Capitolo 11
[Selene]
Mi sono chiusa la porta dietro le spalle appena Tom ha svoltato l'angolo e mi sono presa la testa fra le mani, come se avessi fatto chissà quale peccato.
Cheo e Dea sono accorse a consolarmi dato che, nemmeno due minuti dopo, sono scoppiata a piangere senza un reale motivo: Deanna ha dato la colpa alle mestruazioni in arrivo mentre Cheope ha tirato fuori una pazzesca teoria sul fatto che provi qualcosa per Tom nonostante non ci parlassimo più...
Ho insistito affinché mi facessero almeno fare una doccia veloce e togliere il poco trucco colato da sotto gli occhi e per tutto il tempo che ho passato sotto il getto d'acqua ho pensato ad una sola cosa:
Lene
Mi ha chiamato Lene
Mi ha rivolto la parola dopo così tanto tempo...e mi ha chiamata Lene
Non nascondo che a quel nomignolo, che mi dava da piccola perché non riusciva a dire perfettamente il mio nome, ha causato in me vari brividi per tutta la schiena che mi sono sentita in colpa per Logan...ma poi perché?? Non ho mica pensato a chissà cosa con Tom, stavo solo pensando a come eravamo innocenti da piccoli e tutto si è guastato per colpa sua perché sì: la colpa è solo sua, sua se non riesco a fidarmi di nessuno a prima vista, sua se sto così male se lo vedo insieme alla spagnola, sua se mi son messa a piangere, sua se...è colpa sua è basta, per tutto quello che è successo nella mia vita dopo che l'ha abbandonata! Doveva pensarci tre volte prima di dirmi quelle cose.
Le ragazze hanno cercato di capire che cosa mi fosse preso dato che avevo passato una bella nottata con il ragazzo che amo ma non sono riuscita a dargli una spiegazione adatta, ho semplicemente detto "Avevo un brutto mal di testa e il pianto aiuta a sfogarmi" ma ovviamente chi ci crede a questa balla?!?
-Sì, certo e io discendo da Cleopatra.- ha risposto infatti Cheope facendomi anche ridere.
-Eppure un po' le somigli.- le ho detto io per sviare il discorso ma ovviamente non se l'è bevuta e, insieme a Deanna, ha instito che le dicessi la verità...e così ho fatto.
Sono le 13 e tutte e tre siamo sedute sul letto di Cheo mentre, a macchinetta, racconto tute le sensazioni che ho provato da quando Tom ci ha presentato Ester fino alla figuraccia di questa mattina.
Ho imparato a fidarmi di loro e sento che potrebbero essere delle perfette complici dato che farei lo stesso per loro.
-Allora avevo ragione io: provi ancora qualcosa per lui.- annuisce Cheo e incrociando le braccia sotto il seno guardandomi come se mi sfidasse a controbattere.
-Non provo niente per lui, mi da' solo fastidio il fatto che...-
-Che la ragazza con cui stia non sia tu.- conclude Dea con l'affermazione altrettanto sbagliata.
-Neanche, io...-
-Gli vuoi ancora bene e adesso le tue emozioni sono in uno stato di confusione quando lo vedi con Ester ma allo stesso tempo ti senti incapace di fare qualcosa a causa della tua relazione con Logan.- dice Cheo come se avesse studiato un copione a memoria.
-La smettete di indovinare cosa voglia dire e mi lasciate semplicemente parlare?-
-Scusa.- dicono all'unisono abbassando lo sguardo.
-Scusate voi, non volevo essere sgarbata.-
Sospiro rumorosamente e cerco di riprendere il controllo.
Tu non provi nulla per Tom, al massimo hai una specie di attrazione sentimentale nei suoi confronti perché vorresti tornargli amica ma nulla di più
Può stare con tutte le ragazze che vuole, anche se Ester non mi piace per niente, ma se è felice lui tanto piacere non me ne può fregare di meno
-Ok, direi di terminare questa seduta psicologica perché, non so voi, io ho fame perciò...-
Mi alzo dal letto senza concludere la frase ma lascio che le ragazze capiscano da sole a cosa stia alludendo. Prendo la mia giacchetta di jeans preferita e la poso sul mio braccio; faccio per aprire la porta ma non sento le molle del letto cigolare così mi volto verso le mie due migliori amiche.
