Cap. 6
Mi dispiace
Lyla si strinse nelle spalle, tenendo lo sguardo basso fisso sulle bacchette di legno appoggiate all'angolo del piatto.
Non poteva immaginare situazione peggiore di quella. Non riusciva ad immaginarsene una peggiore nemmeno volendo.
Se c'era una cosa che odiava, con tutta se stessa, era proprio ritrovarsi con le spalle al muro, divorata dall'ansia, come in quel momento.
O affronti il problema, o lo affronti. Non hai vie di mezzo.
Non puoi scappare, far finta di niente, e pretendere che non sia mai successo niente. Lyla aveva avuto l'occasione per farlo, andarsene e far finta che nulla fosse successo; tornarsene a casa, autoconvincersi di non aver mai nemmeno conosciuto O'Konnor e andare avanti indisturbata con la propria vita. Quell'occasione gliela aveva persino data Robert, pochissimi attimi prima, ma lei aveva rifiutato.
Aveva preferito rischiare.
Rischiare uno scontro diretto con Ciel.
Perché?
Forse, inconsciamente, lei quello scontro un po' lo desiderava. Come desiderava sentirsi dire " Non è come sembra"; la classica frase che nessuno vuole sentire, ma che tutti sperano arrivi lo stesso. Perché un "Non è come sembra" è sempre meglio di un silenzio che grida "È esattamente come sembra!".
Ciel era venuto al loro tavolo, a richiamare l'omone tatuato che si era scoperto chiamarsi Alberich, lasciando stranamente sola al tavolo la ragazza castana.
Avrebbe potuto tranquillamente far finta di niente, mandare la ragazza stessa... invece no. Era venuto lui, in prima persona.
Che volesse dire qualcosa? O era semplicemente Lyla che sperava che volesse dire qualcosa, anche se alla realtà dei fatti non significava proprio niente? Non era così sicura di volerlo sapere davvero.
Forse sarebbe stato meglio per la corvina se fosse venuta la castana senza nome, al loro tavolo; di sicuro non sarebbe stata così tanto sotto pressione, e non avrebbe avuto il terrore di rialzare gli occhi con il rischio di incontrare il volto del pediatra.
Avrebbe dovuto dar retta a Robert. Andarsene, e far finta di niente. Nessuno l'avrebbe potuta giudicare, men che meno il suo migliore amico. Aveva però fatto la sua scelta, e non poteva di certo tornarne indietro.
Il dado era stato tratto, e ora era arrivato il momento di affrontare le conseguenze.
- Alberich, vedi di smetterla e torna a sederti - lo riprese ulteriormente Ciel, appoggiandogli una mano sulla spalla e lanciandogli un'occhiataccia d'ammonimento - Vi chiedo scusa, anche da parte sua. Spero che mio fratello non vi abbia importunato, ma se così fosse vi porgo le mie più sentite scuse -
- Ma io non li stavo_ -
Alberich cercò di ribattere, appena, ma un'ulteriore occhiataccia da parte del fratello riuscì a zittirlo seduta stante.
Era evidente la forte influenza che aveva il dottore su di lui; un'autorità da fratello maggiore a cui non poteva non sottostare. Anche se avrebbe tanto voluto ribattere qualcosa, l'omone rimase in silenzio, obbedendo al muto ordine di tacere.
- Fa niente. È tutto a posto - mormorò la corvina, alzando appena lo sguardo solo su Alberich, e stando ben attenta a non guardare Ciel al suo fianco.
Sperava che liquidando la faccenda il più velocemente e tranquillamente possibile, i due ragazzi sarebbero andati via con la stessa rapidità; ma aveva fatto male i suoi conti.
Ciel aveva notato il suo comportamento "anomalo", completamente differente da quello che aveva avuto nei suoi confronti solo il giorno prima. Evitava il suo sguardo, evitava persino di lanciargli anche solo un'occhiata di sfuggita. Per non parlare dall'aurea grigia che le aleggiava intorno... Gli sembrava di avere davanti una persona quasi completamente diversa.
Stava facendo finta che lui non ci fosse; ma non era così. Lui era là, e voleva di certo far finta che lei non ci fosse di rimando o ignorare il suo strano comportamento. Specialmente se non ne comprendeva le ragioni come in quel caso.
