Capitolo 23
"Oh, dovete svegliarvi!" Sentii una voce e per un secondo pensai di stare ancora sognando.
Lentamente aprii le palpebre, vidi Camila alzarsi con me, ma poi girai la testa per trovare Dinah. Dinah!? Sobbalzai a mala pena quando realizzai che non era un sogno e la polinesiana era infatti davvero in piedi davanti al letto di Camila, dove ci eravamo addormentate.
"Ascoltate, so di essere l'ultima a parlare, ma non potete dormire adesso." Disse, riferendosi alla sua abitudine di dormire tanto. Mi alzai, presi un grosso respiro; ci volle un secondo per capire cosa stesse succedendo. Non sapevo nemmeno che Dinah sarebbe venuta al compleanno di Sofi.
"Ok, sono sveglia." Vidi Dinah mandarmi un sorriso malizioso. "Cosa?"
"Diamine ragazza, sei muscolosa!" Esclamò, io guardai invece la mia pancia e mi accorsi di non indossare alcun indumento. Nemmeno Camila! "Forse dovrei dedicarmi anche io a quella chin-chan roba."
"Yoga, Dinah, si chiama yoga." Corressi, ma sentii le mie guance arrossirsi. Non che non ci fossimo viste in questo stato, perché essendo state in tour insieme, Dinah ed io eravamo già state compagne di stanza.
Comunque mi sentivo abbastanza imbarazzata perché era ovvio cosa avessimo fatto io e Camila; questa mi passò la maglietta prima di balzare praticamente fuori dal letto.
"Oh mio Dio! È già così tardi?"
"Ecco perché ho cercato di svegliarvi, Chacho." Dinah rispose mentre guardavo le due. C'era stato un periodo in cui ero tremendamente gelosa della loro amicizia perché stavano sempre insieme ed erano inseparabili, differentemente dal mio legame con Camila, che passava da alti a bassi.
"Dobbiamo veramente andare e preparare le cose per il compleanno. Lauren vuoi venire con noi o ci raggiungi più tardi?"
"Vi raggiungo dopo alla festa. Potete andare."
Scomparvero in un secondo, io invece rimasi per qualche minuto nel letto di Camila, abbandonandomi ai ricordi della serata che ci aveva unite. Dopo un po' decisi di ritornare al mio hotel e iniziare a prepararmi per il compleanno. Non sapevo cosa aspettarmi, non c'era un abbigliamento obbligatorio. Come può essere un compleanno di una teenager normale?
Decisi poi di vestirmi bene, ma non troppo formalmente, dato che era presente la donna dei miei sogni.
Decisi di andare per il mio paio preferito di jeans di pelle, una maglietta lunga (tunica) bianca con un'ampia scollatura ed una giacca di pelle scura, abbinata con gli stivali. Era una buona combinazione tra chic e rock, pensai e aggiunsi un orologio piuttosto elegante bianco.
Mi guardai allo specchio e rimasi soddisfatta della mia scelta. Mancava solo un tocco di trucco ed avevo finito. I miei occhi ultimamente erano più luminosi, particolarmente oggi. Era colpa di Camila? Stava illuminando non solo i miei occhi, ma tutta la mia vita?
"Oddio era tremendamente pessima." Sussurrai da sola, non potevo credere di averlo solo pensato.
Scacciai il pensiero e finii di prepararmi, mettendo il rossetto rosso che ho sempre utilizzato, sin da giovane. Mi recai subito a casa dei Cabello ed una volta davanti al vialetto della villa, notai un immenso numero di automobili. Dovevano esserci davvero tante persone.
Suonai il campanello e fui accolta da un grande sorriso, appartenente a Camila. Senza esitazione, si avvicinò e lasciò un bacio sulle mie labbra: rimasi sorpresa dal gesto, era d'altronde la prima volta che mi salutava così, ma sorrisi contenta.
Un altro passo, pensai.
