Capitolo 4

Ero così tentata dal raccontare a Camila le mie paure ed i dubbi sulla mia carriera e sulla mia vita in generale. Sapevo che lei avrebbe capito, e fu per questo che decisi di non dirle nulla: lei era lì, ma in poche ore se ne sarebbe andata e nessuno mi avrebbe capito.

La sentii osservarmi ancora, mentre io inalavo del fumo dalla mia sigaretta.

"Non sono triste comunque. Mi sento solo stanca alcune volte, ma grazie al tempo libero ed ai giorni di pausa ritorno come nuova", mentii spudoratamente. Camila guardò altrove e nessuna delle due disse qualcos'altro per un po'. Era evidente che non mi avesse creduto.

"Cosa pensi che succeda se facciamo una foto e la postiamo?", disse ad un certo punto ridacchiando.

In quel momento realizzai che fosse un pochino brilla, anche perché con il passare degli anni ero riuscita ad imparare le sue fasi di sbornia e spesso, quando era veramente ubriaca, le cose tra di noi si complicavano. Per fortuna era soltanto brilla ed io avevo sempre amato questa "fase" perché mi aveva sempre rilassata vederla così.

La guardai con un'espressione confusa.

"Stai scherzando, vero?", dissi con calma.

"Credi che importi ancora agli altri?", chiese sorridendo.

Sapevo che l'idea della foto non le facesse né caldo, né freddo, perché era fidanzata. Non le importava neanche cosa pensassero le persone di noi due dopo tutti quegli anni, ma io mi sentivo preoccupata comunque. Diciamo che non volevo perdere la chance di riavere Camila indietro, come amica ovviamente.

"Non ne sono sicura", dissi sinceramente.

"Allora facciamolo dai", rispose immediatamente, lasciandomi perplessa. Non capivo perché fosse così decisa nel farlo.

"Vieni, dammi il tuo telefono. Sarà divertente per le vecchie Harmonizers", aggiunse.

Tirai fuori il mio smartphone, lo sbloccai e glielo diedi. Lei aprì Instagram e iniziò a cercare un effetto decente.

"Vieni qui", disse ed io mi accomodai di fianco a lei. Con una mano tenne il mio telefono sopra le nostre teste e con l'altra mostrava allo schermo il bicchiere pieno di vino. Feci lo stesso e sorrisi come un'ebete. Eravamo talmente vicine che fui in grado di sentire il profumo del suo shampoo, che mi provocò un piccolo brivido.

"Perfetto!", esclamò.

'Sembriamo carine', pensai. 'Beh, forse non come lei ed Hanna, ma formeremmo una bellissima coppia'. Fermi un attimo... perché stavo pensando a quello? I miei occhi si concentrarono sulla foto, che riprendeva anche il panorama visibile dal mio terrazzo, ma non ebbi molto tempo perché subito dopo Camila chiuse l'app e aprì Twitter. Postò la foto con scritto:

Miami Nights #Camrenreunited; Let's get it trending, harmonizers!- XX Camila.

[Notti a Miami #Camrenriunite; Facciamolo diventare di tendenza, harmonizer! -Baci, Camila.]

I miei occhi si spalancarono non appena mi mostrò il telefono con il tweet.

"Mh.. sarà interessante", dissi, non sapendo cosa dire. Passarono trenta secondi e ricevetti un messaggio.

Normani: Devo essere spaventata per quello che succederà? E.. cosa diamine è successo e perchè non ne so nulla?!? Devi spiegarmi un po' di cose :)

"Normani mi ha già inviato un messaggio", dissi quando notai la faccia sorpresa di Camila.

"Ti senti ancora con lei?", le sembrava quasi strano che io e Normani parlassimo ancora: certo lei ovviamente si sentiva ancora con tutte le altre ragazze del gruppo. Forse Normani non le aveva detto che avevamo iniziato a risentirci.

"Si parliamo ogni tanto e cerchiamo di messaggiare il più possibile. Tu ti senti ancora con tutte le altre giusto? Ho visto le foto che postate", le chiesi per poi guardarla annuire.

Si sentiva in colpa, si poteva benissimo capire dalla sua faccia. Non si sarebbe dovuta sentire così. Ally e Dinah avevano deciso di stare dalla sua parte e io lo avevo accettato. Quando Normani, invece, mi chiamò qualche anno fa per riappacificare, rimasi un pochino perplessa. Per fortuna riuscimmo a sistemare le cose tra di noi.

