Capitolo 15

[Tom]

Sembra che mia madre avesse cambiato idea all'ultimo secondo quando è entrata nella stanza in cui stavo ieri; diceva di dovermi dire qualcosa che sembrava molto importante ma alla fine si è limitata ad accarezzarmi i capelli e a mormorare "Come è potuto succedere". Lì per lì avevo pensato parlasse di quello che mi fosse successo ma qualcosa mi diceva che non era affatto così.

Sono uscito qualche ora dopo e, per tutta la serata e nottata che ho passato nella mia camera, non mi sono staccato per un secondo dal libro che mi ha regalato Deanna: caspita, non lo ricordavo così bello! Inutile dire che l'ho già finito tutto.

La lezione che sto "seguendo" di scrittura creativa sta diventando un pochino noiosa anche se ho fatto i salti mortali per poter entrare in questo corso che accettava solo 50 studenti. Non mi sorprende che anche Selene sia riuscita a passare ma la cosa che invece mi sorprende è il fatto che sia seduta proprio alla mia destra mentre pigia freneticamente le tastiere del suo computer per prendere appunti sul programma Microsoft Word: è sempre la solita perfettina.

Passo lo sguardo dalla mia pagina vuota di Word dove dovrei prendere appunti anche io alla pagina del capitolo che sto scrivendo con il mento poggiato sul braccio, posizione che assumo spesso quando sono a corto di idee come se così possano partorire qualcosa con più facilità...di solito funziona veramente.

-Lei che ne pensa, signor Holland?- 

La voce della professoressa mi costringe ad alzare lo sguardo. 

Mi rendo conto solo adesso che è proprio davanti a me: è una bella donna afro-americana con dei bellissimi corti capelli ricci che porta sempre legati, con un bel sorriso e, mi è sembrato ai test d'ingresso, molto gentile e disponibile...ma adesso non penso proprio che lo sia.

-Scusi professoressa, non ho seguito bene quest'ultima parte.-

La donna abbassa le mani dai fianchi per lisciarsi i pantaloni bianchi e dedicandomi quel sorriso da mamma che le avevo visto la prima volta che sono entrato in questa classe.

-Ragazzi adesso fate voi e mi raccomando di seguire tutti i passaggi di cui vi ho appena parlato. In quanto a te, Holland, fammi vedere cosa stavi scrivendo.-

Sento le guance avvampare sia per la sgridata che mi aspetterà tra poco sia per occhi di Selene che mi sta fissando da quando la professoressa Thompson mi ha fatto la domanda.

Annuisco e lei si mette al mio fianco; fa scorrere gli occhi scuri sulle parole inserite nel Word che non dovrebbe essere aperto e mi affretto a spiegarle quando mi blocca sorridendo:-Lo sapevo.-

-Professoressa io...-

-Non c'è bisogno di spiegare nulla, Tom. Posso chiamarti per nome, vero?-

-Sì certo, ci mancherebbe.-

-Quello che voglio dire è che lo sapevo che tu avessi questo talento. Sei molto bravo, sai?-

Ok questo non me lo aspettavo: forse non esageravo quando me la sono immaginata a distribuire caramelle appena entrata con quel sorriso a trentadue denti e una maglietta rosa fosforescente.

-G-grazie professoressa.-

-Adesso però concentrati sul lavoro che vi ho chiesto di fare e ti do' un piccolo aiuto se non lo sai: dovete descrivere le sembianze del personaggio principale e, se magari non sai le fasi, fattele dire dalla tua collega.-

-Va bene, mi scusi ancora professoressa Thompson.-

-Non sei molto attento alle lezioni, vero Tom? Vi ho già detto di chiamarmi Vanessa.-

-Sì mi scusi, soffro di deficit dell'attenzione in effetti e sono anche un po' dislessico...-

-Tom, ho già letto la tua cartella e non devi giustificarti di niente...almeno con me. Intesi?-

-Sì professoressa...cioè, volevo dire, Vanessa.-

-Molto meglio. Al lavoro, forza.Avete il resto dell'ora.-

Una volta allontanatasi tiro un sospiro di sollievo, chiudo la pagina del capitolo, stacco la pen-drive dove è inserito ed ingrandisco la pagina della lezione contenente solo il titolo "Corso di scrittura creativa-I lezione: Il personaggio principale".

-Vuoi che ti passa i miei appunti?- mi chiede l'ultima persona che avrei mai immaginato potesse rivolgermi la parola.

Esito un po' prima di risponderle:-Non ti preoccupare, posso chiedere a qualcun altro.-

-Tom qui conosci solo me e se non ci aiutiamo noi non saprei dove potremmo finire.-

Sbuffo, giro lo sguardo su tutta la stanza e poi mi arrendo:-Eh va bene, grazie.-

Resisto alla tentazione di non guardarla mentre sorride lievemente, come se fosse una piccola vittoria personale che avesse sempre voluto raggiungere, e apre una pagina su Internet.

