La cocaina
Sherlock Holmes tolse dalla mensola del caminetto una bottiglia e una siringa ipodermica da un lucido astuccio di marocchino. Con dita lunghe, bianche e nervose, fissò all'estremità della siringa l'ago sottile e si rimboccò la manica sinistra della camicia. I suoi occhi si posarono per qualche attimo pensierosi sull'avambraccio e sul polso solcati di tendini e tutti punteggiati e segnati da innumerevoli punture. Infine si conficcò nella carne la punta acuminata, premette sul minuscolo stantuffo, poi, con un profondo sospiro di soddisfazione, ricadde a sedere nella poltrona di velluto.
Sir Arthur Conan Doyle, Il segno dei quattro, 1890
Come possiamo leggere, Sherlock Holmes era dipendente dalla cocaina ma, quando Conan Doyle ne scoprì i pericoli, disassuefece il suo personaggio con l'aiuto di Watson...
✒️Gli scrittori hanno responsabilità! 🖋
⚠️Adesso vedremo un po' di storia della cocaina: dall'uso tradizionale che veniva fatto in Sud America, passando per il momento in cui veniva consigliata fino alla scoperta dei suoi effetti tossici.
☠️La cocaina è una delle droghe più potenti al mondo e può rovinare la vita a voi e ai vostri cari!☠️
La parola coca significa semplicemente pianta.
Probabilmente deriva dalla lingua degli Aymara, una popolazione di Indios storicamente antecedente gli Incas.
La cocaina viene estratta dalla Erithroxylon Coca, una pianta che cresce spontaneamente in Sud America.
Si tratta di una pianta dal fogliame fitto, nativa dei versanti orientali delle Ande e che cresce rigogliosa tra i 500 e i 2000 metri d'altitudine. Prospera in vallate calde, umide, esenti da gelo.
Se selvatica, può crescere fino a un'altezza di circa 5 metri, ma quella coltivata viene man- tenuta ad un'altezza compresa tra 1 e 2 metri per facilitare la raccolta delle foglie.
Le foglie sono ricche di vitamine, proteine, calcio, ferro e fibra. Il contenuto di cocaina nelle foglie varia da 0.1% a 0.9%.
Spesso i principi attivi botanici che noi utilizziamo sono prodotti dalle piante stesse per scopi difensivi: la cocaina ha effetti insetticidi alla concentrazione che si presenta naturale nelle foglie di coca. La pianta usa dunque la cocaina come pesticida!
Le foglie di Erithroxylon Coca sono state masticate dagli Indios del Sud America per migliaia di anni. Più precisamente, la foglia essiccata viene inumidita con la saliva a formare una poltiglia che viene tenuta tra la gengiva e la guancia. Il principio attivo viene così assorbito dapprima a livello della mucosa boccale e successivamente nello stomaco.
L'uso di coca nell'America preispanica è confermato da fonti archeologiche e artistiche, come sculture, ceramiche, manufatti e pitture. Quelle testimonianze sono state trovate soprattutto in un ambito religioso e attestano il carattere divino attribuito a questa pianta: per le sue molteplici proprietà, l'uso nel corso di rituali di iniziazione e di importanti cerimonie, e per la sua fonda- mentale importanza nell'economia, alla coca fu riconosciuto un grande valore.
Gli Incas ne fecero la sostanza sacra fondamentale dalla loro religione solare, limitando il suo uso solo ai rituali. Secondo la leggenda inca, la risplendente stella bianca "Spica" della costellazione della Vergine, era "Mamma Coca".
Agli inizi dei tempi i figli del sole diedero la pianta sovrannaturale al primo imperatore Inca (Manco Capac) per sfamare gli affamati e dare agli stanchi e agli affaticati nuovo vigore, inoltre per far dimenticare agli infelici le loro miserie.
I governanti Inca erano i diretti discendenti del sole e nessuno poteva usare la coca senza il loro permesso. Dato che nessuno poteva entrare nei templi del sole senza in bocca una foglia di coca, i capi e gli altri sacerdoti Inca avevano il monopolio della coca e della religione. Allo stesso modo solo le donne come la regina potevano usare la coca; le donne erano figlie della luna (Mama Quilla), la dea dell'amore che teneva nelle mani dei rametti di coca.
La coca era coinvolta in ogni aspetto della vita, dalla nascita sotto la tutela di "Mama Quilla", alla sepoltura. Al culmine della cerimonia d'iniziazione all'età virile, venivano conferite la fionda del guerriero e la borsa di coca ai candidati. Foglie di coca venivano deposte nelle tombe che contenevano le mummie di persone importanti e vittime sacrificate, per nutrire gli spiriti dei morti, durante il loro viaggio nell'aldilà.
Nel 1553 Pizarro distrugge l'impero Inca. Nei decenni seguenti, l'uso della coca si diffonde senza regole anche fra le classi inferiori della popolazione.
