imola, italia

Ero in sala stampa con davanti il mio solito iPad che cerco di scrivere un articolo sulle varie modifiche e sui tanti aggiornamenti fatti dai vari team per il gran premio di Imola.

Questo 2024 è iniziato con il piede giusto per i tre top team e si prospetta un campionato interessante sotto tutti i punti di vista, anche quelli di mercato. Già ci siamo presentati in Bahrain con Ricciardo in Red Bull e Lawson in Alphatauri.

Il mio cellulare di fianco a me continuava a lampeggiare, ma non ci diedi molto peso: non mi piace interrompere ciò che inizio, soprattutto se ciò è un articolo.

Misi definitivamente quel dispositivo dentro la borsa e guardai per un paio di attimi fuori dalla finestra. In un venerdì particolarmente nuvoloso, stavano correndo i ragazzi della F2. O meglio stavano facendo i giri di qualifica.

Decisi che potevo benissimo concludere il testo ascoltando mio padre commentare i giri dei ragazzi che sono in pista.

Mio padre è proprietario di una radio e di un giornale e fa la radio cronaca di molti sport, anche se spesso e volentieri sceglie la Formula 1 da fare personalmente. Io sono fortunata, perché a soli diciotto anni (compiuti il primo aprile) ho il badge della stampa per tutti i gran premi.

«Riri, hai finito l'articolo?» zio Cesare, che non è veramente mio zio ma il migliore amico di papà, mi fece quella domanda. Io annuii, mettendogli il tablet davanti e tirando fuori il telefono.

Guardai i vari messaggi: molti da parte della mia classe, che ho dovuto leggere essendo rappresentante, un po' dalla mia compagna di banco che mi ha mandato dei PDF degli appunti che ha preso quella mattina e un cuore da parte della persona più speciale della mia vita.

Mi alzai e andai ad affacciarmi alla vetrata che dava proprio sul rettilineo e sulla pit lane. La vista era perfetta sul "box" della Prema.

«non credo che smetterò di dirti quanto sei brava a fare la giornalista» «grazie zio» era un ringraziamento discostato, perché la mia concentrazione era su ciò che accadeva in pista.

«Andrea dove sta?» «terzo, ma manca il secondo treno di gomme» «ti sei scelta un fenomeno, comunque»

Andrea Kimi Antonelli a soli diciassette anni (diciotto ad agosto) è lì nei primi posti della Formula 2. Lui è al suo primo anno in categoria. Lui ha saltato completamente la Formula 3, venendo da tre campionati importanti vinti in due anni.

Quel ricciolino me lo sono dovuta subire all'asilo, alle elementari e alle medie. Siamo anche nella stessa scuola alle superiori, ma lui ha scelto un tecnico con un indirizzo che non vi saprei ripetere e io ho scelto il classico.

«mi ha mandato un cuore rosso prima della qualifica» «è un buon segno?» «si, zio, è un buon segno» «oh, io non le so le cose di voi gen Z»

Io ridacchiai. «hai gli occhi che brillano, lo sai?» «è lui che li fa brillare»

Cesare si alzò e mi abbracciò. «io a diciotto anni non ero così poetico, mi fai piangere. Vedrai che andrà come pensi o anche meglio» «io mi aspetto il peggio, Cesi» «allora veramente può solo migliorare»

Mentre ero tra le braccia di Cesare, mio padre iniziò a commentare il giro di Kimi. «aspe aspe, fucsia nel primo settore» «facciamo che ti porto giù, prima che urli qui dentro» in neanche dieci secondi eravamo fuori e mi stavo stringendo nella felpa Mercedes data proprio dal ragazzo in questione quella mattina, perché avevo abbastanza freddo.

«fucsia secondo settore» ormai eravamo in pit lane e sentivo i brividi e le prime gocce di pioggia che cadevano. Erano lievi e non si attaccavano neanche all'asfalto.

«pole position provvisoria» tirai un sospiro di sollievo. Era andata, non c'era tempo per un altro giro e ciò che si doveva fare, è stato fatto.

Iniziai a muovermi verso il parco chiuso, a inizio pit lane, perché sapevo che almeno nei primi tre sarebbe stato.