-Te li mando per e-mail se non l'ha cambiata.-

-No, è sempre quella.-

Digita sulla tastiera e fa tutto quello che deve fare per mandarmeli.

-Cosa stavi scrivendo?- mi chiede all'improvviso con gli occhi fissi sul suo schermo.

Decido di risponderle ma senza troppo entusiasmo:-Un libro.-

-Come...no nulla.-

So cosa volevi dire, Lene: Come quando eravamo piccoli e pieni di speranze per un futuro insieme

-Sei sempre stata tu, vero?-

-Per cosa?-

-La prima volta che sono stato male: sei stata tu a chiamare i soccorsi e Julian.-

La sento agitarsi sulla sedia ma cerca di nasconderlo continuando a fissare il pc e facendo finta di non vedere bene.

-Dovrei fare la visita oculistica...-

-Non cambiare argomento, ti prego, e dimmi se sei stata davvero tu.-

Poggia le mani sulle ginocchia coperte da un paio di jeans chiari leggermente strappati e mi guarda per soli due secondi prima di distogliere di nuovo lo sguardo e fissare il mouse sul suo tavolo.

-Ero preoccupata e dato che fossi l'unica a sapere cosa fare ti ho aiutata. Nulla di più.-

-Beh, non so cosa dire...-

-Un "grazie" sarebbe sufficiente, se ancora sai dirlo, ma in caso contrario non fa niente: è stato un piacere. L'e-mail dovrebbe esserti appena arrivata.-

-Io...-

Che devo dire ancora? Non voglio illuderla troppo...non riesco ancora a perdonarla

Un fastidioso tintinnio proveniente dal computer interrompe i miei pensieri e mi accorgo dell'arrivo della sua e-mail sul desktop. La campanella di fine lezione quasi mi fa sobbalzare e mi meraviglio della velocità con cui Selene prende le sue cose e se ne va' senza nemmeno salutare o almeno dirmi qualcosa...qualsiasi cosa.

Sospiro rassegnato: ormai l'ho persa per sempre e non c'è nessun modo per rimediare.

[Deanna]

-...e il 1492 fu l'anno della morte di Lorenzo De' Medici detto "Il Magnifico", l'anno della scoperta dell'America da parte del genovese Cristoforo Colombo e segnò la fine dell'epoca medievale.-

Concludo così il mio esame di storia medievale e il mio ragazzo-professore (ancora non riesco a crederci che lo sia) mi sorride fiero. 


Ho studiato ogni giorno per avere un risultato impeccabile per il mio primo esame e anche io sono fiera di me stessa.

-Beh, signorina Trevisan sono senza parole. Ha esposto gli argomenti richiesti nel modo migliore che potessi mai aspettarmi, soprattutto da una matricola del primo anno con la sua prima materia, e devo dirle che lei ha del grande potenziale.-

-La ringrazio professor Evans, sono felice di sentirglielo dire e, ad essere sincera, ho messo anima e cuore in questa materia così affascinante.-

-Ne sono convinto. Bene, io direi che un bel 30 sia doveroso...dico bene signorina Johansson?-

-Avrei un'ultima domanda da porle, se posso.-

-Certo, faccia pure.-

-Signorina Trevisan lei ha appena detto che nel 1492 morì il Magnifico e. a proposito, saprebbe dirmi qualcosa sulla gestione commerciale della famiglia Medici dopo la sua morte?-

-Scusi mi sembra di non aver capito bene: ha detto proprio "gestione commerciale"?-

-Sì, perché?-

-Nulla, è una domanda interessante in realtà, però nel volume che il professor Evans ci ha consigliato non dice nulla al riguardo. Termina con la sua morte per poi passare direttamente alla gestione della famiglia Sforza...-

-Beh, eppure è un argomento del programma, indiretto certo, ma avrebbe potuto informarsi meglio.-

-Ha ragione signorina, però nel programma non diceva nulla sulla consultazione di documenti esterni o siti internet quindi non mi sono adoperata a, come dice lei, informarmi ulteriormente.-

L'assistente chiude di botto la bocca e penso di sbagliare quando sorrido leggermente, ma poi riprende come se non le avessi detto nulla:-Allora sarebbe meglio darle un 29, lei che ne pensa professore?-

Chris mi guarda con un'espressione che dice "Ho le mani legate" ma allo stesso tempo molto turbata.

-Le do' ragione professoressa. Lei cosa dice signorina Trevisan? Lo accetta il 29?-

Cazzo! 29 è il voto più ridicolo che possano mai dare, una vera presa per il culo!

