Capitolo 17
Inizialmente, dopo che Camila mi chiese spazio, mi si spezzò il cuore. Ancora una volta, sentivo di non essere ciò che voleva. Quasi cercai di celarmi dietro i miei vecchi metodi ed ero parecchio vicina a rifarlo.
Ma notai che fosse già cambiato qualcosa. Da quando io e Camila c'eravamo riviste, il dolore che avevo provato per così tanto tempo era diminuito. Non importava quanto le cose tra di noi fossero difficili, aveva acceso una nuova vita in me. Non volevo più essere la ragazzina distrutta, che aveva bisogno di lavorare o qualcuno a caso per sentirsi apposto: per la prima volta mi concentrai solo su me stessa.
Prima di tutto, smisi di fumare: mi esercitai di più ed iniziai a fare yoga tutti i giorni. Scrissi sempre di più per fronteggiare l'emozioni negative che avevano avvelenato la mia esistenza per così tanto tempo. Questi cambiamenti avevano acceso e rafforzato una nuova me.
C'era una citazione che mi aveva colpita molto: la relazione più importante che hai nella vita è la relazione con te stessa. Per la prima volta amavo questa relazione, avevo rotto con la parte abusiva della mia personalità e finalmente ero diventata ciò che avevo voluto sempre essere. Di sicuro mi aspettava ancora tanto lavoro da fare, perché in alcuni giorni mi sentivo insicura come non mai e chiunque lo aveva notato. Il rapporto che avevo con le persone era completamente diverso. Riuscivo a far vedere loro la vera me. Insomma, mi stavo accettando per ciò che ero.
La visita di Camila a New York mi aveva confusa, dato che avevo già accartocciato tutte le possibilità di rivederla. Assunsi di dover essere la prima a fare il primo passo. Il suo arrivo e l'opportunità di potere stare insieme fu una notizia shock. Mi ricordai della nostra conversazione al ristorante: ovviamente provavo ancora dei sentimenti per la giovane donna, ma ero anche spaventata da cosa sarebbe potuto succedere una volta tornate insieme. Ma forse, non saremmo mai riuscite a tornare insieme.
Perderla e riperderla in continuazione lasciava ferite e cicatrici, che non ero sicura di riuscire a sopportare.
Tornando a Miami pochi giorni dopo, ero determinata a vedere Camila. Non c'era nessun dubbio: mi mancava, anche se questa volta cercai di stare attenta con il mio cuore, che apparteneva ancora a lei. Così decisi di tirare fuori il mio telefono e mandarle un messaggio, proprio mentre mi sedevo in sala
Lauren: Ehi (: Sono in città. Come va?
Camila: Sono alla mia vecchia scuola, sto finendo. Vuoi venire qui almeno ci beviamo un caffè? Tutti gli studenti sono via, sei in salvo :)
Lauren: Sarò lì.
Poco dopo aver messaggiato con lei, mi ritrovai nell'edificio che una volta era l'incubo di Camila. I miei passi echeggiarono nel salone deserto, tutto sembrava calmo finché non sentii della musica. Era un pianoforte, quindi mi domandai se la donna avesse imparato a suonare anche quello. Seguii la sinfonia e arrivai davanti ad una stanza, bussai leggermente ma essa si aprì da sola.
Qualcuno stava appunto suonando il pianoforte, ma non era Camila. La donna dai capelli marroni era seduta su uno sgabello con una chitarra nel grembo e di fianco ad una giovane ragazza, probabilmente quindicenne. Ovviamente era una sua alunna che veniva aiutata con la terapia di musica.
"Oh scusate, non volevo interrompere, pensavo che aveste finito." Dissi immediatamente.
"Oh mio Dio, siamo nella vita reale?" La studentessa esclamò appena mi vide. In effetti ogni tanto mi dimenticavo di essere conosciuta. Risi e mi diressi verso di loro.
"Abbiamo finito effettivamente, stavamo solo aspettando che arrivasse sua madre." Spiegò Camila ed io la guardai per la prima volta. Continuava a togliermi il fiato ogni volta che la incontravo. Nessuno dovrebbe essere così bello e mi distraeva questa cosa! Indossava solo dei jeans e una maglietta, ma era comunque perfetta.
