Capitolo 13
[Selene]
Entriamo tutti insieme, senza dire una parola e veniamo subito raggiunti da una sfavillante Deanna vestita con uno stupendo abito Rinascimentale color bordeaux e una coroncina sulla fronte posata sui suoi morbidi e lunghi capelli biondi: è stupenda!
-Dea!- la salutiamo io e Cheo abbracciandola.
-Ragazze! Ce ne avete messo un po' per arrivare.-
Noto soltanto adesso che i suoi magnetici occhi marroni sono cerchiati da un delicato ombretto di color bianco che sta benissimo con la sua carnagione.
-Selene ha fatto la difficile con il sangue.-
-Non è vero!-
-Cheo, ti prego, non far arrabbiare Bonnie o sai come ti finirà.-
-Potrei fare anche di peggio.- sorrido io e le ragazze mi seguono a ruota.
Ci voltiamo verso gli altri quando sentiamo una piccola tosse proveniente dalla bocca di Ester; effettivamente mi sento un po' in colpa a tenerla sempre in disparte, così mi viene un'idea...anche se so che poi me ne pentirò.
-Ester, io e le ragazze andiamo a sederci su quelle poltrone per parlare un po' senza i ragazzi: ti piacerebbe unirti a noi?-
Nessuno si aspettava questa improvvisa gentilezza date le facce scioccate di tutti...compreso Tom.
Invece negli occhi chiari di Ester vedo felicità e sollievo per la richiesta e mi dico che alla fin fine ho fatto bene: è una bella sensazione rendere felice qualcuno, anche se quella persona non è la tua preferita.
Ma poi perché io la odio così tanto?
Ti ha fatto domande sgarbate e poco carine forse? Oh e come dimenticare quel commento "Un'amicizia come la vostra non andrebbe buttata nel cesso"! Ma poi perché dovrebbe infastidirmi? Anzi, aveva ragione: eravamo così uniti e noi siamo stati stupidi a spezzare questo legame! Ma non si può tornare indietro...a meno che anche l'altro lo voglia
-Con piacere, ragazze. E' giusto lasciarli da soli per un po'.- commenta la ragazza in questione baciando sulla guancia Tom.
Può fare quello che gli pare, può baciare chiunque gli pare e piace: quindi smettila di ficcarti le unghie nei palmi delle mani, per la miseria!
-Ci vediamo dopo, piccola?- mi chiede Logan prendendomi il mento con due dita.
-Mi concederai almeno un ballo?-
-Non vedo l'ora.-
-Allora va bene: ci vediamo dopo.-
Sorride e mi bacia delicatamente prima di scomparire tra la folla insieme agli altri.
-Anche Tom è così carino con me.-
Me ne sto già pentendo
[Tom]
Poggiamo i gomiti sul bancone appena lo raggiungiamo e Logan ordina delle birre per tutti insistendo che voglia pagare lui.
Oppure per dimostrare che tra di noi è l'unico ad essere schifosamente ricco
-Tranquillo amico, io e Tom paghiamo le nostre parti.-
-Ragazzi: ci tengo, davvero.-
Julian mi guarda e sto per dirgli di lasciare stare ma mi precede annunciando:-Va bene, grazie amico americano.-
-Figuratevi, per me è un piacere.-
Non spaccargli la faccia, resisti all'impulso
-Allora, Tom: come va' con la spagnola?-
Tanto vale godermi la serata: per quale cazzo di motivo mi sento così giù?
-Molto bene, devo dire: non avrei mai pensato che potessi piacere ad una come lei ma a quanto pare funzioniamo.-
-Sono contento per te, amico. Selene è una ragazza stupenda: intelligente, spiritosa, bellissima...-
Oh, lei è molto più di questo
Mi volto a guardare le ragazze, sedute su un divano in tessuto rosso, e faccio l'errore madornale di non guardare la mia...
-Lerman!-
Mi volto di scatto quando un ragazzo batte la mano sulla spalla di Logan; è molto alto e mi fa venire le vertigini solo a guardarlo.