«è finito il tempo, Andrea Kimi Antonelli partirà dalla pole nella gara di domenica e inizia già a spianarsi la strada verso un grande futuro» dopo questo spensi il cellulare e misi via gli auricolari.

Alla mia destra tutte le auto scorrevano via e davanti a me rimasero Ayumu e Dennis, che rispettivamente partiranno dalla seconda e dalla terza posizione.

Io però non riuscivo a togliere gli occhi di dosso dal bolognese.

Ma la cosa che più di tutte mi migliorò la giornata è stato che, dopo essere andato al peso ed essersi tolto il casco, la prima persona che ha cercato sono stata io. Può essere una piccola cosa, ma adesso che è sera e devo scendere per la cena, ho ancora il sorriso grazie a questo particolare.

«capisci, Nora?» «l'avevo capito da quando avevi 10 anni e io 8 che sei stracotta di Antonelli, non mi serviva una conferma» disse ridendo la mia migliore amica. Mi aveva chiamata e io, mentre mi stavo truccando per andare al ristorante, le raccontavo le cose successe oggi in pista.

«domani piove?» «dovrebbe piovere sia domani che domenica tutto il giorno...quindi col cazzo che mi faccio lo shampoo. L'ho fatto ieri e basta» da parte di Eleonora partì una risata spontanea.

«a Kimi piace questa cosa?» «Andrea ama la pioggia, quindi credo sia molto felice della cosa»

«una cosa, luv: la sua felpa la teniamo sempre?» «è calda e ha il suo odore. Se non me la chiede indietro è mia.» «il suo odore svanisce dopo un po'» «non mi interessa»

«comunque sei ancora più cute in versione "innamorata"» «divento più Luna Lovegood di quanto già non sia normalmente» avevo anche schiarito i capelli per fare il suo cosplay per la fiera del fumetto di Bologna. Leggermente, perché ho sempre avuto del capelli biondissimi.

«devo andare, che papà, Cesi e gli altri mi aspettano» «non ceni con Antonelli?» «spero di si, ma devo incrociarlo per cenare con lui»

«aspe aspe, un'ultima cosa. Sei nello stesso hotel di tutti i piloti?» «si?» «quindi potresti fare una foto con Lando e mandarmela» «se in questi tre giorni lo incontro, ti mando la foto» «grazie, sei la migliore»

«ti voglio bene, Nora» «anche io, Riri. To the moon and back»

Presi solo il telefono e le chiavi e uscii dalla stanza. Anche qualcun altro, a pochi metri di distanza, faceva la stessa cosa.

«Andy, ceni con noi?» «volentieri»

Quando mi guardò, sorrise, notando che non avevo ancora tolto la sua felpa.

«ti piace proprio» «è la cosa più calda che ho qui in questo momento» «la puoi tenere, tranquilla» «davvero davvero?» «davvero davvero»

Gli buttai le braccia al collo. Lui mi strinse a sé, tenendomi per i fianchi.

- - - - - -

«credo sia stato quello il momento in cui ho capito tutto» «capito cosa?» «capito che io ti piacevo e capito quanto era grande il mio amore per te»

- - - - - -

Quella mattina fu lui a venirmi a parlare, quando stavo facendo colazione con una spremuta d'arancia e una brioche ai frutti di bosco.

«hai un articolo o una diretta da fare oggi?» «ho le qualifiche di F1 e, possibilmente, la tua gara. Perché?» «ti invitavo in quel di Prema e Mercedes»

Quella proposta non la potevo proprio rifiutare. Avevo il dietro alle quinte di tutto e potevo stare tutto il tempo con Kimi. Non avevo svantaggi. «va bene, ma quando ci sono le qualifiche, scappo»

Entrati nel paddock gli presi la mano, un po' per paura un po' perché volevo lanciare un segnale. La cosa bella è che lui non me la lasciò, anzi la strinse.

Quella mattina l'avremmo passata in Mercedes, perché lui avrebbe corso dopo le qualifiche di Formula 1.

Lui doveva ancora fare colazione, per quello stavamo andando nell'hospitality, dove c'era il nutrizionista della squadra junior che gliela avrebbe data.

Notai subito l'estrema gentilezza e solarità di tutti quelli che incontravo. Avendo avuto modo di parlare praticamente solo con giornalisti, avevo praticamente solo trovato musi lunghi e parole scocciate. A parte dagli italiani, loro (o meglio noi) sono sempre stati felici di parlare con me o di rispondermi.