-Forza, che state aspettando? Ve lo devo ripetere? Ho fame!-
Si guardano per pochi secondi ma alla fine mi seguono fuori dalla porta appena aperta, pensando sicuramente "Questa è matta" ma le ringrazio mentalmente per non farmelo notare a voce alta: ecco un altro motivo per cui le adoro.
Come ogni domenica la sala pranzo dell'università è gremita di studenti di tutte le età come se non avessero una casa dove passare il week-end.
Mi sento anche leggermente osservata da alcuni ragazzi e riguardo il mio vestiario: effettivamente potevo evitare di mettere questo vestito color blu con dei fiorellini bianchi lungo fin sopra le ginocchia e a mezze maniche, eppure il corsetto ricamato sulla scolatura quadrata non lascia intravedere nulla...nemmeno evidenzia il poco seno che possiedo.
Mia madre mi ha sempre detto che le parti più belle del mio corpo, e di cui ogni ragazzo sarebbe andato matto, sarebbero le gambe snelle e la carnagione olivastra ma io non mi sento tanto a mio agio in questo momento anzi vorrei darmela a gambe grazie alle mie espadrillas bianche ricamate.
Cerco con lo sguardo il mio ragazzo, almeno per dimostrare a tutti di essere impegnata, ma c'è troppa confusione tra i vari tavoli e la sala è troppo grande e piena di ragazzi per andarci a zonzo come nulla fosse.
-Ragazze, vedete tavoli liberi? Perché io no quindi che ne dite se andiamo a consumare il nostro delizioso pasto in camera mia magari studiando anche qualcosa...-
-No invece ce n'è proprio uno lì infondo, andiamo.- dice Deanna indicandolo.
Mi volto a guardarlo e cerco di scrutare la zona per assicurarmi che non ci sia Tom nei paraggi oppure che ci sia Logan così da sentirmi più protetta ma nessuna traccia di entrambi.
Merda
-Selene? Tutto bene?-
-Dobbiamo camminare fin là?-
-No, ora arriverà una bella limousine e ci porterà fin lì.- ironizza Cheo prendendomi sottobraccio.
-E ci conviene anche sbrigarci prima che la squadra di calcio lo prenda.- continua Deanna indicando dei ragazzi in pantaloncini che, ridendo fra loro, si stanno proprio dirigendo lì.
-Cheo? Ma quello non è Julian?-
-Ma che stai...-
La frase le si blocca in gola.
-Non ci hai detto come sia andata fra voi due ieri sera.- dico sorridendo maliziosamente.
-Andiamo a prendere quel fottuto tavolo o no?- chiede diventando improvvisamente isterica e tirandomi, ancora con il braccio incastrato col suo, verso il "fottuto" tavolo.
Mentre passiamo non posso fare a meno di notare una ragazza, forse più grande di noi, che tira una gomitata al suo fidanzato il quale smette di fissarci.
Cheo tira un sospiro di sollievo quando ci sediamo per poi mormorare "Finalmente, cazzo".
Io e Deanna tratteniamo una risata ma la squadra si avvicina comunque, anzi è solo uno che si ferma a parlare.
-Ciao, Cheo. Ciao ragazze, tutto bene?- le sorride Julian passandosi una mano tra i capelli biondi appena lavati.
-Ciao Julian.- lo saluta Deanna sorridendo.
-Tutto bene, grazie. Tu?- chiedo.
-Non c'è male, grazie.- si affretta a dire prima di tornare a guardare Cheo.
Cacchio, se la sta mangiando con gli occhi ed è così evidente che quasi svengo.
Lei arrossisce e poi risponde al saluto cercando di essere la solita Cheope Cossery che ha tutto sotto controllo.