"Verranno tutte al mio compleanno la prossima settimana! Mi piacerebbe che venissi anche tu", disse con un triste sorriso per poi aggiungere: "Ma so che sei in tour quindi non c'è nessuna possibilità, giusto?"

L'idea di rincontrare tutte le mie vecchie compagne di band mi terrorizzò. Non sapevo neanche se loro avessero voluto vedermi. Però, allo stesso tempo, la voglia di rincontrare Camila di nuovo era tanta.

"Mi dispiace. Non penso di riuscire a venire", dissi lentamente, mentre cercai di ricordarmi dove sarei stata il giorno del suo compleanno. 'Che città è? Sarò vicino a Miami?'.

"Lo so, ma volevo comunque chiedertelo."

Il mio telefono non smetteva di vibrare e non me ne ero nemmeno accorta. Sobbalzai quando sentii la porta scorrere, quindi io e Camila ci allontanammo. Dave, il mio manager!

"Cosa fanno queste due bellissime signore qui? La festa è di sotto, abbiamo messo persino della musica decente Lauren. Sai, penso che tutti vogliano vederti ballare", disse quasi farfugliando, cosa che mi fece ridere. "E invece tu Camila? Balli?"

Non ero più io a ridere, ma Camila.

"Non lo chiamerei ballare.. Comunque, Lauren ha provato ad insegnarmelo molte volte", disse mentre continuava a ridere dolcemente. Invece io stoppai la mia risata nello stesso momento che dei ricordi iniziarono a tornarmi in mente.

*Flashback*

I miei capelli si muovevano selvaggiamente e il mio corpo si muoveva ritmicamente tra le mura del night club. Ballare era una delle poche cose che riuscivo a fare senza fatica. Amavo sentire il mio corpo stancarsi dopo ore ed ore di ballo.

Avevo convinto le ragazze ad uscire quella notte perché eravamo a New York ed il giorno dopo avremmo avuto un giorno di pausa. Non era uno dei più famosi night club, per questo a nessuno importava che le Fifth Harmony fossero lì. Sembrava che tutti si stessero divertendo.

Io, Dinah e Normani stavamo ballando come delle pazze; eravamo le migliori 'ballerine' del gruppo, specialmente Dinah che aveva un certo 'swag' quando ballava. Molte volte mi dava fastidio che lei fosse la più brava, ma non la consideravo come una competizione. Per altro quella sera era una sera di divertimento, non mi interessava neanche sapere chi avesse più occhi addosso. Anche perché gli unici occhi che notai furono degli occhi color cioccolato.

Camila era stata con Ally tutta la sera a parlare e a bere al bar del club. Molte volte Ally andava a ballare e Dinah prendeva il suo posto. Le poche volte che i miei occhi cercavano quelli di Camila, sembrava che fossero puntati su di me. Mi sentivo ancora più incitata a muovermi sensualmente, proprio perché avevo la sua attenzione.

Ad un certo punto notai che non mi stava più guardando, ma stava continuando la sua conversazione con Ally, così decisi di andare a prendere un altro drink. Quando arrivai al bar, la mia mano toccò casualmente la sua schiena, facendola girare ed incontrare il mio sguardo.

"Non hai intenzione di seguirmi sulla pista da ballo?", chiesi respirando velocemente e segnalando al barista che volessi un altro drink.

La mia mano era ancora sulla sua schiena, senza intenzione di spostarsi. Le cose andavano molto bene tra di noi negli ultimi tempi. Anche dopo che avevo pianto davanti a lei nell'autobus due mesi prima: Camila ed io eravamo diventate inseparabili, quasi come l'inizio della nostra amicizia. Certo, non l'avevamo sbandierato al mondo intero perché lei si sentiva in imbarazzo a volte.

Comunque, c'erano alcuni momenti in cui sentivo una certa tensione tra noi due, ma non negativa.. più che altro.. sessuale? Suona veramente male, però molte volte cercavo quasi di flirtare con lei. E non ero l'unica delle due; anche Camila a volte lo faceva: mi abbracciava sempre, mi stava sempre vicina e notai che a volte guardava costantemente le mie labbra.

Lo stava facendo in quel momento, guardarmi le labbra per poi puntare il suo sguardo sul mio mordendosi il labbro inferiore.

"Non penso, fate voi. D'altronde non sembra che tu abbia bisogno di me", disse e diede un sorso al suo drink.

"Calmati, Camz. Sembra quasi che tu sia gelosa", risposi alzando un sopracciglio.

