Capitolo 14
Sono stata tutta la notte al suo fianco.
Logan è arrivato pochi istanti prima che mi addormentassi con la testa poggiata sulla mano di Tom. Non ha fatto obiezioni perché non mi ha svegliata, anzi, mi ha coperto le spalle con la sua giacca e poi si è sistemato sul divanetto poco lontano dal letto. Al mio risveglio lo vedo dormire beatamente, sdraiato su un fianco, e gli sono talmente debitrice che dei baci non basterebbero.
Mi stiro le braccia indolenzite e formicolanti; nonostante la scomoda posizione ho dormito benissimo e me ne sorprendo dato che spesso soffro di insonnia.
Poso gli occhi su Tom, ancora dormiente e intubato.
Non piangere, Selene non piangere
Non qui
Non adesso
La sua mano, posata sul materasso accanto alla mia, si muove leggermente e un sorriso involontario si fa spazio nel mio viso ancora truccato di sangue finto e mascara colato.
-Thomas...-
Un gemito esce dalle sue labbra sottili ma rosee.
-Lene...-
-Come ti senti?-
-Confuso e stanco...cosa è successo? Perché sei qua?-
Alza un po' la testa e la scintilla che ho visto poco fa nei suoi occhi sparisce quando si accorge della presenza del mio ragazzo a pochi passi da noi.
-Ah, c'è anche Lerman.-
-E' stato lui a chiamare i soccorsi, non oso immaginare cosa ti sarebbe successo se...ma fa nulla: l'importante è che non sia successo nulla di grave.-
-Sei stata qui tutta la notte?- mi chiede lievemente guardando la giacca ancora sulle mie spalle.
-Sì, sono stata al tuo fianco da quando ti hanno portato via...mi sentivo in dovere di farlo.-
-Len...Selene?-
Cerco di ignorare il dolore che sto provando nel sentirmi chiamare con il mio nome intero da lui e rispondo:-Sì?-
-Ti ringrazio.-
Sorrido.
-E' stato un piacere.-
Ci guardiamo per due secondi. Due.Fottuti.Secondi. e sembra che siano di più.
Ma poi perché?
La porta si apre e interrompe il contatto visivo.
-Oh, signorino Holland, vedo che si è svegliato.-
Anche Logan si sveglia di scatto e si alza dal divano stropicciandosi gli occhi azzurri con le mani. Sorrido mentre lo fa: sembra un bambino ed è dolcissimo.
-Buongiorno dottore.- lo saluta educatamente e mettendosi accanto a me. Circonda la mia vita con il suo braccio e mi attira più a sé mentre continua a parlare:-Come sta?-
-I valori sono stabili e ti riprenderai del tutto nelle prossime ore.-
-Quando posso andarmene da qui?- chiede Tom con un tono che non era esattamente quello pacato che stava usando poco fa con me.
-Stasera, con molta probabilità.-
Sbuffa, riappoggia la testa sul cuscino e si mette a guardare fuori dalla finestra alla sua destra.
-Il professor Evans e i suoi amici sono stati qua tutta la notte, preoccupati per le sue condizioni.-
-Ne dubito...- gli sento dire nonostante lo avesse detto talmente piano che né il dottore né Logan sono riusciti a sentirlo date le loro espressioni quasi sorridenti.
-Qui fuori c'è la sua famiglia, vuole che li faccia entrare?-
Gira la testa di scatto, come se il dottore gli avesse appena detto che morirà fra meno di due ore, e poi guarda me. So quanto gli dia fastidio il fatto che la sua famiglia venisse a conoscenza dei suoi attacchi, per questo l'ultima volta sono riuscita a convincere il dottore di non farlo.
Gli faccio segno di dirgli di sì e di non fare il bambino capriccioso e sembra aver inteso tutto perché annuisce e torna a guardare verso la finestra aperta.
-Benissimo. Signori Holland, potete entrare.-
-Possono entrare anche i suoi fratelli?- sento chiedere da sua madre, Nikki.