«vuoi che prepariamo qualcosa anche per te, Chiara?» la seconda cosa che mi ha stupito è che molte persone conoscevano già il mio nome. Chi a causa di papà e del fatto che una giornalista di appena diciotto anni non si veda spesso e chi perché Kimi avrà parlato di me.

La persona che ho più paura di incontrare, ancora di più dei due piloti, credo sia Toto Wolff. L'ho sempre ammirato ed è sicuramente, per la mia modestissima opinione, il miglior team principal in griglia in questo momento.

«non hai paura di incontrare i piloti?» «non mi mangiano, primo, e secondo, devo andare a cercare Norris per mandare una foto a Nora...e mi sa che vado in fan zone a prenderle una maglietta, così gliela faccio firmare»

«per te nulla?» «il mio merch della Mercedes l'ho avuto gratis da una personcina poco simpatica, ma forse per me prendo una maglietta di Carlos, che mi manca» «perché non Charles?» «perché Enea ha l'armadio pieno di robe di Charles» «ci credo»

La prima cosa che mi ha fatta uscire sotto quaranta e passa treni per Kimi è il fatto che mi ascolti quando parlo, cosa non scontata, perché ormai oltre a lui lo fanno Enea, il mio gemello, Nora, Cesi e mio padre.

Mia madre? Non la vedo da un po' e vi devo dire che non mi cambia neanche poi troppo la vita. Non vi dico che non sento la sua mancanza, ma posso dire di avere una madre che è professoressa all'MIT. Studiare lì è uno dei miei più grandi sogni.

«qual è il tuo sogno più grande, Riri?» una sera neanche troppo lontana, zio Cesare mi chiese questo. Avevamo davanti una pizza e birra a testa e in TV passava una partita del Bologna. C'era anche Enea con noi.

«diventare l'ingegnere di pista di Andrea» «sei precisa con i sogni» «quello e laurearmi all'MIT»

«vostra madre insegna nel corso di ingegneria meccanica all'MIT?» io mi limitai ad annuire.

«va beh, andiamo a prendere la maglietta?» «ti sembra che io sia in grado di andare fino in fan zone senza essere braccato?» «ah, non riesci ad affrontare le tue fan urlanti» «ne ho una qua davanti» gli diedi un coppino, mentre lui continuava a ridere. Dovevo rimanere arrabbiata, ma ero lì vicina dallo scoppiare a ridere anche io.

Mi alzai con fare teatrale «ci vado da sola, allora» lui fu veloce nel prendermi il polso, perché se no ci sarei andata da sola. Sarei tornata, quello si, ma sarei andata via.

«avevi detto che saresti stata con me oggi» lì fui io a ridere, al ricordo di una cosa simile successa quando avevamo sette anni.

Papà era venuto a prendermi a scuola prima perché dovevo andare a una visita. Andrea allo stesso modo mi prese il polso.

«avevi detto che saresti venuta a casa da me oggi» «mamma ha detto che mi accompagnano a casa tua, dopo»

«promesso?» per dei bambini com'eravamo (e siamo) noi, una promessa valeva oro colato. Mi allungò il mignolo. «promesso»

Mi sedetti di nuovo. «va bene, non proverò più a scappare da te fino alle qualifiche» «promesso?» «promesso»

Riuscii a vedere le prove libere dal box Mercedes e fu una delle cose più belle della mia vita. Sono riuscita anche a fare un paio di domande sia a entrambi i piloti, che anche a Toto Wolff.

Mancava ormai poco alle qualifiche e Kimi mi stava accompagnando verso la stampa. «sei a scuola settimana prossima?» «non essendoci nulla, direi di si» sorrisi.

Arrivati davanti alla sala dove papà sta già facendo la diretta pre qualifiche, volevo dirgli alcune cose.

