Le streghe di Darkville
Autore: Larithil
Pacchetto: Streghe - Scherzetto! Cita la frase "noi siamo gli stranieri/i clandestini" presa da "Notre Dame de Paris"
Un nuovo rito della setta delle streghe dal sangue nero sta prendendo vita; sono morti circa dieci abitanti nella città di Darkville.
Phoebe stringeva il grimorio fra le mani mentre percorreva la strada sterrata verso il bosco. Stava correndo, era in ritardo e la Somma Sacerdotessa non amava chi era in ritardo. L'ultima strega che aveva ritardato era stata mandata in un'altra dimensione e lei non voleva fare la sua stessa fine.
Il lungo vestito nero continuava ad impigliarsi ai rami degli alberi, che sembravano volerla ostacolare e rallentare. «Dannazione.» Mormorò quando un ramo le ferì una guancia. Sfiorò il graffio con una mano sentendo piccole gocce di sangue scenderle lungo il collo. «Bè, è una cerimonia del sangue, sarà utile.»
Quando arrivò, per fortuna le streghe non si erano ancora messe in cerchio, coprì il volto con la velina nera e si avvicinò ad un gruppo di giovani iniziate.
«Ben arrivata, Tempesta Scarlatta.» Era così che Phoebe era conosciuta nella congrega. «Sei riuscita ad arrivare in tempo, questa volta.» Le altre novizie ridacchiarono. «Il gatto non ti ha trattenuto con una delle sue solite filippiche.»
Phoebe non rispose, non voleva rovinarsi quell'importantissima momento: la cerimonia di Samhain era la sua preferita e quell'anno, sarebbe stata iniziata alla magia della morte. Tutto l'apprendistato era stato molto duro, aveva dovuto studiare molto e le prove erano state molto difficili: molte delle morti avvenute a Darkville erano avvenute grazie a lei, alcune sembravano naturali, altri erano stati incidenti. Phoebe era più orgogliosa dei primi, anche perché i secondi avevano portato molta attenzione sulla congrega del Sole Nero e la Somma Sacerdotessa non era stata molto contenta al riguardo.
Il giorno prima aveva incontrato a Darkville tre ragazzi, dovevano avere più o meno diciotto anni, e le avevano domandato delle strane morti avvenute in città. «Sai noi siamo gli stranieri, veniamo dalla Germania, ma abbiamo sentito dei strani casi avvenuti qui in città. Si dice che ci sia una congrega di streghe nere che uccide per ingraziarsi Satana.»
Lei aveva semplicemente sorriso e detto che erano tutte sciocche superstizioni, ma quando l'aveva detto alla Somma Sacerdotessa, aveva deciso che questi ragazzi sarebbero stati la sua prova finale: doveva eliminarli tutti in una volta e farlo sembrare un incidente. Certo pochi avrebbero creduto all'incidente, ma i cittadini avrebbero ricevuto il messaggio: mai mettersi contro la congrega del Sole Nero.
Si avvicinò al cerchio di pietre, attorno al quale c'erano dei leggii, per questa importante cerimonia, la Somma Sacerdotessa aveva permesso di tenere i grimori. C'era un leggio all'esterno del cerchio, quello era di Phoebe. Posò lentamente il grimorio e l'aprì. Le pagine di pergamena erano riccamente decorate e scritte con una scrittura piccola e elegante.
Lentamente le altre streghe si avvicinarono al cerchio e ci entrarono, lasciando uno spazio per Phoebe. La Somma Sacerdotessa si posizionò di fronte all'altare dando le spalle alle streghe. La sua voce era bassa, tanto che ogni minimo fruscio la nascondeva, ma quando iniziò a cantare tutto sembrò congelarsi: la natura si acquietò e le streghe iniziarono a intonare la stessa nenia.
«Oggi, nella notte di Samhain del 1881 avremo l'onere e l'onore di accogliere una Strega della Morte, evento assai raro. La congrega del Sole Nero è stata benedetta da questo avvenimento e sarà colei che onorerà il nostro legame con il nostro e unico signore.» La Somma alzò le mani verso il cielo. «Che la Strega della Morte intoni la nenia dedicata al nostro signore.»
Phoebe attese qualche istante prima di iniziare a cantare, non aveva bisogno del grimorio per ricordarsela, ma la sua sola presenza la faceva sentire sicura. Quando terminò si inginocchio chinando il capo verso il suolo con gli occhi chiusi. Posò la mano sinistra a terra e pronunciò un ulteriore frase.