Ma ho studiato così tanto che quasi vomitavo mentre ripetevo

E proprio per questo non dovresti accettarlo! Tu meriti 30!

L'espressione sul viso di Chris invece mi suggerisce il contrario: "Accetta 29 perché ti assicuro che il prossimo sarà un inferno".

-Va bene lo stesso, grazie mille.-

Chris sospira di sollievo mentre l'assistente annuisce con scarso entusiasmo.

-Perfetto allora, ancora congratulazioni.-

Esco dall'aula cercando di non mostrare troppa rabbia ma quasi salto in aria quando mi arriva un messaggio sul telefono. Mi affretto a leggerlo e un po' mi sorprendo nel leggere il nome di Tom. Ci eravamo scambiati i numeri quando sono andata a trovarlo in infermeria in caso gli servisse qualcosa o viceversa ma il contenuto del messaggio mi inquieta un po'.

Tom: Potremmo vederci al bar domani dopo la lezione di letteratura? Devo parlarti di una cosa ma ti prego non fare domande, dammi solo la tua risposta.

Digito freneticamente la risposta nonostante mi preoccupi il tono.

Io: Va bene, a domani


-Non posso crederci che tu le abbia dato corda!-

Io e Chris ci siamo rivisti nel suo ufficio. Mentre io faccio avanti e indietro per la stanza, molto seccata per la storia dell'esame, lui sta seduto tranquillo sulla sua comoda poltrona, in silenzio, fissandomi con quei suoi magnetici occhi azzurri.

-Calmati Dea, è solo un esame.-

-Un esame a cui io tenevo molto!-

-Ci tenevi perché ti piaceva la materia o per me?-

-Per la materia! Anche per te ma perché volevi fare una bella figura...chi è quella per permettersi di chiedermi un argomento che neanche hai scritto nel programma?-

-E' la mia assistente, tesoro. E' suo compito fare domande aggiuntive per testare le vostre capacità: non credi che sarebbe stato troppo facile rispondere alle domande del solo professore?-

-La verità è questa: le assistenti, senza offesa, sono delle stronze senza cuore che vogliono metterti in difficoltà per farvi vedere di essere capaci di distruggerci!-

-Non credi di stare esagerando?Non è che sei semplicemente gelosa?-

-Ma che c'entra? Per assistenti intendo anche quelli maschi...sono fatti tutti della stessa pasta.-

-Ripeto: è il loro lavoro, sono pagati per questo.-

-Ma non vuol dire che tu debba fargli passare tutto: sembravi non avere nessun potere contro di lei, come se fosse lei la professoressa e tu l'assistente ubbidiente.-

-Non avevo scelta! Sono stato obiettivo: effettivamente non hai risposto alla domanda che ti è stata posta e...-

-Una domanda, Chris! Una! E poi tu avresti anche potuto dirle "Oh fa nulla signorina Johansson, facciamole passare questo 30 per la sua prima materia. Per le prossime a venire imparerà la lezione" o qualcosa del genere. Lei mi odia, non è vero?-

-Deanna?-

-Cosa??-

-Vieni qui.- 

Mi siedo sulle sue gambe con un piccolo sbuffo e poi mi abbraccia con le sue grosse braccia.

-Mi dispiace che sia andata così, ma 29 è comunque un bel voto e dovresti andarne fiera.-

-E' un voto ingiusto. O 28 o 30...non dovrebbe neanche esistere il 29: sconsola un sacco di studenti, l'ho visto con mia sorella un paio di volte.-

-Ma tu non sei tua sorella e so che puoi fare molto di meglio. Continua così e vedrai che tutto andrà meglio...vuoi sapere una buona notizia?-

-Cosa?-

-Hai passato la mia materia, quindi non sono più il tuo professore.-

-E cosa cambierebbe?-

-Che non ci saranno dubbi di preferenza se adesso ci vedessero insieme.-

-Intendi uscire allo scoperto? Io e te?-

-Quanti professori-studenti adesso sono felicemente sposati e non hanno mai avuto problemi di alcun genere?-

-Tante lo so, però...-

Non mi lascia finire la frase che mi bacia con una tale passione che mi gira addirittura la testa. Approfondiamo il bacio e finisco con il sedermi a cavalcioni su di lui.

-Adesso siamo solo io e te. Ti amo Deanna.-

-Anche io ti amo Chris.-

[Cheope]

-Ti rendi conto che stronzo?? Prima fa tutto l'altezzoso, poi gli salvo praticamente la vita per la seconda volta e il ringraziamento è questo??-

Mi sta scoppiando la testa. Non fraintendetemi io adoro Selene, è la migliore amica, insieme a Deanna, che potessi mai desiderare ma adesso vorrei fare di tutto fuorché che ascoltarla.