"Sto solo dicendo la verità", disse la ragazza dagli occhi marroni cercando di stare calma, anche se io la trovai leggermente nervosa.

In quel momento spostai la mia mano su un suo fianco. Ed eccola, la diabolica me che amava l'effetto che avevo sempre avuto su Camila. Gentilmente l'avvicinai a me per sussurrarle nell'orecchio.

"Balla con me," respirai vicino al suo orecchio e sentii il suo corpo irrigidirsi. Ero un pochino brilla e sapevo che anche lei lo fosse: per questo stavo facendo quelle cose. L'alcool non sfocava solo la nostra vista, ma anche i confini della nostra amicizia. L'ultima volta, Camila si era ubriacata tantissimo e infatti non si ricordava nulla di quello che era successo al suo diciottesimo compleanno. Io invece non riuscivo a dimenticarmelo e parte di me voleva che succedesse ancora... quella stessa notte.

"Potresti ballare con chi vuoi e hai scelto la peggiore ballerina della storia?", disse disapprovando.

Annuii e basta, continuando a guardarla.

"Non è divertente, sai?", disse con una voce dolcissima.

La guardai perplessa, senza parlare.

"I tuoi occhi", criticò, cosa che fece apparire un sorrisetto sulla mia faccia. "Sai esattamente cosa fai quando mi guardi.. E chiunque non potrebbe mai dirti di no, se tu lo guardassi così."

"Allora cosa stiamo aspettando?", parlai immediatamente posando il mio cocktail sul bancone, per poi trascinare Camila sul pista da ballo con me.

Dinah, Ally e Normani urlarono immediatamente: eravamo tutte quante a ballare. Muovendo il mio corpo sensualmente a ritmo di musica, potevo benissimo sentire gli occhi di Camila addosso.

Ad un certo punto, le altre ragazze andarono a bere un drink e, prima che Camila potesse seguirle, la afferrai per un braccio e la tenetti sulla pista con me. Mi guardò nervosamente e inaspettatamente allo stesso tempo. Senza perdere il ritmo, iniziai a ballare sempre più vicina a lei, cercando di fare muovere anche lei: si muoveva sorprendentemente bene e mi sentii così fiera... ma anche eccitata.

Con un braccio la girai in modo tale da avere la sua schiena di fronte a me; poi sentii i suoi fianchi sopra i miei, quindi iniziai a sculettare sempre di più, cercando di guidarla il più possibile con la mia mano, che ormai era posata su un suo fianco. Sfortunatamente le ragazze ci raggiunsero di nuovo e interruppero la mia 'lezione privata' con Camila.

"Chi ha detto che non sai ballare?", sussurrai nel suo orecchio e la sentii rabbrividire, prima di lasciarla andare. Non volevo che le ragazze sospettassero nulla e non volevo che le si spaventasse per i pregiudizi. Mi guardò e mi sorrise senza farsi notare da nessuno.

Quando tornammo all'hotel, eravamo tutte quante ubriache. Frugai nella mia borsa per trovare le chiavi finché sentii le altre sparire nelle loro stanze: tutte tranne Camila. La ragazza dai capelli scuri, infatti, era dietro di me e sapevo a cosa stesse pensando, perché stavo pensando lo stesso e nessuna delle due avrebbe dovuto dire qualcosa per capirlo.

Finalmente aprii la mia porta ed entrambe entrammo. Chiusi la porta a chiave e lanciai la mia borsa per terra, camminando verso il mio stereo per mettere della musica. Subito dopo mi girai per vedere Camila sdraiata sul mio armadio dall'altra parte del letto.

"Stai cercando di dirmi qualcosa con questa canzone?", mi chiese con un piccolo sorriso che mostrava sia tanta eccitazione, ma anche tanta sorpresa.

"Non so di cosa tu stia parlando", risposi cercando di sembrare innocente.

"Certo, certo."

Rimanemmo in silenzio per ascoltare il primo verso:

"Have you no idea that you're in deep?

I dreamt about you nearly every night this week,

How many secrets can you keep?"

"Mh, se volessi dirti qualcosa con questa canzone", iniziai a dirle avvicinandomi lentamente. "Cosa pensi che sarebbe?"

Camila stava aspettando che io facessi qualcosa, lo potevo benissimo notare nei suoi occhi. Sembrava quasi un cervo ed io la predatrice che pian piano si avvicinava alla sua preda.

"Non lo so", disse con voce tremante.