Decisi di sedermi di fianco alla teenager, sulla poltrona del piano e le sorrisi con affetto.
"Come ti chiami?" Le chiesi.
"Amy." Rispose nervosamente.
"Vuoi suonare qualcosa per me?"
"Um.. non sono così brava." Farfugliò con le mani ancora sopra i tasti neri e bianchi.
Improvvisamente abbassò le maniche della felpa, ma avevo già visto i tagli. La sentii deglutire dopo aver nascosto le cicatrici, non era la prima volta che mi imbattevo in una situazione del genere, molte ragazze mi avevano scritto per chiedermi aiuto. Misi la mia mano sopra il suo avambraccio e lo accarezzai con gentilezza.
"È tutto ok, tesoro." Sussurrai ma lei continuava a guardare in basso.
"No, sono brutte." Presi un grosso respiro.
"Guardami." Dissi gentilmente ed incontrai i suoi occhi blu. "Sei bella. Non permettere a nessuno di dirti qualcos'altro. Vuoi sapere cosa vedo quando ti guardo in questi bellissimi occhi? Amore e grandezza, posso vedere quanto è bella la tua anima. Quella traccia di tristezza se ne andrà in poco tempo, so che Camila ti aiuterà e lo farò pure io. Quindi non pensar mai che non ci sia speranza e pensa a questo: ci importa di te."
La mia voce era dolce, ma convincente. La ragazza stava sorridendo e alzando i miei occhi ne vidi un paio marroni su di me. Il mio cuore sobbalzava ogni volta che Camila mi guardava in quel modo, come se fossi la cosa più preziosa che non si stancherebbe mai di guardare. La ragazza intanto iniziò a suonare.
Era una classica e vecchia canzone di Minnie Ripperton, che persino io avevo risuonato pochi anni prima in tour. Apparentemente la studentessa sapeva che mi ero esibita con quella melodia e voleva provarmi di essere una mia fan. Non potei far altro che cantare.
Quando finimmo, stavamo tutte quante sorridendo e gli occhi azzurri erano pieni di scintille. Non ci fu altro tempo perché sua madre venne a prenderla subito dopo. Mi alzai dalla panca e l'abbracciai per salutarla.
"Capisci, l'hai aiutata di più tu in 3 minuti che io in tre mesi." La sua voce quasi mi fece arrossire. Complimenti come questi significavano il mondo per me.
"Sono sicura che non è vero, stai facendo un ottimo lavoro con lei, ma.. beh io sono fantastica." Risi cercando di nascondere il nodo in gola.
"Meniamocela poco." Stuzzicò e mi fece sorridere.
"TI dispiacerebbe se prendessimo un caffè da me? Vivo dietro l'angolo effettivamente." Suggerì lei.
"Cosa? Non vuoi spendere i soldi che hai appena preso grazie a me?" Cercai di scherzare e la sua risatina fu la miglior risposta in cui potessi sperare.
"Non mi faccio pagare per queste lezioni." Corresse con un tono più dolce.
"Certo, lo so."
"Dai, andiamo." Disse e ci dirigemmo verso il suo appartamento.
Quando entrai, rimasi stupita ancora una volta. Era assolutamente perfetto: elegante ma sempre con stile e accogliente. Considerando il fatto che Camila non avesse mai avuto un grande interesse per la moda o per qualcosa di simile, era una cosa strana. Mi sentivo come camminare in una cover di una rivista riguardante architettura. I colori erano per la maggior parte marrone e beige, abbinati in perfetta simbiosi con un bianco e qualche sfumatura di porpora.
"Ti se dimenticata di dire che sei una designer?" Quasi ansimai.
"Vuol dire alla 'Laurenese' che ti piace."
"Penso che tu debba rivederti il 'Laurenese' perché lo amo!"
Dopo ci sedemmo e bevemmo il nostro caffè, che aveva appena fatto. Parlammo di Amy, la studentessa di prima e in qualche modo mi ritrovai con il computer di Camila sulle gambe, nel mio twitter e decisi di seguire la ragazza dagli occhi blu. Volevo tenermi in contatto con lei e sapevo avrebbe significato molto per la teenager. Camila sembrava guardarmi, perché potevo sentire i suoi occhi su di me.