- È tutto ok, Lyla? - le domandò il dottore, diretto.
La ragazza si ritrovò costretta a guardarlo.
Sembrava sinceramente preoccupato del suo stato d'animo, in quel momento.
Non riusciva a leggergli nient'altro negli occhi chiari; solo semplice e genuina preoccupazione.
Perché doveva preoccuparsi? Non poteva far finta di niente?
Sarebbe stato tutto molto più semplice... per lei.
- Assolutamente no, che va tutto bene -
Appena dall'altro lato del tavolino, Robert era sbottato malamente, rispondendo al posto dell'amica ed osservando truce i due uomini in piedi.
- Stavamo pranzando tranquillamente quando qualcuno ha pensato bene di venire qua a fare il simpaticone della compagnia - chiaro riferimento ad Alberich - Scusarsi è chiaramente il minimo, ma io le scuse non le voglio di certo da te, bellimbusto. Perché, lasciamelo dire, non centravi niente in tutto questo bel quadretto, ma hai preferito intervenire lo stesso perché, non so, forse Orso-passione-steroidi non era in grado di capire la situazione da solo e di scusarsi. Immagino eh... -
- Io non mi faccio di steroidi -
Da come assottigliò gli occhi, Alberich sembrò aver preso sul personale le parole del castano.
- Davvero? - finse stupore Rob - E io che avevo pensato che fossi così perché ti eri bruciato il cervello con quella roba. Lieto di sapere che è tutta stupidità naturale quella che vedo -
Detto questo si alzò, raccolse da terra la propria borsa con i libri universitari, e si voltò verso l'amica.
- Io non so te, Lyluccia, ma direi che possiamo anche andarcene. Mi si è chiuso lo stomaco -
Lo stesso valeva per lei, anche se per motivazioni diverse.
Colta dall'imbarazzo della situazione, Lyla rimase per qualche secondo interdetta, ed osservò in silenzio l'amico non sapendo cosa fare esattamente. Robert l'osservò di rimando, attendendo una sua mossa.
Sarebbe rimasta lì, a parlare con Ciel, e continuare quel teatrino?
Lanciò uno sguardo, con la coda dell'occhio, ai due corvini al suo fianco.
No, la risposta era assolutamente no.
Lyla usa fuga in silenzio.
Non è molto efficace.
- Io non posso crederci! - sbottò Robert, una volta entrato in macchina - Ma tu riesci a crederci? -
La ragazza scosse appena la testa.
- Non solo ci siamo dovuti subire le molestie da parte di quell'idiota pompato, ma ci hanno fatto anche pagare il sovraprezzo! Quando una giornata inizia di merda, non può di certo finire in modo diverso... - sbuffò, accartocciando con rabbia lo scontrino del ristorante e buttandolo nel fondo della tasca della giacca.
Rimase ancora in silenzio, ed osservò le proprie mani congiunte sulle ginocchia.
Nessun pensiero. Neanche il più piccolo.
Lyla stava cercando di svuotare il più possibile la mente; non aveva voglia di pensare a niente.
- Ma poi ti sembra normale? È dovuto venire il fratello a scusarsi per lui! Ma che ha? Dieci anni? No, ma che dico. A dieci anni tutti sanno scusarsi da soli - continuò a parlare, mettendo in moto la macchina - Roba da matti, oh -
- A che ora devi andare a lavoro? -
Robert si bloccò un secondo.
- Tra mezz'ora - rispose infine - Mi stavo quasi dimenticando, accidenti. Faccio giusto in tempo ad accompagnarti a casa, Lyluccia -
- Non è un problema, Rob. Se non ce la fai, puoi anche mollarmi vicino ad una metro e torno da sola. Nessun problema -
Il ragazzo arricciò la bocca, scuotendo appena la testa, con gli occhi ben fissi sulla strada.
