Capitolo 1

"Grazie mille, Miami! É sempre speciale tornare a casa ed esibirsi per voi ragazzi. Siete stati fantastici. Grazie e godetevi il resto della serata!"

Il rimbombo degli applausi da parte del pubblico si placò lentamente mentre mi dirigevo verso il mio camerino. Ero letteralmente esausta e sfinita, così mi accasciai sulla mia sedia per calmarmi. Anche dopo tutto questo tempo mi sentivo agitata sul palco e, quella preoccupazione, solo a volte spariva. Diventare una famosa pop star, però, non era qualcosa di cui ci si potesse lamentare. Avevo fatto questa scelta, avevo voluto tutto quello. Non avrei mai pensato che sarebbe stato così faticoso, ma lo era.

Dopo essere stata in un famoso gruppo di ragazze per cinque anni, ero l'unica che aveva continuato a lavorare sodo e a proseguire con la sua carriera. Certamente c'era stato un duro prezzo da pagare in seguito alla divisione del gruppo circa sei anni prima, ma negli ultimi tempi ero sempre infelice e ancora più infelice di come avevo iniziato la mia vita in quel campo. Non l'avevo mai ammesso completamente, ma c'erano momenti in cui mi sentivo ancora una sedicenne. Ad esempio, non c'erano stati altri cambiamenti, a parte diventare ancora più famosa e ricca.

Cercando di fermare i miei pensieri e di ritornare alla realtà, iniziai a cercare il mio pacchetto di sigarette, quando sentii qualcuno bussare alla porta.

"Lauren hai delle visite", disse Dave, il mio manager.

Neanche il tempo di protestare, che vidi una bellissima donna entrare nella stanza dietro di lui.

"Camila...", dissi esaltata, con una voce mista di incredulità e shock.

Mi sentivo come se qualcuno mi avesse appena colpito dietro la testa con una mazza da baseball. Erano anni ormai che non vedevo la mia migliore amica, nonché membro della mia band, e in quel momento lei mi rivolse lentamente un caloroso sorriso. La mia mente non funzionava, ma sapevo che i miei occhi erano puntati su di lei. 'È più alta o mi sbaglio?', pensai. Sembrava persino più snella e formosa allo stesso tempo, e i suoi capelli castani erano più luminosi del loro colore naturale. Ad essere onesti, sembrava una cazzo di super modella e per la prima volta pensai che ci fossimo scambiate i ruoli: lei fiduciosa e sicura di sé, ed io un'idiota insicura.

"Ciao", disse lentamente, dandomi un veloce abbraccio, per poi fare due passi indietro e darmi il tempo di realizzare. Sembrava che avesse capito che fossi in stato di shock.

"Ehi", risposi, non sapendo cosa dire, poiché sapevo che la stessi fissando. Anche il suo viso era diventato più bello. Il suo volto da bambina era diventato un volto da donna matura.

"È stata una grande esibizione, sei stata fantastica", si complimentò con me, per rompere l'imbarazzante silenzio.

"Grazie, non sa..-sapevo che fossi qui. Cioè, avrei potuto darti i biglietti", capii di essere risultata ancora più un'idiota quando mi ritrovai a balbettare, ma Camila mi rispose con un altro sorriso, rassicurante ed agitato allo stesso tempo.

"Oh no, non ti avrei mai disturbata. Comunque, è stata una specie di decisione personale", spiegò.

Qualcun altro bussò alla porta e Dave lo fece entrare.

"Ha detto di star con Camila", mormorò e io guardai ancora la super modella che era entrata nella stanza. Bionda, occhi azzurri, alta e perfetta.

"Spero di non aver interrotto nulla", disse la donna bionda con una voce dolce.

"Ho preso le nostre borse e ti volevo solo avvisare che aspetterò nella macchina."

Guardai entrambe cercando di controllarmi, dato che ero sul punto di impazzire. Non ero sicura che fosse per la stanchezza, ma per Camila e per la donna bionda che mi stava facendo sentire ancora più a disagio. Ad un certo punto sentii una voce familiare parlare ancora.