"Hai davvero guardato un video su di noi?" Chiese improvvisamente.
"Cosa?" Esclamai e i mie occhi si spalancarono, era uscito fuori dal nulla.
"Sofi mi ha detto di averti trovata a guardare un fan-video quando è rimasta a dormire da te."
Le mie guancia si stavano definitivamente colorando di rosso e sfortunatamente nessuna parola mi uscì di bocca.
"Qual'era?" Richiese e ci guardammo. Il suo sorrisetto era così compiaciuto che mi fece aggrottare le sopracciglia.
"Non mi ricordo." Mentii spudoratamente e le sue labbra formarono un sorriso perfetto.
"Quindi, ne hai guardato davvero uno." Mi colpì di nuovo e io girai gli occhi al cielo perché mi sentivo imbarazzata.
Concentrandomi di nuovo sullo schermo, volevo far calmare il mio stupido cuore che continuava a battere troppo forte. Nessuna delle due parlò per qualche secondo.
"Non dovresti essere imbarazzata, Lauren. Io.. um.. li guardavo in continuazione quando eravamo più giovani." Mi confessò.
"Ce n'era uno che guardavo sempre, sperando diventasse realtà."
La sua voce era dolce e potevo vedere nostalgia attraverso quegli occhi marroni. Ora che le mie guance si erano adattate al colore originale della pelle, le sue erano diventate rosse.
Era ancora impossibile per me che lei fosse stata innamorata di me per tutti quegli anni e io nemmeno lo sapevo. Ero stata consapevole per un periodo dei miei sentimenti e fu una tortura sopprimere ciò che provavo fortemente. Come aveva fatto lei a mascherarsi? Poi mi resi conto di essere stata un'idiota.
Tutti lo avevano capito, tranne me.
"Fammi vedere sto video che guardavi così tanto." Dissi e i suoi occhi si sbarrarono.
"No cosa! È umiliante già ammettere che l'ho guardato." Derise se stessa.
"Hai iniziato tu. Anche io ne ho guardato uno, quindi non può essere tanto imbarazzante."
"No.. è che, non posso." Balbettò ed io continuai a fissarla con i miei occhi verdi, sapendo che avrebbero funzionato su di lei. "È imbarazzante perchè il video riguarda te, come se fossi innamorata di me."
Entrambe le mie sopracciglia si sollevarono quando lo disse. Era a conoscenza dei miei sentimenti da quando c'eravamo riviste ma non sapeva che avevo sempre provato lo stesso. Ero insicura se dirle tutto o meno, perché volevo andarci piano e una confessione come quella sarebbe stata troppo. Per non parlar del fatto che non volevo pensasse che stessi giocando su ciò.
"Allora sono ancora più interessata." Dissi finalmente e le sorrisi, per far calare il suo sconforto.
Sospirò avvicinandosi e digitò il nome del video sulla tastiera del computer, ancora sopra le mie gambe. I suoi capelli odoravano di shampoo ma era uno diverso di quello che usava quando era giovane. Era un misto tra cocco e qualcos'altro che non riuscivo a riconoscere.
Si allontanò e si sedette di fianco a me, pronta per vedere il video. Non capivo perché, ma ero nervosa, non riuscivo a schiacciare play. Lo feci e lo schermo si riempì di immagini nostre.
[ NON È DISPONIBILE IN ITALIA MADOH.]
Cosa vidi dopo mi colpì completamente alla sprovvista. Quel video era completamente diverso dal mio. Quello che avevo visto io era molto dolce e si concentrava più che altro sulla nostra amicizia. Invece questo.. Ero soffocata nel vedermi fissare Camila in ogni singolo pezzo. Mi ricordai il motivo per cui non guardavo mai video così e molti sentimenti tornarono da quel lungo periodo, dove ero confusa e non capivo cosa Camila volesse da me. Era quasi una prova di tutto, una prova che mi colpì come una palla da softball in faccia. Quando il video finì il mio cuore batteva ancora velocemente.
"Te l'ho detto che era imbarazzante." Camila cercò di aggiustare le cose.