«ricordati che non deve essere necessariamente una gara da ricordare questa, perché domani tu parti davanti a tutti. Domani tu brillerai» «perché ne sei così convinta?» «ho guardato praticamente tutte le gare che hai fatto nella vita, Andy, so di cosa sto parlando»

«ti voglio tanto bene, Chia» «anche io, Kimi»

- - - - - -

«se non avete visto (o ascoltato) la qualifica di Formula 1, vi invitiamo ad andare dai nostri amici di TV8 alle 19:45. Ora invece inizierà su questa linea il commento della sprint di Formula 2 e, nel nostro altro canale, iniziano le cronache delle due partite di Serie A che iniziano alle 18, cioè Udinese-Empoli e Bologna-Juventus. Se per quest'ultima mi volete spoilerare in direct, mi trovate su Instagram come @riricremonini» «grazie Chiara per l'ennesimo spam del tuo Instagram» «papà, parlo praticamente solo di sport. Se sono qui, saranno interessati anche a guardare i miei video. Tifo pure il Bologna, quindi non possono neanche dire che sto dalla parte di chi vince sempre»

Iniziai a guardare nei vari schermi la griglia di partenza, che stava dicendo mio padre. Mi soffermai su Kimi che, dopo l'inversione di griglia, parte decimo.

«dai Chiara, al netto di ciò che si è visto nelle prove, chi sarà il vincitore di questa sprint?» «Martins partendo dalla prima fila lo vedo carico nell'accaparrarsi la vittoria di questa sprint per consolidare il primo posto nel campionato, ma non sottovaluterei assolutamente le due Prema, perché anche se partono rispettivamente Bearman dalla settima e Antonelli dalla decima casella, hanno un passo degno di nota, soprattutto se, come stanno dicendo molti team, verrà a piovere a breve e quindi si sarà costretti al cambio di mescola in corso d'opera»

Vidi mio padre guardarmi orgoglioso. Lui ha sempre amato questo lavoro e io mi sono addentrata a piccoli passi in questo mondo e ne sto scoprendo piano piano i dettagli.

Papà iniziò a commentare la partenza e il primo giro e notai subito come Kimi si era infilato subito dietro il compagno di squadra, rimontando di tre posizioni durante il solo primo passaggio. Poi non capii più niente.

«Antonelli, nel tentativo di difendersi da Hadjar, manda fuori entrambi dalla corsa. Sta anche iniziando a piovere, quindi probabilmente esporranno bandiera rossa.»

Volevo piangere. Non perché è uscito dalla corsa, ma perché è al cento per cento colpa sua e so quanto errori del genere gli pesano, di solito.

«si, bandiera rossa. Tutte le macchine ai box e adesso iniziamo a vedere se si riprenderà a correre, perché il sole inizia a calare» dissi io cercando di ricompormi.

Alla fine non hanno finito la gara e non hanno assegnato punti. Kimi, fortunatamente, non si è preso nessuna penalità.

Una delle cose che mi piace di più è vedere tutto il circuito al buio. Uscii dal paddock per andare in fan zone e prendere la maglietta di Norris da regalare a Nora e poi mi venne un'idea.

La prima volta che sono entrata a Imola avevo cinque anni e mi ricordo che nonno Beppe mi aveva comprato ai food track delle empanadas, piatto tipico argentino.

Quindi salii per la collinetta per andare alla Rivazza e lì mi imbattei in molti fan stranieri e non che mangiavano.

Fui felice di vedere che quello stesso camioncino c'era ancora, quindi ordinai la stessa cosa che mi aveva ordinato nonno, solo per due persone anziché una.

Prendendo una scorciatoia per tornare al paddock mi ritrovai davanti una signora, che aveva la casa in mezzo al tracciato, che cucinava crescentine (e non tigelle, che se lo dico male nonna si arrabbia) e quindi ne presi un po', sempre per due persone.

Il paddock delle formule minori era completamente vuoto, ma io sapevo che non potevo trovarlo in un altro posto.

Le luci nel box Prema erano tutte spente. L'unica fonte di visibilità era lo schermo di un telefono di una persona che stava guardando dei tik tok.

«ti ho portato da mangiare» «non ho fame» «allora sono qui per farti compagnia» presi fuori la mia luce portatile e la accesi per far più luce. Si, a diciotto anni ho paura del buio.

Sapevo che mettendogli davanti il cibo e vedendomi mangiare con gusto, si sarebbe messo a mangiare anche lui. Perché, si sa, dopo un buon pasto si sta molto meglio di prima. Il molto meglio per Kimi è il mettere via il telefono e sfogarsi con me.