"Lauren, questa è Hanna, la mia ragazza."

Spalancai gli occhi e rimasi a bocca aperta, senza neanche accorgermene, come se fossi un cartone animato. Ero talmente perplessa, che non feci caso ad i complimenti di Hanna per lo show, quando la sentii lasciare la stanza.

"Lauren?"

"Sì?", dissi finalmente dopo aver sentito Camila pronunciare il mio nome.

"Ti ho traumatizzata, vero?", disse con uno sguardo quasi... triste?

"Suppongo che non è mai stato ovvio come pensavo", aggiunse con una risata alla fine.

"Da... Da quanto tempo s..-"

"Sono gay?", disse, facendomi arrossire e muovere le mani in segno di 'difesa'.

"No! No, intendo... Da quanto stai con Hanna?", continuai la mia domanda. Camila rise poco.

"Scusa, non volevo interromperti. Io ed Hanna usciamo insieme da sei mesi. Non volevo scaturire questa reazione in te. A dir la verità, non pensavo che ci saresti rimasta così", rispose.

Con tutte queste parole non fece altro che aumentare la mia confusione. Stava praticamente dicendo che avrei dovuto sapere che fosse lesbica? Molti ricordi iniziarono a vagarmi per la mente, quando sentii il suo telefono squillare. Era la nostra... canzone? Non riuscii neanche a finir di ascoltare la prima parte che tutti i ricordi che avevo nella mente mi riportarono a quella notte.

*Flashback*

Lo sfondo blu di Tumblr sembrava l'unica cosa familiare intorno a me. Forse era un po' stupido da dire, ma quando tutti dormivano, io facevo scorrere quello schermo, visualizzando i miei tag preferiti, proprio come facevo a casa. Solo che non ero a casa. Era da tanto che non ci tornavo e, anche se amavo stare in tour, mi mancava da morire.

I miei pensieri furono interrotti dal bussare di qualcuno. Erano circa le 2 del mattino ed ero sicurissima che tutti stessero dormendo. Mi alzai e sentii un'altra volta bussare, ma questa volta il rumore delle nocche sulla porta fu accompagnato da una voce.

"Lauren, sono Camila", la sua voce sembrava insicura.

Immediatamente aggrottai le sopracciglia in segno di stupore, dato che Camila era l'ultima persona che mi sarei immaginata. 'Sarà successo qualcosa?', pensai.

"Ehi", dissi sotto voce quando aprii la porta. Un sorriso nervoso si formò sulle sue labbra.

"Tutto okay?", continuai.

"Si, tutto okay. Ehm, ho.. appena visto che hai postato qualcosa su tumblr, il che mi ha fatto pensare che tu fossi ancora sveglia e.. sai, non riesco a dormire", mi rispose frettolosamente, ma balbettando, cosa che mi rassicurò lievemente. Non che odiassi star in sua compagnia o le sue visite di notte, anche perchè non c'era nulla che non facessimo. Beh, non più. Comunque, non mi aveva ancora dato una ragione per la quale si trovasse in piedi davanti alla mia porta, così tentando di stare calma, la fissai.

"Vuoi un po' di compagnia o stai andando a letto?", chiese, ancora nervosa.

"No, entra pure. In realtà non sto facendo nulla, ma non sono nemmeno stanca."

Aprendo la porta completamente, la guardai camminare lentamente verso il mio letto. Indossava una canotta bianca con dei pantaloncini rossi, che la rendevano incredibilmente perfetta. A differenza di lei, io non mi ero ancora cambiata dopo lo show e quindi mi sentii in imbarazzo. La guardai sedersi su una parte del letto, così decisi di sedermi sull'altra.

"È la mia canzone!", esclamò quando sentì la bassa musica che proveniva dal mio computer [Do I Wanna Know by the Arctic Monkeys].

"Non sapevo che il tuo nome fosse Alex Turner", dissi scherzando.

"Sai cosa intendo. Te l'ho fatta sentire io questa canzone. Non ce la fai proprio ad accettare che per una volta sono più cool di te, eh?", rispose lei con un enorme sorriso.