Entrai, rimanendo subito colpita dalla presenza di così tanti ragazzi. Era come essere ad un Meet&Greet; sentii degli urli quando mi riconobbero e fui immediatamente bombardata da richieste di foto e autografi. Non ne rifiutai nessuno, ma la cosa mi stava, non dico infastidendo, ma quasi.
Per fortuna i giovani si calmarono, e potei finalmente concentrarmi sulla festeggiata. Parlai anche con le persone più grandi, nonché i parenti di Camila.
Ero ancora scombussolata dall'assalto di prima e avevo bisogno di prendere una boccata d'aria. Per questo andai sul giardino posteriore. Era molto grande, pieno di alberi e fiori; molte panchine e sedie erano posizionate equamente, ne approfittai per sedermi. Non so quanto tempo fosse passato, solo che ad un certo punto una voce dolce interruppe la mia calma.
"Cosa stai facendo qui?"
"Niente, prendo solo una pausa." Risposi sincera, mentre lei mi raggiungeva.
Rimase in piedi, di fronte a me, ed ora osservandola mi accorgevo di quanto fosse bella, il cuore mi esplodeva. Indossava un paio di pantaloni rosa, ed una semplice maglietta nera con delle converse nere; uno stile che ricorda il suo lato giovane, eppure estremamente sexy.
Camila si sedette sulle mie gambe, in questa posizione potevamo guardarci negli occhi. Sfruttò l'altezza pari per carezzarmi i capelli.
"A volte non riesco ancora a capire, anche dopo dieci anni." Disse molto calma. "C'è sempre un mistero dentro questi occhi."
"Cosa c'è di misterioso se sono seduta qua?" Non capivo il suo ragionamento.
"Sei nata per il divertimento, per esibirti davanti a milioni di persone ed ogni volta che entri in una stanza tutti si girano a guardarti. Ma sei qui, seduta da sola durante una festa, dove tutti quanti morirebbero per parlarti solo un secondo." Spiegò, lasciandomi guardarla nel processo.
"Sono solo più seria degli altri, immagino."
"Sai, Sofi mi ha rivelato che il suo psicologo ha detto che le migliori relazioni sono tra introversi ed estroversi. Mi sono sempre considerata l'introversa, e tu beh, sei l'estroversa perché sei capace di legare con le persone con tanta facilità, grazie alla tua sicurezza e il tuo charm. Ultimamente credo di aver realizzato che noi siamo unite poiché siamo più diverse di quanto pensiamo. Tuttavia, in alcune cose ci assomigliamo. Da un parte tu sei tanto vulnerabile quanto me, vero?"
"Vulnerabile non è l'aggettivo che mi attribuisce la mia reputazione. Non lo sapevi? Sono la cattiva, la stronzetta, il boss ed un stereotipo da scartare di pop star drogata."
Mi stavo chiaramente prendendo in giro, mettendo alla luce quelle che erano, secondo i media, le mie "caratteristiche".
"Forse sei più seria degli altri ma non devi stare male per questo. Tu sei tu, non come loro ti descrivono e fidati le persone ti amano per come sei." Disse ed immediatamente mi fece sentire meglio.
"Come fai?" Sorrise. "Dici sempre la cosa giusta quando una persona è giù di morale."
"È un talento speciale."
"Ne hai tanti." Mi complimentai e la vidi mordersi il labbro, sapevo già cosa avrebbe fatto dopo.
I miei dubbi furono confermati quando si avvicinò e poggiò la sua bocca sulla mia, facendole scontrare in uno bacio casto senza fretta. Ce ne scambiammo altri, prima che lei si alzasse ancora e unisse le nostre mani.
"Ho paura di chiedertelo, ma quando vai via?" La sua voce infatti suonava triste.
"Domani mattina."
"È così presto." Presi un altro respiro e mi preparai, dovevo chiarire delle cose con lei.
"Sto lavorando molto duramente negli ultimi mesi ed è per questo che sto per rilasciare un altro album." Cercai di spiegare, lei però nascondeva le emozioni che provava da quando le avevo detto di dover partire. "Ed è anche il motivo per cui sono molto occupata. Il primo singolo verrà rilasciato tra due settimane e devo fare molta pubblicità alla mia musica."
