Capitolo 2

[Selene]

Ho cercato di non impazzire per tutto il tragitto anche se è stata dura contenere i miei tremiti.

Oxford è il sogno di ogni ragazzo o ragazza che sogna di diventare qualcuno e ancora non mi rendo conto di quanto sia stata fortunata. Mamma ha ragione: dovrei andarne orgogliosa, anche se non ne sono così sicura.

Mi immagino già tanti figli di papà, ricchissimi e provenienti da ogni parte del mondo pronti a farmi le scarpe; sento che non sarà una passeggiata.

Quando Mike ha parcheggiato nel posto adibito agli studenti e ho guardato fuori dal finestrino l'enorme edificio davanti a me, ero pronta a togliergli il freno a mano e prendere io il volante per andare via.

E se non fossi all'altezza dei ragazzi che studiano lì? 

Insomma riconosco di essere discreta nelle materie, ma sicuramente non a livello degli altri: magari sanno cose che io so in minima parte, o magari...

-Paura?- mi chiede Mike interrompendo i miei pensieri.

-Si nota tanto?-

-A parte le tue mani che non smettono di tremare da quando abbiamo preso l'autostrada e il tuo continuo morderti le labbra? Nah, figurati.-

-Ora sì che mi sento più tranquilla.-

-Selene, ascolta: è normale sentirsi nervosi il primo giorno di una nuova avventura. So che non è come quando tu e Tom cominciavate qualcosa di nuovo, ma adesso che lui non c'è al tuo fianco ricorda che puoi fare tutto da sola. Hai 20 anni e tutta la vita davanti a te, e sei anche simpatica perciò sono sicuro che farai subito amicizia.-

-Grazie, Mike.-

-Forza, scendiamo o qua facciamo notte prima che tu prenda una decisione.-

Lo aiuto a prendere alcune scatole e ci dirigiamo verso un piccolo stand con scritto in grassetto con un pennarello rosso "Per le matricole".

-Buongiorno, posso chiedere a te per l'immatricolazione?-

-Oh sì, ciao!- risponde la ragazza al bancone tutta entusiasta. Ha una spilla sulla camicia bianca con il suo nome stampato, Melanie, e i capelli rossi sono elegantemente intrecciati da un dolce chignon basso. -Sei una matricola?-

-Oh sì, sono Selene Jane Davies. Ho vinto una borsa di studio quest'estate, mi hanno mandato una lettera...eccola qui.-

-Oh, congratulazioni. Abbiamo bisogni di nuovi talenti qui, non che non ce ne siano però...sai che intendo.-

Sorrido: deve essere all'ultimo anno data la facilità con cui prende i fogli che devo compilare e l'energia che ci mette per spiegarmi le varie aule.

-Abbiamo tanti indirizzi qui: Archeologia, Medicina, Scienze, Matematica, Arte, Geografia, Storia ed economia...ma guardando il tuo curriculum vedo che non sei interessata a questi.-

-Sì, ho scelto Lingua e Letteratura Inglese.-

-Oh, ottima scelta! A mio parere: ci sono le persone più colte di tutto l'istituto, ma non dirlo ai miei colleghi di logistica. Sanno il fatto loro e piacciono a tutti, vedrai ti ambienterai velocemente.-

-Grazie, avevo bisogno di un incoraggiamento che non provenisse dalla mia famiglia.- dico indicando mio zio.

-Ti capisco, però che stupida non mi sono ancora presentata: mi chiamo Melanie e faccio parte  del consiglio studentesco del campus e inoltre sono a capo del campus femminile.-

-Wow, un bel lavoretto.- commenta Mike.

