Capitolo 27

Camila's POV

Sentii solo un corpo caldo muoversi di fianco a me, prima che il suono fastidioso di una sveglia mi rimbombasse nelle orecchie. Uno di questi giorni l'avrei buttata fuori dalla finestra, era di Lauren. Tutte le volte doveva alzarti ad orari inaccettabili; guarda caso poi era sempre stanca e sfruttava ogni piccolo momento per riposarsi.

Aprii gli occhi e la vidi scivolare lontano dal mio abbraccio, senza svegliarmi. Aumentai la presa per farle capire che me ne ero accorta.

"Scusa, ho provato a non svegliarti." La sua voce rauca chiese scusa, ma io la avvicinai di più.

"Rimani solo cinque minuti." Pregai, aprendo gli occhi ed incontrando i suoi.

"Cinque minuti."

Le nostre facce si stavano quasi toccando, entrambi i capi erano poggiati sul cuscino; il mio braccio era attorno a lei, che iniziò a carezzarlo sorridendomi. In ogni singolo momento era fantastica, splendida, ma, in momenti come quelli, era proprio mozzafiato.

I suoi occhi erano ovviamente la parte che rendeva tutti deboli al suo sguardo: vedendoli così vicini, ero in grado di distinguere perfettamente le sfumature di blu scuro che si fondevano con il verde. Erano abbastanza scintillanti di mattina.

Avevo notato che molto spesso cambiassero colore, dipendeva dall'umore. Le sue fitte sopracciglia li accentuavano e onestamente non aveva bisogno di mascara o altro per farli apparire migliori, erano già senza difetti.

La mia mano automaticamente cercò il contatto, puntando alla sua guancia. Non esitò, prendendola subito nella sua e baciando il dorso amorevolmente.

"Potrei abituarmi ad un risveglio così." Sussurrai e la vidi sorridere.

Si avvicinò e le nostre bocche si incontrarono. Ricambiai subito e mi scorsi verso di lei per sentire il suo corpo darmi calore. I cinque minuti passarono subito, neanche ce ne accorgemmo.

"Mi devo alzare." Si lamentò sulle mie labbra.

Quando si alzò decisi di controllare il telefono: un'infinità di email comparivano sullo schermo. Twitter era persino messo peggio, ma decisi di non dare molta attenzione tranne che all'email di Chelsea. Rimasi molto sorpresa da cosa lessi, e apparentemente anche Lauren se ne accorse.

"Che succede?"

"Chelsea mi ha inviato un'email." Iniziai. "Amanda l'ha chiamata e ha detto di esser talmente colpita da questa storia che vuole sapere se sono disposta a fare pure io un'intervista."

"Cosa? Perché lo chiede? Non sei più in questi giri e dovrebbe rspettarlo." Lauren suonava protettiva.

"Non riguarda me, a quanto pare. È legata alla tua intervista. Non vogliono farne una ma allungare la tua ed è quello che ha scritto Chelsea."

"Comunque, non dovrebbe metterti tutta questa pressione."

"Voglio farla." Ammisi e la vidi aggrottare un sopracciglio; mi avvicinai alla sua faccia. "Sei tu che prendi in mano la situazione e sei sempre stata te. Questa volta voglio che lo facciamo insieme. Non riguarda te, ma noi e voglio essere una parte di tutto questo, se me lo permetti."

La donna dai capelli scuri rifletté un attimo, sapevo che fosse preoccupata per me, infondo era da tanto che non apparivo in televisione. Voleva proteggermi e anche se l'amavo per ciò, avevo bisogno di mostrarle che non era l'unica a fare dei sacrifici per la nostra relazione. Tutto l'odio e la cattiveria che aveva ricevuto in quei giorni era sempre stato di più quando era nel gruppo, e ne sapevo qualcosa. Bisogna stare attenti a quello che si dice durante delle interviste.

"Cioè, è una tua decisione e ti sosterrò in ogni caso." Cedette e mi fece sorridere sollevata. "Ma quando la farai? Stanotte ritorniamo a Miami ricordi?"

"Amanda mi chiesto di tornare oggi nel caso avessi scelto di sì, proprio come ieri. Ci metterà un po' di tempo per prepararci e tu puoi finire con gli scatti intanto."