"Un nuovo album significa anche un nuovo tour, giusto?"
"Sì." Ammisi. "Era già tutto programmato prima che succedesse qualcosa tra me e te."
"Capisco." Disse immediatamente, ma era così ovvio che ci fosse rimasta male. "Mi chiedo solo, cosa rimane di noi? Cosa siamo? Vuoi qualcosa senza sentimenti?"
"Non ho più diciott'anni." Risposi con una piccola risata. "Voglio che siano coinvolti anche i nostri sentimenti. Purtroppo so anche che le relazioni a distanza sono davvero complicate e non voglio rischiare di rovinare ciò che abbiamo, pressando troppo sul rapporto, nel caso diventasse una cosa ufficiale. Ha senso?"
"Totalmente." Non sapevo ancora cosa le passasse per la testa.
"Non fraintendermi, Camila. Voglio questo più di ogni altra cosa: noi, intendo. Quindi se lo vuoi anche tu, per me va bene. Lo faremo funzionare in qualche modo."
Finalmente il suo viso si illuminò e annuì.
"Lo voglio, voglio stare con te ogni giorno possibile e siamo passate attraverso cose peggiori. Basta che siamo sincere l'una con l'altra."
"Posso essere la prima?" Chiese poi sorprendendomi, ma io annuii ancora. La sua faccia si bloccò per la paura, era nervosa.
"Ti amo." Sussurrò e il mio cuore impazzì.
"Ti amo anche io." Ricambia e quella fu la prima volta che lo dicemmo insieme. Era incredibilmente speciale, sentivo le mie guance allungarsi, stavo sorridendo come un'ebete. Con una mano la attirai a me ed unii le nostre labbra.
Quando il bacio diventò piuttosto urgente, sentii la sua lingua scontrarsi con il mio labbro inferiore.
"È ora dei regali!" Sofi urlò improvvisamente e ci fece saltare, nessuna delle due si era accorta della sua presenza. "Ugh, prendetevi una stanza." Aggiunse e sentii le guance arrossirsi.
Tornammo dentro la villa, il mio umore era cambiato completamente ed ora mi stavo divertendo davvero. Ad un certo punto io ed Dinah ci ritrovammo a ballare come pazze, ci facevano video (probabilmente erano già stati pubblicati su vine e youtube), ma non mi importava perché ci stavamo scatenando. Il mio regalo per la festeggiata fu un successo.
Urlò talmente tanto che tutto il vicinato si era probabilmente svegliato. Le avevo regalato il pass per il backstage dei Teen Choice Awards, come mio 'appuntamento'. Siccome mi sarei esibita, mi era sembrata una cosa carina invitarla, avrebbe incontrato tutti i suoi idoli. Intanto ora l'invidia giaceva sulla faccia di tutti gli altri ragazzini.
Dopo che quasi tutti se ne erano andati, io ero nella cucina a pulire, quando Camila entrò nella stanza e mi guardò stranita.
"No, non devi pulire, sei un ospite!" Mi spostò, mettendo via i piatti.
Sfruttò anche l'occasione per avvicinarsi e allacciare le braccia attorno al mio collo. Mi piaceva questa parte sdolcinata di lei; proprio come faceva quando eravamo giovani, stava sempre attaccata a me.
"Le hai fatto un regalo fantastico."
"Beh, sono brava in queste cose."
"Sì, lo sei." Sussurrò e lasciò un bacio sulla mia bocca. "Sai la canzone 'Hardest of Hearts' di Florence e the Machine?" Chiese dal nulla.
"Sì, in realtà è una delle mie preferite."
"Mi ricorda sempre te." Disse a pochi centimetri dalle mie labbra. "Le altre persone forse non lo vedono, ma tu hai un cuore d'oro. Lo nascondi, ma non puoi prendere in giro me. So quanto ti importa delle persone a cui tieni. Ed è questo che mi fa innamorare di te ogni volta."
