Capitolo 9

Camila's POV

Mi sentivo come se fossi una quindicenne. Vedere Lauren esibirsi non aveva mai smesso di stupirmi. Il modo in cui la donna riusciva a perdersi nella musica e nei testi era incredibile, una cosa mai vista. Non potei fare a meno di sentirmi in soggezione però, anche se l'avevo vista cantare poco tempo prima, questa volta sembrava diverso. Sembrava qualcosa di intimo e personale. Per altro conoscevo ogni sua canzone e quella che aveva appena cantato mi suonava nuova.

La grande differenza tra vederla esibirsi in quel momento e vederla esibirsi le prime volte ad X Factor era l'incredibile tristezza con cui Lauren lo faceva. Non era più la solita teenager  fiduciosa e fiera di sé della quale mi ero innamorata. La giovane donna che ora cantava a squarciagola era ancora triste e ferita. Si poteva capire da come metteva tutta se stessa in ogni parola che usciva dalla sua bocca. Parte di me era spaventata perché nella mia mente pensavo che forse fossi ancora innamorata di lei.

Ascoltando le parole, cercai di chiedermi per chi avesse scritto quella canzone. Non furono solo quelle a colpirmi, ma anche la sua voce che cresceva ed aumentava alla fine di ogni verso. Non mi guardò, o qualcosa del genere, quando stava cantando, ma appena i suoi occhi si aprirono, incontrarono i miei. Non sapevo a cosa stesse pensando, ma la vidi alzarsi immediatamente e lasciare il palco.

Notai che si sbilanciò per un momento. Poi i suoi occhi si nascosero sotto le palpebre e il suo corpo crollò a terra. Corsi verso di lei il più veloce possibile, ribaltando alcune sedie del bar che mi intralciavano la strada.

"Lauren!" Rimasi a bocca aperta e mi inginocchiai davanti a lei, quando il barista mi raggiunse per darle una mano.

"Mi senti?" Chiesi con voce tremante, posizionando la sua testa sul mio grembo. Aveva battuto la testa forte quando era caduta, ed io iniziai ad andare in panico. Non c'era sangue da nessuna parte, ma avrebbe potuto comunque avere una commozione cerebrale.

"Qualcuno può chiamare un'ambulanza?" Riuscii a dire, ma vidi Lauren iniziare ad aprire gli occhi.

"No.." Respirò lentamente.  "Nessun ambulanza, sto bene." La più grande continuò ed io non potevo credere che non volesse chiedere aiuto. Fortunatamente era talmente lucida da riuscire a guardarmi negli occhi.

"Sto bene." Ripeté, perché i miei occhi erano colmi di paura e confusione.

"Hai detto talmente tante volte che stai bene, che hai dimenticato quale ne sia il vero significato." Dissi dolcemente perché era ovvio che non stesse bene, ma non volevo comunque metterle pressione.

"Starò bene entro qualche minuto. Non è la prima volta che succede." Mi rivelò facendomi alzare un sopracciglio sempre più in confusione.

"E secondo te dovrei crederci?"

Un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra e, non riuscendomi a trattenere, le spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Il suo sorriso si allargò ed io mi sentii sollevata. Volevo comunque chiamare un ambulanza, ma lei era troppo testarda come sempre. Così aspettammo qualche minuto fino a quando non recuperò abbastanza forze per rialzarsi.  Non c'era motivo di rimanere ancora là, perchè Lauren doveva riposarsi.

Questa volta non rifiutò e ci ritrovammo in macchina per portarla a casa sua. Mentre guidavo speravo che non si addormentasse, ma quando ad un certo punto mi girai la trovai voltata verso il finestrino già nel mondo dei sogni. Raggiunta la sua casa, la svegliai e la accompagnai fino alla porta, perché ero ancora preoccupata.

"Vuoi entrare solo per un pochino?" Mi chiese ed io sapevo che non volesse rimanere sola. Ed eccola ancora la tristezza nei suoi occhi, quella che mi fece annuire.

La seguii e arrivammo nella sala, dove si sedette sul divano.

"Dovresti davvero dormire un po'. Senza offesa, ma sembri il diavolo." Dissi con tutta sincerità.

"Fidati, vorrei, ma a volte non posso per certi motivi."

Camminai oltre la sua vasta collezione di DVD e notai alcuni film di cui mi parlava spesso. Alcuni di essi invece erano etichettati come 'X Factor'.

"Dio, non li ho più visti da quando sono stati trasmessi." Ammisi, tirandone fuori uno dagli scaffali.

"Mettilo." Disse ed io risi.

"Solo se mi prometti che dopo cercherai di dormire." Cercai di convincerla e la vidi annuire.