Gli spagnoli di Pizarro trasformarono la pianta divina in compenso materiale per gli schiavi Inca, anche per poter controllare meglio le popolazioni sottomesse. I conquistadores furono impressionati dall'efficacia della coca come stimolante: L'erba è così nutritiva e corroborante che gli indios lavorano giorni interi senza bisogno di nient'altro.
Gli Spagnoli avevano anche bisogno di manodopera indigena nelle loro miniere d'argento, un lavoro estremamente arduo. Prendere la coca riduce l'appetito e accresce il vigore fisico, dà energia e calma la fame, ed è di aiuto e conforto nella durissima vita delle alte valli andine...
I minatori possono lavorare di più, senza mangiare e senza lamentarsi!
Amerigo Vespucci fu probabilmente il primo Europeo a descrivere la masticazione delle foglie di coca in uso presso le popolazioni del nuovo mondo.
La coca era ed è ancora la cura indispensabile per il mal di montagna ed era preferita rispetto a tutte le altre droghe per la cura della malaria.
Nel 1565 i conquistadores, spaventati dal magico alone di idolatria, emanarono una serie di editti che vietavano la masticazione delle foglie di coca.
Nel 1569 tutti i vescovi dell'Inquisizione del Sud America, bandirono la coca come un'illusione demoniaca. La Chiesa inoltre imponeva decime sul raccolto di coca e la maggior parte delle entrate dei vescovi di Cuzco proveniva dalla coca.
L'alcaloide della cocaina fu isolata per la prima volta dal chimico tedesco Friedrich Gaedcke nel 1855e lo chiamò erythroxyline.
Nel 1856, il chimico tedesco Friedrich Wohler chiese al dr Carl Scherzer, uno scienziato sulla "Novara" (una fregata austriaca inviata dall'imperatore Francesco Giuseppe in giro per il mondo) di portargli una grande quantità di foglie di coca dal Sud America. Nel 1859, l'imbarcazione concluse i suoi viaggi e Wohler ricevette una cassa piena di coca. Wohler diede le foglie ad Albert Niemann, un studente dell'Università di Gottinga in Germania, che sviluppò e migliorò il processo di purificazione. Fu lui andare il nome cocaina, dalla lingua quechua "cuca".
La cocaina è un'amina terziaria, che avrebbe potuto essere un buon anestetico se la sua forte tossicità sistemica e la dipendenza psichica che può provocare non avessero successivamente orientato i ricercatori a soluzioni ottenute modificando in laboratorio la molecola della cocaina (nacquero così la lidocaina, la novocaina e molti altri anestetici di sintesi).
Il primo autorevole e riconosciuto difensore di questa droga fu Sigmund Freud, psicologo di fama mondiale.
Nel dicembre del 1883, il dottore Theodor Aschenbrandt, pubblicò una relazione sulle reazioni alla cocaina di un gruppo di soldati bavaresi. Questa relazione spinse Sigmund Freud a sperimentare gli effetti per poterli guardare sul corpo umano e sulla mente e catalogarli.
Prendo regolarmente piccole dosi contro la depressione, con risultati più che brillanti scrive alla fidanzata Martha Bernais, che coinvolge negli esperimenti. Attraverso i suoi studi, Freud si convinse che le proprietà stimolanti della cocaina erano ideali per curare la depressione.
All'inizio della sua carriera, Freud si fece promotore della cocaina, come tonico benefico e sicuro, capace di curare depressione e impotenza, suggerendo addirittura di usarla come anestetico locale.
In effetti un suo collega, Karl Koller, dimostrò l'efficacia della cocaina come anestetico locale in chirurgia oftalmica. Koller è lo scopritore (o forse ri-scopritore visto che i medici Inca già la usavano per praticare chirurgia cranica) delle proprietà della cocaina come anestetico locale.
Nel 1884 Freud scrive "Uber coca", in cui consiglia la sostanza per vari malanni e la indica come miglior terapia per disintossicarsi dalla morfina... La usa infatti su un paziente che si libera dalla morfina, ma diventa pesantemente dipendente dalla cocaina. Si fa alte dosi, fino ad arrivare a una sindrome psicotossica. Lo stesso Freud si rende conto su sé stesso di una serie di disturbi e pubblica successivamente "Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina".
Dalla metà dell'Ottocento fino ai primi del Novecento, sciroppi, tonici e liquori contenenti cocaina e oppio vennero usati largamente, negli Stati Uniti d'America come in Europa, da persone di ogni ceto sociale.
L'uomo che, in questo periodo, ottenne il maggior successo fu il parigino (nato in Corsica) Mariano Mariani, inventore nel 1865 del "vino di coca".
Il "Vin Mariani" era il tonico più entusiasticamente apprezzato sulle due sponde dell'Atlantico; per questo tonico vennero addirittura fatti i complimenti ufficiali da: il Principe di Galles, lo Zar e la Zarina di Russia, il re di Svezia e Norvegia. Alexander Dumas, Jules Verne, Emile Zola, Henrik Ibsen e altri celebri scrittori furono altrettanto prodighi di elogi per il "Vin Mariani".