Il mio cuore questa volta davvero non poteva resistere dopo tutto ciò che mi aveva detto. Non riuscivo a parlare, ma sentii la sua voce coprire il mio silenzio. Era come se mostrasse a me stessa una parte di me, che io non riuscivo a vedere.
"There is love in your body, but you can't hold it in.
It pours from your eyes, and spills from your skin.
Tenderest touch leaves the darkest of marks,
and the kindest of kisses break the hardest of hearts."
Le nostre bocche si unirono di nuovo. Quella canzone mi rispecchiava davvero.
"Sai." Dissi rompendo il bacio. "Quando dici cose così mi fai davvero venire voglia di farlo." Confessai e vidi i suoi occhi quasi luccicare.
"Perché non rimani a dormire a casa mia allora?" Passò la mano tra i miei capelli, sapendo che adorassi quel gesto.
"Perché sarà più difficile lasciarti domani mattina."
"Hai un'idea di quando ti vedrò dopo?"
"Spero tra quattro settimane." Fece il broncio. "È il massimo che posso fare per ora. Vado in Canada domani, ma poi ritornerò."
"Va bene, non vado da nessuna parte. Vuol dire che mi dovrò godere la tua presenza meglio." Camila aggiunse con un piccolo bacio, più passionale. Aumentai la pressione sui suoi fianchi, avvicinandola a me. Potevo sentire il suo piccolo corpo attaccato al mio ed approfondii il bacio dando accesso alla sua lingua. La mia mano trovò la sua schiena ed iniziò a carezzarla mentre con i denti le morsi il labbro.
Per un secondo aprì gli occhi ed io feci lo stesso, creando un scambio di sguardi, che passavano dall'osservare le nostre labbra danzanti a gli occhi dell'altra.
"Diamine, pensate di essere delle ragazzine arrapate, eh!" Sentii la familiare voce di Dinah e risi sulla bocca di Camila. Ci staccammo, aveva tutto il rossetto sparpagliato, mi sentivo soddisfatta.
"Non fare l'odiosa." Imitai Dinah al meglio possibile e le feci ridere entrambe.
Anche se la mia ragazza protestò, io e la polinesiana aiutammo a finire le pulizie. Ora era il momento dei saluti. Ero felice di stare finalmente con lei , ma in realtà non potevamo stare fisicamente insieme... Anche lei era triste, tanto da tenermi stretta in un abbraccio sull'orlo della porta, quasi da non volermi fare andar via. Ci demmo un ultimo bacio e lasciai la casa dei Cabello e poi Miami il mattino seguente.
Stare lontano da Camila era ora più difficile di sempre. Essermi goduta per poco quella che può essere definita la nostra relazione, mi faceva stare male: potevo avere più tempo, più baci, più carezze e semplicemente più Camila. Iniziai ad odiare di aver velocizzato il lavoro, perché ora ero sempre occupata. Non è che non amassi la musica o i miei fan, solo che amavo Camila di più.
Un mese era abbastanza lungo, difficile da sopportare quando non puoi stare con la persona che ti rende felice. Per fortuna continuavamo a tenerci in contatto, anche se la cosa non era sempre costante ed io ero sempre di fretta, e non riuscivamo ad avere una conversazione decente.
Ma quelle settimane arrivarono ad una fine e mi ritrovai di nuovo a Miami, questa volta avevo accettato di rimanere a dormire dalla più giovane. Due giorni non erano tanti, ma volevo dedicare tutto il tempo libero concessomi solo per lei. Non avevo idea di cosa avesse preparato per entrambe, per oggi speravo solo che non ci avrebbe portate fuori perché dopo un volo ero orribile.
Raggiunto il suo appartamento, il cuore mi batteva all'impazzata, senza perdere altri secondi bussai alla porta e posai la valigia a terra. La porta fu praticamente spalancata ed io fui quasi travolta da Camila; le sue gambe erano agganciate sulla mia vita. Il suo koala-abbraccio era talmente stretto che non riuscivo a respirare.