-Certamente, prego dopo di voi. Vi prego di non stressarlo troppo.-
-Sicuro, grazie dottore. Tesoro mio.-
Nikki corre verso suo figlio con gli occhi lucidi e gli bacia continuamente la testa come se avesse paura che potesse scomparire. Tom non dice nulla ma anzi si fa abbracciare da sua mamma con un sorriso sulle labbra e confortandola che si senta bene.
Tom ha un bellissimo rapporto con tutta la sua famiglia: non si è mai vergognato di venir abbracciato dai suoi genitori o di comportarsi da fratello maggiore, anzi mi diceva sempre che fosse fortunato ad avere una famiglia così dato che molti suoi amici (inclusa me) non fossero così fortunati.
Faccio segno a Logan di lasciarli da soli ma Harry mi blocca sul posto, posando una mano sul mio braccio.
-Lo hai salvato tu, vero?-
-Non ho fatto nulla, davvero.-
-Sei la sua eroina, lo sai?-
Sorrido grata e lo saluto con un veloce cenno della mano. Ci chiudiamo la porta alle spalle e, come se mi avesse letto nel pensiero, Logan mi attira a sé per abbracciarmi. Forte.
-Grazie, ne avevo bisogno.-
-Lo so. Sei una persona fantastica.-
-Selene!- sentiamo urlare in preda al panico.
Ci voltiamo verso la voce e vediamo Ester correre a perdifiato per il corridoio del pronto soccorso dell'università e seguita dal professor Evans che, invece, cammina semplicemente a passo svelto e cercando di fermare la bionda davanti a lui.
-Lui dov'è?? Come sta??-
-Meglio tardi che mai.- commento io abbastanza piano da non farmi sentire da nessuno. Le dico soltanto:-Dentro. C'è tutta la sua famiglia adesso quindi non mi sembra il momento adatto per...-
-La sua famiglia??- mentre lo chiede si ritocca i capelli e si sistema la gonna bordeaux che sta indossando.-Da quanto tempo sono là dentro?-
-Sono appena entrati, ma tranquilla: avrai il tuo turno.- le dice Logan facendomi poi segno di andarcene con una mano sulla mia schiena.
Annuisco e ci allontaniamo dalla sottona, dalla quale le sento ancora dire:-Spero che i capelli siano a posto.-
-Piccola, so che sei preoccupata per il tuo amico, lo capisco, ma mi stai facendo venire il mal di testa con questo tuo andare avanti e indietro.- dice Logan sdraiato sul suo letto, con la schiena poggiata ad almeno cinque cuscini, mentre passa i suoi occhi color ghiaccio da me al suo libro di Hemingway.
-Scusami, hai ragione.- sospiro sconsolata sedendomi al suo fianco.
-Vieni qua.- mi dice posando il libro e allargando le braccia.
Poso la testa sotto il suo mento e lascio che mi accarezzi i capelli.
-Starà bene.-
-E invece no: l'ultima volta che gli è capitato così era a tanto così da...-
-Ehi, non ci pensare adesso. Sai cosa ti serve adesso? Una distrazione: sei troppo stressata e ultimamente pensi sempre in negativo...e non è per questo per cui ti ho trovata attraente. Rivoglio la Selene sorridente e positiva, che vede il bene in tutti. Potresti farla tornare per me?-
Sorrido e gli bacio la guancia.
-Sei stupendo.-
-Stupendo?? Io sono favoloso!-
-Ma finiscila!- rido prendendo un cuscino e sbattendoglielo in faccia.
-Ehi! Questo è un affronto!- urla lui cercando di prendermi ma non riesce perché mi sono subito alzata di scatto, ancora con il cuscino in mano.
-Ne vuoi ancora?-
-Aspetta...-
Improvvisamente mi prende per i fianchi e mi fa cadere proprio su di lui; mi tiene stretta e fatico anche ad alzarmi.
-Mollami!-
-Sei mia, Davis!-
-Lerman ti uccido!-
Mi fa il solletico e io do' avvio ad una risata isterica.
-Dai smettila! Smettila!-
Blocco i suoi polsi con le mie mani e sorrido maliziosamente mentre lo guardo negli occhi.