Aveva ragione, per una volta era lei quella che ascoltava canzoni perfette. Intanto mi concentrai anche io sulle parole.

"Cause there's this tune I found

that makes me think of you somehow,

and I play it on repeat."

Dandole il solito sorrisetto, cosa che facevo spesso e che feci, sapevo che avrebbe afferrato il messaggio. E lo fece, il suo sorriso me lo fece capire.

Mi stiracchiai un pochino, scoprendo la maggior parte della mia pancia, a causa della ridicola maglietta corta che indossavo, quando lanciai un'occhiata a Camila, catturando i suoi occhi che osservavano il mio corpo, facendomi sorridere seducentemente di nuovo. Però volevo ancora saper perché fosse lì, così decisi di chiederglielo.

"Allora, a che pensi? Ci dev'essere un motivo per cui non riesci a dormire", dissi, cercando di essere interessata.

"Pensi davvero che io sia stramba?", sbottò la ragazza più piccola, puntando i suoi occhi sui miei.

"Cosa..? No!", dissi prima di farla continuare.

"È perché non ho mai baciato nessuno e perché non sono mai stata con qualcuno?"

"Aspetta, cosa?", la fermai, gesticolando con le mani, per due secondi, perché stava parlando ad un chilometro al minuto. "Ok, e questo da dove salta fuori?"

"Hai detto che sono stramba quando mi hai presentata durante lo show. Cioè, prima non mi ha dato fastidio, però quando l'hai ridetto... Non so", si fermò, per poi evitare il contatto dei nostri occhi che aveva creato prima.

Da quando avevamo iniziato il tour, avevamo deciso di introdurre una componente della band ogni volta. Io volevo introdurre Camila, cercando di rendere questa cosa sempre più divertente, ma anche tenera. Sentirle dire che era triste per quello che avevo detto, mi spezzò il cuore in due. Avrei dovuto saperlo! Caspita, Lauren.

"Senti, mi dispiace se quello che ho detto ti ha resa triste. Fidati, è l'ultima cosa che farei. Non penso che tu sia strana, però, sai, penso che tu sia diversa e speciale. Era questo quello che intendevo. E non ha nulla a che fare con esperienze o qualcosa del genere. Non lo penserei mai e poi mai. E per essere onesti, penso sia bello che tu stia aspettando la persona giusta."

Sperando che le mie parole potessero confortarla un pochino, guardai la sua espressione. Sembrava frustrata, ma non riuscii completamente a capire il perché. Molte volte riuscivo a leggerle la faccia, come se fosse un libro, ma questa volta era diverso.

"Sì, ma avrò sempre intenzione di aspettare qualcuno di speciale? Siamo costantemente in tour, in studio o a viaggiare per l'America", urlò sfregandosi le tempie con le mani.

In quel momento capii perché sembrava triste. Era praticamente in combutta con sé stessa e con la sua inesperienza con i ragazzi e le relazioni. Mi aveva sempre affascinato come una persona così perfetta potesse essere così insicura. Camila aveva tanto talento, era bella, tenera, divertente, e tutti la amavano. Ma, era anche scossa dal suo 'essere perfetta'. Volevo farla sentire meglio, quindi iniziai a parlare.

"Non ti devi preoccupare, Camz. Lo troverai. Quando meno te lo aspetti, lo troverai, te lo prometto. E ci sono tantissime persone che ti adorano, sono sicura che non sarà difficile far innamorare la persona che sceglierai. Avrai il tuo primo bacio e il tuo primo appuntamento e sarà perfetto, perché te lo meriti, capito?"

Le sorrisi, aspettando che la sua faccia si illuminasse, ma senza successo. Aveva un'espressione illeggibile. Si concentrò a stento sui miei occhi, rendendomi un pochino nervosa. Avevo detto qualcosa di sbagliato?

"Lo faresti?", finalmente parlò, lasciandomi ancora confusa.

"Farei cosa?", chiesi.

"Baciarmi", spiegò e la sua faccia si arrossò così tanto che riuscivo a vederla, sebbene la mia stanza fosse illuminata solo da una piccola lampadina e dal mio computer.