-Ehi Elordi! Che si dice, amico?-
-Non c'è male, tu?-
-Tutto alla grande. Oh ti presento due miei nuovi amici: Julian e Thomas.-
-Tom va più che bene.-
-Lui è Jacob Elordi: ci conosciamo da quando siamo piccoli ed è come un fratello per me.-
-Piacere di conoscervi, ragazzi.-
-Italiano?-
-Mio padre è italo americano ma non abbiamo alcun parente nativo italiano: il suo bis nonno però lo era.-
-Interessante. Io sono cento per cento tedesco mentre il mio amico qui è nativo britannico.-
-Mi piacciono i britannici: siete forti.-
Lo ringrazio alzando il mio boccale di birra per poi berne il contenuto: sembra molto più simpatico del suo amico.
-Niente male quelle lì.- dice improvvisamente indicando le ragazze che stanno ancora parlando di chissà cosa.
-Ehi, distogli lo sguardo amico: una di loro è mia.-
-Ora che guardo meglio il tuo costume mi sa che sia "belle gambe".-
Questo però mi fa infuriare come una bestia.
Stringo il bicchiere un po' troppo forte ma rallento la presa evitando di frantumarlo quando Logan risponde:-Non ti permettere, sai? Lei ha un nome.-
-Scusa, amico: e poi sono già occupato.-
-E da quando??-
-Da mesi, amico.-
-Ah ma è quella ragazza con cui uscivi di nascosto? Aspetta, il suo nome mi sfugge sempre.-
-Zendaya, sì amico. Prossima settimana verrà a trovarmi così te la presento come mia ufficiale fidanzata.-
-Intendi...-
-No, per carità ancora no!-
Scoppiano a ridere e io torno a guardare le nostre ragazze: sembrano tutte a loro agio, persino Selene con Ester; stranissima la sua richiesta di accoglierla con loro date le occhiate che si lanciano ogni volta che si incontrano. Sembra che non me accorga ma si vede da un miglio di distanza che non si sopportano...chissà perché.
-Scusa Jake, ho promesso alla mia ragazza un ballo.- dice Logan dopo che le prime note di una canzone lenta riempiono l'auditorium.
-Vai, non ti fermerò.-
Logan si allontana scusandosi con tutti e osservo ogni suo movimento: la disinvoltura con cui si avvicina al divano dove sono sedute, a come offre la mano a Selene, la quale, un po' arrossita, la accetta volentieri e a come lei sorride quando lui le cinge la vita.
Le luci cominciano a diventare più basse rendendo l'atmosfera più tranquilla e "romantica", se così possiamo chiamarla.
Come previsto Ester, Deanna ed Cheope si avvicinano a noi; quest'ultima viene subito trascinata dal mio migliore amico in pista, forse con un po' troppa convinzione, mentre Deanna si poggia semplicemente sul bancone con aria sconsolata.
-Nessun ragazzo ti ha fatto la corte?- chiedo smorzando l'atmosfera.
-No.- sbuffa lei.-Cioè, in realtà c'è uno ma...non c'è stasera.-
-Mi dispiace, se non fosse per Ester ti inviterei a ballare.-
-Non fa nulla ma grazie comunque: sei molto dolce.-
-Quando vuoi.-
Mi sorride e torna a sbuffare.
-Posso io?- chiede Jacob, rimasto in silenzio per tutto il tempo mentendosi a fianco di Deanna.
Lei lo guarda interrogatoria e lui si affretta a dire:-Tranquilla, anche io ho una ragazza ma non è qui...ci sosteniamo a vicenda.-
-Sei molto gentile D'Artagnan, ma preferisco annegare la mia solitudine nell'alcol.-
-Ti capisco, allora le faccio compagnia my lady.-
Deanna nasconde un sorrisino timido ma alla fine accetta.
Sorrido lievemente, contento che non si trovi da sola quando sento...