«sono un coglione» «non voglio dirti il contrario, perché quella manovra era giusto giusto un po' aggressiva» Lo stavo ovviamente prendendo per il culo. Non che sia una novità.

Sospirai. «voglio però dirti che le parole che ti ho detto prima della gara non le ho dette così a caso. Domani tu parti dalla pole e sarai tu la stella a brillare» «se guido come ho fatto oggi, non vado da nessuna parte»

«è una gara su un milione che hai fatto. Non è un errore che sfascia la carriera di un pilota. Questo non è il tuo primo, non sarà il tuo ultimo e soprattutto non sarà l'ultimo in cui ti porterò la cena e ti consolerò fino a quando non avrai il tuo solito sorriso»

Fui io ad alzarmi e ad abbracciarlo. Lui è sempre stato molto coccoloso e io ho sempre capito quando gli serviva un abbraccio.

Per farlo ebbi il coraggio di sedermi sulle sue ginocchia. Fatto, ovviamente, senza pensare minimamente alle ipotetiche conseguenze della mia azione.

«come pensi che sarà il tuo primo bacio? Oltre che con Kimi, ovvio» un paio di anni prima, in una serata in cui eravamo totalmente da soli a casa e con papà che ci aveva lasciato "accidentalmente" il frigo con gli alcolici aperto. Mio fratello e le sue abilità da barman fecero solo un mojito, venuto neanche troppo male devo ammettere.

Io ruotai gli occhi, continuando a bere il mio drink. «boh, credo che immaginarmelo, rovini il gioco. Tu?»

«un po' tipo alla Red White and Royal Blue dove Alex dice "mi ha preso i capelli e ho istantaneamente capito la differenza tra rugby e football"»

«tu dove lo trovi un ragazzo alla Red White and Royal Blue dalle nostre parti?» «infatti la mia speranza è poca, non ti preoccupare»

Il mio primo bacio non l'ho dato a Kimi e mio fratello non l'ha avuto come voleva lui, anzi gli fece abbastanza schifo. Quelle però sono altre storie.

Il primo bacio che Kimi mi diede quella sera è molto simile alla descrizione di quello che voleva mio fratello.

Mi mise una mano sulla guancia sinistra, accarezzandomela.

Poi, dopo un paio di secondi in cui mi ero persa completamente nei miei pensieri, ritrovai le sue labbra sulle mie.

- - - - - -

«sappi che, da quando ti ho vista arrivare con il cibo, ero sicuro di volerlo fare» «perché?» «volevo evitare di guardarmi indietro e vedere questo giorno solo per quell'errore»

«e avevo iniziato ad avere paura che tu mi potessi scivolare dalle mani» «Andrea, ho ininterrottamente una cotta per te dalla prima elementare. Sono dodici anni che ho solo te per la testa» «ma infatti mi dispiace per te»

- - - - - -

Quel giorno mi svegliai tardi. Avevo passato la notte a dormire abbracciata e quello che ormai posso considerare il mio ragazzo. Ogni volta che ci penso, sorrido.

Non mi accorsi neanche quando Andrea uscì dalla stanza, ma mi scrisse un messaggio.

Con molto ottimismo per i giorni a venire, oggi compreso, andai a far colazione.

«dove sei stata?» ovviamente Cesare mi aspettò. «con Kimi» «quindi?» «quindi sono felice»

«quindi stanotte eri da lui?» «non farti strane idee» «posso anche farmele: ieri eri a fare colazione alle 7, adesso sono le 8 e non hai ancora iniziato»

«comunque prendo la pillola da almeno due anni» «e sei vergine?» «chi ti ha detto che sono vergine?» Io presi e andai via, decidendo che avrei mangiato in un qualsiasi bar che avrei trovato per la strada.

«sorellina, Cesi mi ha chiesto di chiederti se avevi fatto sesso con Antonelli, cosa gli devo rispondere?» «di trovarsi un qualcuno da scopare una volta ogni tanto»

Enea, che in quel momento era sul treno per venire qui a vedere il Gran Premio, mi aveva chiamata.