-Ciao, Julian.-
Sentiamo i suoi amici di calcio chiamarlo a qualche tavolo più distante da noi e, dopo averli tranquillizzati con un rapido "Arrivo", i suoi occhi azzurri tornano tutti sulla sua ragazza (se così si possa già chiamare).
-Volevo solo dirti che sono stato bene ieri sera, con voi certamente: Selene sei uno spasso sono morto dalle risate quando rispondevi in quel modo ad Ester, ma con te Cheo è stato tutto più bello.-
-Oh, finalmente qualcuno che apprezza la mia ironia.- dico sdrammatizzando e alzando il mio bicchiere in aria come se volessi brindare a qualche evento speciale.
-Anche io mi sono divertita con te, Julian. Il lungomare era talmente bello...-
Io e Deanna ci voltiamo verso di lei, guardandola a bocca aperta, e veramente contrariate che non ci abbia detto nulla sul loro post-cena.
Oh cara Cheo, mi dovrai dire così tante cose adesso
-Beh, non era nulla di che in confronto alla mia compagnia.-
Stavolta cerco di trattenermi dal non urlarle "Che cazzo avete combinato voi due" in faccia ad entrambi coprendomi la bocca con due dita ma senza successo dato che sto diventando più rossa di Cheo.
I suoi amici continuano a chiamarlo e lui alla dine dice:-Scusatemi, devo andare. Ma io e te ci possiamo vedere più tardi? Magari per replicare la cena di ieri...magari da soli, stavolta.-
Forza Cheo, accetta!
-S-sì, per me v-va bene...aggiudicato!-
-Perfetto, ci sentiamo allora. Buon pranzo, ragazze.-
-Grazie, Julian altrettanto.- dice Deanna mentre guarda Julian fare l'occhiolino alla mia compagna di stanza per poi andare dai suoi amici con un sorrisone stampato in faccia.-Oh porca paletta!- sbotta una volta allontanato.
-Perché non mi hai detto nulla su questo lungomare? Che è successo? Ora ci devi dire tutto.-
-Tutto?- chiede.
-Tutto.- rispondiamo insieme guardandola fissa.
Stavolta non scappi, Cheope
[Tom]
Da quando è entrata nella sala pranzo sono rimasto senza fiato: quel vestito le sta d'incanto e quei capelli...ma poi mi ricordo della figuraccia fatta questa mattina e il suo interesse per lei sparisce di botto, almeno credo.
Torno a concentrarmi sul capitolo che sto scrivendo nel mio piccolo laptop facendo scorrere velocemente le dita sulla tastiera nera.
"Lui si voltò a guardarla, era talmente bella che gli mancò il fiato ma non poteva lasciarsi distrarre...non adesso!..."
-Ehi, amico.- mi distrae il mio compagno di stanza battendomi la mano sulla spalla.
Mi volto e lo vedo proprio nel tavolo dietro al mio.
-Ciao, come sono andati gli allenamenti?-
-Non male, hai presente quella ragazza?-
-L'egiziana?-
-L'ho invitata a cena per stasera.-
-Wow, grande amico!-
-E con la spagnola come va?-
-Stanotte l'abbiamo fatto.- dico quasi in imbarazzo.
-Grande, amico hai fatto centro!-
-E invece tu?-
-Ci è scappato un bacio...niente di più.-
-E' già qualcosa.-
-Che fai?- mi chiede sporgendosi per guardare il mio pc.
-Butto delle idee per il mio romanzo.-
-Guarda chi arriva.-
Mi volto verso la sua direzione.
Ester si muove elegantemente nei suoi pantaloni bianchi, la camicetta che indossa è blu con delle righe bianche e la scollatura generosa lascia spazio alla fantasia; i suoi capelli perfettamente biondi e lisci oscillano dietro la schiena. Si accorge di me e mi sorride, faccio altrettanto.
-A dopo, britannico.-
Non faccio in tempo a rispondere a Julian che Ester mi raggiunge per poi baciarmi le labbra.
-Hola, Tom.-
-Hola.-
Si siede sulla sedia di fronte a me e posa la borsa su quella accanto mentre non smette un secondo di fissarmi.