«Ora alzati Strega della Morte, osserva le tue compagne e chiedi loro il permesso di accedere al cerchio.»
Era il momento che temeva di più, sapeva quante delle sue compagne di congrega la odiavano e non la volevano all'interno, poi quando era stato scoperto che era una delle leggendarie Streghe della Morte l'invidia aveva iniziato a serpeggiare: molte altre avevano sempre desiderato quel ruolo, ma nessuno, al momento, si era rivelata una di esse, ma Phoebe era sempre stata diversa dalla nascita.
«Io Tempesta Scarlatta, chiedo a voi il permesso di entrare nel cerchio e di prendere il mio ruolo di Strega della Morte all'interno della congrega del Sole Nero.» Ci fu una lunga pausa prima che le streghe iniziassero a dire di sì. Sapeva che una di loro le avrebbe chiesto una prova, ma non si aspettava che fosse una delle sue migliori amiche.
«Io Ramo Avvelenato chiedo a te, Tempesta Scarlatta, una prova per dimostrarci che tu sei veramente una delle leggendarie Streghe della Morte della profezia. Ti chiedo di uccidere i tre stranieri che sono arrivati a Darkville qualche giorno fa.»
«E sia.» La Somma Sacerdotessa rispose al posto di Phoebe. «Tempesta Scarlatta sei pronta a portare a termine la prova che Ramo Avvelenato ti ha chiesto?»
«Sì Somma Sacerdotessa, sono pronta: ucciderò i tre ragazzi che hanno osato venire a Darkville e domandare sulle dieci morti sospette. Dimostrerò che rimanendo qui, sarò in grado di uccidere i tre ragazzi. Nessuno può indagare o ostacolare la congrega del Sole Nero e chi oserà farlo sarà severamente punto: la morte.»
Due streghe portarono uno specchio all'interno del cerchio, lo posizionarono in modo che ogni strega potesse vedere: al suo interno apparve la piazza principale di Darkville, i tre ragazzi stavano uscendo da un ristorante per salire in macchina. Non si udivano le voci, ma stavano parlando animatamente quando partirono.
Nessuna delle streghe parlò, ma sapevano bene che si stavano dirigendo verso il bosco, evidentemente qualcuno del paese aveva parlato, se Tempesta Scarlatta era veramente una delle Streghe della Morte se ne sarebbe occupata più avanti.
La macchina andava molto piano, sembrava cercassero qualcosa, ma Phoebe sapeva esattamente dove doveva agire per far sì che tutti e tre morissero sul colpo. La ragazza teneva gli occhi chiusi e le mani rivolte verso terra. Sentiva il flusso dell'energia e sorrideva. Era nervosa mentre attendeva, sentiva le mani tremare, ma cercava di mantenere il controllo, anche perché, al contrario delle sue compagne, sentiva tutto quello che i tre stavano dicendo.
Parlavano della congrega: dicevano che erano dodici streghe più la Somma Sacerdotessa, che era una congrega ereditaria, e solo le donne erano ammesse, gli uomini che provavano ad entrare erano scomparsi misteriosamente.
Phoebe poteva sentire l'eccitazione nella loro voce. Mosse appena le dita e dai polpastrelli iniziò ad uscire una luce verde acido. Sorrise mentre indirizzava la luce verso il terreno, per poi guidarla verso il ponte di sassi, sapeva che sarebbero passati di lì, non c'era altra strada che potessero percorrere. Le altre strade erano state ostruite da loro in modo che ci potesse essere solo una via d'ingresso.
La macchina si fermò prima di salire sul ponte, uno dei ragazzi uscì e iniziò a percorrerlo fermandosi quasi a metà ponte, si girò verso la macchina e annuì. Attese di essere raggiunto prima di salire. La macchina non fece in tempo a ripartire che il ponte crollò. L'auto fu travolta completamente dai sassi, così come i ragazzi che morirono sul colpo. Dal precipizio non si vedevano che massi e, per i cittadini, sarebbe stato difficile recuperare i sfortunati ragazzi: sarebbe stato un perenne monito per tutti loro.
La Somma Sacerdotessa volse lo sguardo verso Phoebe e parlò. «Tempesta Scarlatta ha dimostrato di essere una delle Streghe della Morte, i cuori dei giovani non battono più. Qualcuno ha ancora dubbi?» Attese qualche istante prima di riprendere a parlare. «Tempesta Scarlatta, io, Somma Sacerdotessa ti nomino prima Strega della Morte della congrega del Sole Nero. Aprite un varco.»
