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Era spaventata.
Doveva ammettere a se stessa di non saper che fare, non aveva pensato ad un piano alternativo dopotutto.
Doveva solamente pensare a badare ai suoi amici, a nient'altro, ed era ciò che aveva fatto, dall'inizio alla fine della missione.
Il piano era semplice: introdursi nella memoria centrale della nave di Kylo Ren, prelevare alcuni dati importanti e fuggire, tenendo pur sempre conto di alcuni imprevisti, come combattimenti corpo a corpo e blocchi improvvisi delle porte. Solo che questo non era previsto, non era previsto il fatto di essere traditi e di ritrovarsi alle strette con i tempi e con le scelte. Erano a pochi passi dal Millenium Falcon, ormai ce l'avevano fatta, pochi metri e sarebbero stati tutti in salvo, diretti verso casa.
Questo non successe, lo avvertì prima di vederlo, sapeva che era lì, lo sentiva, ma erano state chiare le informazioni ricevute: era ferito, debole, non poteva combattere, almeno non per il momento. Ma erano false, tutte bugie, solo per attirarli nella trappola, tutte bugie ben architettate, lo capì subito.
Una stretta allo stomaco l'aveva bloccata, aveva visto i suoi compagni dirigersi arretrando verso l'entrata della nave, lei al contrario era rimasta pietrificata sul posto, probabilmente loro non se ne erano accorti di lui, come potevano saperlo?
Li aveva sentiti gridarle di iniziare a correre -Scappa Rey! Corri! Cosa fai?!- , era suo dovere eseguire gli ordini, ma sapeva fin troppo bene che se lei si fosse voltata e avesse lasciato il suo posto loro sarebbero caduti, uno alla volta, rendendo inutile tutto ciò che avevano fatto fin'ora, e lei non voleva vedere altre persone svanirle davanti.
Si girò per pochi istanti.
-Andate! Non mi aspettate.- aveva urlato. Finn la guardò senza capire. Cosa stava dicendo? Ormai erano arrivati alla fine della missione, cosa le stava succedendo?
-Cosa stai dicendo?! Sbrigati Rey!-
No no no, non c'è più tempo, Finn muoviti, vai sulla nave, torna alla tua casa; pensava prima di ammettere l'errore su cui si basava la loro missione.
-Lui è qui! Non ce la farete se non lo tengo occupato!-
Gli occhi di Finn non erano mai stati più pieni di sorpresa e odio fino a quel momento.
-Ci hanno mentito!-
I colpi delle armi continuavano a sentirsi, i soldati senza volto, di cui Finn era stato parte, si stavano avvicinando, ma cercavano sempre di tenere una distanza da Rey, sapevano cos'era, e la temevano.
Erano quasi tutti a bordo della nave ormai, mancavano solo loro due, o meglio, mancava solo Finn. Rey ormai sapeva di non poter far più nulla per sé e per i suoi amici se non restare lì, a proteggerli per un'altra volta ancora.
Dapprima calò il silenzio, le armi smisero il loro incessante rumore, il volto di tutti diventò serio di colpo.
Poi si sentirono passi leggeri, ma allo stesso tempo pesanti, provenire dal corridoio di destra.
I soldati in divisa bianca si schierarono dalla parte opposta.
-Finn- lo fisso negli occhi e si concentrò -ascoltami bene: ora tu ti girerai e salirai sulla nave, non voltarti indietro per nessun motivo, dii agli altri di partire, spiegherai loro dopo perché sono rimasta.- Come un'automa Finn si voltò e prese a correre verso la nave, i dati rubati stretti in mano, non si girò, neanche per dirle addio, Rey sapeva che non poteva farci nulla, lui sarebbe rimasto, ne era convinta, era anche consapevole del fatto che non si sarebbe mai perdonato di averla lasciata lì, sola, contro la propria volontà.
La nave stava decollando, tra pochi secondi sarebbe uscita dall'hangar.
Si concentrò su ciò che aveva davanti.
Era lì, di fronte a lei, non indossava la maschera, come l'ultima volta che l'aveva visto, l'ultima volta che l'aveva visto uccidere una persona, non una qualunque, suo padre, senza alcun rimorso, almeno in apparenza.
Sentì uno spostamento d'aria dietro di sé e sussurrò un -Addio- prima che lui incontrasse il suo sguardo, pieno di orrore, di paura, era sola ora, non lo era stata da molto tempo e la sensazione era come se la ricordava: orribile.
Lui, d'altra parte, sembrava sollevato dal rivederla, ma ciò era per un certo verso occultato dalla soddisfazione di esser riuscito a metterla in trappola, glielo si leggeva negli occhi.

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