"Come puoi guardare questo video e non capire che fossi innamorata di te."
Boom.
"Cosa?" Disse incredula, non avevo il coraggio di guardarla negli occhi.
Questo era uno di quei momenti in cui avrei voluto fermare il tempo per trovare le parole giuste. Il mio silenzio avrebbe reso le cose ancora più strane, ma non avevo mai preparato il modo per dirle cosa provassi anche in passato, almeno non ora. I pensieri nella mia mente stavano cercando di uscire, anzi scappare. Però dovevo essere onesta.
"Abbiamo già parlato di questo Lauren. Ti ho detto che va bene anche se non provavi lo stesso. Non devi dirlo per farmi stare meglio." Camila parlò ancora perché io non ero capace di dire una parola.
"Non lo farei mai." La bloccai.
"Provavo lo stesso che provavi tu." Chiarii e presi un grosso respiro. "Ero solo più spaventata di te. Ma mi ricordo di essermi chiesta cosa provassi per te all'inizio. Era qualcosa di più rispetto a quello che provavo per gli altri miei amici e l'ho sempre saputo. Tipo, per esempio, c'è quel famoso momento quando ti lanciai quello sguardo durante una twitcam, quella dove tutte indossavamo dei fiocchi in testa." Un sorriso si autoformò sulle mie labbra al ricordo di quel momento.
"Lì mi stavo davvero chiedendo cosa provassi per te. Ma non sono mai andata oltre perché non pensavo che potessi considerarmi." Continuai a spiegare senza incrociare il suo sguardo.
"Stai dicendo che avresti ricambiato se ti avessi detto cosa sentissi?" Chiese.
"Non sono sicura." Risposi sinceramente. "Prima che succedesse qualcosa tra di noi, non ero così spaventata. Ma poi le cose si sono complicate, perché la nostra amicizia era diventata qualcosa di confuso. Stavo zitta perché non mi sentivo mai abbastanza per te. Tu continuavi ad allontanarmi ed era più facile non capire cosa provassi, che sapere di essere completamente innamorata di te."
"Non so... cosa dire." Ammise.
"Bene, nemmeno io recentemente." Dissi con un sorriso per alleggerire la tensione.
"Vorrei avertelo detto sin dall'inizio." Aggiunse.
"Ormai è uscito fuori, giusto? Siamo ancora l'una nella vita dell'altra. Suppongo che sia successo per un motivo."
"È una parte del tuo 'atteggiamento zen' nel vedere le cose?" Scherzò, facendomi ridere.
"Chiamami San-San Lauren." Anche lei ridacchiò.
Mi sentivo sollevata, non c'erano più segreti e misteri tra di noi.
"Merda." Disse e vidi il nome di Sofi apparire sul suo display. "Dovevo andarla a prendere appena finito con il lavoro. Mi sono completamente dimenticata, mi starà aspettando."
"Va bene." Dissi e chiusi il computer, finendo l'ultima goccia di caffè.
"Vuoi.. mh ti va se.." Camila balbettò appena mi alzai dal divano e la guardai stranita. "Posso portarti ad un appuntamento?"
Deglutii e la vidi mordersi il labbro: il gesto che mi faceva impazzire ogni volta. Anche se ci dovevamo andare piano, andare a mangiare fuori sarebbe stata una cosa normale.
"Mi piacerebbe." Risposi e lei mi diede un altro dei suoi grandi sorrisi.
"Ti vengo a prendere alle otto." Mi sentivo strana, ma anche eccitata. Non che fosse la prima volta che qualcuno me lo chiedesse, solo che lei non voleva solo uscire con una celebrità tanto per. Mi conosceva, conosceva tutta me stessa e mi voleva portare ad un appuntamento comunque.
Lasciammo l'appartamento dopo poco e con un abbraccio ci salutammo.
-
"Cosa stai facendo?" La voce rauca di Camila risuonò di fianco a me.
Stavo guardando alcune tag di tumblr sul mio telefono. Era pieno di immagini e gif di me e Camila durante la twitcam che avevamo fatto un'ora prima con le altre ragazze. La stanza dell'hotel era completamente buia, eccetto per la luce del mio aggeggio e un po' che ne filtrava attraverso le tapparelle delle finestre. Avevamo deciso di fare un pigiama party dopo la twitcam e io stavo dividendo il letto con Camila, mentre Ally e Normani erano già addormentate nell'altro letto. Dinah era con la sua famiglia.