-Mi amor?- mi chiama Ester raggiungendoci poco dopo.
-Eccola.- sento dire da Deanna prima di ordinare una bottiglia di birra per lei e Jacob.
-Est.-
-Vuoi ballare?-
-Vorrei ma non me la sento, adesso.-
-Ti senti bene?- mi chiede preoccupata sporgendosi per guardarmi in faccia.
-Mi sento un po'...stanco.-
-Vuoi che andiamo in dormitorio?-
-No, tranquilla: ora mi passa.-
Effettivamente non ho del tutto mentito: la testa sta cominciando a vorticare e comincio a vedere strani pallini ballare per tutta la stanza.
I miei occhi tornano su Selene e il suo ragazzo.
Si muovono in modo aggraziato, come se avessero preparato prima la coreografia, andando pure a ritmo con la melodia della canzone "Stuck with you" di Justin Bieber ed Ariana Grande, troppo sensuale per i miei gusti.
Li guardo avvinghiarsi e di come lui le accarezza il naso con il suo; si guardano intensamente negli occhi e sono talmente concentrato su di loro che non mi rendo neanche conto di essermi allontanato dal bancone, barcollando.
-Tom.-
La voce di Ester la sento quasi ovattata e più lontana, e non solo perché mi sto allontanando io. Mi sento imprigionato in una scatola senza buchi e annaspo, in cerca di qualsiasi pezzo di ossigeno presente nella stanza; porto la mano sul cuore ma è la mossa più stupida che potessi fare dato che il precario equilibrio va a farsi fottere facendomi collassare a terra.
No, non di nuovo
[Deanna]
Jacob non è poi così male: è divertente e non sembra avere intenzione di filtrare con me mentre mi racconta uno strano aneddoto sulla sua infanzia.
-No, non ci credo.-
-Credici invece! Ero talmente stupido.-
-Mai come me: a 4 anni pensavo che Babbo Natale lanciasse i regali dentro le case nelle finestre aperte, la notte di Natale aprii tutte le finestre e, non vedendo giungere nulla, mi sono sporta talmente tanto da cadere sul giardino sotto casa!-
-Ti sei fatta male?-
-E' questa la cosa stupefacente: ne sono uscita illesa perché sono caduta sul cespuglio.-
-Fortunata, ma comunque io rimango imbattibile.-
La nostra distanza è accettabile dato che i nostri petti non sono del tutto attaccati l'uno all'altro e tiene saldamente la mano sulla mia schiena mentre con l'altra stringe la mia esile e bianca mano.
-Questo tuo ragazzo frequenta questa università?-
-Sì, più o meno.-
Ti prego non farmi altre domande: stavamo così bene
-La tua?- chiedo cercando di sviare il discorso.
-No, lei è ad Harvard.-
-Harvard?? Wow.-
-Già, sono fiero di lei. Mi raggiungerà prossima settimana.-
Mentre mi parla ancora di lei intravedo un luccichio nei suoi occhi e spero che anche a Chris possa fare lo stesso effetto se dovesse mai parlare di me a qualcuno.
Vengo spintonata da qualcuno ma non faccio in tempo a lamentarmi che mi accorgo subito chi sia stato.
-Tom.- lo chiamo ma non risponde, piuttosto continua ad arrancare come in cerca di aria.
-Era il tuo amico?-
-Non sembra stare bene.-
-Vado ad aiutarlo.- dice Jacob lasciandomi e facendosi spazio tra la folla.
-Vengo con te.-
Lo vedo andare verso Selene ma non riesce a raggiungerla dato che casca a peso morto, facendo spaventare tutti.
[Selene]
-Sei bellissima.-
-Grazie, anche tu mr Clyde.-
Ci dondoliamo a ritmo della musica proveniente dalle casse e devo dire che si muove molto bene.
Dopo quasi 5 minuti di silenzio intravedo qualcuno farsi spazio tra la folla in maniera molto goffa.
I soliti ubriaconi penso alzando gli occhi al cielo.