- Ci mancherebbe, Lyla. Ti accompagno a casa, e poi vado al Honey. Anche se faccio un minuto di ritardo, la signora Laster non mi dirà niente. Sono uno dei pochi che si spacca la schiena lì dentro, e lei è la prima a saperlo -
Robert lavorava al Honey 96 da quando aveva iniziato l'Università ed era andato a vivere da solo in un bilocale nella stessa palazzina doveva vivevano anche la madre e la sorella minore. Era una semplice tavola calda, dove il ragazzo lavorava quando poteva per riuscire a mantenersi da solo, e a cui dedicava molte ore delle sue giornate. Anche se la proprietaria del locale, la signora Laster, aveva preso in simpatia fin da subito il ragazzo, lui si era messo sotto a sgobbare fin dal primo secondo di assunzione. Teneva incredibilmente a quel posto di lavoro, e Lyla questo lo sapeva bene. Aveva perso il conto di tutte le volte in cui, piuttosto che starsene a casa malato con la febbre, usciva lo stesso per non saltare anche solo una giornata lì dentro.
- Comunque Lyla... -
La guardò con la coda dell'occhio.
- Mi dispiace tanto -
Non ci fu bisogno di aggiungere altro.
- Anche a me -
In piedi davanti al portone di casa sua, Lyla salutò Robert allontanarsi dalla sua vista con un semplice cenno di mano. Una volta scomparso dalla sua vista, a bordo della sua macchinina gialla, la corvina si lasciò andare in un sospiro.
Che razza di giornata era stata quella, si ritrovò a pensare prendendo dalla tasca le chiavi.
Non di certo la peggiore della sua vita, ne aveva avute davvero di peggiori, ma quella si era aggiudicata una bella posizione nella sua TOP 10.
Ad accoglierla, una volta entrata nella casetta a schiera, fu il silenzio più totale.
Lanciò un occhio all'orologio appeso in cucina. Sua madre sarebbe passata a lasciare la piccola pulce più tardi, e la ragazza si ritrovava con più di un'oretta libera tutta per sé.
Con tutte le intenzioni di salire in camera sua e andare a prendere il proprio pc, la corvina dovette arrestarsi nel bel mezzo del salotto.
La "Imperial March", che aveva impostato come suoneria del telefonino, la fece sobbalzare.
Raccattò il telefono dalla tasca della giacca che ancora non si era sfilata, e non trattenne un'imprecazione.
Ciel O'Konnor la stava chiamando.
Ciel O'Konnor la stava chiamando.
Per quale assurdo diavolo di motivo le stava telefonando?
Che gli fosse partita una chiamata accidentalmente?
Molto probabile.
A lei per prima capitava spessissimo, e lo vedeva come un avvenimento più che probabile. E poi... Ciel non poteva essere intenzionato a parlarle; non dopo quello che era successo, sicuro. L'occasione, se avesse davvero voluto, l'aveva avuta al ristorante.
No. Lyla ne era più che sicura; Ciel non voleva parlare con lei.
Quando il telefono smise di squillare, la corvina parve sentirsi improvvisamente più leggera, ma tutte le sue sicurezze iniziarono a vacillare quando le arrivò la notifica di un nuovo messaggio su Whatsapp.
Un messaggio su cui spiccava il nome del pediatra.
"Possiamo parlare?"
No, non aveva decisamente sbagliato a chiamarla.
Lyla si passò una mano sul collo, nel panico. Che cosa doveva fare?
Rispondere? Ignorarlo?
Bloccarlo direttamente?
O sentire cosa voleva dirle?
Ancora una volta in quella interminabile giornata, la corvina non aveva la più che pallida idea di cosa fare. Non riusciva a prendere una decisione.
- Oh, al diavolo -
Presa da un'improvvisa ondata di coraggio, la ragazza apri e visualizzò il messaggio di Ciel. Era ancora online.
" Perché? Non dobbiamo parlare di niente."
Con tanto di punto finale.
Lyla si sentì quasi orgogliosa per quella risposta. Non poteva essere stata più chiara di così, secondo lei.
"A me sembra tutto il contrario, Lyla... Ti posso chiamare così ne parliamo a voce?"
Era sul punto di digitare una nuova risposta, ma il dottore fu molto più rapido del suo "No" facendo partire una nuova chiamata.
La corvina sospirò confitta. Nemmeno una ragazzina si sarebbe comportata così, e faticava quasi a riconoscersi. Che cosa le stava prendendo?
Non era da lei scappare così dai problemi.