"Niente." Dissi e chiusi subito l'applicazione, prima che potesse vedere cosa stessi facendo. "Perchè sei sveglia comunque?"
"Potrei chiederti la stessa cosa."
"Beh, ho chiesto prima io." Sostenei e sentii la mia migliore amica sospirare rumorosamente.
"Sto solo pensando." Disse misteriosamente.
"A cosa?"
Rimase in silenzio, allora mi girai dalla sua parte per guardarla in faccia, poggiando la testa sulla mia mano. La ragazza dagli occhi marroni sembrò a disagio quando la guardai così intensamente.
Ancora nessuna risposta. Iniziai a chiedermi cosa le frullasse per la testa.
"Camz?" Cercai di richiamarla alla realtà ma non rispose. "Ciao? Inizi a spaventarmi. A cosa stai pensando?"
"A te." Sussurrò improvvisamente e si morse il labbro.
"A me?" Ripetei con un tono confuso. "Perchè a me?"
"A volte... Penso a te e basta." Il mio cuore batteva sempre più velocemente.
"E a che tipo di cose?" Chiesi per avere più dettagli perché non sapevo dove volesse arrivare.
"Cose.. che probabilmente non dovrei pensare riguardo ad una mia amica." Le sue guance arrossirono nel buio della notte e riuscivo a vederle anche solo con quel poco di luce.
Prima di accorgermene, mi stavo avvicinando sempre di più a lei, che sembrava sorpresa.
"Che stai facendo?" Respirò in shock.
"Quello che voglio fare da tutto il giorno." Ammisi e mi lasciai andare senza esitazione.
Le mie labbra incontrarono le sue, dandole il privilegio del suo primo bacio. Era congelata e non stava nemmeno ricambiando, ma sapevo che lo volesse. Così continuai e posai una mano sulla sua guancia, rubandole un altro bacio, e un altro ancora. Aveva quasi smesso di respirare da quando le nostre labbra si erano incontrate ma poi finalmente iniziò a muovere le sue in risposta. Per qualche ragione, sentivo un bisogno insaziabile per quella ragazza innocente.
Stavo baciando le sue labbra così sensualmente che la mia pelle era in fiamme. Con la lingua continuai a carezzarle il labbro inferiore, chiedendo più accesso, ma non me lo stava dando. Il suo respiro era decisamente più veloce di prima, ma volevo di più.
Doveva provare quello che provavo io.
Aprendole gentilmente le gambe, mi posizionai sopra di lei e facendola finalmente ansimare. Colsi l'opportunità e appena le sue labbra si aprirono per ansimare, la mia lingua occupò la sua bocca calda mai stata toccata. Sorprendentemente carezzò la mia con la sua, facendomi aprire gli occhi per qualche secondo. La sua mano trovò coraggio e si attaccò ai miei capelli, mentre io le divoravo praticamente la bocca.
Spingendo il corpo contro il suo, le feci rilasciare un gemito, che cercai di soffocare con un altro bacio. L'altra sua mano mi stava toccando la vita e potevo sentire le sue dita tremare. Le morsi il labbro inferiore, spazzolandoci la mia lingua contro per poi risucchiarlo con le mie stesse labbra.
Il suo respiro pensante e il suono delle nostre labbra rimbombava nell'oscurità della stanza più forte di quanto mi aspettassi e il pensiero di poter svegliare Ally e Normani era sia terrificante che eccitante. Continuai a fare lo stesso, ma l'ansimare di Camila stava andando fuori controllo.
"Ssh." Sussurrai contro le sue labbra e lei mi guardò.
I suoi occhi erano pieni della stessa lussuria dei miei. Le mie labbra trovarono nuovamente le sue, ma poi si spostarono sul suo collo. Lasciai che la punta della lingua le sfiorasse leggermente il collo, facendo rilasciare un gemito dalla più giovane.
"Camz!" La sgridai poiché non volevo svegliare le altre.