"Penso che tu lo sappia invece", disapprovai e mi fermai soltanto a qualche centimetro da lei. Le sue mani erano attaccate all'armadio e potevo benissimo notare quanto fosse nervosa. Lasciai che le mie mani si poggiassero sui suoi fianchi. Aveva formato un nodo con una parte della sua camicia quindi riuscii a sfiorarle la pelle.

Le mie dita si congelarono al contatto con essa e, proprio il contatto, le provocò la pelle d'oca. Quando la sentii gemere, capii di aver fatto centro, era mia.

Inaspettatamente lasciai che le mie mani attraversassero il suo corpo, muovendosi sotto la maglietta. Le sue labbra rilasciarono un altro piccolo gemito.

"Sai.. è proprio un peccato che noi non possiamo fare certe cose.. ammettiamolo", dissi mentre carezzavo il suo ombelico con le dita. "Renderebbero le cose ancora più imbarazzanti, rovinerebbero la nostra amicizia."

La giovane ragazza non parlò. Il suo respiro era affannoso, come se non avesse più energie.

"A meno che.. promettiamo di non far diventare le cose imbarazzanti e.. lasciarci andare", le proposi, per poi guardarla intensamente negli occhi.

"Lo prometto", disse semplicemente dandomi il permesso di iniziare.

Non ci volle molto per far toccare le nostre labbra, dando inizio ad un bacio passionale. Ogni fibra del mio corpo chiedeva di più. Baciare una ragazza era così diverso da baciare un ragazzo, ma forse 'baciare Camila era diverso', pensai. Le sue labbra erano così morbide; non cercava di infilarmi la lingua in bocca come quasi tutti i ragazzi che avevo baciato, ma sfiorava le mie labbra con molta passione.

Dovetti terminare il bacio per togliermi le scarpe, perché mi stavano uccidendo. Camila fece lo stesso e camminò verso il mio letto. La seguii prima con lo sguardo e poi la raggiunsi. Si sedette sul bordo e iniziò a sbottonarsi lentamente la camicetta; le sue dita si fermarono solo quando non c'erano più bottoni da togliere: in quel momento i miei occhi incontrarono per l'ennesima volta il suo sguardo. Prese la mia mano e gentilmente mi fece avvicinare a lei.

Mi baciò come non ero mai stata baciata prima. Sentii completamente tutto l'amore che aveva messo in quel bacio. Mi stava dando ciò che non aveva dato a nessuno.

Così decisi di farle provare lo stesso. Ci sdraiammo leggermente sul letto, finché la testa di Camila non toccò il mio cuscino ed io mi inginocchiai di fianco a lei. Mi leccai le labbra inconsapevolmente e misi una gamba sopra di lei per mettermi a cavalcioni, facendo salire il vestito sulla mia coscia. Vedere i suoi occhi guardarmi con tanta ammirazione ed eccitazione era la reazione in cui speravo. Lasciando che i miei fianchi si posassero sui suoi, passai una mano sopra i miei capelli spostandoli tutti da una parte.

Non facendocela più, mi sdraiai e presi il suo labbro inferiore tra le mie labbra. La sua mano si posizionò nei miei capelli, facendomi rabbrividire. Invece io spostai la mia mano sul suo collo per accarezzarlo dolcemente. Volevo posare le mie labbra su tutte le parti del suo corpo, così, interrompendo il bacio, la baciai sul mento. Creai una specie di linea di baci sul suo collo, piccoli baci per non eccitarla troppo.. o forse per provocarla un pochino.

Spostando leggermente la mia testa verso destra, annusai il suo profumo per poi fiondarmi nuovamente sul suo collo. Le sue mani si irrigidirono tra i miei capelli e la sua bocca rilasciò un gemito. Il più bel gemito che io avessi mai sentito. Ripetei la stessa cosa dall'altra parte, iniziando, però, ad applicare più pressione sopra la sua calda pelle e colpirla leggermente con la punta della mia lingua.

"Oh, Dio...", sospirò, cosa che mi fece sorridere.

Spostai la sua camicetta rivelando il suo reggiseno bianco. Il suo respiro accelerò di nuovo ed giurerei di aver sentito il sangue ribollirmi nelle labbra. Così decisi di baciare lo spazio dove c'era la carotide. La sua schiena si inarcò talmente tanto quando la morsi, che dovette allontanarmi. Le mie labbra si staccarono, ma per la prima volta quella sera ebbi la possibilità di osservare quanto fosse bella.