Così mi diressi verso la televisione a schermo piatto e trovai il lettore blu-ray collegato. Dopo aver messo il disco, nervosa per non sapere quale episodio fosse, mi sedetti sul divano.

MI ci volle un po' di tempo per capire che fosse l'episodio in cui avevamo cantato 'A Thousand Years'. Non appena la registrazione partì, il cuore incominciò a battermi forte. Il nome della nostra band era stato rivelato quella stessa settimana e in più c'era una piccola introduzione per parlare della nostra personalità. Ally mi aveva nominata la tenera del gruppo e io sorrisi ricordandomi quel momento. E naturalmente fui io a dire che Lauren era la più selvaggia del gruppo. Risi quando Lauren intervenne dicendo che non era cattiva.

C'erano così tanti ricordi che vagavano nella mia mente, ma mi sentivo bene a guardare quel DVD ora, senza più segreti tra di noi. Mi voltai verso di Lauren e vidi che anche lei aveva stampato un sorrisetto sulla faccia.

Iniziò la nostra performance e mi misi persino a piangere quando mi vidi cantare il primo verso. Il pezzo di Lauren era magico il modo in cui guardava la telecamera, la sua voce e tutte le altre cose mi fecero battere il cuore ancora più vivacemente. Il punto in cui la guardavo cantare era una prova perfetta dei miei sentimenti.

Mi ritrovai di nuovo a viaggiare tra i miei pensieri, ricordando la prima volta che avevo visto ed incontrato la ragazza al mio fianco.

"Non era così male a dir la verità." Lauren parlò, riportandomi alla realtà.

"Uhm, si.. tranne per il fatto che sembro uno scoiattolo." Risposi e Lauren fece partire una fragorosa risata. Mi piaceva sentirla ridere, per lo meno era felice. Era impossibile non essere contagiati dalla sua risata.

Quando ripuntai gli occhi sullo schermo vidi che Lauren mi stesse dando un bacio sulla guancia, dopo il feedback positivo dei giudici e quasi arrossii.

Mi ci vollero alcuni minuti per riprendermi da ciò che avevamo appena visto e finalmente presi il coraggio per chiederle ciò che avrei voluto chiederle non appena lasciato il bar.

"La canzone che hai cantato al bar era davvero bella. È per qualcuno in particolare?" Chiesi a bassa voce e guardai al mio fianco, per trovare Lauren dormire tranquillamente.

Sospirai leggermente, ma sorrisi subito dopo perché mi sentii sollevata per lei che si era appena addormentata. Presi la piccola coperta, che si trovava sul divano, e la misi addosso a lei. I miei occhi si persero su quello splendido corpo, sembrava molto più giovane in quel momento, proprio come avevo appena visto nel video di x Factor. A volte mi mancava la Lauren di una volta. In realtà mi mancava il rapporto che avevamo.

Anche se stavo lottando con i miei sentimenti confusi, al momento, non c'era nulla di paragonabile al dolore che sentivo quando la giovane donna mi guardava con quegli occhi color smeraldo. E adesso, la guardavo riposarsi.

Aspettai un'ora e poi, dopo essermi assicurata che fosse tutto ok, andai via. Tornai al mio appartamento, e non potetti fare a meno di fare una passeggiata per ributtarmi nei ricordi che prima mi erano tornati in mente e che avevo deciso di opprimere per così tanto tempo.

*Flashback*

Non potevo credere di trovarmi veramente ai bootcamps di X Factor. I miei piedi mi stavano uccidendo, mia mamma mi aveva detto di indossare i tacchi, ma io non li avevo mai messi prima. Infatti la paura di inciampare sul palco era tanta.

In piedi, da sola, in un angolo dietro le quinte, mentre gli altri concorrenti chiacchieravano tranquillamente tra di loro, mi faceva sentire isolata come a scuola. Non c'era modo che venissi richiamata dopo quell'esibizione, perchè tutte le persone intorno a me avevano un gran talento.

C'era una ragazza che aveva particolarmente suscitato il mio interesse. L'avevo già vista alle audizioni e per qualche motivo stupido le avevo fatto un cenno con la mano, per salutarla e le avevo detto stupidamente che mi piaceva la sua maglietta. Vederla di nuova ai bootcamps fu una sorpresa perché la sua voce era stupenda. Mi ricordai che il produttore l'aveva chiamata Lauren alle audizioni e un altro concorrente mi aveva detto che veniva da Miami.

In quel momento i miei occhi erano concentrati sulla ragazza dai capelli scuri, che intratteneva un grande gruppo di ragazzi e ragazze. Sembravano essere colpiti da ogni parola che stesse dicendo. Non potevo biasimarli anche perché anch'io la stavo fissando da lontano.