"Ciao anche a te." Dissi sorridendo e lei si staccò.
"Scusa, sono un pochino entusiasta."
"Davvero? Non lo avevo notato." La stuzzicai e poi mi liberò staccando anche le sue gambe.
"Non prendermi in giro!" Mi diede un piccolo schiaffo e poi, afferrando il collo della mia giacca di pelle mi diede il benvenuto con un bacio, che durò poco poiché entrammo subito in casa.
"Perché indossi un grembiule?"
"Beh, secondo te genietto?" Ribattè. "Sono stata tutto il giorno in cucina a cercare di cucinare sushi, ma è stato più difficile di quanto pensassi."
"Chi sapeva che fossi una così brava casalinga? Dovrei chiamarti Karla da adesso? Suona più sofisticato." Continuai a scherzare e mi diede di nuovo un leggero schiaffo sul braccio. Odiava quando la chiamavo con il suo primo nome.
"Se continui così, non mangerai proprio nulla."
Era stupefatta, faceva tutto questo per rendermi felice e non potei che ringraziarla con un altro bacio.
Mi fece sistemare le cose che avevo portato con me, mentre lei continuava a preparare la cena ed ero contenta che saremmo rimaste in casa.
Anche se mi aveva rivelato di non essere poi così brava in cucina, il sushi che mi aveva preparato era il più buono che avessi mai assaggiato. Forse contava il fatto che l'avese fatto lei, o forse no.
Discutemmo di ciò che avevamo fatto nell'ultimo mese: mi piaceva ascoltare più che parlare, poi l'allegria che emanava parlando era contagiosa.
CI sedemmo sul divano dopo la cena e le mostrai qualche video che avevo rilasciato. Per me la sua opinione era davvero importante, ed ogni consiglio e critica che faceva, ne prendevo nota: decidemmo quali fossero le canzoni migliori che avrei dovuto cantare in tour. Nessuna delle due si accorse quanto tempo avessimo passato a parlare di musica. Ora era accovacciata su di me, mentre guardavamo l'ultimo video delle prove.
"È sbagliato che mi eccito guardandoti ballare nel video?" La sua voce mi colpì, ma sorrise quando lo disse.
Entrambe sapevamo che sarebbe successo, quella notte. Era inevitabile; era chiaro, per quello sarei rimasta a dormire là. Camila stava facendo solo il primo passo.
"Quanto eccitata?" Chiesi più specifica e lei cambiò posizione. Le sue labbra formarono un sorriso e non sprecò neanche un secondo, si mise a cavalcioni sopra di me. Voleva baciarmi ma la fermai, mettendo una mano sul suo petto.
"Ti ho fatto una domanda." Dissi nel modo più seducente possibile e lei deglutì. I suoi occhi passarono da confusione, per averla fermata, ad eccitazione. Ora non era quella con più esperienza; mi ricordai cosa aveva detto Dinah a Las Vegas riguardo il suo modo di essere al college e decisi di essere un po' più aperta riguardo certi campi.
La più piccola del gruppo aveva rivelato che Camila era un pochino... aperta per quanto riguardasse le esperienze tra le lenzuola. Di solito non era una cosa che faceva parte di me, ma con lei ero disposta a provare.
"Tipo che potrei esplodere in qualsiasi secondo." Le sue guance erano in fiamme, ma le piaceva, potevo scommetterlo.
"Cosa vuoi che faccia?"
"Toccami..." Sussurrò e si morse il labbro timidamente. I miei occhi erano puntanti sui suoi, sapendo che effetto avessero, specialmente in momenti come quelli.
"Dove?" Si morse ancora di più il labbro.
"A questo punto, ovunque..."
Posai entrambe le mani sulle sue ginocchia, tracciai tutto il percorso fino al bordo della maglietta per toglierla lentamente. Mi aiutò alzando le braccia, per poi riportarle dietro il mio collo; le mie labbra trovarono il loro punto preferito, il suo collo. Sentire un gemito uscire dalla sua bocca fu una vittoria, e celebrai mordendo la pelle che avevo tra la bocca.
