Axel
Primo settembre. Si torna ad Hogwarts, eh?»
«Quale anno frequenterai?»
«Hai superato i G.U.F.O.?»
«Prese le valigie? Dimentichi qualcosa?»
Domande su domande su domande. Un vortice di ciance.
È normale che, poi, debba usare l'artiglieria pesante e silenziarli tutti.
Riescono persino a far innervosire un tipo tranquillo come me.
Se non fossi sicuro che appartengano alla mia famiglia, avrei felicemente dato loro un morsetto con i miei canini.
Ma, detto francamente, hanno il sangue acido. Rischio un'indigestione.
Con le loro petulanti raccomandazioni - Salazar, neanche fossi al primo anno! - mi accompagnano in stazione, indicando con occhi lucidi studenti e genitori.
«Guarda lì! Era un asso a Pozioni!»
«No, ti confondi col fratello. Lui non se la cavava male in Divinazione.»
Immancabilmente, si lasciano trasportare dal tempo che è passato, rispolverando ricordi vecchi di chissà quanti anni. Le zie, in fondo, sono sempre state la parte marcia della mela.
Ma anche quella più interessante.
Il binario 9¾ brulica di gente di vario tipo.
C'è chi è ansioso, chi entusiasta per l'avvenuta del nuovo anno scolastico, chi semplicemente impegnato a rincorrere il proprio gufo.
Io sono calmo, rilassato. Mediamente.
Certo, avrei preferito raggiungere il treno in completa solitudine però non c'è stato niente da fare.
Nemmeno il Pietrificus Totalus più potente ha fermato le ziette.
Pazienza. Meglio loro del mio vecchio.
Conoscendolo, mi avrebbe privato di ogni divertimento.
Pff, noioso. E all'antica.
So per certo che non approvi le mie amicizie... le mie ristrette amicizie.
Mi guardo il polso, scostando appena il lembo dell'uniforme. Il tatuaggio è lì. Alzo un angolo della bocca ripensando a quali diavolerie ci aspettano una volta varcata la soglia dell'istituto di magia.
Cerco con gli occhi un volto familiare ma mi è difficile in tutta quella confusione.
Una macedonia di grifoni, tassi, corvi e serpi, i migliori. Okay, non credo sia carino autoelogiarsi.
Puahahaha
Che dico? È chiaro che siamo la casata migliore. Non c'è paragone con le altre. Serpeverde forever!
Citando il nostro motto, 'Potentia par vis'!
«Axeluccio!! Non ti allontanare troppo!»
Zia Hilda mi afferra per le spalle affondando le unghie smaltate di rosso sulla mia pelle.
Mi trascina con sé all'ombra. Oggi pare sia una mattinata soleggiata e... non può farmi che male.
Cinque punti per Hilda.
Ottimo lavoro.
«Dovresti stare lontano dai raggi ultravioletti, Axelino.»
Mi rimprovera bonariamente dandomi un colpetto sulla testa.
Annuisco mestamente mentre zia Gelda prende a giocare con i miei ricci dorati.
«Hai fame, caro? Desideri del the?»
Le faccio cenno di no, non curandomi delle occhiate curiose delle persone che ci passano accanto.
«Ho fatto un'abbondante colazione.» rivelo toccandomi la pancia gonfia con un filo di senso di colpa.
«Piuttosto, voi che vi siete alzate così presto...» comincio frugando tra la roba sino a recuperare un barattolo di medie dimensioni contenente cookies blu. «Favorite.»
Porgo loro il contenitore, aspettando che ne prendano un paio.
«Merlino, Axelbubù, dovresti sapere che sono a dieta!» esclama zia Gelda che, melodrammatica, indietreggia con una mano sul cuore.
Esibizionista...
«Io non resisto.» ammette l'altra zia acchiappando il barattolo e addentando un biscotto.
Rimango stupito dalla sua voracità ma non lo do a vedere.
«Hilda!» la sorella la richiama cingendo i fianchi e scrutandola malamente.
Porgo a Gelda un fazzoletto.
Troppo tardi. Si è leccata via i residui di cioccolato.
«Sono deliziosi! E quel blu...» la donna serra immediatamente le labbra mentre il volto si copre di chiazze rosse.
Improvvisa una danza scatenata, muovendosi tutta. Cerca di comunicarci qualcosa ma la bocca è chiusa ermeticamente.
«Ihihihi non accettare mai un dolcetto da me.» sussurro, riproducendomi in un'espressione soddisfatta.
Gelda, allarmata, raggiunge la sorella ma, da bambino cattivo quale sono, le faccio lo sgambetto.
Capitombola, finendo con la faccia sull'asfalto.
Quindi, Hilda sta contorcendosi dal dolore - i cookies hanno l'effetto di scottare la lingua del mangiatore senza che questo possa dire alcunché - e Gelda è spiaccicata come un insetto.
Delizia per i miei occhi!
«Io vado. Vi mando una lettera, prima o poi.»
Nessuna delle due mi degna di un saluto perché troppo occupate a perdere la dignità.
Con un ghigno, salgo sul treno e mi infilo nel primo scompartimento vuoto che trovo. Mi accomodo sui sedili e mi godo l'atmosfera.
Fuori dal finestrino noto come i ragazzi ignorino /abbraccino i parenti.
Sono curioso di scoprire come andrà a finire.
D'altronde, Hogwarts è pieno di sorprese.
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