Tutto quanto era organizzato, avevo solo bisogno della conferma finale della mia ragazza. Certamente ero nervosa nel rivelare io stessa al mondo la mia relazione con una pop star.

"Ben organizzato." Disse e mi diede un bacio sulle labbra.

"Non ti preoccupare, andrà bene."

Dopodiché, la giornata passò velocemente. Chelsea, manager fantastica come ho sempre ribadito, controllava la situazione perfettamente e riuscì persino a preparare l'intervista in poche ore: lo staff di ieri era nuovamente nell'appartamento, sembrava quasi un flashback.

Amanda era stata molto dolce con Lauren, aveva chiesto domande semplici e non la incastrava in un angolo con quelle a cui non avrebbe saputo rispondere e che la mettevano a disagio. Persino Normani mi aveva raggiunta nella stanza e mi aiutò a sistemare il trucco mentre tutti gli altri erano in sala per sistemare i dettagli: la mia ragazza non era ancora arrivata, ma non avevo intenzione di iniziare senza di lei.

L'ansia mi stava divorando, ma per fortuna poco prima dell'ora prestabilita, Lauren arrivò e entrando nella stanza, mi fece spalancare gli occhi. Era ancora vestita e truccata per il photo-shoot ed era.. fottutamente sexy! Come potevo concentrarmi con lei nella stanza? Si avvicinò a me e mi salutò con un piccolo bacio, prima di rivolgersi cordialmente anche agli altri. La sua umiltà si vedeva ogni volta che, entrando in una stanza, stringeva la mano a chiunque, non solo all'intervistatrice.

Una volta sedute, la serie di domande partì.

"Bene, allora." Iniziò Amanda concentrandosi su di me. "Prima di tutto voglio ringraziarvi per avermi dato questa possibilità, apprezzo molto che tu, Camila, voglia condividere la tua vita con me."

"Sono in buone mani, me lo sento." Risposi, ma in realtà mi sentivo più insicura di quanto volessi ammettere.

"Perché non iniziamo allora? Tu e Lauren avete scelto due strade diverse quando il gruppo si è diviso. Molte persone dicevano che tu avessi un gran potenziale per continuare da solista, ma hai lasciato la carriera subito dopo. Puoi dirci perché?"

"Non mi sono mai ritirata dalla mia carriera di cantante e musicista, ma dalla fama e dal business." Dissi tranquillamente. "Non ero mai stata fatta per la pubblicità ed essere messa in un gruppo non fu una delle cose che lo fecero notare. D'altra parte, mi avrebbe distrutta tutta quella pressione, ed essere una solista dopo il gruppo non è mai stata una mia idea. Dopo la separazione ero davvero depressa, mi sentivo come se avessi perso il mio supporto, la mia ragione per andare avanti e ovviamente avevo perso Lauren."

"Come ti sei ripresa? Sembra quasi non avessi più nulla per cui essere felice."

"Ci volle abbastanza tempo per ritornare a sorridere, cinque anni insieme ad un gruppo così, non sono facili da dimenticare. Era strano non farne più parte. Andai al college, studiai terapia musicale e vissi una vita normale. In pratica tutto era iniziato da capo, quasi come all'inizio di X-Factor. Stare nel gruppo è stata un'esperienza fantastica, mi ha fatto maturare, crescere e comportarmi da ragazza, confrontandomi con altre quattro totalmente diverse. Lasciare il gruppo, voleva dire lasciare quattro pilastri e formare la mia immagine e persona senza la band. E con quello, con la voglia di continuare a maturare e crescere da sola che andai avanti. Sai era davvero difficile farlo una volta che venne scoperto il cancro al seno di mia mamma. Quel giorno la mia vita cambiò un'altra volta e umh.." La mia voce iniziò a tremare, l'aria mi mancava talmente emozioni sussistevano in me.

"Vuoi fare una pausa?" Chiese preoccupata l'intervistatrice.

"No, va bene. È solo la prima volta che ne parlo così apertamente." Spiegai, occhi colmi di lacrime.

"Non sei obbligata a parlare di cose con cui non ti senti a tuo agio."

"Ma è in parte il motivo per cui ho accettato." Dissi ed improvvisamente vidi Lauren avvicinarsi verso di noi. Si sedette di fianco a me sul divano e mi prese la mano.

"Non ti dispiace, vero?" Chiese ad Amanda, che scosse la testa e sorrise.