-Prova a battermi ancora.-
-Ok lo ammetto: sarebbe inutile. Ma conosco il tuo punto debole.-
-Oh e sarebbe?-
Alza il viso per poggiare le sue labbra sulle mie. Le mie mani cominciano a rilassarsi e lasciano stare i suoi polsi per posarsi invece sulle sue guance. Il bacio si approfondisce e si alza a sedere per goderselo meglio; le sue mani mi accarezzano la schiena per poi scendere ancora di più.
-Ti stai rilassando?- mi chiede staccandosi poco.
-Forse sì.-
[Cheope]
Ho passato tutta la notte con Julian, preoccupato per il suo migliore amico. Dopo essere rimasti in sala d'attesa tutta la notte ho deciso fosse saggio andare in camera e risposarsi un po': lui era ancora scosso e non ha detto nemmeno una parola da quando siamo entrati al pronto soccorso.
Dopo averlo accompagnato nella sua camera ha insistito che stessi con lui e così ho fatto. Ci siamo aiutati a stuccarci e a togliere gli oggetti ingombranti come la mia coroncina di fiori e il suo cappello da soldato.
Ci siamo distesi sul suo letto ma sono stata io a consolare lui: ha poggiato la sua testa bionda sul mio petto, gli ho accarezzato la chioma mentre canticchiavo una canzone che entrambi abbiamo scoperto di amare alla follia e sono riuscita a calmarlo almeno un po'.
-Come ti senti adesso?- gli ho chiesto piano, per non spezzare quella quiete che si era creata.
-Meglio, sei stupenda.-
-Tremavi: dovevo fare qualcosa.-
-Ti amo.-
Era la prima volta che me lo diceva, nonostante ci fossimo messi insieme da solo una settimana, e per come lo ha detto l'ho trovata la cosa più tenera che avessi mai sentito: la sua voce aveva un colorito tremante e insicuro ma a me piaceva così. Semplice e perfetto.
-Anche io ti amo, Julian.-
Ci siamo addormentati così, e al risveglio stamattina tutto mi è sembrato bellissimo. Il suo respiro calmo e misurato mi sembra una dolce sinfonia nonostante russi un po', ma mi piace così. Lui mi piace così.
Apre gli occhi color della tempesta e mi guarda intensamente mentre sorride.
-Ciao.-
-Ciao.- lo saluto io con la stessa espressione.-Dormito bene?-
-Sei comoda.-
-Oh ma finiscila.- rispondo ridendo.
Si alza a sedere e cerco di trattenere una risata alla vista dei suoi capelli scompigliati.
-Cosa?-
-Nulla.-
Tutto inutile: comincio a ridere come una stupida e, nel mio stile, riesco pure a sbattere la testa contro la testiera del letto causando in lui ilarità.
-Tutto bene?- mi chiede cercando di fare il serio e accarezzandomi la testa.
Annuisco, ancora con le lacrime agli occhi e inaspettatamente lui mi bacia non lasciandomi nemmeno il tempo di recuperare ossigeno.
-Sei bellissima quando ridi.-
-Anche se sembro un maiale in calore?-
Julian scoppia a ridere e mi soffermo ad osservarlo: strizza gli occhi e, ai lati degli occhi, gli si formano delle piccole rughe che trovo semplicemente dolcissime e si morde il labbro inferiore mentre lo fa.
-Hai fame?- mi chiede, una volta che riusciamo a calmarci.
-Come sempre. Tu?-
-Che domande sono?? Certo, per l'amor del cielo!-
Si alza di scatto dal letto e un pensiero mi balena nella testa. Devo dirglielo.
-Julian?-
-Sì?-
-Dopo andiamo a trovare Tom, ok?- chiedo, per una volta, in tono serio.
Lui annuisce mordendosi le labbra e fissando il pavimento.
Mi alzo anche io e gli accarezzo la guancia bianca come il latte. Deve averlo scosso parecchio; sì siamo tutti preoccupati per quello che è successo ma vedo in Julian un dolore diverso, come se avesse già passato un momento del genere e cercasse di nasconderlo con l'ironia. Non voglio chiedergli nulla per ora, ma ho bisogno di sapere da dove venga questa tristezza repressa...per lui.