Certo, molto spesso ci girava in torno prima di agire, ma... non si era mai comportata così.
Doveva prendere il toro per le corna, e affrontare di petto la situazione.
Prese un rapidissimo respiro, ed accettò la chiamata.
- Pronto? -
- Ciao, Lyla - iniziò Ciel - Senti, volevo chiederti ancora scusa per quello che è successo oggi. Mio fratello è un cazzone, e molto spesso si dimentica quali siano le buone maniere, ma ti posso assicurare che non era nelle sue intenzioni dare fastidio a te e al tuo amico a pranzo. È sciocco, ma non è una cattiva persona -
L'aveva chiamata per parlarle del fratello?
- Sì, va bene. Come ti ho detto prima, è tutto apposto - disse - Per me la faccenda era chiusa là. Non c'era bisogno che chiamassi -
Cercò di essere il più sbrigativa e atona possibile. Voleva solo chiudere quella telefonata il prima possibile, e farla finita.
- Dal tuo tono di voce non mi sembrerebbe molto, Lyla - le fece notare, leggermente confuso - Non per farmi gli affari tuoi, ma anche prima mi sembravi strana. È per caso successo qualcosa? -
"È per caso successo qualcosa?"
Faceva sul serio?
- Senti, Ciel... è stata una giornata stressante, e non vedo l'ora che finisca, credimi. Ti sei già scusato anche a nome di tuo fratello sia al ristorante che adesso. Per me la questione era già chiusa lì, e potevi tranquillamente far finta di niente -
- Non potevo far finta di niente. Specialmente dopo che ti ho vista andar via in quel modo -
Si stava riferendo alla sua grande fuga.
- Beh, non dovevi preoccuparti - Lyla si strinse lievemente nelle spalle mentre lo disse - Alla fine non è successo niente -
Se l'avesse sentita Robert avrebbe di sicuro dato di matto. Ci avrebbe messo una mano sul fuoco.
- Io invece mi preoccupo per te, Lyla. È più forte di me - dall'altra parte della cornetta lo sentì ridacchiare, nervoso - Ci tengo a te, e mi spiace che mio fratello vi abbia rovinato il pranzo -
La morsa che le prese il cuore, le fece stringere la mascella istintivamente.
Ma perché doveva dirle così? Era così sciocco, da non rendersi conto del male che le stava facendo?
- Sei veramente ingiusto, Ciel - pronunciò, mesta - Non dovresti dire cose del genere. Non a me, quantomeno -
- Cosa? Perché? -
Il dottore parve rimanere spiazzato dalla sua risposta.
- Dovresti preoccuparti della tua ragazza, piuttosto che pensare a me. Non mi sembra corretto nemmeno nei suoi confronti -
Per non parlare dei suoi.
- Eh? Aspetta, Lyla. Ma di cosa stai parlando? -
- Della tua ragazza, Ciel. Ecco di cosa sto parlando -
Stava davvero facendo il finto tonto? Fatica a crederci.
- Lyla, io non ho una ragazza -
Nella testa della corvina comparvero due opzioni.
Opzione A: credere alle parole del dottore, e sentirsi una scema.
Opzione B: dubitare.
La ragazza alla fine selezionò la B.
- E la ragazza che era con te, scusa? Una tua amica? -
- No. Katia è mia sorella, Lyla -
Ah.
La sorella.
- Se non mi credi puoi anche controllare su Facebook. La mia amicizia ce l'hai -
Non sembrava minimamente infastidito dal tono di voce, anzi. Sembrava... divertito.
Lyla fu alquanto veloce. Mise la telefonata in vivavoce, e aprì l'app direttamente sul telefono.
Non dovette faticare per trovare la verità.
Katia O'Konnor.
Fidanzata ufficialmente con William Blais.
Sorella di Ciel O'Konnor e Alberich O'Konnor.
Se avesse potuto, Lyla si sarebbe scavata una fossa tra le assi del pavimento del suo salotto.
Che razza di figura aveva fatto! Non riusciva a crederci.
- Lyla? Ci sei? -
Ciel era ancora in linea, mentre lei continuava a darsi mentalmente della deficiente.
- Sì, ci sono - scattò - Emh... -
- Deduco che hai controllato -
- Già... - confermò - Mi sento una completa cretina - gli confidò.
