Axel
Avete presente quando, dopo un bel sonnellino, vi destate credendo che la giornata possa soddisfare le vostre ottimistiche aspettative?
Bé, non è decisamente il mio caso.
Qualche settimana ad Hogwarts e già sono terribilmente stanco... della gente.
I compiti non sono un problema. Me la cavo bene e non sono quel genere di persona che odia passare i pomeriggi chinato sui libri e che preferisce ciondolare tra i corridoi.
L'orario prevede che la prima lezione sia con il pelato Binns.
Grandioso. Si prospetta un inizio col botto.
In più, siamo congiunti con i Tassorosso. Vedrò pacche sulle spalle e sorrisi affabili dappertutto.
Ho la nausea al solo pensiero ma, Merlino, non ci posso fare nulla.
Dopo colazione mi avvio in aula, strascicando i piedi. Le ziette mi mandano lettere ogni giorno riempiendole di stupidaggini.
Le rispondo alcune volte. Più spesso, invece, avrei voglia di far assaggiare loro altri dolci preparati dal sottoscritto.
Faccio levitare l'occorrente sino al mio banco, quello più lontano e oscuro, dove so che i raggi del sole non riescano a raggiungermi e mi ci accomodo, non trattenendo sbuffi infastiditi.
La maggior parte dei miei compagni di casa mi saluta con un cenno del capo per poi prendere posto e confabulare come solo dei Serpeverde avente in mente qualcosa di losco sanno fare.
Che ci sia in programma qualche scherzo dei loro?
Spero riescano a divertirmi o dovrò ricorrere a metodi drastici.
Nel dubbio, suppongo sia meglio prepararsi. Con un colpo di bacchetta faccio apparire un cartoccio.
Lo nascondo sotto al materiale scolastico così da usarlo in caso di noia estrema.
Trascorro diversi minuti nel mio angolino appartato prima che i tassi ed il professore si degnino di arrivare.
Binns fluttua verso la cattedra non degnandoci di particolare attenzione.
Fisso lo schieramento creatosi in sala.
L'ala sinistra è occupata dalla componente serpentina, quella destra dagli altri.
Purtroppo, siamo pari e mi tocca condividere il banco con qualcuno.
Un ragazzo corvino dalla camminata goffa ed un apparecchio babbano per i denti mi si avvicina.
Indica la sedia vacante.
Cos'è? Idiota?
O, forse, è un nuovo arrivato e non comprende in quali guai si stia cacciando.
« _Shei_ _coshì_ _sholo_. Ho _penshato_ _avesshi_ _bishogno_ di qualcuno che ti faccia compagnia e che ti abbracci!»
Okay, è un idiota. Con lo sputacchio spastico.
Ma, forse, potrebbe tornarmi utile più tardi.
Gli permetto di sedersi, impassibile.
Lui caccia un urletto, raggiante.
«Diventeremo grandi amici.» esclama estraendo una piuma dall'astuccio. La intinge nell'inchiostro e disegna dei ghirigori sul margine del mio quaderno.
Poco ci manca affinché gli dia un ceffone.
Intercetto gli sguardi degli studenti, quelli allarmati dei Tassorosso e quelli della serie 'il tipo è spacciato' dei Serpeverde.
E, poi, c'è quel fantasma incapace che continua a parlare a vanvera senza accorgersi di alcunché.
Resisto per tre quarti d'ora. I miei compari mi hanno deluso.
Stanno buoni buoni ancorati sulle sedie a far finta di seguire l'articolato discorso del prof mentre io, ahimè, sono costretto a farmi intrecciare un braccialetto dell'amicizia dal tipo strambo, che pare si chiami Stephen.
Il troppo stroppia.
« _Cosha_ _shtai_ facendo?» sussurra Stephen, guardandomi curioso.
In risposta gli mostro il cartoccio e ciò che contiene:dello strudel.
«Hai _intenshione_di mangiarlo?»
Quale grande genio di ragazzo mi è capitato affianco?
«Ne vuoi un pezzo?» nel ghignare mi si scoprono i canini. Il tasso non ci fa caso poiché occupato a contemplare il dolce.
Sono pronto ad offrirgliene un po' quando il chiacchiericcio sommesso di sottofondo cessa completamente lasciando il posto ad un silenzio imbarazzante.
Lo sguardo vacuo di Cuthbert Binns mi trapassa.
«Tu!» sbotta lo spettro, dimentico del mio nome o di quello di qualsiasi altro allievo.
Tutti i presenti drizzano la schiena, non capendo con chi ce l'abbia.
«Intendevo, tu con i capelli biondi.» specifica l'uomo.
Almeno un terzo dei ragazzi rimane ancora impietrito.
«Tu con i capelli biondi e ricci!» continua il professore, abbandonando il tono piatto di sempre.
Io ed una ragazza ci scambiamo un'occhiata.
Binns, sia più preciso.
«Tu con i capelli biondi e ricci e gli occhi eterocromatici!!»
Alleluia!
Per un momento ho creduto di dover impiegare la mia immortalità ad aspettare che ci azzecchi.
Stephen, accanto a me, assume un colorito rossastro.
Evidentemente, se la sta facendo sotto dalla paura.
Pff, dilettante.
«Non è permesso portare cibo durante Storia della Magia.» tuona svolazzando verso la nostra - questo aggettivo mi mette i brividi - postazione.
Sembra irritato. Curioso dal momento che gli unici arrabbiati dovremmo essere noi poiché costretti a sorbirci spiegazioni lungherrime.
«D'accordo.» rispondo, calmo. Sto per rimettere lo strudel al suo posto ma il signor Binns non ha terminato la sua ramanzina. Salazar, è noioso anche quando deve castigare qualcuno...
Confido in una svolta inaspettata. Fortuna che le mie preghiere vengano sempre ascoltate.
«I'm _secshy_and i know it.»
Aspetta... Cosa hanno udito le mie orecchie?!
Mi volto, riluttante, verso la fonte di quello spiacevole motivetto.
C'è solo una spiegazione logica:Stephen ha assaggiato lo strudel.
I residui di cannella che gli sporcano le labbra ne sono la prova inconfutabile.
Ottimo! Si balla!
Letteralmente, dal momento che il Tassorosso sta ancheggiando sul banco.
I volti stizziti dei ragazzi sono il massimo ma quello di Binns li supera.
Non riesce neanche a parlare tanto è lo sgomento.
Stephen con un'espressione che farebbe inorridire lo stesso Voldemort si toglie la cravatta usandola a mo' di lazo e facendo finta di cavalcare un Thestral imbizarrito.
E, sì, continua a vantarsi di essere il più figo del mondo.
Dentro di me sto sbellicandomi dalle risate. Però, mi limito a tenere il tempo con un battimano.
«Aiutatemi!» strilla lo sfortunato tra un passo di danza ed un altro.
Mi fa quasi pena, il povero Stephen.
Ha accettato lo strudel dalla persona sbagliata.
Spero che abbia imparato qualcosa che non siano le solite informazioni sulla caccia alle streghe durante il Medioevo.
«Suvvia, signore, si lasci trasportare dall'atmosfera.» ironizzo cercando di smuovere lo spettro ma, paradossalmente, pare che 'abbia visto un fantasma'.
No, vabbe. Avete il permesso di biasimarmi per la battutaccia.
Frattanto, mi godo il resto della lezione.
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