Altri personaggi famosi che posero in risalto i "miracolosi" effetti degli elisir alla cocaina furono
- l'inventore Thomas A. Edison,
- attrici come Eleonora Duse e Sarah Bernhardt,
- musicisti come Gounod e Massenet,
-scultori come Rodin,
- cardinali, politici, medici,
- due papi: Leone XIII e Pio X,
- lo scrittore Robert Louis Stevenson: si dice che avesse pensato ai personaggi de Il dottor Jekyll e Mr. Hyde come la personificazione degli effetti della cocaina.
I messaggi favorevoli alla droga che provenivano da Hollywood all'epoca si imponevano all'attenzione internazionale e influenzavano gli atteggiamenti di milioni di persone nei confronti della cocaina.
La cocaina ebbe una ulteriore spinta verso l'accettabilità quando ,nel 1886, il farmacista John Pemberton la incluse come ingrediente principale della sua nuova bibita, la Coca-Cola. Sono gli effetti euforizzanti e stimolanti sul consumatore i maggiori responsabili del travolgente successo della Coca Cola come bibita più popolare nella storia.
La cocaina in breve fu presente nelle bibite gasate, nel tè, nel vino, nella gomma da masticare, nelle sigarette, nelle polveri da naso e in paste simili al tabacco da masticare. La Coca Cola fu a base di cocaina fino al 1903 e veniva venduta al pubblico come "bevanda intellettuale".
Alcuni anni dopo, i pericoli di queste droghe cominciarono a diventare evidenti. In effetti, fu per gli effetti negativi dell'uso abituale di cocaina che venne coniata l'espressione tossicomane. Questo termine è stato creato a causa del comportamento di una persona che abusa di cocaina per prolungati periodi di tempo: essendo essa uno stimolante così potente, il prolungarsi del suo uso quotidiano causa una grave deprivazione del sonno e perdita di appetito tale che una persona può stare per giorni e talvolta settimane senza dormire o alimentarsi appropriatamente.
Il consumatore spesso sperimenta comportamenti psicotici.
Ha allucinazioni e diventa delirante.
Il venir meno degli effetti della droga provoca un grave stato depressivo alla persona in crisi di astinenza. Questa persona può allora diventare così disperatamente affamata di droga da poter fare pressoché qualsiasi cosa per averne ancora, incluso il delitto.
La cocaina aumenta l'attività di noradrenalina, dopamina e serotonina nel sistema nervoso centrale e periferico.
L'aumento dell'attività dopaminergica è la probabile causa degli effetti voluti della droga e quindi del rinforzo che contribuisce allo sviluppo di abuso e dipendenza.
L'attività noradrenalinica è responsabile degli effetti simpaticomimetici: tachicardia, ipertensione, midriasi (pupilla dilatata), diaforesi (sudorazione) e ipertermia.
La cocaina blocca anche i canali al sodio, e a ciò si deve la sua azione come anestetico locale.
Gli effetti del consumo di cocaina possono variare a seconda della modalità di assunzione. Se viene iniettata o fumata, la cocaina causa iperstimolazione, ipervigilanza, euforia, un senso di aumentata energia e sensazione di capacità e potenza. L'eccitamento e lo sballo sono simili a quelli prodotti iniettandosi amfetamina. Queste sensazioni sono meno intense e dirompenti nei consumatori che sniffano la cocaina in polvere.
I consumatori che fumano la droga possono sviluppare pneumotorace che causa dolore toracico e/o dispnea.
L'ischemia miocardica dovuta al consumo di cocaina può anche causare dolore toracico ("dolore toracico da cocaina"), ma la cocaina può anche causare dolore toracico in assenza di ischemia miocardica; il meccanismo non è chiaro. Gli effetti sul cuore possono portare a morte improvvisa.
L'uso compulsivo, spesso per diversi giorni, portano a una sindrome da esaurimento o sindrome "washed out", che comporta fatica intensa e bisogno di dormire.
Un'overdose può causare forte ansia, panico, agitazione, aggressività, insonnia, allucinazioni, deliri paranoidi, giudizio alterato, tremori, convulsioni e delirium. Sono evidenti midriasi e diaforesi e aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Il decesso può essere causato da infarto del miocardio o aritmie.
Un grave sovradosaggio provoca una sindrome con psicosi acuta, ipertensione, ipertermia, rabdomiolisi, coagulopatia, insufficienza renale e convulsioni.
L'uso associato di cocaina e alcol produce un prodotto di condensazione, il cocaetilene, che possiede proprietà stimolanti e può contribuire alla tossicità.
Bibliografia
Franco Adalgheri: Excursus storico sulla cocaina. Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 - Verona
Manuale MSD: Cocaina
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