- Non devi - cercò di tranquillizzarla - Capita a tutti di sbagliare. È naturale -
- Sarà naturale, ma questa figuraccia da ragazza gelosa potevo anche risparmiarmela -
Lei che poi nella sua vita non ne aveva mai fatte di scene simili. Da quanto lo aveva conosciuto, non sapeva che cosa le stesse prendendo.
- Non è stata una figuraccia da ragazza gelosa, Lyla. Hai pensato che Katia fosse la mia ragazza, e ti sei sentita presa in giro. È più che plausibile. Ancora non ci conosciamo bene, ed è molto facile cadere in tranelli simili. L'importante è parlare e chiarirsi. Sarebbe stato peggio, se non ne avessimo parlato e ti fosse rimasto un dubbio del genere. Non credi? -
Ed era esattamente quello che, in teoria, avrebbe voluto fare lei. Fare finta di niente, e sparire nel nulla come Arsenio Lupin.
- Già - rispose semplicemente lei, incapace di fornire una risposta più lunga.
- E per quanto mi sarà possibile, e per quanto me lo permetterai, vorrei conoscerti di più Lyla -
La ragazza avvampò di colpo, e dovette slacciarsi il giaccone per non morire soffocata. Il caldo che stava provando stava diventando intollerabile.
- L-Lo stesso vale per me, Ciel - riuscì a dire, a mezza voce.
- Non immagini quanto mi faccia piacere sentirtelo dire - le comunicò, evidentemente allegro - E... senti, prendo l'occasione al volo di questa telefonata per chiederti una cosa. Posso? -
- Certo, ci mancherebbe. Chiedi pure - acconsentì, sfilandosi la giacca e riponendola sullo schienale del divano su cui si era appoggiata.
- Ti andrebbe di uscire a cena con me, una sera di questa? Conosco un posto dove fanno una carne alla griglia favolosa -
Il cuore di lei parve stopparsi, per poi riprendere a battere furioso.
Un appuntamento.
Un appuntamento.
Ciel le stava chiedendo di uscire insieme.
Per un appuntamento!
Che cosa doveva fare? Che cosa doveva rispondere?
Dove accidenti erano i suoi amici, in momenti come quelli?
Lyla scosse la testa, per riprendersi. Doveva darsi un minimo di contegno.
- ...Non sarai vegetariana, vero? -
- Cosa? No, no - ridacchiò, ancora nervosa - La carne alla griglia va più che bene -
- Grandioso! - esclamò lui.
Già.
Era proprio grandioso.
HARLEY'S BOX:
Salve salvino, miei dolciosi volpini dalle codine vaporose! Come state?
Dopo secoli riesco ad aggiornare un capitolo revisionato ;-; sono molto felice.
Da questo capitolo in poi inizieranno le revisioni più pesantine. Per chi ha già letto la storia, lo avrà notato subito, ma se siete nuovi voglio avvisarvi: se andrete avanti con la lettura, passando da capitoli R e capitoli non riscritti, non capirete più una mazza. Questo perché ho tagliato, aggiunto e levato delle parti e, al momento attuale che sto scrivendo (data di bordo: 20-06-2019), c'è un bel buchetto temporale tra il cap 6 e il 7 mica da ridere.
Io vi avverto, poi se voi non frega e volete andare avanti lo stesso con la lettura, non sarò io a fermarvi XD Se lo dico, lo faccio per voi.
Detto ciò, cercherò di pubblicare il capitolo 7 il prima possibile. Sempre se gli esami non mi uccideranno prima.
In questa sessione dovrei dare 12 esami, e per ora ne ho dati solo due (ahahah... ah ah... ah). Sentite la mia poca voglia di vivere?
Penso che riesca persino a trasudare dai cristalli liquidi dei vostri schermi.
Anyways, guys
Se vi va, fatemi sapere cosa pensate del capitolino in un commentino qui sotto, e se avete domande di qualsiasi tipo sarò più che liete di rispondervi al mio meglio :3
Io vi porgo i miei omaggi
e ci si becca alla prossima
bacini stellari
- Harley Hearts
P.S.
Lo sapevate che i pinguini conquisteranno il mondo?
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