Guardandola negli occhi e avendo la sua mano stretta alla mia, riuscii a calmarmi e continuare. Dovevo spiegare il motivo di questa intervista.

"Il motivo per cui sono qui è perché voglio finalmente mostrare cosa Lauren ha fatto per me." Iniziai ancora, con voce non ancora stabile. "Mia madre è morta l'anno scorso. È stato senza dubbio il periodo più buio della mia vita. Era la mia unica speranza, sai? Avevamo un rapporto stretto. Quando se ne andò, fu come perdere tutto. Non avevo più nulla, e spinsi Lauren lontano da me; come avevo fatto tantissime volte prima. Oggi potrebbe pensare di non essere stata al mio fianco, o di non avermi aiutata."

Presi un grande respiro e mandai giù il nodo formatosi in gola.

"Ma non è assolutamente vero. Stavo male, mi ero dimenticata di vivere. Senza di lei non potevo andare avanti: c'erano giorni in cui pensavo davvero che non ce l'avrei fatta, pensavo che il mio cuore si sarebbe potuto fermare in qualsiasi istante, perché provavo così tanto dolore." Continuavo a raccontare mentre Lauren mi stringeva la mano. "Ma c'era una scintilla di speranza: una parte del mio cuore non ha mai smesso di battere per Lauren, e anche quando stavo così, lei era qualcosa di importante, che mi teneva in piedi. Non avrei mai creduto di poter essere così felice dopo l'anno scorso. Ma ora lo sono più che mai ed è grazie alla mia ragazza. E volevo fare in modo che lo capisse."

Gli occhi blu dell'intervistatrice erano pieni di lacrime proprio come i miei.

"Se la guardi ora, credo che lo abbia capito." Disse Amanda e mi girai di lato, per trovare Lauren asciugarsi il viso. Non mi ero neanche accorta che stesse piangendo talmente fossi presa dal mio stesso discorso. Ne era valsa la pena, aveva capito quanto l'amassi.

"Scusate." La voce di Lauren tremava. Ora ero io che le stringevo la mano, sentivo che si stesse lasciando andare. La strinsi in un abbraccio e lei nascose il viso nell'incavo del mio collo.

Dopo una piccola pausa riprendemmo l'intervista.

"Ok, andiamo alla prossima domanda. Lauren ha detto che sei stata la prima ragazza che le ha fatto domandare cosa provasse per te. È stata la prima ragazza anche per te?"

"Lauren è stata la mia prima volta in molti sensi." Dissi e sentii la donna dagli occhi verdi ridere.

"Oh mio Dio, Camila!" Scosse la testa mentre io mi mordevo il labbro imbarazzata per ciò che avevo appena detto.

"Cosa? Troppo?" Chiesi ad Amanda che sembrava entusiasta.

"No, per niente. Parliamo di tutto qui. Sono solo confusa perché Lauren mi ha detto che non avete mai parlato dei sentimenti che provavate l'una per l'altra."

"Non lo abbiamo mai fatto." Concordai. "Ma agivamo, non considerando i sentimenti." Sorrisi.

"Oh bene, un piccolo fatto che Lauren si è dimenticata di dirci." L'intervistatrice rise. "Quindi c'era qualcosa tra di voi mentre eravate nel gruppo."

"Sì e no." Risposi." Lauren aveva ragione nel dire che non siamo mai state una coppia e non siamo mai uscite insieme. Ma stare attorno a qualcuno per cui provi dei sentimenti per così tanto tempo, beh, è impossibile non far nulla. Fidati, ho cercato ogni trucco possibile per evitare questa cotta, ma c'erano dei momenti in cui le cose.. scoppiavano."

"Sto cercando di immaginarmi la situazione. Limonavate e non vi parlavate i giorni dopo e facevate finta di nulla?" Chiese un po' confusa ma sempre con un sorriso beffardo.

"Beh.. in pratica sì." Risi e guardai Lauren che stava ridendo come al solito.