Sembrava così intima con tutti. Il suo talento, la sua sicurezza e la sua semplicità. Tutti intorno a lei sembravano essere attirati dal suo charm. Mi svegliai bruscamente dal mio 'sogno' ad occhi aperti, quando lei mi guardò. Le sue labbra formarono quello che all'apparenza sembrava un ghigno.

'Oh no, ha lasciato il gruppo e sta camminando verso di me. Ha scoperto che l'ho fissata per tutto il tempo? Probabilmente pensa che sia una specie di stalker.' Pensai presa dal panico.

"Hey, sono Lauren." Disse non curante, avvicinandosi e tendendomi la mano.

"Lo so." Sbottai e la vidi aggrottare un sopracciglio ."Voglio dire, io sono Camila. Il mio nome è Camila."

Idiota, davvero un'idiota.

Mi strinse la mano e la sua stretta leggera e semplice mi fece impazzire.

"Okay, Camila." Sorrise ed io arrossii quasi subito.

"Ti ho visto alle audizioni, giusto? E qualcuno mi ha detto che sei anche tu di Miami. Che strana cosa!"

"Piuttosto strano." Le risposi tranquillamente, ma iniziai a sentire le mani sudare.

Era come se stessi parlando con la ragazza più popolare della scuola e lei mi vedesse come un'idiota sfigata. Ora che era più vicina a me, ero diventata ancora più timida. I suoi occhi color smeraldo erano veramente troppo belli. Stavano fissando i miei color marrone e sembrava che avesse capito quanto fossi nervosa. Era assolutamente perfetta, stavo cominciando a fangirlare su qualcuno in carne e ossa per la prima volta.

"Sono così nervosa." Disse e fece un respiro profondo, poiché i produttori ci avrebbero potute chiamare sul palco in qualsiasi momento.

"Non dovresti esserlo. Ti ho sentita cantare alle audizioni, sei stata perfetta." Dissi per sbaglio e mi resi conto di quanto stupida potessi sembrare.

"Voglio dire.. la tua voce era perfetta. Non che ti stessi pedinando o qualcosa del genere. Ma è solo che hai molto talento. Cioè, suona ancora raccapricciante.. Scusa, mi divulgo troppo quando sono nervosa.. e sì, sono nervosa anche io."

Mi stava ancora fissando e io stavo solo aspettando che si girasse per andare via e raccontare ai suoi amici quanto fossi stupida, per farli ridere tutti quanti. Invece mi accennò un grande sorriso e mi carezzò il braccio dolcemente.

"Oh mio dio, sei così carina. Mi piaci già!" Disse e i miei occhi si spalancarono.

'Ha veramente detto che sono carina? E che le piaccio?' Stavo per morire.

"Ti devi sedere assolutamente di fianco a me sul palco." Aggiunse, per poi prendermi una mano come se fossimo state amiche da anni. I produttori ci chiamarono e ci dirigemmo sul palco. Per fortuna non notò quanto fossero sudate le mie mani.

Ci posizionammo vicine e passammo tutto il giorno insieme. Prima che realizzassi cosa fosse successo, mi ritrovai inserita in un gruppo con lei e altre tre ragazze. A casa dei giudici le cose erano incredibilmente difficili e stressanti. Lauren era quasi diventata la mia roccia, per così dire.

Mi incoraggiava sempre, dicendomi di essere più sicura di me stessa e funzionava. Quando ero vicino a lei mi sentivo persino protetta, come se nessuno mi potesse far nulla quando lei era al mio fianco. Era davvero spaventoso provare certe cose dopo pochissimo tempo. Ma non era colpa mia. Quello che provavo a volte mi confondeva perchè non capivo come mi sentivo. Era possibile avere una cotta per un'amica?

Il fatto che fosse così affezionata a me non rendeva le cose affatto facili. Ogni volta che mi prendeva per mano, mi toccava la spalla o mi abbracciava, sentivo il mio cuore battere velocemente. Probabilmente non vedeva l'effetto che aveva su di me, ma io ero disposta ad accettare tutto quello che facesse, non che mi dispiacesse.

Era piuttosto tardi e avevo ancora fame, quindi decisi di andare al piano di sotto della casa dei giudici e prendere qualcosa da mettere sotto i denti, quando trovai Lauren sdraiata sul divano con il computer sulla vita.

"Hey." Dissi ed camminai verso di lei, lasciando da parte l'idea di mangiare qualcosa, ciò significa molto siccome quando ho fame non riesco a trattenermi.

"Hey, vieni qui." Sorrise, aprendo la coperta che prima la teneva al caldo, per farmi spazio. "Ti ucciderò se lo dirai alle altre ragazze, ma sto guardando 'The Notebook'."

"Perchè, è una brutta cosa?" Chiesi e intanto mi sedetti vicino a lei, mettendo le gambe sotto la coperta. Le nostre gambe si toccarono e lei sistemò la coperta per farmici stare.

