Il trisavolo dei due mondi

La mia è una famiglia che non è sempre stata maledetta, all'inizio era una normale famiglia composta da persone di buona volontà e da ottime pecore nere, solo che, a un certo punto, qualcuno si mise a giocare col destino altrui e il male si insinuò in modo silenzioso e bizzarro, tanto che ciò che accadde sembra solo una barzelletta. 

Questo racconto narra del mio trisavolo, che è anche il nonno di Ester e Fernando. È grazie a lui se abbiamo preso il cognome Curse.

D: Chi era costui?

Il trisavolo era calabrese e, nella Calabria di fine ottocento, andava di moda partire per le Americhe, con la valigia di cartone e l'idea di mandare i soldi a casa per mantenere moglie, tre figli, genitori, suoceri, padrino e famiglia, un cavallo pigro fin dalla vita precedente. 

D: Sappiamo il nome?

È probabile che il trisavolo si chiamasse Giovanni perché, nel sud Italia, il nome viene trasmesso più devotamente del proprio patrimonio genetico. So, per certo, che mio padre, mio nonno e il suo si chiamano/chiamavano Giovanni.

D: Migrò, dunque?

Partì con la nave, in un viaggio infinito, in terza classe, con un dizionario italiano-inglese recuperato dal prete.  Giovanni, cosa da non sottovalutare, era in grado di leggere perché aveva studiato fino alla terza elementare...

Applauso 👏🏻

L'avo, però, non conosceva l'italiano: parlava solo in dialetto.

L'applauso è sostituito da un momento di sgomento 😟

D: Ma come riuscì a cavarsela in America?

Giovanni, con la valigia di cartone e il dizionario, sbarcò in Brasile dopo un mese di viaggio.

Sapeva coltivare, aggiustare le cose, ma non aveva mai cucinato, lavato, stirato, non aveva mai vissuto da solo. 
Un uomo dell'ottocento, senza una donna accanto e senza soldi, viziato dalla famiglia d'origine perché l'omo in casa 'un deve alza'n dito pecché mica fa li cosi da fimmine, incapace di esprimersi nella lingua locale, è destinato a estinguersi nel giro di ventiquattro ore se non si dà da fare e mette in atto tutti i suoi talenti.

E Giovanni aveva un talento ben visibile a qualsiasi latitudine e longitudine. 
Era bello. 
E virile. 
Per virile intendo completo di tutto quell'armamentario che fa andare in ebollizione il sistema endocrino-metabolico di donne eterosessuali e di uomini omosessuali

Il trisavolo, in barba a moglie-figli-cavallo pigro, si trovò una seconda moglie con una velocità maggiore di c (che ricordiamo essere, per i distratti, di 300 000 000 m/s).
L'aggettivo seconda va messo obbligatoriamente in corsivo perché, anche nell'ottocento, la bigamia era vietata e lui non era divorziato (non si poteva divorziare)... È più corretto chiamarla moglie  americana contemporanea, d'ora in avanti abbreviata in M.A.C.

Ma chi volete che si presentasse al momento del fatidico 
Se qualcuno ha qualcosa da dire, lo faccia ora o taccia per sempre
dall'altra parte del mondo?

🙋🏼‍♀️🙋🏻‍♀️🙋🏿‍♂️🙋🏼

D: Sappiamo qualcosa dell'altra moglie?

Era l'unica figlia del proprietario di una piantagione di caffè in Brasile. 

Ricca. Anzi, ricchissima. 😵‍💫

Ignoriamo se fosse bella, intelligente, simpatica. Ma quando una donna ha tutta quella metilxantina ai propri piedi, che ci frega di saperlo? 

Quest'osservazione non va bene, Andelon Curse... Ci vuoi dire che una donna, basta che sia ricca, che...?🙅🏼‍♀️

Ma no! L'altra moglie, la M.A.C., sarà stata sicuramente bella, intelligente, simpatica 🤦‍♀️perché altrimenti l'avo non avrebbe mai potuto fare una bastardata simile a moglie-figli-cavallo pigro. 

Questo è il momento in cui gli occhi del lettore assomigliano a uova al tegamino🍳🍳

D: In Calabria, intanto, come procedeva?

Da fonti ufficiose, sappiamo che la moglie ufficiale calabrese, d'ora in poi denominata M.U.C.,  pensò di essere rimasta vedova già durante la traversata perché Giovanni non aveva mai scritto. Né inviato soldi. 
Quindi la donna mandava avanti da sola tutta la baracca composta da figli, suoceri e genitori, padrino e famiglia, cavallo pigro. 
(Mi stanco io a scrivere l'elenco, figuriamoci lei a mantenere tutti!)

Siccome sapeva cucinare divinamente, divenne cuoca presso alcuni conti di Reggio. 

D: Abbiamo una ricetta di famiglia?

Prendiamo piselli e fave freschi (mi raccomando!) e cuociamo per un'oretta in ugual volume di cipollotto tagliato a rondelle. Mettiamo un goccio d'olio, in barba alla dieta, e aggiustiamo di sale e pepe. Poi è il momento della pasta, corta tipo maccheroni: la cuociamo al dente  e usiamo il mix di legumi per condirla. Le dosi sono a caso, ma viene sempre, quindi state tranquilli.

D: Torniamo a Giovanni, dall'altra parte del mondo, con una nuova moglie: si sa cosa fece?