-Come stai, stamattina?-
-Bene, tu?-
-Benissimo, stai scrivendo il romanzo?-
-Sì, è in momenti come questi che l'ispirazione arriva.-
Sorride e comincia a mangiare il suo pranzo ma i miei occhi vengono catturati da altro, che sta accadendo proprio alle sue spalle: poco lontano dal nostro tavolo la vedo seduta intenta a chiacchierare con le sue amiche e sorride, abbasso gli occhi sulle sue gambe le quali si muovono sensualmente anche se sta semplicemente parlando e un ricordo mi si forma nella testa facendomi subito pentire di averlo pensato in presenza della mia ragazza.
Avevamo 15 anni
Doveva andare al suo primo appuntamento quella sera e voleva il mio parere per un vestito che aveva comprato con sua madre per l'occasione.
-Ok, ora esco e promettimi di essere sincero.- mi disse da dietro la porta del bagno.
-Lo prometto, forza esci!- dissi seduto a gambe incrociate sul suo letto, già stufo di quella stupida situazione da femminucce ma la trovavo comunque divertente.
Quando uscii la prima cosa che vidi furono proprio le sue gambe...quelle gambe, cazzo!
Si muovevano agilmente mentre volteggiava nel suo vestito rosso ed io ero rimasto imbambolato come uno stoccafisso davanti alla sua bellezza.
-Tom! Quindi?-
Decisi di fare una battutina per uscire da quel momento imbarazzante:-Belle gambe, Lene, ma sai che dovrebbe concentrarsi sul tuo viso, piuttosto?-
-Siete voi maschi che siete porci!- mi ha risposto lei lanciandomi un cuscino in faccia che ero riuscito ad evitare per un soffio.
-Comunque sul serio, sei bellissima e se non lo capisce subito: è un coglione.-
-Tom? Ci sei?- mi chiede Ester riportandomi alla realtà grazie allo schiocco delle sue dita sottili e ben smaltate.
Distolgo lo sguardo dalle gambe di Selene e torno a guardare la mia ragazza.
-Eh? Sì ci sono.- mi affretto a dire chiudendo il pc dato che la mia creatività si è bloccata di botto.
-Che fai, oggi?-
-Penso che studierò, tu?-
-El mismo. Potremmo andare in biblioteca e studiare insieme, in due si fa prima.-
-Ci sto.-
Selene, che mi hai fatto?
[Deanna]
Cheo ci ha parlato della serata romantica con gli occhi sognanti e io non ho potuto fare a meno di pensare al professor Evans e al nostro breve incontro.
So che non dovrei però mi ha fatto talmente innamorare che quasi il suo aspetto viene messo in secondo piano: è un uomo così pieno di ideali, colto, simpatico e ha un'ottima conoscenza del latino...lingua che per me è morta e sepolta.
Mentre sposto lo sguardo dalle mie amiche al mio piatto pieno di cibo una voce profonda interrompe il nostro momento spensierato.
Parli del diavolo
-Salve.-
-Salve, professore.- lo saluta Selene stranita quanto me.
-Scusate se interrompo la vostra pausa pranzo ma ho qui una cosa per la signorina Trevisan.- dice il professore mentre è alla ricerca di qualcosa nella sua borsa.
Io divento tutta rossa nonostante mi stiano guardando solo le mie amiche ma cerco di tornare al mio colorito naturale quando il prof mi porge un libro.
Leggo la copertina appena lo prendo in mano.
Il giovane Holden
-Non sarà Il Grande Gatsby ma è comunque una lettura abbastanza scorrevole per lei. Le piacerà molto, secondo me.-
-Oh, io l'ho letto: ha ragione il professore, Dea, è bellissimo.- sorride Selene sicuramente per farmi parlare dato che sono rimasta senza parole per il suo generoso quanto inaspettato gesto.
-La signorina Davies ha buon gusto, vedo.-
-Grazie, professor Evans.-
-Allora lo leggerò con piacere, grazie mille professore.-
-E' stato un piacere, buon proseguimento di giornata ragazze.-
-Grazie professore, altrettanto.- risponde stavolta Cheope per poi sorridermi maliziosamente.
