunioni aveva già in mente un problema, qualcosa di molto importante, di molto difficile da risolvere.
Ma dopotutto era di vitale importanza per sé e per il Leader Supremo, doveva riuscire in ciò che gli aveva affidato a qualsiasi costo e ciò comportava molta discrezione in ogni sua mossa.
-Non farlo. So che vorresti distruggere ogni cosa di fronte a te in questo momento, ma non lo fare.- per la prima volta da quando la conosceva nella voce di Rey non c'era odio, né rabbia nei suoi confronti, ma essa tradiva la preoccupazione per lui che stava provando.
-Cosa devo fare? Dimmelo, perché io non so cosa dovrei fare.-
Ren stava indietreggiando verso l'uscita, forse per scappare?, ma si ritrovò contro la parete fredda di metallo della cella che non faceva altro se non aumentare il suo senso di disagio. Non perché improvvisamente tutto ciò in cui credeva, l'intero suo mondo, gli era crollato davanti agli occhi, ma perché una semplice mercante di rottami, per caso divenuta un jedi, era riuscita a salvarlo dalle macerie che gli stavano cadendo addosso.
Tutto d'un colpo la stanchezza di quei tre giorni cadde su Rey. Aveva mangiato poco di quello che ogni sera gli veniva portato, non aveva praticamente dormito più di quattro ore a notte e adesso si sentiva distrutta da tutto, a partire dalla persona che le stava di fronte con espressione confusa.
Poi, come se si fosse ripreso da uno shock, Kylo fece qualche passo verso destra, dove aveva lasciato la maschera, e la raccolse. Non gli piaceva più toccarla, era diventata fredda, troppo fredda, e gli sembrava più pesante di prima, ma sapeva di doverla ancora indossare.
-Che cosa mi sta succedendo? Cosa stai facendo? Spiegamelo.- il fatto era che non lo sapeva nemmeno lei cosa avesse fatto, sapeva solo che doveva farlo. Forse c'era una risposta, ma le sfuggiva continuamente.
-Io....io non lo so.- si limitò a dire prima che lui facesse qualche passo lento verso la porta per poi soffermarsi sulla soglia.
Rey lo fissava, indecisa su cosa fare: poteva restare ferma e aspettare che lui decidesse di restare o di andare per poi tornare, sapeva che sarebbe tornato.....oppure poteva afferrargli un braccio e costringerlo a fare qualcosa, qualsiasi cosa, per aiutarla e aiutare sé stesso.
Prima che potesse valutare le due opzioni lui era già sparito, lasciando che il freddo invadesse la stanza e che Rey si sentisse male per come non riuscisse a spiegare tutto ciò, come se non trovasse una risposta logica a tutte le domande che aveva in testa.
Finn era impaziente, non se la sentiva di dover aspettare ancora un giorno. Era notte fonda ormai e nessun suono proveniva oltre le porte dell'hangar. Così stava seduto sul bordo del Falcon, non voleva dormire, gli sembrava qualcosa di egoista da parte sua verso Rey. Era preoccupato, lo era da quasi tre giorni e pensare ad un letto comodo, mentre Rey poteva benissimo esser ferita o peggio, gli sembrava ingiusto.
Finn scese vicino alla luce proiettata dai sistemi interni del Millennium Falcon.
Era una notte fredda, si congelava alla base. Si sentì Improvvisamente percorrere da un brivido visto che indossava una semplice giacca di pelle sopra il tessuto della tuta.
Quasi non se ne ricordava, non voleva ricordarlo, ma quella giacca apparteneva a Poe.
Un'improvvisa malinconia iniziò a pervaderlo, ma non poteva guardare il passato ora che c'era tanto a cui pensare nel presente.
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