"Scusa." Sussurrò ed io continuai il mio assalto alla sua perfetta pelle.
Mentre con la bocca mi concentravo sul suo collo, lasciai che la mia mano scivolasse sotto la maglia della ragazza finché non raggiunse il centro della clavicola. La prima cosa che notai fu la mancanza di tessuto sotto la maglietta, il che significava che non stesse indossando un reggiseno. Con solo il polpastrello del dito medio tracciai lo stesso percorso ma al contrario, ritornando tra il suo seno e, quando raggiunsi il punto in mezzo alle sue tette, le morsi il collo.
"Lauren." Ansimò e mi sorprese strusciando i suoi fianchi contro i miei.
Mi alzai un pochino per poterle togliere la maglietta e me lo lasciò fare. Rivelando la sua bellissima pelle, non riuscii a non essere intimorita da quel corpo mezzo nudo. Il suo seno era di una buona taglia, anche se per qualche ragione me l'ero immaginato più piccolo.
Si alzò pure Camila e mi tolse la parte superiore del pigiama, rivelando anche il mio corpo. Ricademmo sul letto baciandoci più appassionatamente: se fosse stato possibile.
Le nostre mani continuavano a toccare ogni parte di corpo dell'altra. Iniziai a spingere il mio bacino contro il suo, ma pur facendolo gentilmente lei gemette rumorosamente.
"Calma!" Sibilai e dovetti metterle una mano sulla bocca per bloccare un altro gemito.
Mi eccitava però vedere la più giovane senza controllo ogni volta che facevo qualcosa. Lentamente continuai gli stessi movimenti e ruotai i miei fianchi tra le sue gambe; il tessuto tra di noi mi dava soltanto fastidio, quindi tolsi la mano dalla bocca di Camila e con entrambe afferrai l'elastico dei suoi pantaloni. Subito mi bloccò i polsi in risposta, facendomi fermare.
"Non.. ho mai.." Balbettò completamente senza respiro ed io sapevo cosa volesse dire.
"Non vuoi?" Chiesi gentile, perché non avrei mai fatto nulla contro il suo volere.
"Sì, voglio." Confessò timidamente alzando i fianchi permettendomi di tirarle via l'ultima parte del pigiama e il suo intimo in una mossa.
Non volevo sprecare ancora tempo così eliminai anche il resto dei miei vestiti, prima di coprirci con la coperta, per farla sentire un po' più al sicuro e meno timida.
La prima volta che i nostri corpi si toccarono, sentii i fuochi d'artificio. Mi teneva stretta il più possibile ed io continuavo a muovermi sopra di lei. A quel punto non mi ero nemmeno accorta che stessimo facendo tantissimo rumore. Le mani di Camila mi graffiarono la schiena e fu difficile controllare i miei gemiti. Tutto ciò che sentivo era il suo corpo perfetto godere dimenarsi sotto il mio.
Non stavamo facendo niente se non baciarci intensamente e muovere i bacini l'uno contro l'altro. Rilasciò un suono che non sembrava nemmeno umano: era un misto tra un gemito, un respiro affannoso e un strillo. Il suo corpo si contrasse e sapevo che stava raggiungendo l'orgasmo, proprio come me.
"Cosa state facendo?" Sentii la voce di Normani.
-
I miei occhi si aprirono. Gocciole di sudore scivolavano lungo la mia fronte, ero sudata. Il mio corpo si stava dimenando da solo. Capii subito.
"Gesù Cristo." Mi nascosi il viso tra le mani.
Mi sentivo sporca per aver fatto un 'sogno sconcio' riguardo me e Camila. Assumendo fosse per la conversazione di prima, mi ricordai di aver fatto un pisolino prima della nostra cena. L'idea di rivederla non calmò di certo il mio corpo. Dio, avevo bisogno di rilassarmi.
Era umiliante, ma la mia mano iniziò a scendere lungo il mio corpo finché non raggiunse l'elastico dei pantaloni. Appena si infilò sotto di essi la mia sveglia suonò, facendomi lamentare e arrossire allo stesso momento. Scuotendo la testa leggermente, decisi di farmi una doccia fredda.
Il mio cuore non riusciva a non battere per l'appuntamento con Camila di quella sera.
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