«però a me puoi rispondere» «no, non ho fatto sesso con Antonelli» «ci credo poco» «non ci sono bugie tra di noi, Enea» «lo so, ma ci credo poco comunque»

«ti prendo qualcosa al bar o ti arrangi?» «se c'è una brioche al pistacchio che ti sembra decente, prendila. Se no mi infilo in Prema, che lì fanno il caffè buono»

Tornando al circuito con la busta di paste e roba varia che avremo consumato io, papà ed Enea quella mattina tra una diretta e l'altra, passai a salutare nonno Beppe, imolese DOC.

Lo incontrai mentre innaffiava il giardino. «nonno ce l'ho fatta» «ce l'hai fatta tu o lui?» «lui, ma diciamo che è una vincita comune» «se alcune volte volete venire a mangiare da noi, la nostra porta è sempre aperta» «grazie nonno»

- - - - - -

Stavo correndo. Si, perché mi è venuta solo ora l'idea per il discorso di incoraggiamento per Kimi e non mancano nemmeno due ore alla sua gara.

Perché stavo correndo? Tra neanche venti minuti parte la Formula 3 e io dovrei essere in diretta.

«e tu cosa ci fai qui?» «hanno appena fatto passare alla radio una canzone che vorrei che ascoltassi prima della gara. Fammelo valere come discorso di incoraggiamento»

Lui ridacchiò, però si alzò e mi abbracciò. Gesto tipicamente del ragazzo, molto amante delle coccole.

«non ci credo che sei venuta qui solo per questo» Senza rispondergli, gli diedi un bacio a stampo. «anche per questo, lo devo ammettere»

«quindi me la fai ascoltare questa canzone?» «ti ho mandato il link, perché vorrei che l'ascoltassi da solo. Sono venuta qui per assicurarmi che lo facessi prima della gara. Anche perché poi non vale più come discorso di incoraggiamento»

Riuscii poi ad arrivare in tempo per la diretta. Un po' con il fiatone, ma arrivai in tempo.

Scrissi tutto quello che succedeva, un po' per capire chi rincorrere dopo per fargli delle domande. «solo mia sorella scrive ancora sulla carta nel 2024» «almeno io per i diciotto non ho chiesto un tablet, ma una moto» discorsi tipici di una diretta tra me e mio fratello. Per smorzare una gara, come quella di Formula 3 di oggi, che non è stata particolarmente emozionante.

La mia completa attenzione andò per la feature di Formula 2. E anche tutta la voglia di fare i cretini di Enea e papà.

«nel paddock gira la voce che il nostro poleman si sia fidanzato. Enea, a te che piace tanto il gossip, è giunta anche alle tue orecchie?» «effettivamente si. Anche se sono qui in giro solo da stamattina, un uccellino è venuto a dirmelo»

Io mi limitai a sospirare e a continuare a guardare i vari schermi mentre partiva il giro di formazione.

«vogliamo ricordare che nella sprint di ieri nessuno ha preso punti, quindi la classifica è rimasta invariata. Se Antonelli arriverà al traguardo in prima posizione, andrà in testa al campionato» dissi io, tentando di far tornare seria la nostra conversazione.

«io invece voglio farvi sapere un'altra cosa, prima che i nostri ragazzi partano per la gara. Neanche loro lo sanno, ma dalla prossima settimana, ogni martedì dalle 16 alle 18 avrete Chiara ed Enea Cremonini a farvi un programma su questo canale radio tutto dedicato allo sport e ai giovani. Perché secondo me e i miei collaboratori, non si è mai troppo piccoli per "diventare grandi" e sono felice di dire che loro sono i primi a cui voglio far fare questo esperimento. Vorrei lasciare buona parte della mia radio ai giovani, perché penso che debbano essere loro le star. E noi adulti non dovremmo ostacolarli e dire che i loro sogni sono stupidi o senza senso, perché anche noi li abbiamo avuti e non avremmo mai voluto metterli nel cassetto. Due parole al volo, mentre i primi piloti arrivano alle acque minerale»

Io non potevo essere più felice. Papà è un po' di tempo che ci parla di questa possibilità, ma non abbiamo mai pensato che di lì a qualche mese ce l'avremmo potuta avere in mano.