"Perchè di solito non guardo film teneri e non voglio che mi prendano in giro." Spiegò la ragazza più grande.

Mise un braccio intorno a me per avvicinarmi e farmi guardare lo schermo. Mi offrì una sua cuffia e io la presi. Non parlammo molto, finimmo solo di vedere il film.

"Ugh, adoro Ryan Gosling." Diceva e io mi chiedevo se avessi o no dovuto chiederle la cosa che mi chiedevo da tempo.

"Ce.. voglio dire, hai un ragazzo a casa?" Alla fine riuscii a chiederlo, cercando di essere indifferente. La sentii guardarmi, così mi girai ed incontrai i suoi occhi verdi.

"No, lo avevo ma ci siamo lasciati. In realtà è lui che mi ha lasciata." Rispose come se non fosse un grosso problema parlarne.

"Perché?"

"Chi lo sa. I ragazzi sono degli idioti!" Disse per poi rivolgere lo sguardo al computer. "Se ne pentirà, lo giuro. Perché ora sto vivendo il mio sogno e so che noi e le altre riusciremo a realizzarlo se ci impegneremo. Voglio che mi veda allo show ogni settimana e voglio che pensi 'ho fatto uno sbaglio'."

Annuii leggermente e notai che era un pochino ferita da quello che era successo tra di loro.

"Per altro, chi ha bisogno di un ragazzo quando posso coccolare te?" Aggiunse e il mio battito aumentò tantissimo, forse troppo.

A volte pensavo che ci provasse con me, ma era solo la sua personalità. Adesso sentivo le guance bruciarmi e un sorriso compiaciuto comparve sulla sua faccia quando vide il rosso sulla mia.

"Camz, sei adorabile. Che mi dici di te? Hai un ragazzo?"

"NO!" Esclamai sorpresa che me lo avesse chiesto.

"Perché stai sclerando?" Chiese ridendo.

"Perché... non ho mai avuto un ragazzo o qualcosa che si avvicinasse minimamente a ciò. I ragazzi non mi guardano in quel modo." Dissi e la sentii deridere ancora come risposta.

"Sei bella, Camz. Tutti ti vedono così." Disse con un tono di voce rilassato. La sua risposta mi fece pensare per un secondo. 'Tutti? Quindi compresa lei?'

"Beh, cosa ti piace di un ragazzo?" Mi chiese Lauren, adesso interessata.

"Non lo so, qualcuno con gli stessi interessi, suppongo. Che mi accetti e a cui piaccio nonostante tutte le mie stranezze."  Dissi con calma. "Che ne so, sei tu quella con più esperienza. Cosa ti piace di un ragazzo?"

"È abbastanza difficile da spiegare, penso. So di non essere una persona facile con cui stare.  Posso essere piuttosto difficile da capire a volte, ma solo perché ci tengo tanto, sai." Disse con una voce sorprendentemente vulnerabile. Poi mi guardò con uno sguardo mai visto prima, pieno di insicurezza. Era adorabile, in più mi faceva sentire speciale perché non si era mai aperta così tanto con me.

"Si, capisco." Risposi semplicemente, ma sinceramente.

"Ugh Camz, perché non puoi essere tu il mio ragazzo? Mi renderesti di sicuro felice." Disse con un sorrisetto sulla faccia e poi stampò un bacio sulla mia fronte.

Cercai di mantenere la calma, dato che stava solo scherzando, ma il mio cuore me lo impediva. Mi stava sfuggendo di mano la situazione, dovevo ricordarmi che era una semplice cotta e non potevo innamorarmi.

*Fine flashback*

Lauren's POV

"Allora, questa è una serata speciale. Ragazzi siete davvero fortunati a dirla tutta. So che molti di voi hanno sempre sostenuto una band chiamata Fifth Harmony e so anche che molti di voi mi seguono sui social media, quindi probabilmente mi avrete già visto cantare con queste quattro bellissime signore ultimamente. Quindi senza ulteriori indugi voglio sentirvi urlare il più forte possibile per Camila, Ally, Normani e Dinah!"

La folla era in delirio.

Erano passate quasi tre settimane dalla mia figura imbarazzante al bar con Camila, ma mi ero tenuta in contatto con lei per messaggio. Ero di nuovo in tour, cosa che mi rese ancor più difficile vederla, mi mancava così tanto. Così decisi di escogitare qualcosa. L'idea mi era passata per la mente rivedendo il video di X Factor a casa mia. Lo stesso giorno avevo chiamato le altre ragazze e le avevo invitate tutte al mio concerto di Las Vegas. Avevo persino pagato il volo, ma in cambio loro avrebbero dovuto esibirsi con me.