"Cazzo." Ero così soddisfatta di averla fatta eccitare, era una mia specialità.
Rilascia altri piccoli baci sul collo, lasciando anche un bel segno, i suoi fianchi intanto continuavano a muoversi disperatamente su di me; amavo il potere che avevo su di lei. Tentò di sfilarmi la maglietta ma afferrandole i polsi la fermai.
"Pensavo volessi essere toccata, non il contrario." Dissi avvisandola della mia serietà.
"Voglio toccarti anche io." La sua voce sembrava quasi bambina.
"Puoi baciarmi." Offrii e non esitò, poggiando le labbra sulle mie in un millisecondo. Di sorpresa poggiai per il peso la schiena sul divano, portandola giù con me. La sua bocca era desiderosa, e dopo tanti tentativi di approfondire il bacio aprii la bocca.
Il mio telefono squillò.
"Oh mio Dio, Lauren! Non ti azzardare a rispondere!" Camila improvvisamente disse agitata e si alzò. La vibrazione proveniva dalla tasca dei miei pantaloni. Risi perché era così irritata, infatti la lasciai anche lamentarsi per qualche secondo e poi presi il cellulare.
"È tua sorella." Dissi abbastanza confusa.
"Non avrei mai dovuto dirle che saresti venuta, vorrà vederti." Sembrava persino infastidita dalla sorella. "Non rispondere!"
"Sono io che do ordini." Sorrisi e le sue guance si arrossirono. "Bene, penso che dovrà aspettare. Basta preliminari."
Mi alzai inaspettatamente e siccome lei era a cavalcioni su di me, si ritrovò aggrappata al mio corpo, le sue gambe attorno ai miei fianchi. La sua faccia indossava un sorrisetto malizioso, durante tutto il cammino verso la sua stanza. La buttai sul letto, poi mi fiondai in mezzo alle sue gambe e subito riattaccai quelle labbra che già mi mancavano.
Sarebbe stata una nottata lunga. E lo sapevo.
Le carezzai il viso, lei ci ribaltò finendo di nuovo a cavalcioni sopra di me. Ma non mi stava bene, cambia di nuovo le posizioni, aprendo questa volta le sue gambe con un ginocchio e bloccandomi in mezzo ad esse. Subito le tolsi il reggiseno e l'immagine del suo corpo mezzo nudo mi colpì. Il suo seno di taglia media era così una tentazione, ma dovevo farla soffrire ancora per un po'. Quindi tracciai con l'indice tutto il suo busto, ottenendo gemiti che tratteneva dentro la bocca.
Tutto d'un tratto mi ricordai qualcosa e mi alzai, dirigendomi verso il comò della sua stanza. Immediatamente trovai ciò che stavo cercando: era l'olio da massaggio che Camila aveva usato con me qualche tempo prima. Lo vide, e quando mi misi a cavalcioni su di lei mi sembrò che stesse per svenire.
"Hai detto che volevi essere toccata." Dissi con un filo di voce e lei prese un lungo respiro.
Distribuii un gran quantità di olio sui miei palmi, imitando ciò che mi aveva fatto lei: era ora di vendetta. Posai le mani sui fianchi di Camila, e molto lentamente iniziai a carezzarle la pelle. Il suo corpo chiedeva di più, il bacino si alzava per scontrare il mio; fu la mia seconda destinazione, lo stavo facendo apposta. Le mie dita creavano piccoli cerchi sulla pelle caramellata, facendola brillare ancora di più.
Mi venne in mente una canzone e siccome lei adorava la mia voce, iniziai a cantarla.
"My body is your party, baby.
Nobody's invited but you, baby.
I can go slow now.
Tell me what you want.
Baby put your phone down.
You should turn it off.
Cause tonight is going down.
Tell your boys is going down.
We're in the zone now.
Don't stop."
