Capitolo 7

[Tom]

Un chiacchiericcio di due persone disturba il mio sonno così apro gli occhi, lentamente, per capire cosa stia succedendo in camera mia.

La luce al neon della stanza mi colpisce subito le retine e sono costretto a richiuderli di scatto.

Merda, che fastidio

Ci impiego una ventina di minuti per capire che nella nostra camera non ci sono luci al neon e mi rendo conto solo adesso che non è la nostra camera!

Mi alzo di scatto e...pessima idea: la testa comincia a girarmi vorticosamente e una mano mi spinge di nuovo sul cuscino.

-Devi stare giù, ragazzo. La flebo sta facendo effetto, vedo.-

La flebo? cerco di chiedere ma la mia voce sembra essersi spenta all'improvviso perché non ne esce niente quando apro bocca.

-Ehi, amico.-

Mi faccio coraggio e riapro gli occhi trovando il mio compagno di stanza seduto sulla sedia accanto al mio letto.

-Ehi.- riesco a dire.

-Hai preso una bella botta, eh?-

-Di che stai parlando?-

-Non ricordi? Eri praticamente svenuto in bagno e non respiravi bene...facevi paura.-

Cerco di alzarmi con i gomiti e mi accorgo qualche secondo dopo dell'uomo davanti al mio letto che mi osserva scrivendo qualcosa su una cartella, come negli ospedali.

Aspetta un attimo, che ci faccio in ospedale?

-Non ti muovere ulteriormente, capito? Le gocce devono ancora fare del tutto effetto sul tuo corpo.-

Dedico una faccia interrogativa a Julian e lui capisce tutto.

-Scusi, potrebbe lasciarci da soli per favore?-

L'uomo che apprendo essere un infermiere annuisce e se ne va.

-Ti aiuto.- dice il mio amico vedendomi in difficoltà nel mettermi seduto. Mi sistema il cuscino sulla schiena e annuisco, come per ringraziarlo.

-Non ricordo nulla di quello che è successo, Julian. Il vuoto.-

-Qual'è l'ultima cosa che ricordi?-

-Ero scappato in bagno perché mi sentivo di vomitare e poi...-

-E poi?-

-Te l'ho detto: il vuoto.-

-Non hai bevuto nulla, vero?-

-Oh certo ho sempre una bottiglia di barbon sotto il letto che bevo ogni mattina prima di affrontare la giornata!-

-L'infermiere dice che hai avuto un attacco di dispnea o qualcosa del genere.-

Oh no, di nuovo

-Non esattamente, soffrivo di attacchi di panico da quando avevo due anni...-

-Perché parli al passato?-

-Perché sono scomparsi da quando ho 16 anni.-

-Beh, non mi sembra.-

-Non so cosa mi sia successo stavolta, è solo che mi sentivo talmente male che...aspetta.-

-Cosa?-

-Ricordo che prima di svenire qualcuno aveva cercato di aiutarmi...-

-E cosa ricordi di questa persona?-

-Non l'ho vista in faccia ma sentivo la sua voce: era una ragazza...era lei.- aggiungo più piano possibile.

Julian non risponde e mi volto a guardarlo.

-Che c'è?-

-Eh? Nulla, è che deve averti fuso il cervello perché non c'era nessuna ragazza da quanto mi hanno raccontato... ti sarebbe piaciuto però.-

Ho la sensazione che si stia inventando tutto su due piedi, ma ignoro questa stupida paranoia per evitare che il mal di testa aumenti.

-Forse se n'è andata prima che arrivassero i soccorsi.-

-No, Tom: due ragazzi del secondo anno ti hanno visto sbiancato in faccia mentre entravi in bagno e hanno chiamato i soccorsi.-

-Eri con loro?-

-No, sono venuti a chiamarmi  durante la lezione: sono qui da un po', in realtà.-

-Per quanto tempo sono rimasto dormiente?-

-L'infermiere mi ha detto almeno un'ora.-

Poggio la testa sul cuscino e fisso il soffitto: questa non ci voleva

-Hanno chiamato i miei?-

-Lo fanno solo sotto il tuo volere dato che siamo maggiorenni, ma se la cosa si fosse dimostrata grave avrebbero preso loro l'iniziativa.- e mentre lo dice indica con il pollice dietro di se', verso l'infermiere di prima che sta compilando ancora quella cartella.

