In Good Company - Peetniss
Fandom: Hunger Games
Pairing: Peetniss
Genere: Comico
Aggiunte: Accenni Clato
Non riesco a dormire. Mi rigiro costantemente nel letto, timorosa dal fatto che, se chiudo gli occhi, verrò sommersa da mille immagini di incubi che non mi lasceranno tregua. Alla fine, decido di alzarmi. Apro cautamente la porta della mia stanza ed, una volta aver appurato che nessuno si aggira per i corridoi, raggiungo con passo felpato la sala da pranzo. Non so il perché, ma il mio subconscio mi ha suggerito di venire qui. La prima cosa che noto è, ovviamente, l'enorme quantità di bottiglie di vari liquori che ha lasciato Haymitch in giro per la stanza. Smetto immediatamente di pensare alla sporcizia del mio mentore quando poso gli occhi sull'altro essere vivente presente in questo soggiorno insieme a me. Peeta. Ci fissiamo per un attimo dritti negli occhi, poi lui dice: - Se ti va, puoi anche accomodarti -, ed indica una sedia. Rifletto per un momento, poi, decidendo di Jon avere niente da perdere, accetto il suo invito. - Grazie. Non vorrei disturbarti - aggiungo subito dopo. Lui scuote la testa e sorride, come fa sempre. Sto iniziando ad abituarmici. Quasi senza accorgermene, ricambio. Era da parecchio tempo che non mi sentivo così bene con qualcuno al di fiori della mia famiglia. Il figlio del panettiere arrossisce e sposta lo sguardo da me ad una bottiglia di rum presente sul tavolo, ancora mezza piena. - Chissà cosa ci trova Haymitch in questa roba - mormora. - L'hai mai provato? - domando, cercando di instaurare una conversazione. - No. Tu? - chiede a sua volta Mellark. - Neanche. - Passa qualche attimo di imbarazzante silenzio prima che lui domandi: - Che ne dici se lo proviamo? - Inizialmente, lo osservo sconvolta, ma poi mi dico mentalmente "Perché no?". - D'accordo, ci sto. - Afferriamo una bottiglia ciascuno e cominciamo a bere. Devo ammettere che non è poi così male. Al primo impatto, può sembrare troppo forte, ma dopo un po' comincia a piacermi, ed evidentemente il mio compagno di sventura non è da meno. Così passiamo alla seconda bottiglia, alla terza, alla quarta, fino ad arrivare all'ottava, ubriachi fradici. Sghignazziamo senza un motivo in particolare, con le guance ed il naso resi rossi dall'alcol. - Chissà cosa direbbe Eff... ahahahahah... se ci ved... ahahahahahahah! - praticamente urlo, piegandomi in due dalle risate. Peeta inizia a fare la sua imitazione. - Ragazzi, queste le chiamate buone maniere? Come vi permettete? Contegno, prego! - Non riesco a trattenermi e comincio a piangere dalle risate, continuando a ridere quasi istericamente. - Ma ti immagini i visi degli altri tribu... tributi se ci vedessero in questo stato? - grido, cercando di asciugarmi le lacrime che continuando a solcarmi le guance. Peeta, inaspettatamente, mi afferra la mano, facendomi trasalire. - Non ci resta che scoprirlo. - Mi trascina davanti all'ascensore e schiaccia un pulsante a caso. Attendiamo pazientemente che quel trabiccolo si fermi, e nel frattempo continuiamo a lanciare degli strilli entusiasti. Quando, alla fine, le porte si aprono, ci guardiamo attorno, andando a sbattere l'uno contro l'altra. Ad un certo punto, giungiamo davanti ad una camera con su scritto Clove. Bussiamo ed attendiamo che la giovane e mingherlina quindicenne venga ad aprirci. Al suo posto, però, appare al nostro cospetto il suo compagno di distretto, Cato, a petto nudo ed ancora assonnato. - E voi due che ci fate qui? - dice con tono minaccioso. Io scoppio a ridere di nuovo e mi sporgo in avanti, abbracciandolo e lasciandolo a bocca aperta. - Cato, non devi fare cose sporche con Clove! È contro il regolamento! - esclamo a voce alta, sghignazzando come una cretina. Peeta, dal canto suo, entra nella stanza e scuote prepotentemente Clove. - Ehi! Ehi! - ride. Lei lo fissa ad occhi spalancati. - 12! Cosa ci fate voi due qui? Chi vi ha autorizzato...? - inizia, alzandosi in piedi alla ricerca di un arma. Viene però fermata da Peeta, che la spinge sul letto e si sdraia sopra di lei. - Sei comoda, lo sai? - afferma, facendola diventare una bestia. Se lo scrolla di dosso con furia, mugugnando qualche parola non esattamente gentile nei suoi confronti e piomba in bagno, dove sicuramente si troveranno i suoi coltelli. Io approfitto dell'occasione per afferrare Peeta e trascinarlo fuori con me, mentre Cato, ancora troppo scioccato per reagire, rimane semplicemente ad osservarci scappare. Le grida della ragazza del Distretto 2, con indosso solo la propria biancheria intima, sono l'ultima cosa che il nostro udito intercetta prima che le porte dell'ascensore si chiudano davanti a noi. Ridiamo, se possibile, ancora più forte di prima durante il tragitto che dovrebbe riportarci al dodicesimo piano, il nostro. Non appena arriviamo, cerchiamo di non emettere alcun suono per paura di essere scoperti, ed, in men che non si dica, raggiungiamo la terrazza. Ci chiudiamo la porta alle spalle e stramazziamo al suolo, ridendo come non mai, ancora sotto l'effetto dell'alcol. Sbattiamo i piedi per terra, oramai incuranti del fatti di poter essere scoperti, visto che non abbiamo più nulla da fare, e balbettiamo frasi sconnesse e senza senso riguardo a ciò che è appena accaduto. Ci tappiamo la bocca a vicenda, senza avere il pieno controllo dei nostri movimenti. All'improvviso, senza alcun motivo apparente, mi alzo in piedi e raggiungo il bordo del terrazzo. - Ehi, ciao! - grido, sbracciandomi per salutare i capitolini che si aggirano ancora per le strade. Le braccia di Peeta mi traggono indietro. Io mi abbandono completamente a lui e ricadiamo pesantemente a terra, uno sopra l'altro. Ricominciamo a scompisciarci dalle risate fino a quando non ci troviamo naso contro naso. A quel punto, tutte e due le parti del mio cervello, sia quella obnubilata dall'alcol sia quella razionale, mi suggeriscono di seguire l'istinto, ed io faccio esattamente così. Bacio Peeta Peeta con trasporto, e lui ricambia senza esitare nemmeno un istante. Rimaniamo in questa posizione per un tempo che ci sembra infinito, ma alla fine ci stacchiamo. Ridacchiamo ancora un po' e, dopo qualche altro minuto, decidiamo di risollevarci. Lui mi accompagna nella mia stanza. - Allora... ehm... buonanotte - mi augura, ed io mi accorgo che l'effetto delle bevande alcoliche è svanito del tutto. - Buonanotte - rispondo, salutandolo e chiudendomi in camera. Nei sogni di stanotte, rivedo tutte le ribalderie compiute da entrambi ai danni, in special modo, dei tributi del 2. Per la prima volta, niente incubi. Sono davvero in buona compagnia.
A/N: Ed ecco a voi, appena sfornata, la Peetniss che mi è stata richiesta da @SevLilyPeeta_03! Non è un granché, ne sono consapevole. Direi che il comico non è il mio genere! XD Avete altre richieste? A presto! Baci! *-* :* <3
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