Tutte quante erano d'accordo ed era quasi un miracolo che quello che avevo pianificato ebbe poi il suo svolgimento, anche perché eravamo tutte molto occupate negli ultimi giorni. Oltre a quello ci furono molti ritardi con i voli e quindi non avemmo nemmeno il tempo di provare qualcosa. Appena salita sul palco, pronta per un'altra esibizione, il mio manager mi diede l'ok, segno che le ragazze fossero arrivate. Per cui le feci salire e le presentai.

Non appena salite, Normani fu la prima a schiacciarmi con il suo abbraccio, seguita dalle altre. Non le avevo viste dal compleanno di Camila. I miei occhi erano appunto concentrati su quest'ultima, che salutò il pubblico con il suo solito perfetto sorriso, prima che la melodia iniziasse.

"When we were together,
We were just strangers,
I was just playing around.
So I didn't wanna work it out,
No, I didn't wanna work it out."

Non riuscivo a sentire una sola parola a causa delle forti urla, ma non mi importava. Cantai la canzone che in quel momento aveva un grande significato per me. Tutte le ragazze fecero un'incredibile esecuzione e io sapevo già che Camila fosse nervosa perché stava per arrivare la sua parte. Non appena la sua impeccabile voce iniziò ad echeggiare nell'aria, i fan impazzirono.

Purtroppo finì tutto così in fretta, ma almeno avevamo lasciato qualcosa di indimenticabile alle persone presenti quella sera.

Nel backstage c'era tantissimo caos, nel camerino si urlavano l'una sull'altra, come se fossero di nuovo adolescenti. L'unica cosa che notai fu Camila, più tranquilla del solito.

Ci dirigemmo verso un ristorante cinese, dove avevo già prenotato per tutte e cinque. Un'ora dopo eravamo ancora al tavolo a chiacchierare. Mi ero seduta a capotavola con Dinah e Camila da una parte e Ally e Normani dall'altra. Una parte di me era un po' delusa, poiché ero abbastanza distante da Camila, ma in parte ero felice perché ero riuscita a vederla, anche se lei non lo era evidentemente.

"Yo, ascolta. Quel ragazzo al bar non ti ha scrollato gli occhi di dosso per un secondo da quando siamo arrivate." Dinah disse e non potei fare a meno di guardare verso il bancone. In effetti c'era qualcuno che mi fissava ma, indifferente, mi voltai di nuovo.

"E dovrebbe interessarmi?" Risposi sorridendo.

"Si, perchè sei single!" Le parole di Dinah mi fecero voltare gli occhi al cielo.

"Sono seriamente l'unica single in questo tavolo?" Tutte risero dolcemente. "Ottimo, quindi sono la patetica che si è sposata con la carriera!" Aggiunsi e le feci ridere ancora di più, sopratutto la ragazza dagli occhi marroni lontana da me.

"Questo è il motivo per cui gli darai lo sguardo." Dinah disse facendomi aggrottare un sopracciglio.

"Il cosa?" Chiesi perplessa.

"Sai cosa intendo: il tuo sguardo. Quando guardi una persona in quel modo, si dimentica su che mondo vive." Mi chiarì le idee facendomi ridacchiare leggermente. Sapevo di cosa stesse parlando, ma non avevo nessuna intenzione di dare la mia attenzione a quel ragazzo.

"Scusa, ma non mi interessa." Dissi semplicemente.

"Peccato, perchè sta venendo qui." Quasi sputai l'acqua nel bicchiere da cui avevo appena preso un sorso.

Prima che me ne rendessi conto l'addetto al bar era in piedi di fronte a me. Era bello, ma non mi piaceva l'idea di dargli alcuna speranza.

"Salve, non voglio interrompervi ma, signore, il vostro è il tavolo più interessante in questo postaccio. Sta sera ci sarà una festa al night club in cui lavoro. Allora mi chiedevo se avrei dovuto prenotare una sezione Vip per voi, nel caso veniste più tardi." Disse l'uomo guardando tutte per poi concentrarsi su i miei occhi.

"In realtà..." Iniziai.

"Ci saremo." Dinah mi interruppe, fissandomi. Stava prendendo le cose un po' troppo seriamente. Il ragazzo lasciò la sua prevendita e disse che non vedeva l'ora di rivederci. Non appena se ne andò, guardai malissimo Dinah.

"Che diamine stai facendo?" Dissi nel migliore accento latino e notai che tutte le ragazze stessero ridendo. Era qualcosa che facevamo molto, litigare per scherzo. Il nostro odio-amore era sempre una cosa divertente per tutte.

"Hai fatto qualcosa di bello per noi e ora voglio che tu faccia qualcosa di bene per... te" Disse e mi fece l'occhiolino.