«ciò che hai detto papà, mi fa ricordare una canzone che Minerva, nostra collega di Don't Stop Music, ha fatto passare prima. Si chiama "diventare grandi" ed è di un'artista per me straordinaria, ma ancora molto nascosta alla fama, cioè Angelica o, come si fa chiamare, chiamamifaro. In questo pezzo lei parla proprio di come gli adulti cerchino di farci capire che i nostri sogni non valgono nulla. Il mio sogno più grande è sempre stato quello di studiare in una delle università migliori al mondo, cioè l'MIT, in Michigan, dove mia madre lavora e lei è nel corso dei miei sogni, cioè ingegneria meccanica. Una frase che ho anche scritta in camera su un poster è "Dicono male che vada finirò in mezzo a una strada
E la strada non mi dispiace, sì, ma purché sia la mia" e noi giovani non abbiamo paura di buttarci nei nostri sogni. Se falliamo, amen, ci saranno altre opportunità, ma se non proviamo, potremmo rimanere per tutta la vita con l'amaro in bocca, ancora di più se sono gli altri a fermarci»

«non potrei aggiungere nulla» «tua sorella è troppo brava a parlare, Enea» «riuscirebbe a far credere a un topolino di essere un elefante»

Durante la gara ero nel mondo dei sogni. Guardavo costantemente il suo nome, che era ancora in cima a quella lista. Parlavo si, ma avrei potuto dire molte più cose.

«siamo all'ultimo giro e Andrea Kimi Antonelli ormai può permettersi anche di iniziare a salutare il pubblico, perché con i suoi 5 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Oliver Bearman, rimasto precedentemente bloccato in una bella battaglia con Dennis Hauger, che è durata praticamente per tutto il secondo stint di questa sprint, è prettamente certo di arrivare primo dopo questo giro» disse mio fratello, mentre mi accarezzava una spalla.

«io vorrei salutare Chiara, perché ha sicuramente una cosa più importante da fare in questo momento. La ritroveremo poi per la diretta della Formula 1» «grazie di tutto, ragazzi» Era ovviamente un grazie principalmente rivolto a mio padre, che ormai aveva capito che non volevo essere lì in quel momento.

Appoggiai tutto sul tavolo, a parte il mio telefono, e poi corsi verso il "parco chiuso" delle formule minori. Non volevo assolutamente perdermi nulla.

Notai la presenza di Toto Wolff sotto al podio ad accogliere il mio ragazzo per la prima vittoria e mi tenni abbastanza lontana dalla sua persona, perché non ho sicuramente la forza e la lucidità per parlarci.

Quando lo vidi arrivare, una scarica di adrenalina mi oltrepassò la spina dorsale e capii che quella era veramente la sua prima vittoria di Formula 2. Non solo, quello era un ulteriore passo per arrivare in Formula 1.

Lui salutò tutti con ancora il casco in testa. Da me arrivò però quando quello lo aveva già dato a una ragazza del suo team.

Mi diede un bacio a stampo e lì rimasi bloccata. Sorridente, ma completamente bloccata.

«ti amo, Chia» «ti amo anche io, Andy, non sai quanto»

- - - - - -

«oltre a fidanzarti con Antonelli, sei riuscita a farti sta foto con Norris per me?» «oh, cazzo è vero. Ti saluto» «lo sai che sei una migliore amica di merda» «ti voglio bene anche io e ho un regalo per te»

Ero ancora nel paddock e sperai che, anche grazie al secondo posto che ha avuto, Lando avesse avuto la mia stessa idea.

Girando per il paddock, trovai il mio ragazzo che si beveva qualcosa assieme a Paul Aron e George Russell.

«tu non puoi ancora bere una birra, lo sai?» dissi a Kimi, rubandogli la bottiglia di mano e bevendone un sorso.

Lui ridacchiò, tirandomi a sé per un fianco.

«George, sai se Norris è ancora qua in giro?» «si, dobbiamo andare in hotel assieme. Perché?» «due giorni fa avrei promesso a Nora, la mia migliore amica, una foto con Lando, ma le cose mi sono un po' sfuggite di mano»

Vidi con la coda dell'occhio l'estone che andò sull'attenti quando pronunciai il nome della mia non sorella. Ridacchiai e bevvi un altro sorso di birra.

Beh, credo così di aver capito cos'è per me la felicità. E si, non credo di voler diventare grande, ancora no.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top