Il ragazzo però comincia ad arrancare con più difficoltà e strizzo gli occhi per guardarlo meglio in faccia.
Oh, non di nuovo
-Tom.-
-Cosa?- mi chiede Logan avvicinandosi alle mie labbra per sentire meglio.
Sto per pronunciare ancora il suo nome quando accade.
Appena lo vedo cadere a terra, senza pensarci, corro da lui spintonando chiunque mi intralci la strada ed ignorando alcuni commenti poco carini per come mi stia comportando.
Thomas
-Fatemi passare! Tom!-
Finalmente riesco ad arrivare dove si trova disteso lui e mi inginocchio subito, prendendogli poi la mano.
-Respira, Tom sono qui.-
-Sapevo che eri tu...-
-Non ci pensare adesso, concentrati sulla mia voce e solo sulla mia voce: respira Tom respira, cazzo!-
Le palpebre cominciano a dilatarsi di più mentre continua ad annaspare in cerca di aria.
-Qualcuno chiami un cazzo di dottore! Cazzo state qui a guardare??-
-Lo chiamo io!- dice Logan mettendosi al mio fianco e portandosi il telefono all'orecchio.
-Tom resta con me, sono qui.-
-Amico, guardala negli occhi, cazzo!- urla Julian mettendosi all'altro fianco.
-Che succede?- chiede un ragazzo altissimo e mi stranizzo nel vedere Deanna al suo fianco, ma non è il momento per le spiegazioni: non adesso, porca puttana!
-Tommy ti prego!-
A questo nomignolo sembra cominciare a respirare normalmente anche se il petto continua ad alzarsi ed abbassarsi ad un ritmo ancora troppo veloce.
-Non ha portato l'inalatore con se' o quelle cazzo di pillole??- urlo disperata a Julian.
-Non glieli ho visti prendere!-
-Porca troia, Tom!-
-Il medico sta arrivando e con lui tutta la squadra di pronto soccorso. Sta arrivando anche il professor Evans.-
-Grazie, Logan.-
-Fatelo respirare, allontanatevi di più!- urla il ragazzo di prima allontanando tutti con le braccia.
-Ehi, andrà tutto bene continua a respirare.- mormoro a pochi centimetri dal viso di Tom, ancora disteso a terra.
-Così?- mi chiede mostrandomi un respiro più sostenuto.
-Sì, esattamente! Sei bravissimo, stanno arrivando per te.-
-Lene...-
-Shh non parlare, pensa solo al respiro: dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori...-
-Fateci passare ragazzi.-
La squadra del pronto soccorso si fa strada tra la folla e mi costringono ad alzarmi.
-Signorina, deve allontanarsi.-
-Ma io...-
-Signorina Davis.-
A sentir nominare il mio nome mi volto.
-Professor Evans.-
-Cosa è successo ad Holland?-
-Lui...-
Sento che anche l'aria nei miei polmoni mi stia abbandonando e sembra che se ne sia accorto pure il professore perché si affretta a dire:-Non si preoccupi, signor Lerman la porti a prendere una boccata d'aria e lei, signor...?-
-Brandt, signore.-
-...Brandt, segua gli infermieri: la seguirò a ruota.-
-Sì, signore.-
-Ragazzi voi fate passare gli specialisti, ci penseranno loro al vostro collega.-
Mentre la barella dove viene posato Tom passa davanti a me e Logan, sulla via della porta d'uscita, sento prendermi la mano proprio da lui.
-Lene...-
Non riesco a spiccicare una sola parola per quanto sia sconvolta, ci pensa Logan a rispondere al posto mio:-Verrà a trovarti presto, tu pensa a tenere duro amico.-
Per quanto apprezzi le belle parole di Logan, Tom continua a chiamarmi annaspando:-Lene...-
-Va' con lui, Sel.- mi dice Cheope poggiandomi la mano sulla spalla.
-Ma io...-
-Vuole te, vai!- dice Logan prendendomi le mani.