-Meglio, non voglio che lo sappiano: li farei preoccupare inutilmente. Puoi chiamarmi l'infermiere per favore? Così compilo le mie dimissioni ed esco da qui.-

-Ma...sei sicuro di sentirti bene?-

-Mai stato così sicuro, ti prego voglio uscire di qui: anche se non è un vero e proprio ospedale mi fa venire comunque l'angoscia.-

-Va bene, come vuoi.-

Si alza e intanto io ritorno a fissare il soffitto pensando solo alla stessa cosa.

Eppure ero sicuro che fosse lei


Mi hanno dimesso senza troppe storie: ho ripetuto almeno 100 volte all'infermiere che sto bene e che se dovessi risentire gli stessi sintomi prenderò le pastiglie che mi ha prescritto.

Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo

-Amico, dove stai andando?- mi chiede Julian mentre sto attraversando la porta dell'istituto diretto alla mia prossima lezione.

-Secondo te?-

-Ma sei appena stato dimesso per un attacco d'asma, non credo che sia una buona idea tornare subito alla normalità.-

-E' stato un attacco di panico, è diverso e poi sono pienamente consapevole dei rischi che sto correndo ma per il momento sto alla grande come se mi fossi appena buttato una secchiata di acqua fredda in faccia.-

-Mi stai mostrando adesso questo lato di te: non avrei mai immaginato che fossi così testardo.-

-Non sai così tanto di me.-

Detto questo mi saluta e io entro.

La lezione di letteratura moderna sta per cominciare così mi affretto, a passo spedito, a raggiungere l'aula prima che cominci. Una volta arrivato mi rallegro nel trovare la porta aperta ma le sedie sono tutte occupate; ce n'è solo una proprio davanti a Selene ma non ho altre alternative.

Salgo la rampa di scale con la testa bassa e mi siedo senza dire nulla ai miei vicini di banco.

Perché mi solletica la nuca adesso?

-Quanti anni avrà? 30 anni?- le sento chiedere alla sua amica.

-Ma è proprio questo il bello!-

-Finirà in galera.-

-No perché sono maggiorenne e totalmente accondiscendente a passare del tempo con lui, per non dire altro.-

-Effettivamente hai ragione.-

-Ma piuttosto: dimmi di te e Logan. Come è andata ieri sera?-

A quel nome drizzo le orecchie.

-Bene immagino: guarda come sorridi!- continua entusiasta. -Oddio...vi siete baciati??-

-Beh...sì. Due volte.-

La penna mi cade sul tavolo ma sembra che a nessuno importi del rumore causato così la riprendo in mano come niente fosse.

-Ora racconti tutto!-

-La prima volta è stata fuori dal ristorante e la seconda nella sua auto.-

-E' stato lui a baciarti?-

-Sì, io non ne ero capace.-

-E poi?? Avete fatto sesso?-

A questo la penna mi cade proprio a terra e, sbuffando, mi abbasso per riprenderla.

Ti prego dì che non l'avete fatto

Ti prego

-Ma sei impazzita?? Ci siamo messi insieme solo ieri!-

-Perdonami ma sai: bacio in auto...e sottolineo auto...da soli.-

-Dea!- la rimprovera lei.

-Che c'è? Mi piacciono le commedie romantiche.-

-E secondo me te ne guardi anche troppe.-

Mi rialzo faticosamente e mi unisco al coro dell'aula per augurare il buongiorno alla  professoressa appena entrata.

Non deve interessarmi

Non deve

[Selene]

La lezione è durata poco dato che la prof aveva una riunione a cui doveva partecipare "assolutamente", così io e Deanna abbiamo deciso di andare al bar a farci una pausa caffè.