Subito risi perché pensai che stesse scherzando. Le mie labbra formarono un sorriso. Smisi di ridere perché lei continuava a guardarmi intensamente. Perché avrebbe dovuto chiedermi una cosa del genere? Credeva veramente a tutti quei rumors e alle storie delle fan, che dicevano che io fossi interessata a lei.. in quel senso? Avevo persino accettato che lei si avvicinasse di più a Dinah e Normani e che non fossi più la sua 'preferita'. La nostra amicizia aveva affrontato di tutto, ma non avevo mai capito questo allontanamento. Però decisi di darle il suo spazio affinché si facesse nuove amicizie.

Questo mi fece pensare al perché lei mi avesse chiesto di essere questa persona speciale che le avrebbe dato il suo primo bacio, dopo tutto quello che era ormai successo.

"Lauren? Dì qualcosa per favore", mi riportò alla realtà ed io aprii la bocca per poi richiuderla. Per la prima volta nella mia vita ero rimasta senza parole. Decisi di rispondere, presi un lungo respiro.

"Per favore, non pensare male, ma... perché io? Pensavo che avessimo parlato a proposito della storia delle #camren. Da allora abbiamo a malapena interagito e ho iniziato a smettere di essere arrogante o qualsiasi cosa fossi, era orrib-"

"Lo so che sei arrabbiata con me",, mi interruppe, ma decisi di lasciarla continuare perché ero a corto di parole. "Hai un motivo per esserlo. Non sono stata una buona amica e poi ho avuto i miei motivi per distaccarmi... e forse un giorno potrò spiegartelo, ma per adesso no, credimi, non hai fatto nulla di sbagliato."

Le sue parole furono come musica per le mie orecchie perché avevo passato l'ultimo mese a cercare di essere l'amica che voleva che fossi. Solo che lei non voleva essere mia amica. Comunque non volevo che si sentisse colpevole, anche dopo tutto quello. Non si sarebbe dovuta preoccupare per me. Sarei stata io a dovermi preoccupare di lei.

"Allora, che dici?"

Fu la centesima volta che mi riportò al presente. Non sapevo ancora cosa dire. Questo avrebbe potuto rovinare tutto. O forse le avrebbe fatto capire che non c'era nulla da preoccuparsi per quanto riguardava la stupida 'ship'.

"So che i tuoi standard sono più alti", disse con un'insicura risata.

"Smettila, tu sei bella, sono solo spaventata..."

"Mi fido di te, Lauren. Non mi fido degli altri. Sei anche speciale per me e mi hai anche raccontato di quelle volte in cui ti sei esercitata con le tue amiche. Non era un gran problema a quanto sembra.."

"Ma è diver-", dissi ancora insicura e seguendo Camila verso il bordo del letto.

"Ok, dimenticatelo, ho solo chiesto. È stato imbarazzante e stupido", disse mente si alzava dal mio letto, ma le afferrai un polso in tempo. Mi guardò sorpresa. Intanto mi sistemai dritta prendendo un bel respiro e le lasciai il polso.

Non potevo credere a cosa stesse succedendo, ma stavo per baciare la mia migliore amica. Sì, la consideravo ancora la mia migliore amica. Se c'era una cosa che odiavo più di tutto, era essere in disaccordo con lei.

Quindi decisi di farla sentire a suo agio. Nella nostra amicizia era scontato: io ero quella che comandava, per questo lei avrebbe soltanto seguito i miei movimenti. Il mio cuore continuava a battere ed io non riuscivo a capire il perché, finché non guardai quei grandi occhi marroni. Capii che non potevo essere in disaccordo con lei per quanto riguardava il bacio. 'E se non le piacesse?', mi chiesi.

Velocemente scacciai via quel dubbio e mi avvicinai a lei.

Lo vuole, cercai di ricordarmi. Meglio farla buona. Nessuna delle due parlava ed ad un certo punto sentii Camila deglutire. Ciò aumentò la mia tensione, anche se non ne ero completamente sicura.