-Ma Logan...-
-Ho detto: vai! Ti raggiungo dopo, promesso.-
Annuisco e seguo i medici.
-Viene con noi, Davis?- mi chiede Evans affiancandomi.
-Sì, ha bisogno di me.-
I medici lo hanno imbottito di ossigeno da quando siamo entrati al pronto soccorso dell'università.
Il professor Evans mi ha fatto compagnia in sala d'attesa per tutto il tempo in Tom è stato intubato; ho pianto, troppo frustrata e preoccupata per questa cazzo di situazione che si ripeteva sempre quando eravamo piccoli.
Non potrò mai dimenticarmi della prima volta...
Una piccola me di 4 anni era corsa nella stanza di Tom per giocare insieme ma l'ho trovato disteso a terra, e non diceva nulla.
Sono andata dalla signora Holland dicendo tranquilla, nella mia innocenza: "Tommy domme".
Nikki, a differenza di me, si è messa correre e, una volta giunta in camera di Tom, si è messa a piangere e a chiamare suo marito affinché venisse anche lui.
Dominic si è messo a correre come sua moglie per poi stopparsi quando l'ha vista stringere il corpicino di Tom del tutto addormentato.
Sta dormendo, mi ripetevo sempre per tutto il tragitto fino ad arrivare in ospedale con loro.
Quando capii la situazione piansi insieme alla signora Holland e a mia mamma che mi stringevano dicendomi che sarebbe andato tutto bene.
Da quel giorno mi hanno dato una "missione speciale": controllarlo e, in caso, aiutarlo a respirare.
Ho sempre fatto un buon lavoro perché da quel giorno non finì più in ospedale...fino ad oggi.
Il dottore, capo dell'operazione, esce e io mi alzo di scatto senza neanche lasciargli il tempo di rispondere.
-Come sta?-
E' stato talmente istintivo che non ho fatto neanche caso al fatto di essermi tagliata il polpaccio con un chiodino presente sotto la sedia di plastica.
Spero solo non sia troppo arrugginito o mi toccherà fare l'anti tetanica, per la miseria!
-Sta bene, signorina. Gli abbiamo dato un sedativo che dovrebbe farlo riposare fino a domattina.-
-Cosa ha avuto, esattamente?- chiede Evans.
Quasi mi sono dimenticata anche della sua presenza.
-Un attacco d'asma, una crisi asmatica a quanto pare.-
-Sì,mi ricordo.- rispondo invece io, abbassando il capo.
-Lei è la sua eroina, signorina Davis?- mi chiede Evans dopo che il dottore si congeda per controllare le analisi.
-Come, scusi?-
-Questa è la seconda volta che gli salva la vita: ha dei debiti con questo ragazzo o...-
-E'...era il mio migliore amico.-
-Aveva spesso questi attacchi?-
-Fino ai 16 anni, sì. Poi era passato tutto ma adesso...-
-Non ha avuto più niente per quasi 4 anni?-
-A quanto ne so io no, nulla.-
-Vi siete allontanati?-
-Parecchio, sì.-
Grazie a Dio non fa altre domande ma dice semplicemente:-Io devo andare a firmare delle carte, vuole entrare e fargli compagnia?-
-Posso farlo?-
-Non gli farebbe male un'amica al suo fianco.-
Sorrido e lo ringrazio.
Entro cautamente, quasi per paura di poterlo svegliare, e mi siedo accanto a lui, sul letto.
Guardo la sua mano, puntellata da una siringa, e poi torno a guardare il suo viso: ha indosso una fastidiosa mascherina che glielo copre quasi del tutto ma grazie a Dio respira normalmente e ne sono felice.
Gli prendo la mano e la stringo, cercando di non fargli male o che so io.
Sospiro: odio vederlo così e questa situazione del cazzo non fa altro che evidenziare il mio stato d'animo.
-Mi dispiace, Tommy. Dovevo starti accanto e ho fatto un casino.-
Perdonami, ti prego
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