-Grazie, mi piace aiutare le persone. Quindi, essendo il tuo "capo", per qualsiasi cosa dovrai chiedere o rispondere a me.-

-Fantastico, grazie.-

-Ok con questa ultima firma hai finito. Ecco la chiave della tua stanza, al terzo piano del dormitorio che trovi qui dietro di me e la tua compagna di stanza è già dentro. Lei è iscritta a Storia dell'Arte, ma non penso sarà  un problema per te.-

-No no assolutamente: mi piace molto l'arte.-

-Meraviglioso! Mi sento così orgogliosa di me stessa quando le ragazze non mostrano tutto questo entusiasmo! Jenny! Vieni ad aiutare la nuova matricola con le scatole!-

Una ragazza robusta con i capelli biondi ci viene incontro sorridendo e Mike le passa gli scatoloni.

-I parenti non possono entrare?-

-Mi dispiace, signor Davies. Deve salutare sua figlia qui: nulla di personale ma sono le regole dell'istituto.-

Quel "sua figlia" mi scalda il cuore così decido di non correggerla e mi rivolgo a Mike.

-Beh, è arrivato davvero il momento.-

-Già...sei cresciuta talmente tanto.-

-Mike! Non piangere anche tu ti prego, mi è bastata la mamma stamattina.-

-Hai ragione: devo fare l'uomo...ma è vero che ti considero come una figlia che come una nipote perciò penso sia normale.-

-Ci rivedremo a Natale e giuro che guarderemo insieme la partita del Manchester seduti sul divano come programmiamo ogni 26 dicembre.-

-Va bene, non vedo l'ora.-

-Ti voglio bene.- dico abbracciandolo.

-Anche tu, mi mancherai tantissimo Sel.-

-Anche tu.-

-Chiamaci spesso, ok? E ascolta tua madre: non studiare troppo.-

-Ci proverò.-

Dopo le solite raccomandazioni e un bacio sulla testa, finalmente Mike se ne va e Jenny mi fa cenno di seguirla dentro.

Dentro una nuova vita

[Tom]

Mio padre parcheggia nel posto adibito agli studenti e, con i miei fratelli, scendiamo dalla macchina.

Oxford

E chi l'avrebbe ma detto?

Rimango a fissare l'imponente struttura davanti a me e penso che, se sono qui, il merito è anche di lei...no non devo pensarci adesso! Ormai appartiene al passato e poi sarà iscritta a qualche altro college a chissà quanti chilometri di distanza da me. Devo dimenticarla una volta per tutte.

-Allora fratellone? Come ti senti?- mi chiede Harry battendomi la mano sulla spalla.

-Non saprei, è tutto così strano.-

-Il tuo, fratello,si chiama "avere culo".- commenta Sam posizionandosi nella parte opposta del gemello. 

A volte li trovo molto simili ai gemelli Weasley oppure all'angelo e al diavolo sulle spalle: due rompiscatole, insomma.

-Me lo dici da quando ho avuto quella lettera, Sam.-

-Lo so, ma vedo che anche qui a culi non si scherza.- commenta Harry indicando con la testa il lato femminile che tira valigie e parla fra loro.

-Scommetto che ci porterai una ragazza a Natale.-

-No, Sam ti...-

-E io dico di no: è troppo moscio con le ragazze. Non ne attirerebbe neanche una.- dice Harry mettendosi a braccia conserte.

-Facciamo dieci sterline?- 

-Affare fatto.-

-Oh, Gesù...- commento alzando gli occhi al cielo.

-Allora, tesoro? Come ti sembra a prima occhiata?- mi chiede la mamma baciandomi la guancia.

-Che è troppo per me. Troppo...lusso, troppo...troppi ricchi.-

-Tom, dovresti ringraziare che abbia vinto quella borsa altrimenti non sapresti che cosa fare.-

-Avevo già un piano, mamma: avrei lavorato come cameriere nel pub dietro l'angolo e, con i soldi guadagnati, avrei pubblicato il mio libro.-

-Figlio mio, sai che gli scrittori non fanno carriera. Sai quanto ci ha messo Hemingway a essere quello che è?- chiede papà dando l'ultima scatola ad Harry.