"Scherzi a parte Lauren, quando è stata l'ultima volta che hai scopato?"

"Dinah!" Esclamò Ally, ma in quel momento scoppiai a ridere talmente forte che stavo per cadere dalla sedia.

"Cosa? Siamo tutte adulte e inoltre, ho sentito parlare della nuova canzone che hai cantato quando eri con Camila, Lauren! Qualcosa mi dice che stai uscendo con qualcuno." Aggiunse Dinah.

Camila aveva detto a Dinah della canzone? Abbassai lo sguardo e notai che Camila mi stesse guardando come per scusarsi.

"Beh, forse si sono ancora presa da qualcuno." Provai a rispondere vagamente.

"Ragazza, il modo migliore per dimenticarsi di qualcuno è 'farsi sottomettere  da qualcun altro'." Rispose lei facendomi sputare l'acqua nel bicchiere, mentre Ally si seppellì il viso tra le mani e Normani cercò di placare la sua risata.

"Mi dispiace deluderti, ma preferisco stare sopra." Ribattei e lei ridacchiò.

"Ohhh stiamo parlando la stessa lingua ragazza!" Quasi urlò e mi diede il cinque.

"Smettila dai, stai mettendo Ally e Camila a disagio." Disse Normani.

"Oh per favore! Ally non è stata messa incinta dallo Spirito Santo e Mila è la più esperta a letto."

Camila si liberò dal suo stato di trance e diede un piccolo schiaffo sul braccio di Dinah. Per un po' cercammo di contenere la risata, ma poi iniziammo a starnazzare. Dentro di me però mi chiedevo cosa Dinah sapesse della vita sessuale e sentimentale di Camila e il pensiero che lei fosse davvero così brava a letto era difficile da gestire. L'unica cosa buona era che la donna si stesse finalmente aprendo e inserendo nella conversazione.

Dopo cena andammo al night club e si scoprì che il ragazzo non era realmente interessato a me, ma voleva solo una promozione per il club, per fortuna. In questo modo fui in grado di godermi la serata con le ragazze.

Ad un certo punto non riuscii più a reggermi in piedi, così mi sedetti di fianco a Camila, lasciando le altre a ballare.

"Hai intenzione di dirmi cosa ti preoccupa così tanto?" Chiesi attentamente, anche se dovetti parlare ad alta voce a causa della musica.

"Non è niente." Provò a respingere il mio interesse, ma io continuai a guardarla facendola sospirare.

"Ho avuto una piccola discussione con Hanna prima di venire qui."

Sentirla parlare della donna bionda mi fece star male. Mi ero persino dimenticata che esistesse.

"Sono sicura che risolverete." Dissi nel modo più rassicurante che potei e la vidi sospirare di nuovo, ma questa volta più frustrata.

Mi sorprese quando afferrò il suo drink. Bere non era la soluzione giusta, ma chi ero io per giudicarla?

"Perchè non bevi? Non hai toccato nulla per tutta la notte." Notò.

"Non mi sento di bere ultimamente." Disse e la vidi sorridere veramente.

Dopo quello che era successo al suo compleanno, avevo bisogno di liberare la mia mente da quelle schifezze. Era diverso essere sobria in un club, ma mi ero divertita comunque con le ragazze. E ora che Camila stava sorridendo felicemente, sapevo che la notte sarebbe andata meglio. Il suo sorriso si trasformò in una risata quando posò lo sguardo sulle mie labbra.

"Hai il rossetto sbavato." Spiegò e sentii subito il suo pollice delicato sulle mie labbra, con intenzione di ripulirle. Sapevo che stesse solo cercando di darmi una mano, ma il mio cuore stava battendo all'impazzata.

E di nuovo le scintille nel mio corpo, ormai in fiamme. Non lo sentivo dall'ultima volta che eravamo state così intime, ma ora era tornato più forte che mai. La nuova Camila era ancora più seducente di quella vecchia. Il suo viso seducente, il suo corpo sexy e la sicurezza che aveva mi facevano perdere la testa. I miei pensieri però tornarono a ciò che Dinah aveva detto su di lei e i miei occhi, chiusi da quando mi aveva toccata, si aprirono automaticamente. Il suo pollice era ancora sulle mie labbra ed era difficile non immaginare cose di un certo genere a quel punto.

Prima che me ne accorsi, Dinah era saltata addosso ad entrambe, ubriaca marcia. Finale molto brusco, ma forse fu molto meglio, poiché non avevo voglia di fare qualcosa che avrebbe rovinato la nostra amicizia ancora una volta.

Continuammo a divertirci ed io ebbi in mente  per tutta la serata l'immagine di Camila che mi toccava il labbro.