Per giorni il pensiero che Julian nasconda qualcosa sulla sua vita mi ha tormentato senza lasciarmi neanche il tempo di pensare ad altro.

Io lo faccio sentire male? Oppure è stata l'esperienza di Tom a renderlo così chiuso?

E' sempre il solito Julian: simpatico, sicuro di sé e fuori dal comune...ma vedo che usa tutte queste sue bellissime doti per nascondere del dolore represso e causato da chissà cosa...e ho intenzione di scoprirlo, a tutti i costi!

-Cheope mi stai ascoltando??-

Alzo solo adesso lo sguardo sulla mia migliore amica, la quale, la ritrovo seduta sul suo letto a gambe incrociate e con la fronte aggrottata.

-Scusami Sel ero sovrappensiero.-

-No, scusami tu: sono una rompi palle con questa storia di Tom. Non dovrei neanche parlarne.-

-No, ti stai sfogando ed è giusto così...è solo che non sono il tipo adatto per queste strane amicizie di amore et odio.-

-Ma non c'è nessun amore tra di noi...almeno non più.-

-Tu lo amavi?-

-Cosa?? Certo che no!-

-Allora ti piaceva?-

Esita un po' prima di rispondere:-Un pochino ma non si può parlare di cotta, questa no. Era come un fratello per me e non l'ho mai immaginato in quel senso.-

-Capisco.-

-Ti sto stressando con i miei problemi quando lo vedo che tu stai messa peggio di me.-

-Che vuoi dire?-

-Cheo lo so che non dormi bene la notte, ti vedo girarti tra le coperte senza trovare pace e altre volte ti ho vista a fissare il soffitto con gli occhi spalancati; sei più pallida del solito e quelle occhiaie sono un'altra prova della tua insonnia. Cosa ti preoccupa?-

Non voglio parlarle di quello che penso di Julian. Non perché non mi fidi di lei ma è una cosa che voglio sbrigare da sola e non voglio coinvolgere né lei né Deanna, perciò rispondo:-E' l'esame di architettura classica che si avvicina, ho paura di non ricordarmi alcune date...-

-Ma smettila che andrà bene. Hai ancora una settimana per ripeterle e poi lo vedo che ami questa materia: non ho mai conosciuto nessuno così amante della storia dell'arte come te, vedrai che colpirai il professore se gli dimostri quanto amore ci metti nel farlo.-

-Grazie Sel, significa molto per me.-

-Lo so.-

Dovrei dirglielo, davvero, ma qualcosa mi dice che sia qualcosa di troppo intimo per Julian e non voglio perdere la sua fiducia.

[Selene]

Cheope mi è sembrata molto strana e so che non è preoccupata solo per l'esame, c'è qualcosa che la turba e scommetto che c'entri Julian. Non le ho chiesto nulla per non destabilizzarla ma quando sarà più tranquilla le parlerò più seriamente.

Quello che è successo stamattina con Tom è stato altrettanto strano: non mi parlava da quando eravamo in infermeria, e quando la professoressa si è riferita a me per passargli gli appunti mi sono come sentita punta da piccoli aghi per tutto il corpo, pensavo che potesse finalmente aggiustarsi tutto ma quel tono mi ha fatto perdere qualsiasi speranza avessi.

Qualsiasi cosa gli abbia fatto deve averlo davvero ferito nell'animo o non farebbe così. Ma allora cosa ho fatto?? Perché non vuole parlarne con me?

Dovrei chiederglielo?

Sì, e come faccio? Non vuole stare vicino a me per più di due secondi (al corso l'ho notato che non vedesse l'ora di andarsene ed era per questo che me ne sono andata così velocemente) come dovrei riuscire a creare una conversazione con lui?

Potrei trascinarlo dentro una stanza, chiudere la porta e mangiare la chiave così da non lasciarlo scappare ma prevedo già che non dureremmo per più di due minuti dato che, quasi sicuramente, ci uccideremo a vicenda.

Decido di lasciar perdere per il momento e sembra che Logan mi abbia letto nel pensiero perché mi ha appena scritto: Ho letto che stasera ci saranno le stelle cadenti, che ne dici di fare un pic-nic nel balcone del mio dormitorio per guardarle insieme?

Sorrido: sarebbe un modo perfetto per distrarmi.

Io: Mi piace l'idea ma il tuo compagno di stanza accetterà la mia presenza?

Logan: Nessun problema piccola, saremo soli per tutta la notte...

Intendo il significato nascosto e rispondo con un "Ok allora, non vedo l'ora" accompagnato da un cuoricino rosso.

Mi pongo un obiettivo mentre mi preparo per rivedere il mio ragazzo: Thomas Stanley Holland non sarà più un mio problema, d'ora in poi mi concentrerò solo sulla mia vita


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