-So che per diventare scrittore dovrò aspettare come minimo 5 anni finché non diventerò famoso, ma almeno avevo una base da dove cominciare.-

-Puoi sempre continuare a scrivere il tuo libro nei momenti di pausa dallo studio, così non lo lasci tra la polvere.-

-Tua madre ha ragione: devi fare anche il ragazzo, lo scrittore può aspettare ancora per qualche anno.-

-E poi non abbandonerai mai la letteratura dato che la studierai per il resto della tua vita, idiota.-

-Sam!-

-Scusa papà ma è la verità.-

-Forza, andiamo a registrarti.-

Andiamo verso un banco pieno di fogli e cartelloni con scritto in blu "Per le matricole".

-Salve! Come posso aiutarti?- mi chiede il ragazzo al bancone raddrizzandosi di scatto.

-Ciao, sono Thomas Stanley Holland e sono una matricola di Lingua e Letteratura Inglese. Ho vinto una borsa di studio e...-

-Eccoti qua, prego compila queste righe e lascia le tue cose qua: degli addetti verranno per portarli nella tua camera.-

Mentre compilo tutto la mia famiglia lascia andare tutti gli scatoloni e, una volta finito, mi volto per salutarli.

-Il mio bambino. Ricordo ancora quando eri appena nato...eri così piccolo.-

-Mamma, dai non ci pensare.-

La abbraccio e le do' un bacio sulla guancia:-Ci rivedremo a Natale.-

-Lo so...già mi vedo te e tuo padre a guardare la partita del Manchester in onda il 26 dicembre, come ogni anno.Prima lo facevi sempre con...-

-Starò bene e ti prometto che quel giorno arriverà presto.-

-Ciao Paddy.-

Il mio fratellino mi abbraccia le gambe e io mi abbasso per scompigliargli i capelli.

-Fai il bravo, intesi?-

-Sì, e anche tu.-

-Va bene. Harry, Sam...-

Abbraccio i miei fratelli gemelli e sussurro ai loro orecchi:-Ho la sensazione che uno dei due perderà la scommessa.-

-Ma vah!-commentano all'unisono. E' raro che succeda e quando succede sono inquietanti.

-Ciao papà.-

-Ciao, Thomas. Mi raccomando: studia, rendici orgogliosi e non fare sciocchezze, sai cosa intendo vero?-

-Tranquillo, non c'è pericolo: sono responsabile, lo sai.-

-Sì, certo che lo so.Ma questo non vuol dire che tu non debba presentarti con una bella ragazza al tuo fianco questo Natale o in altre occasioni.-

-Non ti ci mettere anche tu, ti prego.-

-Immaginavo che i tuoi fratelli avessero già fatto una scommessa al riguardo.-

-Non ho intenzione di trovare alcuna ragazza, per ora. Quindi state tranquilli.-

-Fa' attenzione, tesoro mio.-

-Sempre, mamma. Dai un bacio a Tessa da parte mia.-

-Lo farò.-

A noi si avvicinano due ragazzi che mi aiutano a portare gli scatoloni e, prima di prendere la chiave della mia stanza ed entrare per la porta che d'ora in poi sarà la mia nuova casa, mi volto ancora una volta per guardare la mia famiglia.

Mi mancheranno e sono sicuro che, appena entrerò in stanza e sarò da solo, scoppierò a piangere come un bambino: sono troppo fragile.

Troppo fragile per questo posto

[Selene]

Ho insistito che Jenny lasciasse gli scatoloni davanti alla porta della mia camera dato che, poverina, si è fatta tutti e tre i piani con questi. Sì abbiamo usato l'ascensore ma non mi sembra giusto che mi faccia da "schiavetta".

Faccio dei respiri profondi prima di aprire la porta della mia nuova camera con la chiave che mi hanno dato.

Appena entro noto con piacere che la stanza è abbastanza spaziosa e molto luminosa.

Con i piedi sul letto vedo subito la mia compagna di stanza che sta attaccando al muro un bellissimo quadro di Van Gogh: la notte stellata.

Già mi piace

-Ciao.- la saluto io posando la borsa sul letto vuoto.