Una volta che il professore si allontana le altre cominciano subito a scalpitare come pulderi.
-Quanto è bello!-
-Ma hai visto quegli occhi?- chiede Selene strabuzzando i suoi.
-Chissà perché tutta questa attenzione nei tuoi confronti, vero Dea?-
-Cheo! E' stato solo gentile, sicuramente regalerà opere del genere a tutti i suoi studenti più dotati.-
-Sì certo, come no. Nel mio mondo si chiama flirt e fidati di me Dea: tu gli piaci quanto piace a te.-
-Ma smettetela!- concludo la conversazione con un gesto della mano e infilando accuratamente il libro nella mia borsa.
Lo leggerò tutto in pochi giorni, anche tutta la notte se servirà: a qualsiasi orario affinché possa rivederlo di nuovo.
[Selene]
Appena finito di pranzare io e le ragazze ci siamo divise per studiare in diversi punti dell'università; io ho scelto la caffetteria del dormitorio femminile dato che la maggior parte delle ragazze studia in stanza e quindi è praticamente deserto quindi potrò studiare in santa pace per l'esame di storia medievale del prossimo mese.
-Hola, amiga.-
Come non detto penso roteando gli occhi ma mi volto verso colei che mi rovinerà i prossimi minuti.
Sorrido comunque cordialmente ma vacillo quando vedo anche la sua compagnia.
Gli sta praticamente avvinghiata e come si muovono quei fianchi perfetti non aiutano certo la mia autostima già molto bassa.
-Hola, tutto bene?-
Mia madre mi ha sempre insegnato che se vuoi sentirti superiore devi essere gentile con tutti, nonostante quella persona ti tratti male o non ti stia simpatica: a maggior ragione devi farle vedere che non ti lasci buttare giù facilmente.
-Mijo, potresti per favore prendermi un caffè?-
-Certo.-
-Grazie, mi amor.- sorride baciandogli la guancia.
Sto per vomitare
Tom non mi guarda nemmeno per un secondo ma ho ormai constatato che non me ne fotte niente di quello che pensa o fa.
-Allora, anche tu presa dagli esami?- mi chiede poggiandosi ad una trave di legno dietro di lei.
-Storia medievale.Tu?-
-Io sto preparando lingua spagnola, come sai per me sarà una passeggiata.-
-Già, sei fortunata.-
-Lo dovresti essere anche tu con lingua inglese, perché non l'hai scelta?-
-Preferisco togliermi prima le materie che trovo più complicate, così per l'estate sarà più facile affrontare la sessione con argomenti che davvero mi piacciono.-
-Giustissimo, sei furba.-
-Grazie ma non è nulla di che.-
-Tommy non ti interessa, vero?-
-Cosa? E perché dovrebbe?-
-Non lo so, spesso ti sorprendo a guardarlo ma tranquilla non sono una tipa gelosa, volevo solo capire se ci fosse ancora qualcosa.-
-Ma non c'è mai stato nulla.-
-Sul serio? Pensavo fosse stato il tuo primo bacio o che so io.-
-No, eravamo solo buoni amici...ci siamo persi per strada.-
-Che peccato, spero però che riusciate a chiarire: un'amicizia come la vostra non andrebbe buttata nel cesso, come diciamo noi spagnoli.-
-In realtà lo diciamo anche qua...come anche in Francia, Italia, America...-
-Eccolo qui.- dice Tom tornando con il caffè in mano e porgendolo alla sua ragazza bloccando chissà quale commento spregevole Ester mi stesse per rivolgere.
Stringo i libri facendomi quasi diventare le nocche bianche quando lei lo bacia ancora sulla guancia per ringraziarlo.
Non me ne fotte nulla
Non me ne fotte nulla
-Noi andiamo, Selene. E' stato un piacere parlare con te e spero tu riesca a risolvere quel problemino.-
-Grazie, sei gentile.-
-Adiòs, amiga.- dice voltandomi le spalle e trasportandosi il suo cagnolino.
-Adiòs.-
Hija de puta
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