XXIV atto
SALONE AL PIANO TERRA
(Fernando, da solo, contempla il panorama dalla porta-finestra).
Mentre sorge un sole di sangue, il mio cuore freme e spera e teme.
Chi mai potrebbe pensare che vi sia tanta pervicacia nel mio animo?
Di certo nessuno di coloro che mi giudica un caso pietoso, un orfano d'un padre bancarottiere morto di spagnola, il primogenito d'un ramo d'accattoni buoni a nulla se non a eseguire gli ordini d'un uomo privo di scrupoli.
Mi chiameranno ingrato, irriconoscente, pervertito, serpe, demonio.
Penseranno ciò che Ignazio ordinerà loro di pensare, mi sputeranno in faccia con l'angolazione che verrà loro detta, faranno leva sul mio onore e sulle mie mancanze.
La mia resa, però, è lungi a venire. Sappilo anche tu.
Anche se la Santa Inquisizione venne abolita nel 1797, sono pronto ad affrontare la sua riesumazione e a uscirne vincente.
Non tacciatemi d'arroganza, non tacciatemi di nulla se non d'essere schiavo d'amore.
Non è perché io conosca come funzionano i minuti ingranaggi d'un orologio o perché progetti il motore d'un auto che io non possa essere anche l'ultimo dei romantici in un novello mondo di odio e disuguaglianza.
Non è irriconoscenza, la mia!
Non è perché ho un passato difficile che rinunci al diritto di lottare per un futuro che desidero o che accetti di piegarmi a chi mi ha cresciuto e fatto studiare.
Se i miei zii mi avessero preso in casa, sotto la loro ala protettrice, nutrito col loro pane, vestito con le loro sete, mandato nelle migliori scuole coi loro soldi solo per avere un burattino da comandare tirando i fili legati ai miei arti, sappiano che sarebbe stato meglio se mi avessero ammazzato subito come si fa con quelle cucciolate di randagi che nessuno vuole.
Nessuna morte è peggiore dello stare al giogo di chi dice di volere il nostro bene mentre ci lega con nastrini di seta rossa a un destino che non ci aggrada.
I giorni assegnatimi dal fato possono finire in questo stesso istante, per me va bene, ma se qualcuno ritiene di stillare una goccia di sangue poco alla volta per farmi perire lentamente, faccia i suoi calcoli non più tardi di questa mattina!
Mi ribellerò, combatterò, arriverò addirittura a macchiarmi di qualche peccato mortale, ma non vivrò una vita di niente.
Non vivrò una vita lontano da Ester.
Se non l'hai vissuta, la passione, non puoi che scrollare il capo e denigrare il mio pensiero, ma se sai di cosa sto parlando, allora non puoi che convenire con me:
essa è il motore dell'esistenza;
il respiro della tua amata è il comburente;
il tuo corpo, il carburante che s'incendia e consuma.
Nulla ha trasformato la mia anima come un sorriso di Ester,
nessun medicinale ha guarito il male di vivere come un suo bacio,
nulla d'altro è in grado di spaccare i confini di tempo e spazio per darmi la certezza scevra d'illusione che noi staremo insieme per l'eternità.
Quando gli atomi che compongono il corpo mio e il suo non agiranno più in sincrono per farci essere ciò che siamo, essi non si disperderanno in altri animali o piante o rocce, ma si uniranno a formare un unico vivente, inscindibile, immortale.
Una fede eretica, la mia. Stanne pur certo!
Sono un uomo. Puzzo di mortale e ho pensieri di fango. Sono prigioniero d'un passato difficile e un'apparenza demoniaca governa il pregiudizio altrui nei miei confronti, eppure mi sento un dio quando sto con Ester.
Lei, la mia divina essenza, la mia unica e sola.
Sento del tramestio! Che arrivino tutti e si alzi il sipario: quest'oggi si recita a soggetto.
Il sole sanguina sull'ultimo agosto della giovinezza, il cuore è più battagliero che mai.
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