Una delle streghe anziane, dopo aver pronunciato una formula, aprì un varco. Attese che Phoebe entrasse nel cerchio prima di richiudere il varco.
«Avvicinati e inginocchiati.»
Phoebe percorse le breve distanza che la divideva dalla Somma Sacerdotessa e si inginocchiò di fronte a lei chinando il capo.
La Somma Sacerdotessa prese una spada dall'altare e la posò sul capo di Phoebe. «Io, Somma Sacerdotessa della congrega del Sole Nero, ti consacro Strega della Morte, giuri fedeltà alla congrega e, soprattutto, giuri completa fedeltà al nostro signore?»
«Sì, io giuro completa fedeltà al nostro signore e alla congrega.»
«Giuri di servire la congrega e il nostro signore?»
«Sì, io giuro di servire il nostro signore e la nostra congrega.»
«Giuri di affidare la tua vita al nostro signore? Giuri di fare tutto ciò che il nostro signore ti comanda? Giuri di donargli anima, cuore e corpo?» La Somma Sacerdotessa pronunciò le parole con solennità, era la parte più importante di tutta la cerimonia. Sentiva la presenza di Satana e voleva avere la sua approvazione, cosa su cui aveva basato completamente la sua vita da Somma Sacerdotessa.
«Io lo giuro.»
«Che nome hai scelto?»
«Strega Scarlatta della Morte.» Phoebe rispose con sicurezza mentre alzò lo sguardo verso la Somma.
«E' nata la Strega Scarlatta della Morte. Gioiamo ora, la nostra congrega entra in una nuova era: dodici Streghe della Morte sono state trovate da altre dodici congreghe, Strega Scarlatta della Morte è l'ultima strega: tredici siamo, tredici sono le Streghe della Morte, tredici le congreghe, tredici giorni passeranno prima che il nostro signore si faccia vivo. Tredici giorni di veglia: ognuna di noi veglierà un giorno, il tredicesimo giorno la Strega Scarlatta della Morte veglierà e sarà completamente unita al nostro signore e una nuova era inizierà per questo mondo.»
La Somma Sacerdotessa fece cenno a Phoebe di alzarsi; si girò verso l'altare e prese un nuovo abito che le porse. «Benvenuta fra di noi.»
Phoebe chinò il capo e prese il nuovo abito nero con finiture rosse. Sorrise mentre veniva terminata al cerimonia e iniziavano i festeggiamenti. Sentiva il bisogno di stare da sola, si sentiva strana, qualcosa era cambiato per sempre in lei.
Si allontanò lentamente percorrendo il sentiero tenendo sia il grimorio che il nuovo vestito fra le braccia. Una volta giunta alla fine della foresta si fermò a guardare il villaggio, sembrava che fosse avvolto da una nebbia scura e le luci delle case assomigliavano a tanti piccoli fuochi fatui.
La casa di Phoebe era dalla parte opposta e, mentre percorreva le strade del pase si rese conto che non c'era anima viva, cosa strana visto che era una domenica, giorno in cui le famiglie amavano passare seduti ai tavolini del bar.
I suoi genitori erano già a letto, cosa che la faceva felice, non aveva voglia di parlare. Loro sapevano che faceva parte della congrega, era stata presentata da sua madre, che all'ingresso di Phoebe aveva lasciato. La camera non era molto grande: aveva solo il letto e la scrivania. Si sedette sul letto e abbassò lo sguardo su quello che teneva in mano. Sospirò.
Si concesse di sorridere dopo una nottata faticosa. Si sdraiò tenendo sempre vicino a sé il vestito e il grimorio, ma non riusciva a dormire, l'eccitazione provata era tanta, soprattutto per la prova che aveva dovuto superare: ogni volta che uccideva qualcuno si sentiva potente, ora aveva il potere di decidere chi poteva vivere e morire.
Sentì in lontananza le campane che suonavano le sette di mattina, ormai era tempo di alzarsi e andare a scuola, le mancavano gli ultimi mesi e poi, finalmente, quella tortura sarebbe terminata e avrebbe potuto dedicarsi completamente alla congrega e al suo signore.
Phoebe era felice, anche il paese era cambiato, tutti avevano percepito, nulla sarebbe stato più come prima.
«Buongiorno mio signore, buon giorno Darkville.» Disse prima di chiudere la porta alle sue spalle.
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