"No, ora la sto facendo sembrare una cosa fatta per caso, ma era tutto tranne quello." Dissi più decisa e fermandomi per ricordare ogni momento. "Durante tutti quei cinque anni ci sono stati dei momenti in cui è successo qualcosa davvero. E quei momenti erano intensi, pieni di amore ed incredibilmente speciali. Me li ricordo uno per uno come se fossero successi ieri. Quindi non è che limonassimo quando ci pareva. La prima volta è stato solo un bacio, il mio primo bacio, quando avevo sedici anni. Quella dopo ne avevo diciotto. Cioè, erano momenti rari, passava tanto dall'ultima volta che era successo qualcosa. L'ultima volta che è successo, avevo diciannove anni, ed è stato il nostro momento più intimo, è stata la mia prima volta."

Guardai Lauren per vedere la sua reazione. Non sembrava le importasse che avessi rivelato tutto, infondo stavo parlando molto apertamente della nostra relazione.

"Scusa se sono scortese ma, andare a letto con qualcuno per la prima volta, essere innamorato di lui e poi dover stare tutto il tempo insieme a lui.. è una tortura!" Disse con piccola risata.

"Non è stato facile. Diversamente da Lauren, però, io non ero confusa. Già sapevo cosa provassi, il che non lo rendeva affatto semplice perché sapevo che lei si sentisse a disagio con tutta quella storia dei rumors. Io invece sapevo di amarla, ma non parlavo. Ho sempre provato a trovare qualcun altro, ma mi ha portato solo a rimanere sola per tutto quel periodo, fino a venti anni. Dopo l'ultima volta sentii Lauren sempre più lontana da me, e il gruppo si stava lentamente separando. Ma non mi pentirò mai della mia scelta, non mi pentirò di aver scelto lei perché la amavo e beh, la amo tutt'ora. È stato perfetto."

Amanda sorrise, appagata dalla mia risposta. Prese un bel respiro e preparò la domanda successiva.

"Qual è la cosa di cui le persone rimarrebbero più stupite di scoprire su di Lauren?"

"Tante cose, credo." Risposi immediatamente e guardai la donna dagli occhi verdi. "Ma probabilmente.. quanto sia vulnerabile. Fa molto la dura, ma in realtà c'è molto dentro di lei."

"Andiamo alle domande veloci. Qual è il tuo più grande vizio?"

"Vino." Ammisi. "Scusate, so che non è una bella cosa. E cibo, qualsiasi cosa calorica, davvero!"

"Miglior consiglio che hai ricevuto?"

"Ama ogni singola parte di qualcuno e qualcosa, perché è l'unico modo per vivere completamente la vita." Mi ricordai, erano le parole dette da mia madre prima di morire.

"Posizione preferita?"

"Beh." Risi vedendo l'espressione spaventata di Lauren. Era molto più timida di me in quell'argomento. "Mi piacciono tutte, in realtà."

"Le piacciono tutte davvero." Aggiunse sorprendentemente Lauren e io la schiaffeggiai.

Amanda rise, ma poi tornò seria. "Ultima domanda: cosa diresti alla te di quindici anni fa?"

Probabilmente avrei dovuto prepararmi la risposta dato che avevo già sentito quella di Lauren il giorno precedente, ma uscì spontaneo quello che dissi.

"Non sarai per sempre trsite. Le cose che pensi siano sbagliate e di cui ti vergogni, ti renderanno felice più avanti. Cioè, se dovessi immaginarmi la me di una volta, mi ricorderei una ragazza felice e allegra, ma non dimenticherei la tristezza che si può benissimo notare nei miei occhi in alcune immagini o video. Quindi le vorrei dire che non sarà per sempre triste."

"Grazie ancora per essere stata qui con me. È stato un piacere." Amanda finì e sorrise dolcemente.

Il direttore ci fermò e subito mi girai verso la mia ragazza: i suoi occhi erano pieni di lacrime. Non resistetti e le lasciai un bacio sulle labbra, anche se c'erano tante persone attorno a noi. Speravo davvero che capisse quanto le ero grata per tutto ciò che aveva fatto per me, e dal modo in cui mi baciava, sentivo che aveva capito.


Lauren's POV

*Flashback*

Mi diressi verso la camera da letto e aprii la porta per trovare la mia compagna seduta sul letto. Camila, con le cuffie nelle orecchie, sembrava persa nell'infinito. Guardava in avanti senza pensare ad altro, non si era neanche accorta della mia presenza. Camminai verso il materasso e guardai il telefono. Non volevo disturbarla ma i miei occhi rimanevano comunque su di lei. Il suo capo era poggiato alla testiera del letto, le ginocchia alzate e gli occhi marroni sembravano essere su un altro pianeta.