Appena la mia voce sensuale iniziò a cantare Camila afferrò le lenzuola, portandosele alla bocca e mordendole. Avevo solo cantanto il primo pezzo eppure stava già impazzendo: mi mossi andando verso il suo petto. Buttò la testa all'indietro quando i miei fianchi iniziarono a muoversi con i suoi per creare più contatto. Ora stuzzicavo i capezzoli con la punta delle dita.
"Lauren.." Gemette, la guardai per la prima volta da quando avevo iniziato il massaggio. Pregava, a questo punto era il momento di darle ciò che voleva.
Mi pulii la mani sulle lenzuola, non dovevo averle appiccicose per slacciarle i jeans, anche se mi aiutò a farlo e sfilò insieme ad essi le mutande. Camila era su un altro pianeta, le nostre lingue non combatterono neanche, le stavo già divorando la bocca.
Mi staccai e portai una mano verso il suo viso. Guardandola profondamente negli occhi tracciai con l'indice il contorno delle labbra, per poi spingerlo dentro: cercavo di essere più aperta, insomma. Capì subito e aumentò la pressione iniziando a succhiare; aggiunsi così il mio dito medio. Ora ero io che la guardavo mordendomi il labbro.
Ma volevo darle ciò che voleva e mi liberai dalla sua bocca, portando la mano tra le sue gambe aperte. Appena raggiunsi la sua parte più intima mi accorsi che non avevo assolutamente bisogno di altri lubrificanti. I miei occhi si spalancarono perché era veramente un lago. Persino le mie guance si arrossirono quando vidi il quasi umiliato volto di Camila.
Baciando subito la sua bocca per alleviare la tensione, lasciai che le due dita entrassero dentro di lei. Sapendo quanto già fosse vicina trovai un ritmo veloce, sforbiciando le dita all'interno. Si convulse in poco tempo e bloccò il mio polso.
"Verrò in due secondi se lo fai."
"Bene allora." Sussurrai e ripresi il ritmo. Portò la testa all'indietro, i suoi fianchi saltarono in aria e infatti raggiunse subito l'orgasmo. Considerando che non lo facessimo da tanto, capii subito quella reazione. Sembrava vedere i fuochi d'artificio. Continuavo a muovere la mano lentamente, per portarle via più piacere possibile.
Poi mi fermò e fu lei a portare le mie dita verso le sue labbra. Non stava per... sì! I miei occhi si spalancarono di nuovo quando rifece la stessa cosa di prima, in questo caso dopo che le avevo dato piacere. Mi eccitò tantissimo, non potevo più aspettare per quello che aveva in serbo per me.
"Camila?! Dove sei?"
Sentimmo urla al di fuori della stanza e Camila morse le mie dita accidentalmente.
"Ouch!" Mi alzai subito dal letto e Camila si coprì con la coperta. La voce apparteneva a sua sorella, dopo tutto ci aveva anche chiamate prima.
Cercai la mia maglietta, dato che era l'unico indumento che non indossavo, dovevo muovermi poiché Sofi sarebbe entrata da un momento all'altro. Successe tutto così in fretta, ma la trovai e mi catapultai fuori dalla stanza, chiudendo la porta e nascondendo la Cubana all'interno.
A primo impatto ero scocciata dell'arrivo di sua sorella, ma quando la vidi in sala con le lacrime agli occhi mi sentii subito in colpa.
"Cosa c'è?" Chiesi con una voce flebile.
"Mi ha lasciata." Sussurrò e praticamente si buttò tra le mie braccia. Presi un grosso respiro e la abbracciai; le persone mi dicevano che ero brava nel consolare gli altri.
"È tutto ok, tesoro." Sussurrai e vidi Camila uscire dalla stanza. Dio, per fortuna Sofi non l'avrebbe potuto notare ma Camila appariva davvero come se avesse scopato: i suoi capelli erano un disastro, le guancia rosse e le labbra gonfie. Persino i vestiti erano messi male!
Bene, significava che il mio turno quella notte sarebbe saltato, ma non mi importava finché tenevo tra le braccia una ragazza che aveva bisogno del nostro aiuto.
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