"Respira", dissi con un filo di voce, sorridendo e sedendomi a gambe incrociate sul letto. Eravamo faccia a faccia. Avrei dovuto prendere le redini del gioco. Ecco perché aveva scelto me, sapeva che io l'avrei potuta 'guidare' ed io volevo darle ciò che voleva.

"Chiudi gli occhi", dissi ancora più silenziosamente. Vidi i suoi occhi color cioccolato sparire dietro le sue palpebre, mostrando le sue naturali ciglia. Era difficile ignorare il suo stupendo viso. Esaminandola lentamente, mi portai i capelli dietro le orecchie. È per lei, non per me, mi ricordai ancora prima di lasciarmi andare.

Sentivo il suo respiro sopra le mie labbra. Così me le leccai, per assicurarmi che non fossero screpolate. Mi accorsi di avere ancora il rossetto della performance, ma lasciai perdere.

Con la speranza che Camila non ci facesse caso, presi il suo labbro inferiore tra le mie labbra, dandole il suo primo bacio. Rimasi colpita quando ricambiò senza esitare. Le sue labbra erano troppo desiderose, tanto che sorrisi e aprii gli occhi.

Improvvisamente anche Camila aprì i suoi occhi. Il mio sorriso aveva interrotto il nostro bacio e lei probabilmente pensava che io stessi ridendo di lei. Così immediatamente appoggiai la mia mano sulla sua guancia, riattaccando le mie labbra alle sue. I nostri occhi erano ancora aperti.

"Questa volta un po' più lascivo", sussurrai sulle sue labbra tremanti. L'avevo in pungo. "E rilassa il tuo labbro inferiore", aggiunsi prima di tracciare una parte della sua bocca con il mio pollice. Mi sentivo incredibilmente strana. Non sapevo cosa mi stesse succedendo.

Quando le nostre labbra si toccarono per la seconda volta, fece appunto quello che le dissi. La sua bocca era leggermente poggiata sulla mia, e quel tocco fece congelare il mio cuore. Cercai di rimanere il più possibile nel 'personaggio', baciandola. Applicai giusto un pochino di pressione sulle sue labbra. Forse stavo esagerando, lei mi aveva chiesto un solo bacio; così cercai di staccarmi, ma Camila si accasciò sulle mie labbra continuando il bacio e, forse, senza accorgersi di quello che stessi per fare.

Le sue labbra si muovevano perfettamente, facendomi notare quanto le piacesse quello che stavamo facendo. Il mio primo bacio non fu nulla in confronto a questo. Fu soltanto un piccolo bacio a stampo quando ero tredicenne. Ma in quel momento, con Camila, mi sentivo benissimo.

Il bacio era lento e sensuale. Volevo esplorare la sua bocca,anche se non sapevo cosa fare, ma capivo che le stesse piacendo. Sì, era l'unico motivo per cui lo facevamo. Stavamo soltanto realizzando il suo desiderio. Questo era quello che dissi a me stessa...

Lasciai che la mia lingua sfiorasse il suo labbro; il suo respiro si fermò per un secondo, per poi ripartire seguito dalla sua lingua, che cercava di fare lo stesso con me. Sentii un brivido attraversarmi la schiena. Avrei dovuto ammetterlo, mi piaceva. Approfondii il bacio, poi sentii un rumore che terminò il nostro esperimento.

Camila gemette. Fu un suono che non avrei mai dimenticato. Ovviamente, quando mi staccai, la giovane ragazza mi guardò traumatizzata, con le guance che le andavano a fuoco. I suoi occhi lo dicevano, era imbarazzata.

"Io..io.. scusa, non volevo..", iniziò a giustificarsi.

"Aspetta, Camz! Va bene", fu l'unica cosa che riuscii a dire prima che lei si alzasse dal mio letto e uscisse dalla stanza. Poggiai la mia testa tra le mani, disperata.

"(Do I wanna know?)
If this feeling flows both ways,
(Sad to see you go)
Was sorta hoping that you'd stay,
(Baby we both know)
That the nights were mainly made,
For saying things that you can't say tomorrow day."

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