Quando Tom è entrato in aula mi sono trattenuta dal guardarlo per capire come stesse; immaginavo che si sarebbe fatto dimettere subito, non gli è mai piaciuto perdere tempo.

-Sele? Ci sei?-

-Come? Che stavi dicendo?-

-A che stavi pensando? Anzi...a chi?

-A nessuno, stavo pensando alla lezione.-

-Sì, certo come no.-

-Sono stanca e ho bisogno di un caffè...bello forte.-

-Signorina Trevisan?- sentiamo chiamare da dietro di noi.

Ci voltiamo verso la fonte della voce e...Oh.Mio.Dio!

-Salve, professor Evans.-

-Salve, signorina Davis.-

-Salve, professore.-

-Scusate non volevo interrompere la vostra passeggiata ma...penso che le sia caduto questo dal libro, Trevisan.-

Si abbassa per prendere il foglio a cui si riferisce e poi rialza lo sguardo per incastrarlo perfettamente con quello di Deanna.

Cerco di nascondere un sorrisetto mordendomi le labbra e il silenzio che si è creato è a dir poco imbarazzante così le do' una gomitata per dire qualcosa.

-Oh, sì è mio. Grazie mille, professore.-

-E' stato un piacere.- gli sorride lui.-Scusate ancora per avervi disturbato, spero che passiate una buona giornata.-

-Grazie professore, altrettanto.- rispondo io dato che Deanna è rimasta praticamente imbambolata.

Le manca solo la bocca aperta con la bava e siamo apposto

Con un cenno si congeda e, prima di voltarci completamente le spalle, guarda ancora Deanna che è diventata rossa come un pomodoro.

Ora la prenderò io in giro d'ora in poi

-Io già sento le campane.- commento tranquilla e ricominciando a camminare.

Deanna mi corre subito dietro e dice:-Non essere ridicola...e poi mi può disturbare quanto vuole, la cosa non mi dispiace.-

-Oh, certo. Effettivamente neanche a me dispiacerebbe essere disturbata da lui.-

-Ehi! L'ho visto prima io.- minaccia facendomi ridere.-E poi tu hai già il tuo...come hai detto che lo chiami?Ah sì: Amleto.- e lo dice con la stessa intensità con cui lo direbbe un attore mancato di qualche opera drammatica.

-Dai, smettila. Ti ricordo che né lui né Ofelia fanno una bella fine.-

-Come è giusto che sia per Mr Faccio-morire-tutti-tanto-chi-ne-soffrirà.-


-Come mai il tuo ragazzo non c'era oggi a lezione di letteratura moderna?- 

Alla fine abbiamo deciso di prendere qualcosa da asporto e adesso siamo distese sul prato, per cercare di prendere un po' d'aria

-Non lo so, non mi ha detto nulla dopo la lezione di letteratura medievale.- rispondo bevendo un sorso del mio "buon" caffè.

-Il ragazzo che si era sentito male ha seguito l'ultima lezione come se nulla fosse, lo hai notato?-

Ci impiego esattamente 5 secondi prima di risponderle:-No, non ci ho fatto caso.-

-Beh, impossibile non ricordarselo: è uscito dall'aula come un fulmine. Però ho sentito che l'hanno ricoverato d'urgenza, pare che fosse grave la situazione.Tu non hai visto nessuno in corridoio mentre andavi in bagno?-

-Mi dispiace per lui ma no, non ho visto niente. E poi che c'entra adesso questa storia?- chiedo con un tono di voce più alto del normale.

-Nulla, ho solo fatto un'osservazione.-

-Beh allora parliamo di altro, per favore?-

-Ok...-

-Mi dispiace, non volevo risponderti in quel modo.-

-Tranquilla, siamo tutti stressati in questo periodo.-

-Non è solo questo, è che...-mi guardo in giro e abbasso la voce.-Se ti dico questa cosa mi prometti di non dirlo a nessuno?Lo sa solo Cheope.-

-Lo giuro, qualsiasi cosa sia.Puoi fidarti di me.-








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