-Oh ciao! Tu devi essere la mia compagna di stanza.-

Scende dal letto e mi tende la mano:-Piacere, Cheope Cossery.-

-Piacere, Selene Davis.Hai un bel nome.-

-Grazie, anche il tuo è molto bello.-

-E' egiziano, vero?-

-Sì, mia madre è di lì mentre mio padre è inglese al 100%. Si sono conosciuti nel deserto del Sahara.-

-Oh, che storia romantica.-

-Non la definirei proprio così dato che stavano morendo assiderati ma alla fine hanno trovato la loro meta.-

-Oh, l'importante è che sia andato tutto bene.-

-Ma perché sto parlando dei miei? Ah vero, per il nome! A cosa sei iscritta? Io Storia dell'Arte.-

-Lingua e Letteratura Inglese.-

-Un'amante di Shakespeare, adoro!-

-Beh, è più uno stereotipo per chi sceglie questa materia.-

-Non ti piace Shakespeare?-

-No mi piace da morire ma non per tutti è così. Un po' come se io ti dicessi che è per i quadri di Van Gogh che tu abbia scelto questo indirizzo.- dico indicando il suo poster appena attaccato.

Lei scoppia a ridere e poi dice:-Già mi piaci, Selene. Ti aiuto a disfare gli scatoloni?-

-Tranquilla, non voglio distrarti dal tuo lavoro.-

-Ho solo attaccato il mio preferito, ne avrò altri 6 nelle scatole ma posso farlo tranquillamente dopo: non c'è fretta. Scommetto che invece tu abbia tanti libri.-

Apro la scatola che avevo prima in mano e le mostro il contenuto.

-Come immaginavo. Allora...cominciamo?-

[Tom]

Apro la porta della mia stanza che si trova al terzo piano del dormitorio maschile e chiedo ai ragazzi di lasciare gli scatoloni a me, non voglio si affatichino troppo.

Apro la porta e il mio piano di piangere come una checca va a farsi friggere quando vedo un ragazzo, disteso sul letto, con le cuffie alle orecchie.

Senza salutarlo poso le cose sul letto vuoto e salto in aria quando il ragazzo in questione urla:-Oh ciao!-

Mi volto di scatto, portandomi una mano sul cuore.

-Scusa, non volevo spaventarti. Pessimo inizio.-

-No tranquillo, sono io che mi spavento facilmente. Piacere, Thomas Holland, ma tutti mi chiamano Tom.-

-Julian Brandt.-

-Tedesco?-

-100% ma so parlare bene la vostra lingua.-

-Si vede. Sei bravo.-

-Grazie, ho studiato molto l'inglese a scuola. Per questo sono qui.-

-A cosa sei iscritto?-

-Scienze motorie ma, come puoi vedere dal mio outfit, preferisco la pratica.-

Non mi ero accorto che indossasse dei pantaloncini che arrivano fin sopra le ginocchia e una semplice maglietta bianca.

-Sei un calciatore?-

-Non proprio, ma vorrei diventarlo.-

-Beh, il fisico lo hai.-

-E tu? Mi sa che non sei un tipo da scienze e calcoli.-

-Indovinato: sono iscritto a Lingua e Letteratura Inglese.-

-Forte! Adoro Shakespeare.-

-Anche io.-

-Ovviamente. Ti aiuto con le scatole.-

-No grazie, non voglio...-

Ma prima che possa dire qualsiasi altra cosa ne prende due e le porta dentro.

-Ti piace il calcio?-

-Penso che tu già sappia per cosa faccia il tifo.-

-Manchester: un classico di voi britannici. Non sei uno di quei tipi noiosi che vogliono sempre stare dentro a studiare a leggere romanzi per femminucce, vero? Senza offesa.-

-Oh no, tranquillo: sono un tipo aperto a tutte le esperienze che questo college ha da offrire.-

-Caro Tom: sento che questo sarà l'inizio di una splendida amicizia.-

-Grazie, Julian. Lo penso anch'io.-

E lo penso per davvero



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