Gatta
Come ogni mattina, Eulalia si era preparata in stato di semincoscenza, affidandosi alla memoria e svolazzando ad occhi chiusi. Quel giorno era di turno in classe con Binns. Toccavano quasi sempre a lei, anche perché storia della magia la affascinava, coi suoi mille anfratti, tuttavia era e rimaneva uno strano incrocio fra le serpi ed i tassi e non le piaceva che gli studenti si annoiassero. Per nulla. E si annoiavano sempre.
Arrivata in classe, si era trovata un mobile alto sul quale appollaiarsi (dal suo punto di vista era vitale stare comodi). Dove si trovavano quei due chiodi così convenientemente vicini?!? Trovatili, vi appese una specie di amaca e si accomodò. No, no e ancora no! Voleva seguire una buona volta! Si scelse un banco laterale, in ombra, appellò un libro naturalmente grande più del doppio di lei e lo aprì alla pagina esatta.
Mai possibile che gli umani avessero la delicatezza di una mandria di bufali? La piccola demone si accorse dell'arrivo degli studenti dal tremito del pavimento
Un ragazzo grosso quanto un armadio si avvicinò al banco di fianco a quello di Eulalia. Non vedendo nessuno si sedette e prese a sfogliare il libro in un breve ripasso, cosa che la piccola apprezzò. Quanti amava i corvi per questo!
"I miei ossequi, Jonathan"
Il ragazzo -Jonathan- nemmeno si voltò. "Ciao" disse appena, senza alzare gli ochi dal libro. "Scusa, ti ricordi..." seguì una breve discussione di carattere storico, con entrambi che andavano a spulciare libri e pagine del libro, mentre il resto della classe dormiva ed il professore ascoltava interessato il confronto... per quanto possibile, insomma.
"Non ti ho mai visto da queste parti... sei nuova?" Domandò il giovane, sempre senza staccare gli occhi da libri e appunti di vario genere.
Eulalia rise, senza rispondere ed il ragazzo si girò di scatto, cercandola con lo sguardo e... senza trovarla.
"Sono pazzo e sento le voci?" Si chiese in un borbottio.
"No, ma io sono invisibile"
"Non è possibile"
"Credi ai fantasmi, alla magia, ai quadri che si muovono, ai gargoille che si animano, alle scale che cambiano e non credi al fatto che io possa essere invisibile... bah, umani!"
"Okay, Okay, ti credo fantasmina, scusa"
"Ecco, bravo! Andremo d'accordo, tu ed io!"
"Umani? Tu cosa sei?"
"Un demone"
"Un demone?" Seguì un breve silenzio eloquente "okay, un demone. Mi tieni il posto la prossima volta?"
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