Mi bacia la mano e torna con il suo solito smagliante sorriso.
-Muoviamoci o finiranno tutti i waffle!-
Detto questo mi prende il polso e mi tira fuori dalla sua camera.
Chissà da cos'altro voglia farmi tirare fuori.
[Deanna]
Mi sono avvicinata al pronto soccorso solo stamattina essendo che ieri sera, dopo che Selene è andata da Tom, non mi sia sentita tanto bene e Jacob si sia offerto gentilmente di riaccompagnarmi in dormitorio. L'ho ringraziato immensamente e poi mi sono coricata, sprofondando in un sonno senza fine.
Appena arrivata ho trovato Chris seduto su una delle varie poltrone presenti all'entrata e lui ha subito alzato la testa preoccupato per il suo studente, come è giusto che sia, e mi ha invitato a sedermi accanto a lui.
Mi guardo attorno, temendo che qualche professore possa spuntare da un momento all'altro, come la sua assistente per esempio, e poi accetto il suo invito ma sedendomi a pochi centimetri da lui.
-Come sta?- chiedo con gli occhi lucidi.
Sono una ragazza molto emotiva, soprattutto con le persone che mi stanno simpatiche, e Tom con me è stato carino: mi sembra giusto essere così preoccupata, è come se sentissi di dovergli qualcosa.
-E' stabile, si riprenderà. La sua famiglia è venuto a trovarlo.-
Sorrido. Almeno ha qualcuno al suo fianco.
-E Selene? Scusa volevo dire Davis?-
-Se n'è andata qualche ora fa, adesso ad aspettare in sala d'attesa c'è la sua ragazza.-
-Ester? Cioè...Exposito?-
-Sì, non stanno insieme?- mi chiede osservando la mia faccia contrariata.
-Oh sì...almeno credo. Hanno un rapporto strano.-
-Ho notato. Davis era molto scossa, questo vuol dire che si conoscano da molto tempo giusto?-
-Come fai a...-
-Sono un'insegnante, ho visto tanti ragazzi reagire a tante situazioni differenti e ho anche un discreto spirito di osservazione.-
-Oh giusto.-
-Ma anche perché lei mi ha detto qualcosa mentre eravamo in sala.-
-Un discreto spirito di osservazione, eh?-
Scoppiamo a ridere. Senza motivo. A volte serve, nelle brutte situazioni, ridere a caso e poi con lui tutto acquista un senso.
-Senti...-
-Mh?-
-Ti andrebbe di uscire stasera? Una cenetta tranquilla.-
Annuisco senza pensarci: quegli occhi mi fanno dimenticare anche come mi chiamo quando mi fissano così.
-Perfetto.-
Un silenzio imbarazzante aleggia nell'aria e io, per passarmi il tempo, mi guardo le unghia curate come se fossero la cosa più interessante che abbia mai visto.
Un rumore di passi ci costringe ad alzare lo sguardo e vediamo Ester, con uno strano sorriso in volto, sfilarci davanti.
-Ester?- la chiamo per attirare la sua attenzione.
Lei si ferma e il suo viso non cambia di una virgola. E' un po' inquietante.
-Oh ciao...Diana...-
-Deanna, ma fa nulla sbagliano quasi tutti.Piuttosto, come sta?-
-Benissimo, gli hanno detto che già domani potrà uscire.-
-Grandioso! Posso entrare dunque? Almeno per salutarlo.-
-Sì ma non agitarlo: potrebbe peggiorare.-
E se ne va' così, senza aggiungere altro.
-Ma cos...-
-Va' dal tuo amico, noi ci vediamo stasera.-
-Certo professor Evans.-
Mi fa' l'occhiolino e lascia l'edificio ma non riesco a togliermi dalla testa la faccia di Ester mentre mi guardava...era mooolto strana.
[Tom]
Selene ha abbandonato la stanza appena i miei sono entrati ed è da almeno un'ora che li ho in camera. I miei fratelli continuano a farmi domande sulle lezioni, sulle ragazze, sulle feste e io già non li sopporto più ma sono grato a loro per essere qui con me.
