Psycho - Cleeta
Fandom: Hunger Games
Pairing: Cleeta
Rating: Arancione
Genere: Romantico
Note: Normallife!AU
Aggiunte: Nessuna
Guardo soddisfatta la tavola della cucina della casa che io e Peeta condividiamo da un po' di tempo. Sopra ci sono piatti che contengono scaloppine al timo e pinoli e spinacino di vitello ripieno. Mi volto, accingendomi a preparare l'ultima pietanza: polpettone in crosta di prosciutto. Oggi, quando il mio fidanzato tornerà dal lavoro, dovrà essere tutto perfetto. Mi mordo il labbro, pensando a ciò che ho scoperto. Trattengo a stento un sorriso. Sono praticamente certa che nessuno, in questo preciso istante, sia più felice di me. Controllo se ci sono tutti gli ingredienti per il polpettone. - Carne trita di vitello, uova, pane raffermo, latte, parmigiano grattugiato, fette di prosciutto crudo, noce moscata, prezzemolo, insalata mista e sale e pepe - elenco a bassa voce. Fatto ciò, inizio a seguire la ricetta passo passo. Arrivata a metà dell'opera, però, mi fermo un attimo. Ho voglia di riposarmi un istante, così vado alla finestra, ad ammirare il panorama. Rio de Janeiro è una città stupenda da qualsiasi angolazione la si guardi. L'appartamento che io e Peeta abbiamo acquistato dà proprio sulla statua del Cristo Redentore. In lontananza, riesco a scorgere il Pan di Zucchero che sorge dall'Atlantico. Respiro profondamente l'aria brasiliana, che sembra avere un effetto rinvigorente su di me. Un po' a malincuore, decido di tornare a preparare il piatto finale di quella che, ne sono sicura, sarà una cena indimenticabile. Prima, però, decido di poggiare sul tavolo altre pietanze quali acqua frizzante, frittata di prosciutto e formaggio croissant al cioccolato e frutti vari. Il mio stomaco inizia a brontolare alla vista di tutto quel ben di Dio. Sono praticamente certa che il mio Peeta l'apprezzerà. Torno, finalmente, a concentrarmi sul polpettone. All'improvviso, sento una chiave girare nella toppa. Il mio viso si illumina: è tornato a casa! Devo mantenere tutto il mio autocontrollo per non corrergli incontro. Da brava massaia, rimango in cucina per concludere la cena. Dopo pochi minuti, Peeta mi stringe a sé da dietro. - Buonasera, signorina. A cosa devo questo banchetto? - Rido. Oggi mi sento più euforica che mai. - Ad un'occasione molto speciale - rispondo. - Mmmh, interessante - mormora, prima di iniziare a mordermi il lobo dell'orecchio. - Peeta... non qui... - Cerco di spingerlo via, ma è tutto inutile. Lui inizia a dedicarsi al mio collo, ed io non riesco a trattenere un gemito. - Finirai dopo la cena - mi sussurra. - Adesso andiamo in camera. - Chiudo gli occhi, cercando di ricordarmi per quale motivo ho faticato così tanto, e quando li riapro riesco a scostarlo. - No. Oggi è un giorno speciale. Il letto può attendere. - Per tutta risposta, lui si accomoda su di una sedia. - Cavoli, non avrei mai pensato di sentirtelo dire. - Scoppio a ridere. In effetti, in quest'ultimo periodo siamo stati molto attivi in quel senso, soprattutto durante il week-end a Bahia. Anche solo ripensarci mi provoca un brivido d'eccitazione lungo la schiena. Autocontrollo, Clove, autocontrollo, penso, facendo un respiro profondo. - Be', è una novità con cui ti dovrai abituare a convivere - replico, continuando a mescolare gli ingredienti. - Mi devo preoccupare? - domanda, ansioso. Quando fa così è proprio carino. Non riesco ad impedirmi di girarmi e dargli un bacio dritto in bocca, indugiando un po'. - Direi proprio di no - mormora sulle mie labbra. - Tranquillo, vedrai che sarai la persona più felice del mondo una volta che ne avremo parlato - lo rassicuro, e finalmente finisco il piatto. Lo metto in forno a riscaldare per un quarto d'ora e mi siedo sulle gambe di Peeta, che riprende a baciarmi. Inizio a ricambiare, ma il rumore del timer ci fa sobbalzare. Lo sento sbuffare scontento. - Dai, mangia - gli dico, poggiando anche il polpettone sulla tavola imbandita. Peeta non se lo fa ripetere due volte e riempie il suo piatto con pezzi di ogni cibaria presente sul tavolo. Io, al contrario, me ne servo poca. Una volta finita, mi limito a guardarlo, ricordando i tempi del nostro primo incontro, avvenuto dieci anni fa sulla spiaggia di Copacabana. Avevamo quindici e sedici anni. Eravamo solo ragazzi, eppure da quel momento non ci siamo più lasciati. Si vede che era destino che finissimo insieme. Ogni mattina, ringrazio Dio per avermi donato la possibilità di svegliarmi accanto a lui. Quando Peeta si accorge del mio sguardo sognante, posa momentaneamente la forchetta. - Stasera devo essere particolarmente bello. Non mi hai praticamente tolto gli occhi di dosso da quando ci siamo seduti a tavola. - Appoggio il mento su di una mano. - Tu sei sempre bello. È per questo che ti fisso. Per scoprire il tuo segreto. - Mi sorride. - Non ne hai bisogno. Sei la perfezione fatta persona. - Mi metto a ridere, e lui mi segue poco dopo. Finisce di mangiare in breve tempo e si alza contemporaneamente a me. Ci sediamo sul divano. - Dove eravamo rimasti? - sussurra, chinandosi sul mio viso. Dopo un po' di baci, lo spingo via. - Peeta, dobbiamo parlare. - Lui non demorde. - Ti prego, è importante. - Alla fine, alza gli occhi al cielo e si mette ad ascoltare ciò che ho da dire. - Era da un po' di tempo che non mi sentivo molto bene... Sai, nausee, capogiri e robe varie... - Lui si accomoda meglio. Sta iniziando a capire. - Così stamattina, mentre eri al lavoro, ho comprato un test di gravidanza. - Faccio un respiro profondo. - Sono incinta di cinque settimane. - Peeta mi fissa a bocca aperta, impietrito. Improvvisamente, mi afferra il viso tra le mani e comincia a baciarmi dappertutto. Ride e piange allo stesso tempo. Gli asciugo pazientemente le lacrime, trattenendole a stento io stessa. - Be', non ci può essere un'occasione migliore! - esclama alla fine. - Che vuoi dire? - gli domando, spaesata. Stavolta è lui che fa il misterioso, anche se non per molto. Difatti, tira immediatamente fuori una scatolina blu dalla tasca. - Direttamente da Tiffany - ribatte. Mi poggio una mano sulla bocca, incredula e stupefatta, mentre lui si inginocchia a terra. - Clove Kentwell, mi vuoi sposare? - Non esito neanche un istante. - Sì! Sì! Mille volte sì! - urlo, gettandogli le braccia al collo. Sembriamo di psicopatici, se non fosse per i sorrisi e le lacrime di gioia. La vita è stata davvero generosa con noi.
A/N: Richiesta da @Laila_Love_Write, ecco a voi una Cleeta! Sono il mio secondo OTP, e spero di essere riuscita nel mio intento come nella Galerose, che mi è piaciuto scrivere visto che li shippo un sacco. Avete altre richieste? A presto! Baci! *-* :* <3
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