Camila ed io eravamo diventate subito amiche. Da quando l'avevo incontrata il primo giorno ai bootcamp, avevamo legato e mai prima ho avuto un forte legame con qualcuno. La consideravo una delle mie migliori amiche, se non la migliore. Avevamo molto in comune ma eravamo sempre diverse, abbastanza da creare un rapporto bilanciato. La capivo, e siccome eravamo andate vicine all'essere eliminate da X-Factor, sapevo fosse triste per quello.

Mi sedetti di fianco a lei e toccai le ginocchia, poggiando la testa su uno di loro. La ragazza dagli occhi marroni mi guardò, completamente triste.

"Camz?" Chiesi e lei si tolse le cuffie. "Che succede? So che stai passando una brutta giornata e non voglio intromettermi, ma mi spaventi."

"Sto bene." Disse e si stampò un sorriso coraggioso in faccia. Sapevo che mi stesse mentendo per proteggere i miei sentimenti.

"No, non stai bene. Hai quello sguardo. Ogni volta che sei triste ce l'hai."

Sembrò sorpresa da quanto sapessi di lei. Ero sempre stata attenta ai suoi atteggiamenti, in generale, con le persone mi piaceva osservare e cercare di capire al meglio possibile cosa provassero.

"Cosa posso fare per tirarti su di morale? Odio vederti così." Ammisi e lei tirò un sospiro. "Ti ordino tutte le pizze che vuoi."

Rise un pochino e vedere il suo sorriso fu un passo avanti. Ma sparì subito.

"Non è che è successo qualcosa. Ci sono certi giorni in cui sono triste per nessun motivo." Confessò giocherellando con il filo degli auricolari. "So che è stupido, ma è più forte di me."

"Non è stupido." Risposi dolcemente.

"Tipo, quando ero a scuola, non ero come gli altri. Finivo per mangiare il mio pranzo da sola in bagno perché nessuno mi capiva o non piacevo a nessuno. E fu lì quando iniziai a diventare triste, immagino. Sono così felice qui e non sto male da tanto e.. credo sia per lo show e voi ragazze. Ma quando penso a tornare a casa e ritornare alla mia vecchia vita, non ce la faccio a non essere spaventata, perché non voglio tornare ad essere così sola."

D'istinto la strinsi a me e lei iniziò a piangere. Mi spezzava il cuore vederla così.

"Camz non sarai più sola." Sussurai e le carezzai la schiena. Si tirò indietro asciugandosi le lacrime. "Anche se saremo eliminate la settimana prossima e torneremo a casa, lo faremo insieme."

"Sì, ma hai una vita completamente diversa dalla mia e chi sa.. forse ti dimenticherai di me più velocemente di quanto tu creda." Disse e mi arrabbiai nel sentire quelle parole.

"Camz, guardami. Non mi importa cosa succederà. Sarò sempre tua amica, anche se tu non lo vorrai." Aggiunsi con una piccola risata. "No, seriamente, non hai idea di cosa nostra amicizia significhi per me. Mi hai davvero colpita come nessuno ci è riuscito prima d'ora. E so di non aver mai avuto qualcuno come te. Quindi non ti azzardare a pensare queste cose."

Finalmente la vidi sorridere. Mi avvicinai e le diedi un bacio sulla fronte. Questo tipo di effusioni erano parte della nostra amicizia, ma a volte mi chiedevo perché fosse intima con me e non con le altre. Mi piaceva troppo quindi non ci davo troppo peso, lei era la mia preferita ed io la sua.

"Dai andiamo di sotto e guardiamo un film con le altre." Suggerii e lei annuì. Mi alzai per andare a prendere il telefono ma improvvisamente sentii le braccia della minore stringersi attorno a me da dietro, la sua guancia posarsi sulla mia spalla.

"Grazie." Sussurrò.

"Per cosa?"

"Per rendermi felice ancora una volta."

"Tutte le volte che vuoi." E si staccò dal mio corpo.

"Anytime you need a friend.." Cantai e scoppiò a ridere perché avevo citato la nostra ultima canzone dell'esibizione.