-Ti voglio ricordare, fratellone, della scommessa che abbiamo fatto quando ti abbiamo lasciato qui.-
-Dai Harry: ancora la fai valere?-
-Ovvio! Ci conosci: quando i gemelli Holland fanno una scommessa non la mollano tanto facilmente.-
-Allora?? C'è o non c'è una ragazza?- chiede Sam avvicinando la sua faccia alla mia.
-Beh...-
Il dottore bussa alla porta e mi annuncia che un'altra persona sia venuta a trovarmi. Per un momento penso che sia Selene ma è già stata qui quindi è impossibile che sia lei o il dottore non avrebbe detto così.
Annuisco per dirgli che può entrare e una preoccupatissima Ester si mostra in tutta la sua bellezza. Senza neanche salutare le persone nella stanza si fionda su di me e mi abbraccia forte. Vorrei dirle di non stringere così ma il suo contatto e il suo profumo di vaniglia è così forte che non riesco più ad avere pensieri se non "Grazie a Dio sei qui".
-Oddio Tommy tutto bene? Ero così preoccupata per te, mi amor.-
-"Mi amor"? Aspetta fratello vuol dire che...-
-Scusate, potreste lasciarci un attimo da soli? Per favore?- chiedo rivolto alla mia famiglia.
-Ma...-
-Ho detto "per favore", Sam.-
-Ok, ma poi devi spiegarci un mucchio di cose.- mi avvisa Harry spingendo Paddy dalle spalle.
Mia madre mi bacia la fronte e dedica un piccolo sorriso ad Ester, mentre mio padre fa' un cenno di saluto alla bionda per poi chiudersi la porta alle spalle.
-Dove eri finita ieri sera?- chiedo diretto e togliendo le sue braccia da me.
Lei, confusa, sbatte le palpebre un paio di volte per poi sedersi sulla sedia accanto al letto dove prima si trovava Sam e mi stringe la mano nella sua.
-Mi sono persa! E' successo tutto così velocemente, ero molto indietro quando ti stavano portando via e non ho avuto il tempo di...-
-Ma potevi raggiungermi subito dopo qui. Perché non sei venuta?-
Non risponde e mi guarda confusa con quei suoi occhi chiari.
-Nessuno mi ha detto della tua presenza in sala d'attesa.-
-Mi dispiace così tanto Thomas. Ero spaventata e in preda al panico, per me gli ospedali sono un vero e proprio inferno. Avevo quattro anni quando è morto il mio abuelo e da quel giorno non posso fare a meno di collegare gli ospedali a lui: lo amavo tantissimo e fidati di me quando ti dico che sono rimasta a fissare l'entrata del pronto soccorso per almeno mezz'ora prima di rigettare in un cespuglio lì vicino.-
-Dici davvero?-
Lei annuisce, con gli occhi lucidi, e una lacrima scappa dall'occhio destro per poi cadere sul mio materasso bianco.
-Mi dispiace, non lo sapevo.-
-Non avresti mai potuto saperlo. Senti, lo so di essermi comportata come una stronza senza sentimenti e ti darò ragione se tu non voglia vedermi mai più ma ti assicuro su una cosa: io...penso di amarti, più della mia stessa vita e di chiunque altro che conosca e il solo pensiero di perderti mi fa andare nel panico. Non sono riuscita a dormire stanotte a causa dei sensi di colpa e guarda queste occhiaie! Non si fanno mica da sole.-
A questo mi fa ridere e sono felice di vedere che sorride anche lei.
-Mi dispiace tantissimo, anche se so che non basta, quindi ti propongo questo: prometto di essere più gentile con i tuoi amici, prometto di sostenerti in ogni cosa e soprattutto prometto che non ti lascerò mai più da solo. Mai più. Ti prego Tom, io voglio un ragazzo come te al mio fianco.-
Detto questo mi alza la mano e la bacia; con questa stessa mano le accarezzo i capelli e mormoro:-Va bene, ti credo. Scusa per averti detto quelle cose: a volte neanche io so tenere la lingua a freno.-
-Siamo una coppia perfetta io e te.-
-Già, perfetta.- dico non dando tanto peso alla parola "perfetta" e dicendola così, come se fosse una cosa da nulla.-Anche io ti amo, Ester.-
-Vorrei conoscere la tua famiglia, mi sento in colpa per non averli salutati a dovere.-
-Tranquilla, hai tutto il tempo adesso per farlo.-
Ho fatto conoscere Ester a tutta la mia famiglia e ho notato, con la coda dell'occhio, Harry passare delle sterline ad un Sam sorridente e vittorioso.