Osservai il suo ventre piatto, per poi arrivare alla sua clavicola, soffermandomi più che altro sul reggiseno che indossava, tutto quello mi stava facendo impazzire. Dopo aver studiato ogni parte del suo piccolo corpo, tornai a guardare il suo ventre, iniziai a lasciare dei baci attorno all'ombelico, questa volta non delicati. Succhiai la sua pelle liscia tra le mie labbra, leccandola ogni tanto e alternando dei baci umidi e sensuali. Il mio respiro diventò sempre più instabile quando lasciai una striscia di baci sotto l'ombelico: i suoi jeans a vita bassa mi permisero di farlo.

Camila era fuori controllo e ansimava. Presi un respiro profondo e velocemente sbottonai i suoi jeans. I miei occhi si spalancarono nel vedere la sua reazione e, infatti, notai sul suo volto un po' di tensione. Così mi avvicinai a lei e baciai quelle labbra che già mi mancavano. Amorevolmente presi la sua faccia tra le mie mani e notai che si rilassò. Per me potevamo persino fermarci così, era comunque molto di più di quello che mi aspettavo.

Ci baciammo per quella che sembrò un'ora, quando sentii la sua mano prendere la mia e posizionarla sopra il suo seno. La guardai affettuosamente per chiederle se potessi. Il suo sorriso fu la conferma, quindi la baciai ancora una volta, per poi spostare la mia bocca sulla parte del corpo che mi aveva appena concesso. Quando sentii che Camila era a suo agio, tirai giù il reggiseno rivelando il suo petto.

Ancora una volta la guardai per assicurarmi che andasse tutto bene e le diedi un altro bacio. Applicai più pressione e la sentii gemere nella mia bocca.

Non ne ero consapevole, ma sicuramente stavo facendo qualcosa che Camila non aveva mai fatto con nessuno e quindi ero la prima a farle provare certe emozioni. Ed io avevo sempre voluto essere quella persona, volevo essere la sua prima volta.

A questo punto non sarei più riuscita a fermarmi a meno che lei non avesse voluto.

La mia mano viaggiò per tutto il suo corpo fino a trovare la sua destinazione. Tirai giù la cerniera dei jeans, mentre Camila mi tirava sempre più vicino a lei. Lentamente feci scivolare la mia mano sopra il suo intimo. Cercai di baciarla al meglio possibile, ma potevo sentire benissimo le sue labbra tremare, per questo decisi di staccarmi e andare a mordicchiare il lobo del suo orecchio. Si agitò ancora di più e iniziò a gemere sempre più rumorosamente.

Stavo soltanto muovendo la mano su e giù, sopra le sue mutande, ma questo sembrò soddisfarla così tanto, che sapevo fosse vicina all'orgasmo. Il suo corpo iniziò a tremare e i suoi occhi si spalancarono nello stesso momento in cui si aggrappò alle lenzuola. Lasciai andare il suo orecchio e la guardai in attesa di cosa sarebbe successo dopo. E successe. Aggiunsi un po' di pressione con l'indice e tutto il suo corpo si irrigidì, per poi sentire quella fantastica sensazione. Subito dopo mi abbracciò, si alzò dal letto per afferrare la mia mano e poi ripoggiarsi. Stava ancora respirando affannosamente, così le baciai la guancia arrossata.

I suoi occhi si aprirono lentamente ed io potei notare quanto stupore ci fosse nel suo sguardo. Tirai fuori la mano dai jeans che indossava ancora ed asciugai le gocce di sudore che scendevano sulla sua fronte. Sorrisi amorevolmente e la baciai mentre le carezzavo i capelli. Non mi ero mai sentita così, non avevo mai condiviso tanto affetto con qualcuno. Quando succedeva a me, non mi sentivo mai così legata alla persona con cui lo facevo. C'era una certa connessione tra i nostri corpi.

Mi baciò di nuovo e notai che cercò di tirarmi giù il vestito, ma io poggiai il mio indice sulle sue labbra, fissandola negli occhi. Scossi la testa leggermente per dirle che non mi aspettavo nulla in cambio. Non che mi dispiacesse, ma aver condiviso questo momento di intimità con lei mi bastava. Mi guardò e mise le sue braccia attorno alla mia vita.

Dopo alcuni teneri baci si addormentò tra le mie braccia. Io invece passai più di un'ora a guardarle il viso e a cercare di capire perché mi sentissi così completa.

L'unica cosa che non sapevo era che Camila avrebbe infranto la nostra promessa... e avrebbe rincominciato ad ignorarmi per un anno.

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