La serata finì e quindi tornammo all'albergo che avevo prenotato per tutte quante. Mi ritrovai a camminare verso la camera di Camila. Con tutte le farfalle nello stomaco che sentivo era impossibile ignorare quello che avevo provato in tutti quegli anni. Raggiunse la porta e si voltò verso di me.

"Mi sono divertita tantissimo. Mi dispiace di aver fatto l'asociale però." Si scusò.

"No, non importa. Mi sono divertita tantissimo anche io."

Rimanemmo lì ed io sentii la tensione alzarsi a dismisura. Nessuna delle due disse nulla, anche perché io non ero sicura di dover dire qualcosa. Avere quegli occhi color cioccolato puntati addosso era una cosa pazzesca. Nonostante tutti i miei sforzi di capire cosa volesse, l'espressione sulla sua faccia era indecifrabile.

I secondi passavano, finché lei non sospirò, fece un passo in avanti ed a quel punto mi sarei aspettata un abbraccio, ma sentii improvvisamente le sue labbra premersi contro le mie.

I miei occhi si spalancarono per la sorpresa, prima di richiudersi di nuovo. Ricambiai il bacio. Le sue labbra erano ancora più belle di quanto ricordassi. Più morbide e dannatamente perfette. Per quanto fosse stato un bacio alla sprovvista, decisi di continuare comunque. Non c'era motivo per fermarsi e in più era diverso, nessun esperimento o gioco questa volta.

Il suo modo di baciare era diverso da quello di qualche anno prima. Mi stava letteralmente togliendo il respiro. Con un ultimo bacio a stampo, sensuale e lento, mi prese per la vita e mi avvicinò a lei. La sua bocca si aprì e fece scivolare la lingua contro il mio labbro inferiore. In quel momento mi venne in mente che quella con più esperienza tra le due fosse lei. L'unica volta che ero stata con una donna era stato con lei sei anni fa. Chi poteva sapere cosa avesse fatto lei invece durante tutto quel tempo? Era andata al college, ciò significava avventure e party a tutto andare e, come mi aveva già confermato la carissima Dinah, di sicuro la donna dai capelli marroni non era così inesperta.

La testa mi girava forte. Ogni volta che Camila lasciava le mie labbra, le riprendeva senza farmi prendere fiato. Se quello era un segno di cosa sarebbe successo quella notte, non sapevo se sarei riuscita a sopravvivere.

Inclinò la testa per approfondire il bacio e la sua lingua stava ormai esplorando la mia bocca. Poi si staccò e aprì gli occhi in cerca dei miei. Avevano una tonalità più scura, ma che probabilmente notavo solo io per tutto quello che stavo immaginando di fare con lei. Mi diede un altro morbido bacio prima di aprire la porta.

Non aveva bisogno di dire nulla, la seguii dentro senza pensare ad altro. La sua mano afferrò la mia e mi guidò verso il letto. Sembrava sapesse cosa fare, mentre io ero persa. Questa volta avrei lasciato a lei le redini della situazione. L'idea che lei fosse l'esperta e l'attiva era eccitante, ma allo stesso tempo spaventosa perché avevo sempre avuto io il controllo.

La giovane donna, senza esitare, iniziò a spogliarmi, prima svestendomi della mia camicia e poi dei pantaloni. Ero paralizzata dalla sua sicurezza, ma la aiutai a togliersi il vestito.

Con solo la biancheria intima addosso potei notare quanto fosse ancora più perfetta. Si sedette sul bordo del letto e mi avvicinò a lei. Prendendomi la mano mi fece mettere sul suo grembo. Poi afferrò il mio viso con entrambe le mani e si fiondò di nuovo sulle mie labbra.

Iniziò a scendere e carezzarmi ogni parte del corpo. Cercai di ricambiare al meglio possibile ma ero fuori controllo. Essere la sottomessa era nuovo per me, ma avrei potuto già farlo prima per Camila.

Non mi accorsi che mi aveva già slacciato il reggiseno finché non sentii le sue caldi labbra premere contro il mio petto, lasciando una striscia di baci bagnati. Le mie dita graffiarono la sua schiena dal piacere che stavo provando. Ci ritrovammo a rotolare nel letto e rimasi al quanto sconvolta nell'essere sdraiata a pancia in giù con Camila dietro di me. Deglutii quando sentii la sua mano tirarmi giù le mutande e le sue labbra attaccate alla mia spalla.

Non ero pronta per tutto ciò che Camila stava facendo, non mi ero mai sentita così eccitata. Non ero pronta per la dea del sesso che si era rivelata in lei. La sua mano scese tra le lenzuola alla ricerca della mia parte intima.

"Oh Dio." Gemetti appena le dita trovarono la loro destinazione.

