Cap.3
La mattina poco dopo l'alba, dopo una sciacquata sommaria a causa della fila al bagno e soprattutto della temperatura dell'acqua, un caffè terribile ma corroborante, tutti si separarono e si salutarono come vecchi amici, seguendo i diversi sentieri e i diversi gradi di difficoltà delle vie*.
Nick e Silvia andarono a destra verso la via del Sasso appoggiato, ma oltrepassarono la falesia* e con curiosità lei chiese come mai stavano cambiando i programmi, Nick sorrise e le disse guardandola con quegli occhi furbi:
<<Facciamo prima un'altra cosa, poi torniamo indietro, tranquilla che oggi arrampichi>>, lei non capiva ma accettava di farsi fare da guida.
Saltarono altri settori di monotiro* e proseguirono per 15 minuti nella natura fino a trovarsi difronte al gigante calcareo che lei aveva sognato di superare. A quella vista lei si bloccò sul posto senza andare né avanti né indietro, bloccando il passo anche agli alpinisti che la seguivano sul percorso stretto.
Il sorriso che le si aprì sul viso riempì di gioia l'amico, che a distanza di anni lo avrebbe ricordato ad ogni uscita e rimpatriata. La ferrata fu completata con la tranquillità tipica di quelle cose che si fanno godendosele, sapendo che non sarebbe ricapitato presto di poterla rifare. Gustandosi ogni passo, ogni rinvio* e ogni presa di riposo*, Silvia arrivò finalmente sulla cima, con un sorriso ormai tatuato sulle labbra.
Con l'entusiasmo come se avesse scalato l'Everest e stringendo la mano di Nick, lei lo ringraziò con gli occhi e cominciò a fotografare quel panorama a testimonianza dell'impresa. Saltandogli al collo lo abbracciò quasi soffocandolo dalla gioia e all'orecchio gli sussurrò:
<<Grazie Nick per questa sorpresa, mi hai fatto un gran regalo...>>, <<...ma se ti ribecco a toccarmi il culo mentre dormo la prossima via te la faccio aprire con i denti>> e sorridendo gli diede un bacio con lo schiocco su una guancia, mentre un Nick imbambolato sapeva bene che lo avrebbe fatto.
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