*Fine Flashback*


Dovevo ammettere che fossi un po' scombussolata dopo l'intervista, ora capivo cosa Camila provasse dopo la mia. Era incredibile sentire la persona che ami raccontare la vostra storia così sinceramente. Guardarla durante l'intervista era un tornare ai vecchi tempi per me, quando ne avevamo tante come Fifth Harmony. Solo ora non dovevo più nascondere i miei sguardi, potevo fissarla quanto volevo.

Mi baciò dopo che l'intervistatrice andò via e il resto del cast iniziò a prendere le cose. Ricambiai stringendole le guance. Quando ero a lavoro non adoravo scambiarmi effusioni, ma in quel momento non me ne fregava nulla. Dopo altri baci casti ci staccammo e tornammo alla realtà.

Parlai con Chelsea e Amanda per poco, mentre discutevamo del mio look nel prossimo video. Camila stava chiaccherando con Normani, finalmente la vedevo felice e sorridente.

Appena tutti quanti furono fuori dall'appartamento, ci sdraiammo sul divano: era stata una lunga giornata, dovevamo ancora prepararci per il volo a Miami.

"Come sono andati gli scatti?" Chiese posando un braccio attorno alle mie spalle.

"Bene, immagino." Alzò un sopracciglio confusa. "Non lo so, era strano. Di solito facevo scatti sexy senza pensarci ma ora era strano, volevo far risaltare la mia immagine, ma solo farla risaltare ai tuoi occhi." Confessai.

"Ha senso, sono ancora entusiasta di vederli però."

"Mi hanno inviato un piccolo video con alcune foto pochi minuti fa."

"C'è un video?" La sua voce sia confusa che eccitata.

"Sì, ma nulla di che, è un montaggio del lavoro."

"Posso vederlo?" Si morse il labbro.

"Non l'ho ancora guardato perché beh.. "

"Ti prego?" Sussurrò baciando un punto sul mio corpo. In qualche modo riusciva sempre a farmi cedere. Accesi la tv e collegai il mio telefono allo schermo e feci partire il video.

Era strano vedere me stessa nello schermo, ma almeno a Camila piaceva. Indossavo un vestito nero che avevo ancora addosso in quel momento.

Il video finì e mi girai per osservare la sua reazione. Gli occhi di Camila erano spalancati, sembrava un po' tesa.

"Stai bene?" Chiesi ridendo.

"Ti rendi conto che voglio strapparti i vestiti di dosso?" Disse facendomi ridere ancora di più.

La strinsi a me per un bacio. L'altra notte le avevo promesso che avremmo fatto ciò che volevamo appena libere, ma era stato prima dell'intervista. Ora non c'era più tempo, non era previsto come impegno e quindi dovevamo fare veloce per non perdere l'aereo. Tuttavia volevo darle qualche soddisfazione e morsi il suo labbro inferiore. Boccheggiò e mi saltò addosso. La sua lingua invase la mia bocca e sentii il mio corpo in fiamme quando la sua mano si poggiò su un ginocchio. Mi aprì le gambe sorridendo.

"Camila.." Quansi gemetti, le dita scivolavano sempre più vicine al mio centro. "Credimi, voglio che mi strappi i vestiti di dosso, ma dobbiamo andare."

"Mi stai uccidendo Lauren."

"No, tu mi stai uccidendo." La mia voce tremava, dovevo fermarla in qualche modo. Presi la sua mano nella mia e la bloccai, dovevamo lasciare New York, ora.

"Me la pagherai, giuro." Rise prendendo un grosso respiro.

Le diedi un ultimo bacio, poi ci alzammo e preparammo le valige. Quando era quasi tutto pronto andai in camera a prendere le valigie e, afferrando la sua, sentì cadere qualcosa sul pavimento. Posai la valigia per prendere l'oggetto, mi piegai e, quando vidi tra le mie mani una scatola con scritto Zoloft, il mio cuore si spezzò.

Sapevo fossero pillole anti-depressive. Camila era sempre stata triste, ma non pensavo lo fosse ancora. Non mi aveva detto nulla, se avesse smesso di prenderle, se continuasse tuttora e da quanto lo facesse. Non mi ricordavo di averla vista prenderle davanti a me, forse era brava a nasconderle. Aveva nascosto i suoi sentimenti nei miei confronti per cinque anni, chissà quali altri segreti teneva per sé.

"Lauren? Andiamo, dobbiamo sbrigarci!"

Nascosi la scatola nella valigia, decisi di lasciar perdere quei pensieri per il momento.

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