Le muoveva in modo esperto, facendo dei movimenti circolatori che mi facevano rabbrividire sotto il suo esile corpo. Aveva appena iniziato, ma io ero già all'apice del piacere. Il mio cuore inziò a battere ancora più forte quando sentii la sua lingua tracciare una scia sulla mia colonna vertebrale.

Non ebbi il tempo di pensare, che sentii un paio di labbra sostituire le sue dita. Afferrai le lenzuola per il piacere provato. Di solito mi piaceva molto, ma Camila era quasi riuscita a farmi perdere i sensi. Mi sentivo così esposta, per quello non permettevo a nessuno di farlo, ma ora stavo aprendo le mie gambe volentieri per lei e nel giro di pochi secondi sapevo che avrei ceduto.

Dopo poco infatti il mio corpo iniziò a tremare dal piacere, mentre mordevo le lenzuola per trattenere le urla provocatemi dall'orgasmo.

Camila risalì sopra di me, lasciando dei teneri baci sulla schiena, prima di rigirarmi per guardarmi finalmente in faccia. La guardai avidamente. Volevo farle provare lo stesso, anche se non fossi sicura di essere in grado di farlo. Provai a darle una spinta per prendere l'iniziativa, ma lei mi tenne giù.

"E' il mio turno sta notte." Sussurrò con una voce roca. I miei occhi si spalancarono di nuovo quando sentii le sue labbra riscendere finché non mi ritrovai il suo viso di nuovo tra le gambe.

"Merda..." Esclamai, ormai fuori controllo.

Continuò quello che aveva iniziato prima come se non fossi ancora venuta. La sua lingua stava facendo cose inumane. Mi portò al limite di nuovo in pochi minuti. Sembrava surreale ed ero sicura che, se non si fosse fermata, sarei svenuta, anche se allo stesso tempo volevo che continuasse.

Persi il conto di quante volte mi avesse fatto contrarre per il piacere. Con la mia mano la feci risalire così da riprendermi per qualche secondo. Si lasciò andare ed iniziò a ribaciarmi, quando la sentii mettersi a cavalcioni su una delle mie cosce.

La mia bocca si aprì sia per lo stupore che per l'eccitazione. I suoi fianchi si muovevano sensualmente e avrei potuto giurare che anche se fosse il suo turno, stavo godendo lo stesso. Misi un braccio attorno a lei e un altro dietro la sua testa, carezzandole piano i capelli.  La tirai più vicina possibile e iniziai a baciarle il collo. Dopo poco la sentii gemere, proprio come avevo fatto io prima.

Collassò praticamente sopra di me. Mi sentii sollevata sapendo che anche io le avevo dato piacere, probabilmente non quanto lei avesse dato a me, cosa impossibile. I nostri petti erano premuti uno contro l'altro e potevo benissimo sentire il battito del suo cuore aumentare.

Alzò la testa e mi baciò dolcemente. Ricambiai il bacio, anche se di solito non ero tanto coccolosa dopo aver fatto sesso. Continuammo a baciarci per un po', finché non sentii la fatica richiamare il mio corpo. Ma non volevo addormentarmi perché avevo paura di cosa sarebbe successo il mattino seguente.

Le presi la mano ed unii le nostre dita prima di guardarla negli occhi. Continuò a tenere lo sguardo fisso sul mio. Non sapevo cosa pensasse in quel momento, ma volevo dirle cosa invece stessi pensando io.

"Ti a.." Fu tutto quello che riuscii a dire prima che Camila posssse il suo indice sopra le mie labbra, interrompendomi.

"Non rovinare tutto." Sussurrò ed io la guardai confusa.

"Non rovinare tutto, dicendo qualcosa che non è vera."

"Ma.." Cercai di reagire ma mi fermò di nuovo.

"Qualsiasi cosa tu pensi di provare in questo momento non è vera." Disse con un tono di voce lento. Il mio cuore si spezzò in mille pezzi.

La sua voce era tremante e potevo benissimo vedere le lacrime nei suoi occhi. Odiavo vederla così. Avrei voluto dirle quanto l'amavo, ma come potevo farlo così?

"Se ti importa di me, stai zitta e baciami." Disse con voce straziante questa volta.

Allora decisi di darle quello che voleva. Le mie labbra trovarono le sue di nuovo, che adesso avevano un sapore leggermente salato. Aprii gli occhi e vidi le lacrime scorrere lungo la sua guancia. L'abbracciai e la tenni stretta a me.

"Non volevo che accadesse, non sono una che mette le corna, non sono quel tipo di persona." Sussurrò.

"So che non lo sei." La rassicurai.

Il suo corpo si rilassò tra le miei braccia e la donna si addormentò. Mi girava la testa.

Non era per niente la notte che avevo programmato, ma avere il suo corpo vicino mi rendeva completa.

Però avevo paura che il giorno seguente mi sarei svegliata senza nulla.

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