Sono usciti tutti per lasciarmi risposare un po' ma il mio momento di pennichella è saltato quando il dottore mi ha avvisato di un'altra visita.
-Disturbo?- chiede Deanna sorridendomi e stando sulla soglia della porta.
-Ciao! No, prego entra.-
-Grazie.-
Si avvicina al mio letto ed esce fuori qualcosa dalla sua borsa.
-Ho pensato ti possa aiutare a superare la noia.-
Leggo il titolo del libro che mi sta mostrando e sorrido.
-Fuoco pallido. Avevo anche io questo libro finché non l'ho perso ad una gita a 17 anni.-
-Beh, ora lo hai di nuovo.- dice passandomelo.
-Oh, non potrei ma accettare...- dico prendendolo con timidezza.
-Tranquillo: l'ho letto almeno un centinaio di volte e poi ho la mia copia in italiano. La puoi tenere: è quella originale.-
-Grazie, è stupenda. Perché lo hai fatto?-
Alza le spalle e garda altrove.-Mi è sembrato un buon passatempo per chi, come io e te, frequenta un college dove la maggior parte dei ragazzi ha la testa china sui libri non solo di scuola.-
-Giusto. Posso chiederti una cosa?-
-Sì, dimmi pure.-
-Siediti.-
Fa' come le dico e mi scruta con i suoi occhi pericolosamente chiari.
-Quanto conosci Selene?-
-Solo da un mese ma abbiamo subito legato.-
-Ho notato: siete un bel trio.-
-Quasi come il "golden trio"?-
-Oh, così mi ferisci italian girl! Non esageriamo adesso.-
-Oh giusto: amante di Harry Potter uguale non mi toccate questa saga perché sono inglese, afferrato.-
Mi metto a ridere e anche lei. E' molto simpatica e dolce, mi farebbe comodo una figura femminile con cui parlare tranquillamente.
-Ora devo andare, tra qualche giorno ho un esame e sono in ansia perenne con lo studio.-
-Tranquilla, è il nostro dovere ti capisco. Ma studi anche oggi? E' ancora festa, no?-
-Sì ma con questo esame così vicino non riesco a prendermi una giornata libera.-
-Beh, se la metti così.-
-Vado, sono contenta che tu ti senta meglio e ho sentito che uscirai già domani: una bella notizia.-
-Già, stupenda.-
-Ci vediamo in giro allora. Ciao Tom.-
-Deanna?-
-Sì?-
So che questa sarà una cosa difficile da dire ma devo farlo: per forza.
-Potresti...potresti ringraziare Selene da parte mia per favore? Ci terrei molto.-
-Certo, lo farò senz'altro. E puoi chiamarmi Dea o Anna, il mio nome intero è un po' una palla dirlo.-
-Va bene, lo farò. Grazie ancora per il libro.-
Mi saluta con un ultimo cenno per poi uscire dalla stanza. Una volta fuori la osservo stringere la mano ai miei genitori ma aggrotto la fronte quando sento mia madre dire:-Deanna?-
La ragazza annuisce confusa ma tutto sembra tornare alla realtà quando mio padre prende per le spalle sua moglie e la fa sedere sull'oggetto di plastica sotto di lei.
Una volta che Deanna si allontanata da loro, mia madre mi guarda dalla finestrella della porta e ha un'aria talmente provata che è come se avesse visto un fantasma.
Riesco solo a cogliere il suo labiale: "Dobbiamo parlare."
LEGGETE E' IMPORTANTE: Ragazzi stavo pensando: ma se tipo una volta al mese o anche di più pubblicassi un capitolo di una nuova ff che sto scrivendo sul mondo di Percy Jackson?? Fatemi sapere cosa ne pensate voi, ci tengo alla vostra opinione :)
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