Non ne so molto, in realtà. La mia unica fonte non si è dilungata molto, ma sappiamo che ebbe due figli anche in Brasile. Quindi, se la fisiologia non è cambiata negli ultimi due secoli, di sicuro il trisavolo ha avuto (almeno due) nottate interessanti. Qui, però, lascio spazio all'immaginazione... E rimando al romanzo per leggere una di quelle pagine piene di passione che mi ha reso FAMOSISSIMA su Wattpad.

Torniamo presto con l'intervista meno avvincente della storia per lasciare lo spazio alla...

Qualora la lettrice o il lettore volesse avere un'idea di come Andelon Curse scriva le parti erotiche, potrebbe inoltre leggere i capitoli 3, 38, 40, 60, 61 e 62 di Noi che tignemmo il mondo di sanguigno, la storia romanzata di Paolo e Francesca.

D: Il trisavolo tornò mai in Calabria?

Tornò!

Immaginate di essere la M.U.C., coi fianchi arrotondati per tutto il cucinare fatto, che vede apparire nell'aria arroventata dallo scirocco d'agosto il fantasma 👻di suo marito. Un fantasma vestito dei cotoni più fini, coi baffi e la barba ben curati e le unghie arrotondate da una manicure di prima classe. La trisavola era una donna forte che non credeva ai fantasmi (la cosa mi fa ridere, poi capirete).

Con la scusa degli affari, Giovanni era riuscito a tornare in Calabria, portare un po' di soldi, tirare un paio di pacche sulle spalle ai propri figli italiani e ripartire. 

Questa volta per il Nord America, sempre per piazzare il caffè del suocero (numero due).

Ovviamente M.A.C. e M.U.C. non sapevano l'una dell'altra e come vennero a saperlo è ciò che vi terrà legati fino alla fine dell'intervista. 

Giovanni tornò un'altra volta... e riuscì a ingravidare la M.U.C. del quarto figlio.

Applausi 🤡

Una curiosità: i primi due figli avevano, a loro volta, già procreato e quindi nacque uno "zio" che risultava più giovane dei nipoti, fatto usuale per quei tempi. 

D: Come finì?

La fine è spiacevole se si vede dal Brasile, mentre è tollerabile dall'Italia. 

Giovanni peregrinò un po' per il mondo. 
Era partito dalla Calabria con una valigia di cartone e un dizionario di cui non conosceva alcuna delle lingue in cui era scritto. 
Nei decenni che visse imparò inglese, spagnolo, portoghese, italiano, francese e qualche lingua non ben specificata. 

Ebbe 8️⃣ figli.

Gli ultimi due, gemelli, però, non solo non li vide mai, ma non seppe nemmeno della loro esistenza.

Quando tornò in Italia nei primi anni del novecento, ignorava che la sua ricca moglie americana fosse incinta. Purtroppo si ammalò di una malattia incurabile (ai tempi, tutte le malattie erano incurabili) e visse l'ultimo anno di vita con la M.U.C.

Mio padre racconta che suo nonno lo ricorda a letto... ma con la valigia pronta per ripartire per le Americhe. 

D: E, quindi, quando si incontrarono le due donne?

Quando morirono.

D: Allora ti sei inventata tutto! Non si fa così...🤨

Pugni che volano, cellulari gettati contro il muro,  maledizioni verso l'autrice.🤬👺👹

Non ho inventato nulla. 

Qualche anno fa, un tizio, convinto di avere poteri medianici, mica mi invita a una cena di gente strampalata per una seduta spiritica?
Non ero l'unica con una formazione scientifica, anche un mio caro amico ingegnere era voluto accodarsi per studiare il fenomeno del contatto medianico... Vabbè, ci volevamo fare due risate...

Dopo una cena vegana, di cui conservo un ottimo ricordo, ecco che compare la tavola ouija che ci avrebbe permesso il contatto. Cerchio,  mani che si allacciano, sapete meglio di me come vanno queste cose, il tavolo inizia a ballare, odore di maria nell'aria, qualcuno inizia a parlare. Io propongo subito che ci vengano dati i numeri dell'ISIN di titoli di borsa per arricchirci seduta stante, ma vengo zittita in modo stizzito.

Allora cerco di pensare un po' ai fatti miei, come succede quando m'annoio, ma non ci riesco perché un paio di voci nella mia testa iniziano a raccontarmi di essere le mogli del mio trisavolo.

Io ascolto per pura educazione, saluto, mi dimentico di chiedere almeno i numeri del lotto e torno a casa senza più nemmeno ripensare a loro due, ma anzi prendendo un po' in giro la faccenda dei fantasmi e balle varie. 

Una settimana dopo, mi arriva una richiesta di contatto Facebook dal Sud America: una tizia col mio cognome mi racconta di essere la tris-nipote di Giovanni della Calabria, bis-nipote di uno dei due gemelli che il mio avo non aveva mai conosciuto... stava cercando scoprire cosa fosse successo al tris e, dopo uno scambio assiduo di mail e una telefonata Skype, giungemmo alla conclusione che le cose deliranti che avevo sentito... non erano affatto deliri.

Il cavallo pigro sopravvisse al trisavolo🐴.

D: Ma perché avete preso il cognome Curse grazie a lui?

Voci di corridoio narrano che M.U.C e M.A.C. fossero due streghe e lanciarono una maledizione a tutti i discendenti, compresa la sottoscritta, mannaggia... 

Ma io mi domando: se erano due streghe, come mai nessuna delle due si accorse di essere cornuta? Porterò questo quesito nella tomba, non è vero?

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